• Non ci sono risultati.

Le operazioni infragruppo

Nel documento Il bilancio dei gruppi comunali (pagine 166-180)

Il complesso economico che il Comune o qualsiasi altra entità privata indirizza deve essere considerato e trattato come organismo a sé stante e, come tale, dovrebbe evidenziare nel suo bilancio solo quelle operazioni avvenute con terze economie. Come si è precedentemente analizzato il bilancio consolidato è un bilancio di secondo livello che deriva dai bilanci di esercizio delle entità del gruppo. Questo comporta la necessità di “depurare” i dati per il consolidamento in

90

“Se al momento della prima applicazione del metodo il valore della partecipazione determinato

ai sensi dell'articolo 18 è superiore alla corrispondente frazione del patrimonio netto della partecipata, la differenza, per la parte attribuibile a beni ammortizzabili o all'avviamento, viene ammortizzata secondo le disposizioni del presente decreto. Se il valore della partecipazione è inferiore alla corrispondente frazione del patrimonio della partecipata, la differenza è contabilizzata, per la parte non attribuibile a elementi dell'attivo o del passivo della partecipata, in una riserva non distribuibile oppure, quando sia dovuta alla previsione di un'evoluzione sfavorevole dei futuri risultati economici della partecipata, nei fondi per rischi ed oneri. Nella nota integrativa è indicato l'importo della differenza.”, Cfr. D.Lgs. 87/92 art. 19.

maniera da evitare duplicazione degli stessi e per dare una rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria ed evidenziare il risultato economico del gruppo. Le operazioni poste in essere tra le singole entità e contabilizzate nei rispettivi bilanci d’esercizio, in quanto operazioni esterne alle imprese, devono essere rettificate in sede di consolidamento poichè rilevabili come operazioni interne o “infragruppo”. Queste operazioni sono molteplici e, soprattutto nei gruppi di natura economica, fisiologiche al loro stesso funzionamento, esempi sono: vendite e acquisto di beni, acquisizione di partecipazioni reciproche, ripartizione di dividenti e molte altre.

È possibile distinguerle in due categorie:

1. operazioni che non modificano il risultato economico; 2. operazioni che fanno variare il reddito d’esercizio.

Nella prima casistica rientrano tutte quelle operazioni permutative che non originano margini interni come nelle ipotesi di crediti e debiti infragruppo, vendita di beni strumentali, vendita di merci, oneri e proventi originati tra le imprese.

I secondi invece si identificano con gli utili e le perdite incluse nei valori del patrimonio e i dividendi percepiti dalle imprese del gruppo.

Affinché si possa procedere alle rettifiche è opportuno che il Comune abbia dato origine ad un sistema omogeneo di dati e abbia adeguato sia il proprio bilancio sia quello delle controllate. Ciò significa, ad esempio, che per alcune voci deve essere indicata la parte “verso controllante” e “verso imprese controllate”.

Di seguito riportiamo per le principali operazioni le procedure che l’ente locale deve porre in essere per la redazione del bilancio consolidato.

La vendita di beni strumentali

Tra le imprese del gruppo è possibile, soprattutto tra le società di capitali, la vendita di beni strumentali. Questa operazione all’interno del gruppo si configura come una costruzione interna del cespite. Bisogna distinguere, in tal caso, tra una vendita avvenuta al valore di costo da una ad un valore superiore. Nella prima eventualità si procede semplicemente alla rettifica dell’operazione con l’evidenziazione della costruzione in economia, nella seconda, oltre alla rilevazione della costruzione, va rettificato il risultato d’esercizio. In bilancio si avrenno le seguenti rettifiche:

Esempio - Se la Società A cede alla società B un cespite ad un valore di 1.000, corrispondente al suo costo di acquisizione si avrà:

Conto economico A

COSTI RICAVI

Costi per cespite 1.000 Ricavo da B 1.000

Stato patrimoniale B ATTIVO PASSIVO Immobilizzazioni materiali …. Totale attivo 1.000 … … … Totale passivo

Nella fase di rettifica il ricavo sarà riclassificato come incremento di immobilizzazioni per lavori interni senza apportare ulteriori cambiamenti.

Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO PASSIVO Immobilizzazioni materiali … Totale attivo 1.000 … … … … Totale passivo … … ….

Conto economico consolidato

COSTI RICAVI Costi per cespite 1.000 Incrementi per lavori interni 1.000

Per la vendita ad un valore superiore al costo si veda infra utili e perdite infragruppo

Crediti e debiti infragruppo

I crediti e i debiti che le imprese del gruppo vantano reciprocamente sono le poste che presentano meno problematiche di consolidamento. Gli schemi di bilancio, sia del Comune sia delle imprese del gruppo, contengono voci in cui sono esplicitati i crediti e i debiti verso la controllante e verso le controllate. Il Comune rettificherà le poste “Crediti verso enti del settore pubblico allargato” e “Crediti diversi” presenti nel Conto del patrimonio dell’ente, relative alle poste vantate nei confronti delle società, delle istituzioni e delle aziende speciali, le quali a loro volta vedranno la rettifica delle rispettive “Dediti verso controllante”, e “Debiti verso Enti pubblici di riferimento”. È auspicabile per il Comune distinguere nel proprio bilancio i crediti vantati nei confronti delle proprie controllate per rendere più celere l’operazione di rettifica.

Dal lato dei debiti il Comune presenta tra le sue voci “Debiti verso imprese controllate, imprese collegate e altri (aziende speciali, consorzi, istituzioni)” che saranno rettificati in corrispondenza dei crediti vantati dalle altre entità controllate verso la controllante.

Nell’eventualità che le operazioni abbiano originato i crediti e i debiti tra le società è possibile riscontrare anche le rettifiche che coinvolgono la macroclasse “A) Crediti verso soci per versamenti ancora dovuti” che sarà rettificata con le corrispondenti “Debiti verso controllate”, “Debiti verso collegate” e “Debiti verso controllanti”.

Nella sostanza la rettifica non determina variazioni nel reddito e nei crediti e debiti vantati nei confronti di terze economie al gruppo, ma la loro rettifica, anche se di facile applicazione nella maggior parte dei casi, potrebbe comportare analisi più complesse, soprattutto se gli eventuali crediti derivano da prestiti obbligazionari.91

In presenza di un debito di 300 che il Comune vanta nei confronti di una società del gruppo si avrà:

Stato patrimoniale del Comune

ATTIVO PASSIVO ….

Totale attivo

… …

Debiti verso controllata

Totale passivo

300 …

Stato patrimoniale della controllata

ATTIVO PASSIVO Crediti verso Comune

Totale attivo 300 … … Totale passivo … …

Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO PASSIVO …. Totale attivo … … … Totale passivo … … 91

Come afferma Pisoni: “In tali casi, infatti, occorrerà tenere presenti anche i seguenti elementi: - prezzo di emissione e prezzo di rimborso delle obbligazioni;

- eventuale prezzo di acquisto nel mercato.” Cfr. PISONI P., Gruppi aziendali e bilanci di

Negli schemi consolidati sono così eliminate quelle poste che, in presenza di tutte le rettifiche, non avrebbero alcun ragion d’essere, rischiando di appesantire gli schemi con una voce il cui ammontare è nullo.

Il D.Lgs. all’articolo 31, terzo comma, prevede la possibilità di non rettificare i debiti e crediti quando questi risultino irrilevanti e dandone motivazione in Nota integrativa. Il principio contabile 17 specifica, inoltre, che le rettifiche devono avvenire per il loro intero ammontare anche in presenza di soci di minoranza, che le elisioni vanno effettuate per operazioni avvenute dopo la data di aggregazione – per quelle avvenute in precedenza si richiede la menzione in Nota integrativa – e che, nell’ipotesi di deroga per irrilevanza, questa sia calcolata in misura dell’entità complessiva degli elementi della stessa natura. I principi internazionali, IAS 27, al paragrafo 24, invece, escludono qualsiasi tipo di esonero nelle rettifiche. Questo evita sia di giustificare l’irrilevanza sia di gonfiare i valori di Stato patrimoniale laddove le rettifiche possono comunque essere apportate.92

Costi e ricavi infragruppo

La vendita di beni a fecondità semplice o lo scambio di servizi avvenuta tra entità appartenenti dello stesso gruppo, così come il ricorso a operazioni di finanziamento a titolo oneroso, sono fattispecie identificabili con lo scambio tra reparti, rami d’azienda o filiali di una stessa impresa. Così come a livello di bilancio d’esercizio essi non sono registrati in contabilità generale, ma se ne ritrova traccia in quella analitica, lo stesso avviene a livello di entità aggregata. Quest’ultimo rileva tali operazioni come scambi interni che devono essere rettificati per la redazione del bilancio consolidato. La rettifica avviene senza che vi siano variazioni nel reddito di gruppo.

Esempio - Una società ha ceduto beni al Comune S per 500, per le quali ha sostenuto costi per 400. I beni sono rivenduti dal Comune a terzi per 600 nel bilancio consolidato si avrà, a parità di altri costi e ricavi:

Conto economico Società

COSTI RICAVI Costi

Utile

400 100

Ricavi verso Comune 500

92

Una parte della dottrina ritiene che in base alle previsioni del Conceptual Framework nella sezione relevance e balance between benefit and cost sia comunque ipotizzabile l’esclusione per irrilevanza

Conto economico Comune

COSTI RICAVI Costi

Risultato economico positivo

500 100

Ricavi verso terzi 600

Conto economico consolidato

COSTI RICAVI Costi

Risultato economico positivo

400 200

Ricavi 600

Il risultato economico del gruppo è dato dalla somma dei risultati di entrambe le entità poiché la compravendita interna ha originato un costo ed un ricavo di pari importo. La comunanza delle voci di Conto economico comunale con quelle delle aziende private, le istituzioni, i consorzi e le aziende speciali, non implica alcuna ulteriore suddivisione o integrazione di voci.

I principi nazionali consentono di non rettificare i costi e ricavi, generati dalle operazioni interne, se questi risultano irrilevanti e dandone motivazione in Nota integrativa. Il documento contabile 17 prevede le identiche disposizioni già esaminate per i crediti e debiti infragruppo così come i principi internazionali non prevedono alcuna eccezione richiedendo l’elisione totale. Individuare il concetto di irrilevanza non è sempre semplice, inoltre non sembra giustificabile il ricorso a questa eccezione laddove la rettifica può essere effettuata.

Dividendi

La partecipazione del Comune e/o delle aziende del gruppo in altre entità del gruppo stesso fa sorgere dividendi o rendite che è necessario rettificare in fase di consolidamento. Il Comune riceve i dividendi in quanto socio delle società controllate e collegate così come riceve gli interessi del capitale di dotazione delle aziende speciali. Se questi proventi non venissero elisi, sarebbero contabilizzati due volte, una come risultato economico della partecipata nell’esercizio in cui esso è maturato e una seconda come dividendi per la controllante quando esso sarà ripartito. L’operazione si riversa per cui su due esercizi come dimostra l’esempio successivo.

Esempio - La società D, a partecipazione totalitaria pubblica, consegue nell’esercizio n0 un utile di 200 che destinerà a riserve per 40 e il restante sarà ripartito come dividendo al Comune X nell’esercizio n+1.

Anno n0 Stato patrimoniale di D ATTIVO PASSIVO …. Totale attivo … … Utile d’esercizio Totale passivo 200 … Conto economico di D COSTI RICAVI … Utile d’esercizio … 200 … … … …

Nel consolidato si avrà:

Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO PASSIVO …. … Totale attivo … … … Utile d’esercizio … Totale passivo 200 … …

Conto economico consolidato

COSTI RICAVI … Utile d’esercizio … 200 … … … … Anno n+1

Stato patrimoniale del Comune

ATTIVO PASSIVO …. … Totale attivo … … … Utile d’esercizio … Totale passivo 160 … …

Conto economico del Comune

COSTI RICAVI … Utile d’esercizio … 160 Dividendi … 160 … Stato patrimoniale di D ATTIVO PASSIVO …. … Totale attivo … … … Riserve … Totale passivo 40 … …

Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO PASSIVO …. … Totale attivo … … … Riserve Utile a nuovo Totale passivo 40 160 …

Nell’esercizio n+1 si movimenta solo lo Stato patrimoniale consolidato, mentre in Conto economico la quota dei dividendi è rettificata in quanto già rilevata nell’esercizio n0 come utile. Nello Stato patrimoniale esso è riclassificato sotto forma di utile portato a nuovo.93

Ratei e risconti infragruppo

Nell’eventualità che operazioni infragruppo relative ad oneri e proventi generino ratei e risconti è necessaria la loro elisione come dimostra l’esempio:

Stato patrimoniale del Comune

ATTIVO PASSIVO Ratei attivi … Totale attivo 50 … … … … Totale passivo … … …

Conto economico del Comune

COSTI RICAVI … … … … Fitti attivi … 50 … Stato patrimoniale di M ATTIVO PASSIVO …. Totale attivo … … Ratei passivi … Totale passivo 50 … … Conto economico di M COSTI RICAVI Fitti passivi … 50 … … … … …

Stato patrimoniale consolidato

ATTIVO PASSIVO …. Totale attivo … … … Totale passivo … …

Conto economico consolidato

COSTI RICAVI … … … … … … … … 93

Per un’ulteriore approfondimento si veda AZZALI S., Il bilancio consolidato casi ed esercizi, Giappichelli, Torino, 1999, capitolo 4.

Utili e perdite interne

Le operazioni che intercorrono fra le entità del gruppo possono originare utili e perdite che necessitano di rettifiche. Le ipotesi di tali operazioni sono molteplici come ad esempio utili o perdite su merci, utili o perdite per compravendita di beni strumentali, ecc.. Secondo il D.Lgs 127/91 è possibile soprassedere alle rettifiche di utili e perdite interne solo in presenza di importi irrilevanti o quando si è di fronte ad operazioni correnti avvenute a normali condizioni di mercato e se la loro eliminazione comporta costi sproporzionati. L’OIC 17 completa le disposizioni del decreto integrandolo nel seguente modo:

- la rettifica deve essere apportata in ragione dell’utile o perdita lorda, per cui al netto delle spese di periodo (spese generali, amministrative e di vendita che l’impresa deve comunque sostenere);

- il valore delle attività non è soggetto ad incrementi dovuti alle rettifiche delle perdite oltre il limite del valore netto di realizzo o del valore d’uso

- la rettifica deve essere complessiva anche in presenza di minoranze;

- se è accolta l’eccezione dell’irrilevanza essa deve essere valutata in ragione del valore assoluto e tenendo conto dell’effetto sul risultato economico e sulla voce interessata;

- utilizzare con “parsimonia” la disposizione dei costi sproporzionati.

In ambito internazionale non è fatta alcuna eccezione se non per le perdite che hanno la probabilità di realizzarsi.

Proponiamo di seguito un esempio che evidenzi la formazione di un utile interno e la sua elisione.

Esempio - La società K vende all’azienda speciale J quattro beni per un valore di 800, prodotti ad un costo di 500. Entro l’esercizio J rivende 2 unità ad un’impresa esterna al gruppo ad un prezzo di 420.

Conto economico di K

COSTI RICAVI Costi (per produrre 4 beni)

Utile d’esercizio 500 300 Ricavi … 800 … Conto economico di J COSTI RICAVI Costi Utile d’esercizio 800 20

Ricavi (per vendita 2 beni) Rimanenza (2 unità)

420 400

Conto economico consolidato COSTI RICAVI Costi Utile di gruppo 500 170 Ricavi Rimanenze 420 250

Come si può osservare l’azienda J ha valutato nel proprio bilancio i due beni in rimanenza al valore di costo di acquisto. In realtà anche nell’ottica del gruppo le rimanenze vanno valutate al loro costo di acquisto o produzione che, nel nostro caso, è dato da 500. Ciò significa che nel valore delle rimanenze è incluso un utile prodotto da operazioni interne pari a 150 (400-250). Se non si fosse proceduto alla rettifica nel consolidato, infatti, sarebbe stato iscritto un risultato economico positivo pari a 320 (300+20) non corrispondente al reale scambio che il gruppo ha sostenuto nella compravendita dei beni con terze economie.

L’elisione degli utili interni, in apparenza di pratica e semplice attuazione, nella realtà presenta numerose problematiche connesse ai criteri di valutazione adottati e alla quantificazione dei prezzi di scambio. Soprattutto in un gruppo comunale tali problemi risultano ancor più evidenti. Se la rettifica di valori quali crediti e debiti non implica particolari difficoltà, in quanto è richiesto dagli stessi schemi la ripartizione di essi verso le entità del gruppo, lo stesso non può dirsi per il Conto economico. Risulta in tal senso indispensabile la tenuta di una corretta contabilità generale e soprattutto di una contabilità analitica, che riesca ad individuare le movimentazioni interne delle rimanenze, soprattutto laddove le vendite degli stessi beni tra entità del gruppo siano molteplici. L’applicazione reale o futura da parte delle società dei principi internazionali renderà ancora più complessa la valutazione delle rimanenze. Nell’eventualità meno che remota che il Comune non riesca a fornire dati necessari in tal senso (il grado di efficienza delle contabilità comunali è ancora oggi molto basso), potrebbe comunque essere possibile ottenere dati attendibili dalle contabilità delle altre entità del gruppo.

Le perdite interne ad un’aggregazione aziendale presentano questioni più marcate rispetto alla rettifica degli utili, soprattutto in merito all’effettivo importo da rettificare. Il problema principale, individuato in dottrina, è l’eventuale rettifica in riduzione della perdita in quanto si verrebbe in contrasto con il principio della prudenza. Sia il D. Lgs. 127/91 che gli IAS/IFRS prevedono che la perdita sia elisa totalmente, ma ciò deve verificarsi nel rispetto dei principi di valutazione

delle rimanenze. Questo significa che, qualora il risultato economico negativo da rettificare derivi dal valore delle rimanenze, è necessario che esse siano valutate ad un valore non inferiore a quello minore tra il valore di costo e quello di realizzo desumibile dall’andamento del mercato.94 Riportiamo un breve esempio per illustrare questa eventualità:

Esempio - L’impresa N vende all’azienda speciale H tre beni per un valore di 570, prodotti ad un costo di 630. Entro l’esercizio H rivende 1 unità ad un’impresa esterna al gruppo ad un prezzo di 250. Sul mercato il bene ha un valore di presumibile realizzo pari a 200.

Conto economico di N

COSTI RICAVI Costi (per produrre 3 beni)

… 630 … Ricavi Perdita d’esercizio 570 100 Conto economico di H COSTI RICAVI Costi Utile d’esercizio 570 60

Ricavi (per vendita 1 beni) Rimanenza (2 unità)

250 380

Conto economico consolidato (errato)

COSTI RICAVI Costi Utile di gruppo 630 40 Ricavi Rimanenze 250 420

Se la rilevazione in consolidato fosse questa la perdita sarebbe elisa per l’ammontare di 80, ma non si rispetterebbero i principi di valutazione delle rimanenze nel gruppo. Se H ha valutato le rimanenze ad un valore inferiore a quello di mercato – 380 infatti comporta un valore per bene di 190 – lo stesso non può dirsi per il gruppo il quale ha attribuito ad ogni singolo bene in rimanenza 210, il valore del costo. Si dovrà per cui procedere a rettificare nel modo seguente:

Conto economico consolidato (corretto)

COSTI RICAVI Costi Utile di gruppo 630 20 Ricavi Rimanenze 250 400

La perdita sarà per cui elisa per un ammontare di 60.

94

Ulteriore questione ancora aperta nel campo delle rettifiche di utili e perdite interne risulta l’attribuzione delle stesse alle minoranze partecipative. Sia i principi nazionali che quelli internazionali, infatti, fanno espresso riferimento ad una elisione totale anche in presenza di partecipazioni non totalitarie. La dottrina si è divisa in merito: da un lato, vi sono i sostenitori dell’elisione integrale,95 dall’altra, coloro che prevedono una rettifica solo per la quota di interessenza della holding.96

L’elisione integrale ha il pregio di considerare il gruppo, comprese le minoranze, come un’unica entità (teoria dell’entità), mentre quella proporzionale presenta i limiti già visti nella teoria della proprietà, oltre che alla mancanza di omogeneità nella valutazione delle rimanenze in bilancio: le minoranza potrebbero, infatti, adottare criteri diversi da quelli del gruppo.

Essendo il metodo integrale adottato anche a livello internazionale e viste che le tendenze portano alla teoria dell’entità, sembra comunque inimmaginabile lo svilupparsi di elisioni parziali di perdite e utili prodotte internamente.

8. Il consolidato comunale: caratteri di peculiarità in una logica di prima applicazione

Quanto finora descritto mette in luce una serie di problemi che il Comune deve affrontare nel momento in cui decide di predisporre un bilancio consolidato. La fase di prima predisposizione del consolidato è la più complessa e in molti casi può rappresentare l’ostacolo più difficile da affrontare per la predisposizione del bilancio di gruppo. Il gruppo comunale è un’entità molto varia, composta da imprese che, se pur accomunabili sotto molti aspetti (schemi, criteri di valutazione, ecc.), presentano peculiarità proprie. Il compito del Comune appare in tal caso molto difficile soprattutto alla luce delle difficoltà che esso stesso incontra, in molti casi, nella contabilizzazione e corretta valutazione degli elementi del proprio patrimonio. Queste difficoltà sono accresciute anche dagli sviluppi attuali che riguardano il settore privato come, ad esempio, l’introduzione del fair value, quando sia nei comuni che nelle aziende speciali e istituzioni è prevalente il criterio del costo. Se il passaggio verso il fair value ha determinato

95

Si veda Terzani e Paganelli. 96

particolari problemi anche per i gruppi di natura privata, a livello di aggregati comunali l’elevata eterogeneità di criteri, schemi e norme applicabili, può apparire un ostacolo quasi insormontabile che richiede personale con una formazione adeguata e un’apposita organizzazione. Il problema risulta ancora più evidente nei comuni in cui sono presenti partecipazioni in società quotate in borsa97 e che adotteranno gli IFRS per l’aggregazione dei propri dati. Come si è avuto modo di suggerire, le soluzioni adottabili sembrano ricondurre alla tenuta di una doppia contabilità che permetta la redazione di un bilancio secondo il criterio tradizionale del costo e uno in base al fair value.

Attualmente la presenza di molte società a controllo totalitario e non quotate

Nel documento Il bilancio dei gruppi comunali (pagine 166-180)