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Il testo di Christa Wolf si snoda sul dialogo immaginario tra Medea e la madre lontana, e pone le basi per una narrazione che sin dall‘inizio si fonda su uno scambio ininterrotto tra passato e presente, vale a dire tra i ricordi lontani della patria abbandonata, e la realtà crudele scoperta a Corinto.

10 ―Cosa vanno dicendo. Che io, Medea, avrei ammazzato i miei figli. Che io, Medea, mi sarei voluta

vendicare dell‘infedele Giasone. Chi potrebbe mai crederci, chiesi. Arinna disse: tutti‖. (Medea. Voci: 224).

Marianna Pugliese

Medea lascia la Colchide dopo aver scoperto che il potere del padre si fonda su un delitto. Eete, infatti, sulla falsariga di prassi tardo-matriarcali, aveva ripristinato la consuetudine secondo cui il re consorte avrebbe potuto salvarsi dal rito di morte e rinascita soltanto cedendo per un giorno il trono al giovine che si sarebbe sacrificato al suo posto. Il sovrano cede così il regno al figlio Apsirto per un solo giorno, al termine del quale, però, il giovane viene ucciso e smembrato di fronte al silenzio del padre che, sbarazzatosi così del suo unico rivale, si assicura il regno per tanti altri anni a venire.

Medea dunque non ha ucciso Apsirto e se disperde in mare le sue membra lo fa soltanto per rinfacciare al padre il suo delitto e farlo in questo modo impietrire dall‘orrore:

Deinen Knochen, Bruder, habe ich ins Meer geworfen. In unser Schwarzes Meer, das wir liebten und das du, da bin ich sicher, als dein Grab hättest haben wollen. Im Anblick der Schiffe aus Kolchis, die uns verfolgten, und im Angesicht unseres Vaters Aietes stand ich auf der ‹Argo› und warf dich stückweis ins Meer. Da liess Aietes die kolchische Flotte abdrehen, zum letzten Mal sah ich das vertraute Gesicht, versteint vom Schrecken. Auch meinem Argonauten ist dieses Bild in die Glieder gefahren: eine Frau, die unter wilder Schreien die Knochen eines Toten, die sie bei sich trug, gegen den Wind ins Meer wirft. (Medea. Stimmen: 96)12.

L‘orribile scoperta dell‘assassinio di Apsirto ed il conseguente rifiuto di rimanere fedele ad un sovrano le cui mani sono imbrattate di sangue e il cui potere si fonda su un delitto, portano Medea alla fuga. L‘eroina, infatti, dopo aver perso completamente la fede negli dei, decide di fuggire al fianco di Giasone, non già perché innamorata di lui, ma perché consapevole di non avere nessun‘altra scelta.13 Piuttosto che accettare la logica della violenza e sottostare

12 ―Le tue ossa, fratello, le ho gettate in mare. Nel nostro Mar Nero, che amavamo e che tu, ne sono sicura,

avresti voluto come tua tomba. Alla vista della navi della Colchide, che ci seguivano, e al cospetto di nostro padre Eete, stavo ritta sull‘Argo e ti gettai pezzo per pezzo nel mare. Allora Eete fece cambiare rotta alla flotta della Colchide, per l‘ultima volta vidi il suo viso familiare, pietrificato dal terrore. Anche ai miei argonauti quell‘immagine ha gelato il sangue: una donna che con urla selvagge getta contro vento, in mare, le ossa di un morto che portava con sé‖ (Medea. Voci 100-101).

13Il motivo dell‘amore come slancio in Medea, e dunque ragione del suo agire, viene messo in discussione

anche in Im Stein: ―Medea che per amore / per amore? / diede a Giasone la pietra che avrebbe dovuto scagliare nella messe di guerrieri nati dai denti del drago così si sarebbero uccisi a vicenda e lui Giasone avrebbe sconfitto il drago / la dragonessa Ah Medea‖ (Nella Pietra, 2008:16).

Marianna Pugliese

a soprusi criminali, preferisce abbandonare la Colchide, con l‘amara consapevolezza di chi sa di aver scelto solo il male minore.

Christa Wolf riesce così a discolpare Medea dall‘assassinio del fratello, ma non a liberarla dal senso di sfiducia e di sconforto nei confronti degli dei e della tradizione. Al contrario, proprio la scoperta di un delitto legittimato dalla consuetudine e giustificato dalla divinità, alimenta in lei la convinzione della pericolosità della tradizione e dell‘inesistenza degli dei. Dio è solo un‘invenzione dell‘uomo per sgravarsi da ogni colpa e sottrarsi ad ogni sua responsabilità.

Il bisogno di scagionare Medea anche dall‘accusa di aver ucciso Glauce e Creonte, porta Christa Wolf ad operare un‘altra, straordinaria variazione sul mito: una volta giunta a Corinto, Medea scopre un delitto ancora più violento ed efferato di quello accaduto in Colchide e, ancora una volta, giustificato dalla ragione di stato e dettato dalla brama di potere.Ifinoe, primogenita di Creonte e Merope, è stata sacrificata per ordine del padre il quale, temendo di perdere il regno se la principessa fosse andata in sposa ad uno straniero, la fa segretamente uccidere e seppellire nei sotterranei del palazzo. Anche a Corinto, dunque, Medea viene a conoscenza di un segreto che non avrebbe mai dovuto conoscere, e questo segnerà per sempre la sua rovina. Per evitare infatti che il segreto di Corinto venga divulgato, e per convogliare invece su di lei i sospetti e l‘odio dei Corinzi, Acamante la diffama con l‘accusa dell‘assassinio del fratello.

Medea würde beschuldigt werden, ihren Bruder Absyrtos in Kolchis getötet zu haben. Das würde Akamas die Handhabe geben, gegen sie vorzugehen, wenn er es denn wollte, da er ja nun mal ihr wirkliches Vergehen, in ein innerstes Geheimnis, von Korinth eingedrungen zu sein, nicht verwerten konnte. (Medea. Stimmen: 83)14

Prontamente, la folla non esita ad addossarle anche la responsabilità del terremoto abbattutosi sulla città e così, ―quando [poi anche] la peste propaga,

14 ―Medea sarebbe stata accusata di aver ucciso suo fratello Absirto in Colchide. Ciò avrebbe dato ad

Acamante il pretesto per procedere contro di lei, se voleva, dato che non poteva utilizzare il suo vero crimine, l‘essersi intromessa in un intimo segreto di Corinto‖(Medea: 87-88).

Marianna Pugliese

Medea è perduta‖ (Medea. Voci: 153)15. Alla necessità di eliminare Medea per evitare la divulgazione dell‘indicibile segreto, si aggiunge il bisogno di trovare un capro espiatorio16 su cui far ricadere la responsabilità delle disgrazie che intanto si sono abbattute sulla città. E così, poiché ―gli esseri umani vogliono convincersi che la loro sfortuna viene da un unico responsabile, di cui ci si può facilmente sbarazzare‖17, ecco che proprio lei, Medea viene scelta come vittima da eliminare.