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Obiettivo specifico: creazione di una popolazione

3. P IANO D ’A ZIONE

3.3. Azioni per le neo-popolazioni

3.3.1. Obiettivo generale: incremento delle popolazioni

3.3.1.7. Obiettivo specifico: creazione di una popolazione

L’Aspromonte attualmente rappresenta l’unica area posta a sud della più meridionale popolazione di Capriolo originatasi da individui provenienti dall’arco alpino (Sila). Per quest’area inoltre sono già stati stilati uno studio di fattibilità per la reintroduzione ed il relativo progetto esecutivo (Orlandi e Nicoloso, 2004 e 2006), i quali hanno individuato un’areale ottimale per la reintroduzione della specie con particolare riferimento alla zona “A” di prote-zione definita dal Piano del Parco in corso di approvaprote-zione e coincidente con i confini del precedente istituto di protezione denominato Parco della Cala-bria. La presenza storica del Capriolo è stata accertata fino ai primi anni del XX secolo e le principali cause di estinzione della specie si possono conside-rare sostanzialmente rimosse. Le abbondanti nevicate che hanno caratteriz-zato l’area negli ultimi anni fanno ipotizzare che durante l’inverno gli animali potrebbero distribuirsi su un’area più vasta di quella indicata interessando anche porzioni di territorio poste al di fuori dell’area protetta. Anche se lo studio di vocazionalità ha interessato in modo approfondito solo il territorio

del Parco, non si ritiene che le caratteristiche ambientali esterne possano rappresentare un fattore limitante all’espansione della specie. Al fine di garan-tire le migliori probabilità di successo al progetto, l’Ente Parco ha già intra-preso una serie di azioni finalizzate principalmente alla formazione del proprio personale e delle popolazioni residenti mediante corsi di formazione e serate didattico-divulgative.

Secondo gli autori dello studio, l’Aspromonte ha una vocazionalità medio-alta per il Capriolo e la sua reintroduzione costituisce un elemento di valorizzazione del territorio dal punto di vista sociale e cultu-rale oltre che biologico.

AZIONI

Reintroduzione del Capriolo italico nel Parco Nazionale dell’Aspromonte

Priorità: media.

Tempi: entro un anno; durata tre anni.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,

Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte, D.R.E.Am. Italia, Istituto Nazio-nale per la Fauna Selvatica.

Programma: si tratta di una operazione di immissione che prevede il rilascio di

un numero di fondatori non inferiore alle 45 unità, che deve possibilmente tendere alle 60. Si prevede di distribuire le immissioni in un arco temporale di 3 anni con il rilascio di 15-20 capi all’anno in nuclei di 8-12 per ogni singola operazione. Viste le peculiarità dell’area e la mancanza di esperienze pregresse in aree simili, i primi rilasci devono costituire una base concreta di raccolta di informazioni per ottimizzare i rilasci successivi al fine di massi-mizzare il successo delle operazioni. Il periodo migliore è rappresentato dai mesi autunnali in quanto in primavera la permanenza della neve potrebbe vincolare la scelta dei siti di rilascio. Il rapporto sessi deve essere il più possi-bile paritario e preferibilmente si dovrebbero inserire animali adulti che dimo-strano una minore tendenza alla dispersione. Le operazioni sono da effet-tuare secondo il protocollo di cattura e manipolazione descritto nell’Allegato 6; particolare attenzione deve essere posta alle operazioni di trasporto vista la notevole distanza geografica dell’area rispetto ai siti di cattura, e deve essere presa in attenta considerazione la possibilità di utilizzare aeromobili. I rilasci debbono essere effettuati senza l’uso di recinti di acclimatazione. Le aree di rilascio prioritarie sono quelle già individuate dallo studio di fattibilità (Orlandi e Nicoloso, 2004) e dal progetto esecutivo (Orlandi e Nicoloso, 2006) commissionati dal Parco Nazionale dell’Aspromonte ed ai quali si rimanda per i dettagli relativi al progetto. In particolare, nello studio esecutivo sono state evidenziate e descritte in modo dettagliato le diverse fasi necessarie per la realizzazione del progetto, costituite da:

 adempimento degli iter autorizzativi secondo la normativa vigente (valutazione tecnica del progetto e richiesta del parere all’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica; trasmissione successiva dei docu-menti e del parere dell’INFS agli organi amministrativi limitrofi al parco – Regione Calabria, Provincia di Reggio Calabria, Servizi Vete-rinari delle ASL di competenza, comunicazione al Ministero dell’Am-biente e della Tutela del Territorio);

 pianificazione temporale delle operazioni di reintroduzione: è proposto un preciso schema per la realizzazione delle immissioni, suddivise nell’arco di 3 anni e pianificate in modo da garantire il benessere degli animali fondatori, il rispetto della stagione riproduttiva e del periodo di svezza-mento dei piccoli. La considerazione di tali parametri e l’attenta valu-tazione delle condizioni climatiche per il trasporto hanno consentito di individuare come idonei per le operazioni di reintroduzione i mesi autunno-invernali, a partire dal mese di ottobre fino al mese di marzo;  individuazione dei siti di cattura dei soggetti fondatori, che deve essere effettuata tenendo conto delle priorità conservazionistiche del Capriolo italico e dell’importante ruolo che può essere svolto in tale contesto dal Parco dell’Aspromonte;

 definizione dei nuclei fondatori (numero di animali e composizione dei nuclei in termini di classi di sesso ed età degli animali) e delle modalità di trasporto;

 individuazione dei siti di rilascio, da effettuarsi considerando l’acces-sibilità e la tranquillità dell’area, nonché il livello di vocazionalità dell’area come valutato dal modello di idoneità ambientale realizzato nel corso dello studio di fattibilità, per il quale si rimanda all’Alle-gato 5 e, per maggiori dettagli, a Orlandi e Nicoloso (2004);  definizione dei protocolli di monitoraggio, in accordo con quanto

ripor-tato in Allegato 7; secondo tali protocolli, gli animali rilasciati dovranno essere dotati di radiocollari con le seguenti caratteristiche: sistema di rice-zione GPS e sistema di trasmissione VHF per la localizzarice-zione manuale; sistema di ricezione dei dati GPS sulla banda UHF; segnalatore di morta-lità; drop-off programmabile per lo sgancio della radio. Considerando le potenzialità offerte da tali radiocollari, è stato possibile predisporre il seguente schema di massima per il monitoraggio post-rilascio:

acquisizione di 4-6 localizzazioni giornaliere (fix) durante le prime due settimane post-rilascio;

acquisizione di 2-4 fix al giorno per le due settimane successive (primo mese);

acquisizione di 3 fix alla settimana per i mesi successivi per gli animali che evidenziano un comportamento stabile;

mantenimento di una frequenza di fix più elevata per gli animali che tendono a spostarsi fino alla loro stabilizzazione;

sgancio del collare mediante drop-off dopo 18-24 mesi dal rilascio.  prosecuzione delle attività divulgative già avviate.

Costi: 300.000,00

Note: per maggiori dettagli, si rimanda a Orlandi e Nicoloso (2004 e 2006).

3.3.1.8. Obiettivo specifico: creazione di nuove popolazioni di Capriolo