• Non ci sono risultati.

Madonna col Bambino in trono e i Santi Vincenzo, Sebastiano, Rocco e Mauro abate (fig.

41)

1591-1600 c.

Tavola, cm 136x103

Diano San Pietro (Imperia), chiesa di San Pietro (dall’oratorio dei Santi Vincenzo e Anastasio in località Camporondo)

Il dipinto, oggi custodito nella sacrestia della parrocchiale di Diano San Pietro, proviene dalla chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio in località Camporondo (cfr. Abbo 1984a, pp. 8- 9; Bellezza 2007, pp. 165-166), dove ancora si trovava, sistemato nel vano absidale, all’inizio degli anni Novanta del secolo scorso prima di essere trasferito per problemi di conservazione dell’edificio.

Inserito già da Castelnovi nella produzione tarda del «Pancalino» (1970) e, successivamente, in quella del suo ultimo seguace (1987), fu definita opera «alquanto povera e ritardataria» da Fedozzi (1991, p. 91) che, in un primo momento, la ricondusse alla mano di Orazio con una datazione ai primi anni del XVII secolo (1991; 1999b) per poi inserirla, recentemente, nel catalogo di Giulio intorno al 1590 (2016), allineandosi, così, al parere già espresso da De Moro e Romero (1992) e seguito anche da Bartoletti (1999f).

Sebbene l’opera non goda di un buono stato conservativo, si rintraccia in essa il solo intervento di Orazio intorno all’ultimo decennio del XVI secolo.

Bibl.: Castelnovi 1970, p. 178 nota 39; Abbo 1984a, p. 8; Castelnovi 1987, p. 160 nota 34;

Bartoletti 1988a, p. 791; Fedozzi 1991, pp. 31, 90-91 cat. 43; De Moro, Romero 1992, pp. 59 nota 138, 148-149 cat. 29; Bartoletti 1999f, p. 391; Fedozzi 1999b, p. 546; Fedozzi 2016, p. 221.

40. Orazio De Rossi

Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Luca (pala); Dio Padre (cimasa) (figg. 42, 42a)

1606

Tempera su tavola, 202x114 cm (pala), 37x40 (cimasa) San Pietro presso Andora (Savona), oratorio di San Luca

Iscrizioni: «MDCIV» (sul gradino del trono della Vergine)

Il dipinto, corredato da una cimasa con l’Eterno aggiunta successivamente secondo Fedozzi (1992), è tuttora conservato entro una cornice in stucco di gusto settecentesco sulla parete di fondo dell’oratorio di San Luca nella frazione San Pietro presso Andora da dove, pur in assenza di prove documentarie, non c’è motivo di dubitare che provenga vista anche la presenza del Santo titolare in posizione privilegiata alla destra della Madonna.

L’opera, vistosamente datata 1606, fu segnalata per la prima volta da De Moro e Romero (1992) e da Fedozzi (1992) e da questi ricondotta senza remore al catalogo delle prime opere note di Orazio De Rossi, d’accordo Bartoletti (1999g).

Restauri: Riccardo Bonifacio, 2006.

Bibl.: De Moro, Romero 1992, pp. 65, 160-161 cat. 35; Fedozzi 1992, p. 20; Bartoletti

1999g, pp. 391-392.

41. Orazio De Rossi

Misteri del Rosario (fig. 43)

1608 Tavola

Pairola presso San Bartolomeo al Mare (Imperia), chiesa di Nostra Signora della Neve In seguito ad un’indagine condotta sui libri dei conti della chiesa parrocchiale di Pairola, Fedozzi (1986; 1991) forniva notizia di alcuni pagamenti corrisposti in più soluzioni a «ms.

Oracio Rosso depentore» o «De Rossi» tra gli anni 1608-1610 per una somma totale di novantadue lire e sedici soldi in spettanza per l’esecuzione di una pala evidentemente portata a termine entro il 1608 se quell’anno il maestro viene ricompensato «per mettere l’amcona in piede». Inoltre, un atto redatto dal notaio Giovanni Battista Rodini il 28 febbraio 1607 che attesta la cessione di crediti ad Orazio da parte dei massari della chiesa di Nostra Signora della Neve di Cervo per una somma di sessantadue lire fornisce un utile termine ante quem per la commissione, mentre un’ulteriore quietanza dell’8 settembre 1618 testimonia che a distanza di dieci anni dalla consegna il pagamento non fosse stato ancora saldato.

L’opera, oggi frammentaria, è conservata sulla parete absidale. Del complesso originale si conservano la carpenteria lignea dorata costituita da due colonne decorate a pastiglia per circa un terzo della loro lunghezza e scanalate nella zona superiore, corredate da capitelli corinzi sorreggenti l’architrave, e la predella con i quindici Misteri del Rosario. La tavola centrale è stata, invece, sostituita, per motivazioni a noi sconosciute, con la pala di autore ignoto identificabile con quella per cui i libri dei conti registrano pagamenti nel 1646 e dipinta, secondo Fedozzi (1991), sullo stesso supporto sul quale era intervenuto Orazio. La prima notizia relativa alla chiesa di Pairola, da cui apprendiamo peraltro la sua antica dedicazione all’Annunziata, risale al 1555. L’edificio venne ampiamente rimaneggiata intorno alla metà del XVII secolo (sulla chiesa cfr. Fedozzi 1986; Bellezza 2007, pp. 332- 335).

Documenti: Archivio Storico Diocesano di Albenga, Libro dei Conti per la Chiesa della

Nostra Signora della Neve della Pairola, 1608-1642, cc. 3, 4, 5, 8 (Fedozzi 1991, p. 141); ASI, notaio Giovanni Battista Rodini, f. 3, n. 222, 28 febbraio 1607 (Fedozzi 1991 pp. 95- 96 cat. 49; De Moro, Romero 1992, pp. 66 nota 177, 198); ASI, notaio Paolo Giulio Arimondo, vol. 2, p. 12, 8 settembre 1618 (Fedozzi 1991, pp. 95-96 cat. 49).

Bibl.: Fedozzi 1986, p. 3; Fedozzi in Cervo s. d. [ma 1988], p. 63; Fedozzi 1990, p. 10;

Fedozzi 1991, pp. 31, 95-96 cat. 49; De Moro, Romero 1992, pp. 65-66, 72, 76, 166-167 cat. 38, 198; Giacobbe 1992, p. 112; Bartoletti 1999f, p. 392; Fedozzi 1999b, p. 546; Fedozzi 2016, p. 221.

42. Orazio De Rossi

Madonna in trono col Bambino e i Santi Lucia e Nicola di Bari (fig. 44)

1613

Località Pineta presso Diano Marina (Imperia), oratorio di Santa Lucia

Sul dipinto si conserva presso l’Archivio di Stato di Imperia, tra gli atti del notaio Nicolò Rodini, il documento di commissione: il primo gennaio 1613 «Dominus Oratius de Rubeis pictor», da una parte, e i massari dell’oratorio di Santa Lucia di Pineta, Martino Filippo e Augustino Viale, dall’altra, si accordano per la realizzazione di un’ancona «cum imagine Sancte Lucie et aliorum sanctorum» del valore di duecento lire genovesi la cui prima rata sarà versata a richiesta del pittore sotto forma di un barile d’olio vecchio. Il primo luglio Orazio riceve, poi, il saldo di pagamento attraverso la cessione di crediti che l’oratorio vanta nei confronti di alcuni abitanti del luogo (Fedozzi 1991, p. 44 nota 41).

Fedozzi (1991) notò che il dipinto, tuttora conservato nel piccolo oratorio campestre anche se in pessimo stato conservativo, presenta dimensioni ridotte rispetto a quelle indicate nel documento («altitudinis palmorum duodecim et latitudinis palmorum septem»). La circostanza potrebbe dipendere, come suggerito dallo studioso, da un «ridimensionamento dell’impresa» legato a motivi di genere economico, ma non si può escludere, tuttavia, che la pala, peraltro sfornita dell’originale cornice, provenga da un più articolato complesso oggi smembrato.

Documenti: ASI, notaio Nicolò Rodini, f. 28, n. 482, 1° gennaio 1613 (doc. XLI); ASI, notaio

Nicolò Rodini, f. 28, n. 422, 1° luglio 1613 (Fedozzi 1991, p. 44 nota 41).

Bibl.: Fedozzi 1991, pp. 31, 49, 96-97 cat. 51; De Moro, Romero 1992, pp. 67, 168-169 cat.

39, 200; Bartoletti 1999c, p. 100; Bartoletti 1999g, p. 392; Fedozzi 1999b, p. 546; Fedozzi 2016, pp. 221-222.

43. Orazio De Rossi

Madonna col Bambino e i Santi Michele arcangelo, Bernardo, Sebastiano e Santo non identificato (fig. 45)

1615-1625 c. Tavola, cm 102x48

Albenga (Savona), seminario vescovile

Il dipinto fu segnalato contemporaneamente da De Moro e Romero (1992) come opera di Orazio dai tratti stilistici e iconografici fortemente affini alla pala della canonica di Rollo e quindi cronologicamente ad essa vicina e da Fedozzi che rintracciava dubitativamente

«interventi estranei» accanto alla mano di Orazio. L’attribuzione fu accettata dalla critica successiva (Bartoletti 1999g).

Il dipinto, di cui si ignora del tutto la provenienza, è oggi conservato presso il seminario diocesano di Albenga e versa tuttora in un pessimo stato conservativo di cui si evidenziano le estese lacune e le pesanti ridipinture.

Bibl.: De Moro, Romero 1992, pp. 164-165 cat. 37; Fedozzi 1992, p. 21; Bartoletti 1999g,

p. 392.

44. Orazio De Rossi

Madonna col Bambino in trono e i Santi Pietro, Paolo, Andrea e Nicola da Tolentino (fig.

46)

1615-1625 c.

Tempera su tavola, cm 145x122

Rollo presso Andora (Savona), canonica della chiesa della Santissima Trinità

Il dipinto risultava del tutto inedito quando fu preso in esame da Fedozzi (1991) e da De Moro e Romero (1992) in relazione al catalogo di Orazio con un’indicazione cronologica ai primi anni del Seicento, secondo il primo, e alla seconda metà del primo decennio, per i secondi.

Sulla provenienza dell’opera, ad oggi conservata nella canonica della chiesa parrocchiale di Rollo, vi è qualche incertezza: se Fedozzi (1991) affermava fosse stata realizzata per un altare laterale della stessa chiesa, De Moro e Romero ne identificavano il luogo d’origine nell’oratorio di San Giovanni Battista, seguiti da Bartoletti (1999g).

Restauri: Riccardo Bonifacio, 2006.

Bibl.: Fedozzi 1991, pp. 31, 93-94 cat. 47; De Moro, Romero, pp. 66, 162-163 cat. 36;

O

PERE DI BOTTEGA

Documenti correlati