PARTE TERZA
3. OPEN GOVERNMENT E OPEN DATA PER COMBATTERE LA CORRUZIONE: VANTAGGI E DIFFICOLTÀ
3.7. OPEN DATA CONTRO LA CORRUZIONE
Dal 15 gennaio del 2014 al 14 maggio del 2015, per una durata complessiva di sedici mesi, è stato condotto un progetto chiamato TACOD, co-finanziato dal programma Prevention and Fight against Crime 2013 dell'Unione Europea e portato avanti dal Centro Ricerche e Studi su Sicurezza e Criminalità (RiSSC) in collaborazione con Transparency International (Italia), Transparency International (Regno Unito), Università di Oxford, Università di Nottingham, Blomeyer&Sanz (Spagna) e Institut für Konfliktforschung (Austria), che ha condotto una ricerca sul ruolo degli open data nella lotta alla corruzione (Segato, Ingrascì, 2015). In tale progetto si è stabilito che gli open data sono in grado di ridurre la corruzione in due diversi modi (Transparency International Italia):
- incrementando il tasso di monitoraggio della corruzione, ossia facendo sì che aumenti la proporzione di casi di corruzione scoperti
- facendo da deterrente contro futuri episodi di corruzione
L’assunto di base da cui è partito il progetto è che un maggiore controllo da parte della società civile e dei media sull’azione pubblica renda la trasparenza uno strumento più efficace per ridurre la corruzione. La Trasparenza è divenuta un servizio essenziale ed un obiettivo della Pubblica Amministrazione (Segato, Ingrascì, 2015): secondo l’impostazione del governo italiano, infatti, la migliore politica per contrastare la corruzione è puntare sulla massima trasparenza, poiché permette di abbassare i costi, di migliorare la qualità dei servizi offerti e di garantire che il controllo sociale funzioni da deterrente alla corruttela (Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, dalla pagina
http://www.funzionepubblica.gov.it/temi/trasparenza-e-open-data).
Il processo di digitalizzazione dell’informazione all’interno della Pubblica Amministrazione ha, inoltre, permesso di migliorare l’efficienza della PA e di facilitare l’accesso dei cittadini ai servizi pubblici, per cui, grazie alle nuove tecnologie, è in aumento il potenziale utilizzo di open data da parte di ONG, cittadini, giornalisti, forze dell’ordine e gruppi politici per contrastare la corruzione. Secondo gli autori del progetto gli Open Data, sebbene presentino il limite di permettere di verificare soltanto le tracce formali dei procedimenti amministrativi corrotti, hanno tuttavia l’enorme potenzialità di aumentare le possibilità di
55
controllo civico sul fenomeno: gli open data contribuiscono quindi a individuare non tanto gli atti di corruzione ma quanto piuttosto i suoi segnali e le sue conseguenze, quali cattiva amministrazione, disservizi, sprechi, ripetuti affidamenti di appalti alle stesse aziende o sovrapprezzi di forniture (Segato, Ingrascì, 2015), svolgendo quindi un importantissimo ruolo di prevenzione e di sensibilizzazione sui danni provocati dalla corruzione.
Secondo il rapporto TACOD, l’uso degli open data può servire per diversi tipi di monitoraggio, statico, dinamico o investigativo (Segato, Ingrascì, 2015).
Le attività di monitoraggio statico consistono essenzialmente nella consultazione di dataset e informazioni online, con l’obiettivo di controllare gli adempimenti della PA in materia di trasparenza o le attività poste in essere dall’amministrazione pubblica: gli strumenti più indicati per svolgere tale tipo di controllo sono dati dai portali della Pubblica Amministrazione, nella sezione “amministrazione trasparente”.
Le attività di monitoraggio dinamico consistono sia nella consultazione digitale dei dati sia nel monitoraggio territoriale, con l’obiettivo di ottenere un riscontro effettivo sull’area interessata dei dati comunicati dalla Pubblica Amministrazione, quali progetti, servizi, lavori, eccetera: gli strumenti più indicati per svolgere tale tipo di controllo sono rappresentati sia dai portali della Pubblica Amministrazione, nella sezione “amministrazione trasparente”, sia dai portali di iniziative open data che stimolano la partecipazione. Infine le attività di monitoraggio investigativo consistono in un insieme di monitoraggio territoriale, di incrocio dei dati provenienti dalle varie banche dati e dall’analsi dei dati provenienti dal settore privato, con l’obiettivo di individuare anomalie mediente confronto dei dati sulla base di metriche: gli strumenti più indicati per svolgere tale tipo di controllo sono dati da portali della Pubblica Amministrazione, nella sezione “amministrazione trasparente”, portali di iniziative open data e dati inerenti il settore privato, quali, ad esempio, i registri delle Camere di Commercio (Segato, Ingrascì, 2015).
3.8. LE INIZIATIVE
Essenziali per un’efficace azione di monitoraggio e di prevenzione sono quindi i portali e le iniziative che mettono in contatto dati aperti e cittadini, sollecitando la partecipazione e il controllo dal basso. Secondo il rapporto TACOD, tuttavia, lo stadio di sviluppo dell’ecosistema Open Data in Italia si presenta ancora a livello embrionale, se paragonato ad esempio a quelli di Stati Uniti e Regno Unito, con la conseguenza di risultare insufficiente per favorire processi di trasparenza dinamica (Segato, Ingrascì, 2015).
Ciononostante, oltre alla presenza della sezione “amministrazione trasparente” sui siti della Pubblica Amministrazione, divenuta obbligatoria per legge a seguito dell’affermazione del principio di trasparenza nel nostro ordinamento ai sensi dei Decreto Legislativo 14 marzo 2013 n.33 (Ministero dell’Interno, Governo Italiano), negli ultimi anni si è assisitito al sorgere di diversi portali e iniziative open data dotati di un enorme potenziale informativo.
Spaghetti Open Data
Spaghetti Open Data è un catalogo di dati costruito dal basso, nato nell’ottobre del 2010, di più di un anno precedente rispetto alla nascita del portale ufficiale nazionale dei dati aperti dati.gov.it. L’iniziativa è nata dall’idea di Alberto Cottica, economista ed esperto di collaborazione online e organizzazione in rete, di costruire una risorsa per gli open data italiani grazie alla collaborazione di funzionari pubblici, blogger e cosiddetti “hacker civici” (Blog di Alberto Cottica, 2010). La proposta lanciata da Cottica è stata quella di far sapere in qualsiasi modo, tramite commenti sul blog, sui social network o per telefono, dati pubblici e aperti di qualsiasi dimensione, da quella nazionale a quella del quartiere, in modo tale da poterli condividere in rete.
56
Attualmente i canali principali attraverso cui la comunità discute sono due:
- la mailing list, il principale, che permette di scrivere e ricevere le discussioni sia via mail sia via web oppure attraverso un compendio configurabile a piacere inviato direttamente nella casella di posta (con aggiornamento settimanale, giornaliero, etc..);
- il sito web spaghettiopendata.org, in cui vi sono alcuni documenti principali e il resoconto dei raduni svolti negli anni, assieme alle regole di comportamento e alla mappa della comunità.
Ogni utente, inoltre, possiede un blog personale, aggregato poi a quello degli altri nella sezione “Blog Collettivo”.
Spaghetti Open Data, oltre al sito e alla mailing list, possiede anche un repository Github24, un canale
Twitter (@spaghetti_folks)25 e un canale Slack26.
La comunità di Spaghetti Open Data partecipa anche periodicamente a raduni, l’ultimo dei quali si è svolto sabato 24 Marzo 2018 a Torino in occasione dell’evento MERGE-18.27
Riparte il futuro
Riparte il futuro è un’organizzazione no-profit, apartitica e trasversale, formata da un team di giovani professionisti di campaigning digitale e comunicazione e da una rete di esperti di anticorruzione, trasparenza ed economia, che si batte nella lotta alla corruzione promuovendo la trasparenza e la certezza del diritto. Dal 2013 Riparte il futuro, insieme ad una community di oltre un milione di sostenitori, che partecipano alle attività online e offline, si impegna a rivolgere petizioni ai decisori, per ottenere il cambiamento legislativo necessario per prevenire e contrastare la corruzione. Riparte il futuro, inoltre, si occupa anche di sensibilizzare quotidianamente l'opinione pubblica e di formare ed educare i cittadini agli strumenti di contrasto al fenomeno.
Attualmente l’organizzazione vede circa 1,2 milioni di cittadini impegnati per contrastare la corruzione e può contare sulla collaborazione dei 42 organizzazioni partner (Riparte il futuro, I nostri risultati). Al momento Riparte il futuro ha al suo attivo sette campagne vinte:
- Whistleblowing-Italia: una campagna sottoscritta da più di sessantanovemila cittadini per chiedere una legge a tutela dei whistleblower, ossia di coloro che denunciano illeciti sui luoghi di lavoro. Dopo seicento giorni di stallo alla Camera a seguito della prima proposta di legge avvenuta il 21 gennaio 2016 e dopo una rapida votazione al Senato avvenuta il 18 ottobre 2016, il provvedimento è diventato legge il 15 novembre 2017, con 357 voti a favore;
- Prescrizione: una campagna di Riparte il futuro, appoggiata da circa centodiecimila cittadini che ha permesso di ottenere una piccola conquista, non totalmente soddisfacente, in direzione di una riforma della prescrizione breve. La riforma approvata il 15 giugno 2017 alla Camera è stata considerata un compromesso al ribasso, dato che continua a lasciare scoperte una serie di condotte criminali come il traffico di influenze illecite, l’abuso d’ufficio, la turbativa d’asta; tuttavia ha portato all’aumento del 50% del termine assoluto di prescrizione per alcuni reati legati alla corruzione;
- Foia4Italy: una campagna durata 645 giorni e sottoscritta con 88.321 firme, portata avanti da oltre trenta associazioni, per chiedere l’introduzione di un Freedom of Information Act anche in Italia. Dopo due anni di campagna la normativa è stata introdotta con il decreto legislativo n.97 del 2016;
24https://github.com/spaghetti-open-data 25https://twitter.com/spaghetti_folks 26
https://spaghettiopendata.slack.com/
27 Per ulteriori informazioni sullo svolgimento dell’evento e reperire il materiale presentato agli incontri, consultare il
57
- Sanità: una campagna durata 230 giorni e sottoscritta dai cittadini con 152.542 firme diretta ai Direttori Generali e ai responsabili anticorruzione delle Aziende Sanitarie Italiane per chiedere maggiore trasparenza sul funzionamento e sulle spese della sanità italiana, in particolare su bilancio e rendicontazione, bandi di gara e di concorso, collaborazione con strutture sanitarie private e tempi di attesa per le cure. Grazie alla campagna le aAziende Sanitarie hanno fornito informazioni sui vertici dirigenziali, nominato i Responsabili anticorruzione e creato i Piani triennali, tanto che è stato registrato un +127% di conformità agli obblighi di legge;
- Delitti ambientali: una campagna portata avanti da 68.645 cittadini e da una coalizione di venticinque organizzazioni e associazioni che si occupano di tutela ambientale e di legalità che ha permesso di inserire nel Codice penale italiano gli ecoreati, grazie ai quali è possibile punire chi inquina ed è responsabile di disastri ambientali;
- SavePompei: una campagna rivolta alle Commissioni Cultura di Camera e Senato per chiedere che le gare di appalto per Pompei diventino un modello di trasparenza e di rispetto delle regole. Quasi 60.000 cittadini hanno chiesto al Parlamento di audire il generale Giovanni Nistri, alto ufficiale dei Carabinieri nominato nel dicembre 2013 dall’allora ministro della Cultura Massimo Bray per gestire l’emergenza Pompei: grazie alle migliaia di firme raccolte il 12 novembre 2014 Nistri è stato audito in Parlamento dove ha esposto i contenuti della relazione, fondamentale per delineare la road map verso il salvataggio di Pompei.
Riparte il futuro permette di seguire le sue iniziative grazie ad un account Facebook28, un account Twitter29,
un canale Youtube30 e il sito web https://www.riparteilfuturo.it/.
Monithon
Monithon (contrazione delle parole inglesi Monitoring Marathon) è un’iniziativa indipendente di monitoraggio civico dei progetti finanziati dalle politiche europee, che si occupa in particolare dalle politiche di coesione in Italia.
L’idea di lanciare questa iniziativa è sorta in occasione del il primo raduno degli iscritti alla mailing list “Spaghetti Open Data”: l’obiettivo per cui è nata è stato incoraggiare un esperto interessato, un cittadino curioso, un giornalista o un ricercatore a raccogliere informazioni ed evidenze sullo stato di avanzamento dei progetti e sui risultati prodotti, tramite visite in loco, interviste o analisi e raccolta di dati sul web. Il funzionamento di Monithon è basato sulla disponibilità di dati aperti, tracciati dal portale nazionale OpenCoesione, che pubblica in modalità interattiva le informazioni disponibili nella Banca Dati Unitaria di monitoraggio.
OpenCoesione è il portale in cui le amministrazioni responsabili dei programmi comunitari inviano dati sui soggetti pubblici o privati che hanno ricevuto fondi. Esso contiene anche informazioni su tempistiche, dotazione finanziaria, pagamenti effettuati, luoghi di realizzazione degli interventi e dati relativi alle assegnazioni di risorse del Fondo nazionale per lo Sviluppo e la Coesione effettuate dal CIPE. OpenCoesione, a differenza di Monithon, che è un’iniziativa portata avanti “dal basso”, è coordinata dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, istituito in seguito alla trasformazione del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica (DPS) del Ministero dello sviluppo economico, ed è di conseguenza un’iniziativa di open government di carattere governativo.
28https://www.facebook.com/senza.corruzione.riparte.il.futuro/ 29https://twitter.com/riparteilfuturo
58
Il 24 settembre del 2014 la partnership tra OpenCoesione e Monithon, dopo aver superato le selezioni nazionali, si è presentata alla sede delle Nazioni Unite per rappresentare l’Italia al premio internazionale OpenGovernment Partnership Award, classificandosi in quarta posizione su trentatré Paesi partecipanti. In particolare l’Italia ha ricevuto il punteggio in assoluto più alto per il criterio Credibilità della partnership e per il criterio Evidenza dei risultati, ricevendo anche il plauso dei giudici per l’efficacia del coinvolgimento attivo delle organizzazioni nazionali e locali della società civile, il ruolo del monitoraggio civico e l’esperienza nelle scuole del meraviglioso progetto A Scuola di OpenCoesione. Il quarto posto è stato giustificato quindi dai punteggi più bassi riportati dagli altri due criteri oggetto d’esame, ossia Sostenibilità dell’iniziativa e ampiezza della partecipazione.
A scuola di OPENCOESIONE
A Scuola di OpenCoesione (ASOC) è un progetto innovativo di didattica sperimentale rivolto alle scuole secondarie superiori di ogni tipo, che promuove principi di cittadinanza attiva e consapevole grazie ad attività di ricerca e monitoraggio civico dei finanziamenti pubblici. A scuola di OpenCoesione persegue i propri obiettivi attraverso l’impiego di innovative tecnologie di informazione, comunicazione e Data Journalism, lo sviluppo di competenze digitali e l’uso dei dati in formato aperto (Open Data), per aiutare gli studenti a conoscere, con l’ausilio di tecniche informatiche, statistiche e giornalistiche, il modo in cui le politiche pubbliche, e in particolare le politiche di coesione, intervengono nei luoghi dove vivono.
Il progetto è nato nell’ambito dell’iniziativa OpenCoesione e si avvale del sostegno finanziario dei Programmi per la Governance gestiti dall’Agenzia per la Coesione Territoriale, che fornisce anche un supporto organizzativo, in particolare, attraverso la Biblioteca.
L’edizione 2016-2017 ha visto la partecipazione di 196 scuole, con circa 5.000 studenti, circa 350 docenti e con la collaborazione attiva di 30 antenne Europe Direct e di 60 Associazioni entrate a far parte degli “Amici di ASOC”. La precedente edizione (2015-2016) ha visto la partecipazione di 120 scuole (con circa 2.500 studenti e 150 docenti) e la collaborazione di 28 Centri di informazione Europe Direct e di 63 Associazioni territoriali. Alla edizione 2014-2015 avevano partecipato 86 scuole di tutte le tipologie su tutto il territorio nazionale, mentre la sperimentazione della prima edizione (2013-2014) aveva coinvolto 7 scuole.
Il progetto ASOC è citato nel Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR come buon esempio di progetto di monitoraggio civico e data-journalism, capace di promuovere l’uso attivo delle dinamiche tecnologiche e online. ASOC, inoltre, è stata inoltre considerata best practice internazionale per l’utilizzo degli open data in ambito didattico nel volume Open Data as Open Educational Resources, pubblicato online da Open Knowledge Foundation (OKFN), la fondazione internazionale no-profit che promuove l’accesso libero alla conoscenza attraverso l’apertura dei dati e delle informazioni.
Confiscati bene
Confiscati bene è un progetto partecipativo che promuove la trasparenza, il riuso e la valorizzazione dei beni confiscati alle mafie, attraverso la raccolta, l’analisi dei dati e il monitoraggio dei beni stessi. Alla costruzione e al funzionamento di tale progetto partecipano giornalisti, attivisti e tecnologi, che si occupano di fare chiarezza sullo stato e sulla gestione dei beni confiscati in Italia alla criminalità organizzata. L’idea è partita nel 2014, a seguito di un esperimento svoltosi in occasione del secondo raduno nazionale della community Spaghetti Open Data (#SOD14), in cui un gruppo di cittadini ha estratto, pulito e ristrutturato i dati pubblicati dall'ANBSC (Agenzia Nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata).
L’obiettivo con cui è nato il progetto Confiscati bene è stato quello di integrare un catalogo dati, un’area dedicata all'analisi e allo storytelling sui beni e una piattaforma interna, rendendo tale materiale disponibile
59
pubblicamente e gratuitamente per favorire un dibattito e un coinvolgimento pubblico sul tema del riuso dei beni confiscati e per raccogliere proposte e suggerimenti da parte dei cittadini per una migliore gestione e valorizzazione dei beni confiscati.
I dati riutilizzati da Confiscati bene sono tratti dall'ANSBC, da siti di pubbliche amministrazioni o da altri soggetti pubblici e sono rilasciati in formato aperto (Open Data), per cui è possibile da parte di chiunque scaricarli, riutilizzarli e rielaborarli, nel rispetto della licenza CC BY 4.0.
Attualmente la piattaforma comprende 23 dataset e possibilità di applicare filtri di ricerca per tag, per formato di dati, per fonte di pubblicazione, per autore e per licenza.
Che aria tira?
Che aria tira? è un network nato dall’idea del movimento Mamme NO Inceneritore, creato per costruire una rete territoriale a basso costo di centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico, attualmente tra le province di Pistoia, Firenze e Prato. I cittadini, le associazioni e le organizzazioni che partecipano al progetto condividono i dati su una piattaforma open source, basata sull’impiego di linguaggi informatici liberi, su un hardware in grado di funzionare con sistemi diversi e su protocolli, standard e i sistemi di comunicazione connessi alla Rete di monitoraggio ambientale, in grado di fornire istantaneamente i dati raccolti su Internet, rendendoli in tal modo accessibili, comprensibili e riutilizzabili da chiunque.
La rete è composta dal movimento Mamme NO Inceneritore, movimento costituito da cittadini che mettono in discussione la scelta di costruire un inceneritore a Firenze, proponendo alternative eco- compatibili, moderne e sostenibili; da FabLab di Firenze, un’associazione fiorentina che si occupa di fornire conoscenze e attrezzature necessarie per la costruzione delle centraline; Ninux Firenze, un gruppo di appassionati di tecnologia intenzionato a realizzare a Firenze e nei dintorni una rete wireless libera; PM2.5 Firenze, un’iniziativa di monitoraggio dell’aria basata su centraline analoghe a quelle utilizzate dagli enti ufficiali locali preposti al controllo dell’aria con il compito di tarare e controllare l’andamento delle misurazioni delle centraline low-cost; e infine diversi appassionati e volontari, tecnici informatici e ricercatori universitari che si occupano di questioni tecnologiche, grafiche e digitali e tutti i singoli cittadini e i gruppi di persone che hanno sostenuto il crowdfunding lanciato a maggio 2016 e terminato a settembre 2016.
Oltre alla piattaforma www.cheariatira.it, sono presenti anche un account Facebook, un account Twitter e un canale Youtube.
Monitor Appalti
Monitor Appalti è un progetto che si occupa di monitorare gli appalti, sollecitando anche la partecipazione dei cittadini, per promovere la trasparenza nei progetti di pubblica utilità. Monitor Appalti si occupa anche di promuovere il coinvolgimento di cittadini e stakeholder nelle varie fasi della procedura di appalto, facendoli contribuire attivamente al presidio della spesa pubblica, attraverso il monitoraggio civico, ossia una forma di cittadinanza attiva in cui gruppi di persone o singoli cittadini condividono metodi, strumenti e attività allo scopo di verificare come viene speso il denaro pubblico.
Il monitoraggio civico funziona se vi sono dati aperti e disponibili a tutti: per questo motivo il sito di Monitor Appalti si è impegnato a dotarsi a breve di una sezione open data, in cui sarà sempre possibile consultare tutti i documenti relativi alle procedure, pubblicati in formato aperto per consentirne il riutilizzo e la libera condivisione.
60 DatiOpen.it
DatiOpen.it è la più grande banca dati di open data in Italia, contenente attualmente più di duemila dati aperti aggiornati quotidianamente. L’obiettivo principale con cui tale portale è nato è stato quello di incentivare l’utilizzo degli open data da parte del grande pubblico, rendendo maggiormente accessibile l’enorme patrimonio di dati aperti che si sta costituendo.
Le due azioni principali attraverso cui il portale persegue il suo scopo sono le seguenti:
- raccogliere e documentare quotidianamente la maggiore quantità possibile di dati open italiani per diventare il punto di riferimento nazionale per chiunque ricerchi un dato aperto;
- rendere possibile la visualizzazione dei dati in tabelle, grafici e mappe interattive, direttamente dal sito.
Il portale DatiOpen.it si propone quindi di fungere da intermediario tra portali open data e cittadini, semplificando e rappresentando più chiaramente i dati grezzi tramite tabelle grafici e mappe, come mostrato da questo schema:
Fonte: www.datiopen.it
Per quanto riguarda l’inserimento dei dati nel portale studenti, neo laureati, ricercatori, professionisti ed enti interessati possono diventare autori di dati open semplicemente condividendo con licenza open dati