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Ostacoli e opportunità per la presenza delle imprese italiane in Russia: alcune riflessioni conclusive

LE OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

8. Ostacoli e opportunità per la presenza delle imprese italiane in Russia: alcune riflessioni conclusive

Nel complesso, dall’analisi compiuta risulta evidente come la presenza commerciale italiana in Russia sia andata aumentando nel tempo, in par-ticolare nel corso dell’ultimo quinquennio, ed oggi risulti significativa e caratterizzata da ulteriori prospettive di crescita. A questo va aggiunto inoltre come diverse fonti segnalino una presenza italiana ancora più consistente rispetto a quanto emerge dai dati statistici ufficiali. Questo perché soprattutto nell’ambito della produzione di beni di consumo e macchinari, le quote riconducibili ad operatori del nostro Paese risulti-no sottostimate a fronte di vendite compiute ricorrendo a catene distri-butive di proprietà straniera o forme di fatturazione che coinvolgono filiali o partecipate di imprese russe operanti in altri paesi.

Se l’evoluzione delle relazioni commerciali bilaterali può essere giudica-ta cergiudica-tamente soddisfacente, non altretgiudica-tanto può dirsi per l’integrazione produttiva che passa attraverso l’erogazione di investimenti diretti este-ri. Il nostro paese risulta infatti soltanto all’undicesimo posto tra i prin-cipali investitori stranieri in Russia, sebbene anche in questo caso si possa parlare di dati in parte sottostimati dalla pratica di alcune impre-se italiane che, per motivi fiscali, investono direttamente sul mercato russo attraverso controllate estere.

Ad una maggiore presenza delle imprese italiane nel mercato russo osta-no alcuni fattori strutturali, primi fra tutti le rilevanti barriere di acces-so presenti in numerosi settori del Made in Italy. Inoltre le nostre PMI lamentano una carenza di servizi informativi specifici per potersi orien-tare in un’area così vasta, dove l’individuazione di partner commerciali e produttivi affidabili risulta estremamente complessa. Ulteriori difficol-tà provengono dalla mancanza di adeguati canali distributivi per i pro-dotti italiani, spesso intermediati da operatori stranieri (in prevalenza tedeschi, francesi e turchi). La mancanza di canali distributivi italiani che possano svolgere una funzione di “ponte” tra le due economie, com-porta, da un lato, margini ridotti di guadagno delle attività avviate, e,

dal-l’altro, ostacola presenze più solide e strutturate dei nostri operatori.

Oltre a questi problemi strutturali, a mantenere basso il volume degli investimenti diretti esteri italiani in Russia, concorrono anche specifiche difficoltà operative che gli operatori italiani incontrano in Russia.

L’economia russa è una delle più concentrate al mondo, con una scarsa presenza di piccole e medie imprese, che costituiscono viceversa l’ossa-tura del nostro sistema produttivo. L’elevata dimensione media delle imprese russe le induce a sviluppare relazioni preferenziali con aziende di dimensioni simili in altri paesi, tagliando fuori di fatto la parte preva-lente del sistema delle imprese italiane. Ciò sottolinea l’importanza di privilegiare nelle politiche per l’internazionalizzazione verso il mercato russo la promozione dell’associazionismo e della cooperazione sistema-tica tra gli operatori economici (attraverso consorzi esportativi settoria-li e multi settoriasettoria-li, il rafforzamento di reti informative, distributive e logistiche tra imprenditori, istituzioni e centri di ricerca) così da garan-tire una adeguata massa critica d’intervento.

Nonostante questi ostacoli la presenza delle imprese italiane in Russia è certamente significativa. Le statistiche russe indicano la presenza di 523 joint ventures italo-russe e all’interno del mercato della Federazione sono presenti e molto attivi alcuni tra i maggiori gruppi internazionali italiani affiancati da una nutrita schiera di medie imprese che trovano in loco interessanti condizioni di crescita internazionale.

Un altro nodo da risolvere è l’offerta di risorse finanziarie private da parte del sistema bancario italiano e la debole presenza in loco del nostro sistema creditizio: soltanto sei sono infatti gli uffici di rappresen-tanza delle banche italiane rispetto ai 10 registrati nel 2000. Nuovi segnali incoraggianti provengono da recenti iniziative avviate da alcuni gruppi bancari italiani: Banca Intesa ha ottenuto alcuni anni fa la licen-za della Banca Centrale Russa grazie alla quale ha aperto una sussidiaria ad intera partecipazione italiana e la Zao Banca Intesa ha inoltre acqui-sito un gruppo bancario locale alla SMB Bank rivolto a sostenere finan-ziariamente le PMI russe. Anche Unicredit è attiva in Russia con un ingente contratto di leasing con il gruppo russo Locat.

Sul piano della politica economica estera, i rapporti politico-diplomati-ci tra Italia e Russia hanno mostrato negli ultimi anni una progressiva crescita ed intensificazione. Gli scambi di visite a tutti i livelli nel corso del triennio trascorso hanno portato ad una fase di approfondimento del dialogo politico. L’Italia è particolarmente interessata a consolidare un ruolo di partner preferenziale nei confronti della Russia anche al fine di potenziare il dialogo economico e commerciale con il governo di Mosca.

Tra gli argomenti all’ordine del giorno negli incontri più recenti vi è evi-dentemente in testa il tema della sicurezza degli approvvigionamenti energetici oltre che la verifica dello stato di avanzamento dei progetti economici da negoziare o in corso di realizzazione.

Il sostegno dell’Italia al nuovo corso politico ed economico avviato in Russia si è manifestato anche in ambito europeo, fornendo importanti stimoli al dialogo bilaterale tra la Federazione Russa e l’UE. Al di là del significato politico di tale processo, le opportunità da esso offerte sono evidenti anche dal punto di vista della cooperazione economica. Il governo russo è infatti consapevole che lo sviluppo della propria econo-mia non può prescindere da una progressiva integrazione con lo spazio comune europeo, soprattutto dopo il processo di allargamento a est dell’Unione.

Il formarsi di una grande area di libero scambio in prossimità dei confi-ni russi può rappresentare un forte incentivo per una ulteriore accelera-zione del processo di aggiustamento strutturale in atto nell’economia russa. Potrebbe al contempo aumentare le opportunità di inserimento per l’industria europea ed italiana nell’economia del paese. In tale otti-ca, un’azione da parte italiana a sostegno della integrazione della Russia nei vari regimi di cooperazione europei e multilaterali (la Russia ha tra l’altro chiesto di recente il suo ingresso nell’OCSE) potrebbe rappresen-tare un forte stimolo per l’approfondimento dei rapporti bilaterali.

Ancora, un altro interessante fronte per poter sviluppare l’azione di intervento dell’Italia è quello relativo all’ingresso della Federazione nel WTO. Il nostro paese potrebbe garantire un sostegno concreto alla piena integrazione della Russia nel regime di liberalizzazione commerciale internazionale fornendo servizi di assistenza e consulenza tecnica alle procedure di armonizzazione e modifica delle normative russe rispetto agli standard previsti dal WTO.

Per quanto riguarda l’attività di promozione della cooperazione com-merciale e produttiva, nel corso dell’ultimo biennio si è registrata una intensificazione dei programmi delle istituzioni pubbliche preposte alla erogazione di servizi reali per l’internazionalizzazione, nonché un cre-scente attivismo di iniziative e soggetti deputati al sostegno dei proces-si di internazionalizzazione dell’economia italiana. Numerose risultano inoltre le iniziative promosse dalle regioni italiane le quali nell’ambito delle proprie competenze in materia di rapporti internazionali e soste-gno all’internazionalizzazione hanno sviluppato un articolato insieme di progetti di cooperazione economica e politica ed anche dei desk opera-tivi in loco. Non mancano infine atopera-tività e progetti realizzati da

comu-ni, città ed enti intermedi locali.

Nonostante questo forte attivismo e un incremento significativo delle iniziative e degli sforzi istituzionali, la dimensione finanziaria e organiz-zativa dell’azione promozionale italiana risulta tuttora sottodimensiona-ta rispetto alla rilevanza strategica del mercato russo ed alle peculiarità in esso presenti.

È auspicabile, in particolare, un incremento delle attività di informazio-ne e assistenza all’impresa, specie informazio-nella fase che segue l’ingresso sul mer-cato. È importante inoltre estendere l’azione promozionale verso uno spettro maggiore di settori (una particolare attenzione richiederebbero i settori dell’agroalimentare, date le caratteristiche di offerta della pro-duzione italiana, e delle produzioni a più alto contenuto tecnologico) ed indirizzare le iniziative promozionali italiane verso altre regioni rispetto a quelle di Mosca e San Pietroburgo, al di fuori delle quali la presenza economica italiana risulta ancora debole.

L’esigenza primaria resta quella di formulare strategie di promozione che siano integrate tra i molteplici soggetti pubblici e privati attivi local-mente. Un loro maggiore collegamento operativo (che vada al di là delle intese formali che spesso rimangono sulla carta) sarebbe inoltre oppor-tuno ai fini di un più attento monitoraggio delle opportunità di merca-to presenti, anche per evitare il rischio di duplicazione e dispersione delle risorse e degli interventi su di un mercato, quale quello russo, così ampio da rendere necessario un utilizzo particolarmente mirato delle risorse stesse.

Tra le possibili azioni di rafforzamento della presenza delle imprese ita-liane in Russia, volto soprattutto alle unità di piccole e medie dimensio-ni, si possono segnalare gli accordi di partenariato internazionale finaliz-zati all’avvio di collaborazioni tra associazioni imprenditoriali dei due paesi, o i programmi di cooperazione ed inserimento nel contesto russo delle istituzioni universitarie, dei parchi scientifici e tecnologici, e dei servizi reali italiani intensificando ulteriormente la valida programma-zione istituzionale attivata in tali ambiti. Va rilevato come molti di que-sti soggetti potrebbero soddisfare la crescente domanda di know how tecnologici e formativi delle aree russe a più forte crescita ed al contem-po fornire un valido supcontem-porto agli imprenditori italiani attivi nelle stes-se aree.

ALLEGATO