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3. P IANO D ’A ZIONE

3.1. Scopo e obiettivi generali

Il Piano d’Azione ha come obiettivo quello di delineare e promuovere le iniziative necessarie per garantire la sopravvivenza e il recupero delle popo-lazioni di Capriolo italico, conseguendo un progressivo e concreto miglio-ramento dello stato di conservazione di questa entità faunistica. A tal fine, il Piano individua le misure prioritarie per la conservazione e promuove l’incremento delle conoscenze sullo status attuale e sulla biologia del taxon. A lungo termine, lo scopo è quello di assicurare la conservazione delle popo-lazioni storiche, nonché di favorire lo sviluppo di neo-popopopo-lazioni nel centro-sud d’Italia.

Nell’arco del quinquennio di validità del Piano, per raggiungere lo scopo prefissato, dovranno essere realizzate molteplici azioni, suddivise nei seguenti obiettivi generali:

 adozione e verifica del piano;

 incremento delle conoscenze sulle popolazioni storiche;  miglioramenti ambientali;

 riduzione dei fattori di rischio;

 pianificazione di una gestione venatoria compatibile con le politiche di conservazione;

 incremento delle popolazioni e dell’areale occupato.

La realizzazione del Piano ha peraltro offerto l’opportunità di costituire un primo gruppo di lavoro che in futuro potrà rappresentare un valido punto di riferimento per le iniziative da attuarsi in favore del Capriolo italico. 3.1.1. Obiettivo generale: applicazione e verifica del Piano

L’attuazione delle misure previste dal presente Piano richiede competenze a livello legislativo, amministrativo, gestionale e tecnico-scientifico indivi-duabili sia in ambito nazionale, sia a livello degli Enti locali (Regioni e Province). Questi ultimi, analogamente alle aree protette comprese nell’areale della sottospecie, dovranno adeguare i propri strumenti pianifi-catori ed attuare concrete misure di conservazione in relazione allo status locale del Capriolo italico. Affinché le risorse messe a disposizione da ciascuno di tali enti, ai fini di perseguire gli obiettivi generali del Piano, siano utilizzate razionalmente, è indispensabile che vi sia una continua veri-fica ed un costante coordinamento degli sforzi compiuti. È pertanto fonda-mentale ricercare una efficace sinergia di azioni a differenti livelli gestio-nali, favorendo il coordinamento tra le Amministrazioni locali, le aree protette e le Organizzazioni di categoria.

3.1.1.1. Obiettivo specifico: adozione del Piano

Il Piano d’Azione nazionale per il Capriolo italico potrà essere efficace esclusivamente se esso sarà divulgato, condiviso e adottato dagli enti e dagli organismi in grado di influire sulla conservazione del taxon. È perciò neces-sario, in primo luogo, promuovere la sua adozione da parte delle aree protette che attualmente ospitano popolazioni storiche di Capriolo italico e da parte dei Parchi dell’Italia meridionale per i quali si propone o è in atto la creazione di neo-popolazioni. Fondamentale risulta altresì l’adozione del Piano da parte di enti e associazioni coinvolti nella gestione venatoria del Capriolo e da parte degli organismi nazionali ed internazionali in grado di influire sulle future politiche di conservazione.

AZIONI

Adozione del Piano

Priorità: alta.

Tempi: entro un anno.

Responsabili: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Programma: trasmissione e richiesta di adozione del Piano, per i ruoli di

competenza, alle Regioni Toscana, Lazio, Puglia, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia (ed alle rispettive Province). Il MATTM, sentito il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali per quanto di competenza, e la Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni approva il Piano con proprio decreto. Il Piano dovrà inoltre essere trasmesso ai Parchi interessati dalla presenza attuale o futura del Capriolo italico, ai quali dovranno essere richiesti sia l’adozione del Piano sia l’im-pegno per la realizzazione delle singole azioni di pertinenza.

Costi: limitati.

3.1.1.2. Obiettivo specifico: individuazione e attivazione delle possibili fonti di finanziamento

Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha previsto azioni relative al Capriolo italico nella Fase II del progetto gene-rale “Conservazione della biodiversità nell’ambito del patrimonio fauni-stico italiano, con riferimento anche alla fascia costiera marina ed alle piccole isole”.

L’approvazione di queste azioni è subordinata alla soddisfacente conclu-sione della Fase 1 e quindi all’adozione del presente Piano. Risulta pertanto necessaria la stesura di un programma operativo concordato tra Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e i gruppi di ricerca interessati. La Fase

II potrebbe essere cofinanziata da Regioni, Province e Parchi intenzio-nati a promuovere progetti di conservazione del Capriolo italico.

AZIONI

Piano di reperimento delle risorse finanziarie

Priorità: alta.

Tempi: inizio immediato.

Responsabile: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,

gruppo di lavoro.

Programma: predisposizione di un piano dettagliato per il reperimento delle

risorse finanziarie necessarie per avviare le diverse azioni previste dal presente Piano. Per ciascuna di esse, è necessario che il piano di reperi-mento finanziario indichi tempi e modalità per l’attivazione delle diverse fonti di finanziamento.

Costi: limitati.

3.1.1.3. Obiettivo specifico: monitoraggio sull’attuazione del Piano Per garantire l’attuazione e il coordinamento delle azioni indicate, si propone l’ampliamento del Gruppo di lavoro costituitosi per la redazione del presente Piano. Il nuovo Gruppo dovrà farsi carico del monitoraggio sull’at-tuazione delle iniziative adottate e sarà coordinato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il supporto dell’Istituto Nazio-nale per la Fauna Selvatica. Allo scadere del quinquennio di validità del presente Piano, sarà inoltre necessario effettuare una valutazione conclusiva sullo stato di attuazione raggiunto, sullo status della specie e sulle azioni da intrapren-dere nel periodo successivo.

AZIONI

Formazione di un Gruppo di lavoro

Priorità: media.

Tempi: inizio immediato; durata 5 anni.

Responsabile: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Programma: il Gruppo di lavoro dovrà essere costituito dagli esperti

inca-ricati della redazione del presente Piano, nonché dai rappresentanti dei soggetti che risulteranno coinvolti nelle azioni di conservazione e gestione del Capriolo italico. Rispetto all’attuale Gruppo di lavoro, costituitosi essenzialmente per la redazione del Piano d’Azione e quindi per l’indi-viduazione delle linee guida per la conservazione del taxon, il nuovo

gruppo comprenderà quindi anche gli Enti che avvieranno iniziative volte alla conservazione delle popolazioni esistenti o alla reintroduzione del Capriolo italico. Tali Enti, tramite i loro rappresentanti, costituiranno parte integrante del Gruppo di lavoro dal momento dell’avvio delle azioni di conservazione e fino al completamento delle stesse. Il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, con il supporto dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, si farà carico di mante-nere il coordinamento del Gruppo, nonché di organizzare incontri perio-dici durante i quali si valuterà l’attualità delle indicazioni gestionali e si verificherà l’applicazione delle azioni proposte. Al termine del quin-quennio di validità del Piano, il Gruppo effettuerà un’analisi critica dei risultati raggiunti e fornirà indicazioni sulla necessità di eventuali, ulte-riori misure di conservazione per il taxon.

Costi: si prevede un rimborso per le spese di partecipazione alle riunioni.