Topic 1.1:Verifica, convalida e ulteriore perfezionamento degli strumenti di analisi (concetti,
2.2.2.2 Gli obiettivi del SAFETY CASE
Il SAFETY CASE può essere generalmente definito come una presentazione strutturata dell’evidenza, delle analisi e delle linee di ragionamento, relativa alla sicurezza radiologica a lungo termine di un deposito di rifiuti radioattivi.
Le attività di ricerca e sviluppo a supporto dei SAFETYCASES sono in corso da più di 30 anni ed hanno raggiunto un elevato grado di maturità. Queste attività sono state finanziate in gran parte dai programmi nazionali, ma una considerevole quantità di risorse è stata investita anche dalla Commissione Europea. La sfida chiave nello sviluppo del SAFETY CASE per un deposito geologico profondo è quella di dimostrare la sua sicurezza a lungo termine.
I lavori di ricerca che continuano a essere svolti, sono guidati da sei principali fattori:
lavori e studi per colmare le lacune della conoscenza individuate nelle passate attività; conferma che le attività di ricerca svolte in precedenza sono ancora valide, nonostante le nuove intuizioni provenienti da altre aree;
modifiche nel concetto di gestione dei rifiuti radioattivi con l’introduzione di requisiti per ottenere la reversibilità/recuperabilità e la sicurezza a lungo termine;
studio dei problemi di sicurezza, come ad esempio la corretta individuazione dei termini sorgenti di radionuclidi;
ricercare l’obiettivo di incrementare ulteriormente i già identificati margini di sicurezza. Lo scopo delle organizzazioni Internazionali, come l’OECD-NEA e la IAEA, è mettere a disposizione un banco di prova per i programmi nazionali e organizzare un lavoro strettamente collaborativo, in modo da distribuire gli sforzi e utilizzare efficientemente le risorse. In particolare, la IAEA sta lavorando sul concetto di armonizzazione delle norme, per aumentare l’accettazione pubblica e rafforzare la fiducia degli stakeholders.
Per istituire e condurre un adeguato SAFETY CASE è necessario: sviluppare di un modello concettuale del sito;
raccogliere dei dati del sito e di processo per supportare il modello;
fare previsioni riguardo allo sviluppo del sito, utilizzando i dati e i modelli precedenti; considerare e quantificare le incertezze concettuali e sui dati;
fornire prove sulla sicurezza del deposito mediante motivazioni tecnico-scientifiche; garantire la fiducia tra gli “stakeholederds”.
Poiché è uno strumento che serve a dimostrare che il deposito funzionerà secondo i requisiti prescritti ed è la base per ottenere la licenza di costruzione. il SAFETY CASE deve dimostrare essenzialmente che:
sono state prese in considerazione tutte le possibili caratteristiche, i possibili eventi e i possibili processi (Feature, Events and Process - FEPs) che potrebbero essere di rilevanza nel periodo prescritto;
42 sono stati raggiunti adeguati livelli di sicurezza.
Le informazioni quantificabili saranno integrate da motivazioni scientifiche e pareri di esperti, fornendo così prove attendibili sulla sicurezza del deposito. La NEA, insieme alla EC (Comunità Europea) e alla IAEA, ha organizzato nel Gennaio 2007 un simposio internazionale, che si è rivelato un esercizio di valutazione sullo sviluppo dei SAFETY CASES. Si è notato, in particolare, che le evoluzioni chiave degli ultimi decenni includono i seguenti aspetti:
documentazione migliorata e strutturata che permette di fornire argomentazioni chiare; sviluppo di molti strumenti analitici sofisticati e databases;
introduzione di nuovi strumenti concettuali, come il concetto di “safety function”, che racchiude gli aspetti chiave delle prestazioni di un sistema di smaltimento geologico e da cui possono essere sviluppati i requisiti interni, che riguardano la capacità del sistema di svolgere le funzioni, rendendo così più trasparente il ruolo dei vari componenti presenti nel deposito;
utilizzo di altri indicatori di sicurezza e performance, oltre alla tradizionale dose radiologica e agli indicatori di rischio.
I sistemi naturali solitamente sono complessi e “caotici”, per cui è estremamente difficile effettuare previsioni in termini quantitativi su un’estesa scala temporale. Al fine di cogliere i possibili risultati, per lo sviluppo dei SAFETY CASES si utilizzano due approcci:
1) la gamma delle possibili evoluzioni del sistema realtà è rappresentata dalla variazione dei
parametri nei modelli numerici e dal campionamento statistico dei risultati (approccio
probabilistico per la valutazione delle prestazioni);
2) sviluppo di ragionamenti logici e limitazione dei parametri di performance del sistema. La scelta dell’approccio da utilizzare dalle rispettive organizzazioni di gestione dei rifiuti dipende dai requisiti normativi, che come già visto possono variare da paese a paese. Vari report della NEA hanno fornito cautele molto forti riguardo al fatto che i risultati di differenti SAFETY CASES non possono essere confrontati direttamente, poiché istituiti utilizzando diversi criteri, siti, scenari, misure e assunzioni.
Tuttavia, può essere importante nel contesto Europeo sviluppare uno schema di traduzione per i risultati provenienti da diversi SAFETY CASES, al fine di poter effettuare dei confronti e valutare quindi quale risultasse più idoneo per la dimostrazione di sicurezza del deposito.
Lo sviluppo di un SAFETY CASE è una procedura iterativa e ricorsiva che ha lo scopo di ottimizzare la sicurezza globale del deposito, tenendo conto della situazione naturale, delle caratteristiche ingegneristiche e dei requisiti normativi applicabili. Esistono vari percorsi e diverse combinazioni di funzioni che possono portano allo stesso livello di sicurezza globale, oppure, utilizzando ad esempio la “dose” come indicatore, le differenti tipologie di deposito nelle varie formazioni rocciose possono raggiungere livelli di sicurezza diversi. Tuttavia comunque, tutti i concetti di
43 smaltimento attualmente in fase di studio sono in grado di raggiungere livelli di dose d’esposizione al di sotto dei requisiti normativi.
Come già visto, i tradizionali indicatori di sicurezza e di performance utilizzati in radioprotezione sono la “dose” e il “rischio”. Il problema della “dose” è che essa dipende fortemente dallo scenario d’esposizione, dai comportamenti e dalle caratteristiche biologiche delle differenti specie. Tutto ciò porta al compimento di un gran numero d’assunzioni, che di conseguenza rendono le misure e i rilevamenti affetti da elevati gradi d’incertezza. E’ facile quindi comprendere che, valutazioni di sicurezza basate soltanto sul calcolo della “dose” o del “rischio” non sono molto solide e non possono considerarsi di supporto per il SAFETY CASE.