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La Russia: un mercato prioritario per il rilancio internazionale del- del-l’economia italiana?

LE OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

5. La Russia: un mercato prioritario per il rilancio internazionale del- del-l’economia italiana?

Nel corso degli ultimi anni e a partire dal 2000, l’economia russa ha conosciuto un periodo di forte espansione, trainata in primo luogo dal-l’andamento estremamente favorevole dei prezzi dei prodotti energeti-ci, da una dinamica sostenuta della domanda interna - favorita dall’ap-prezzamento del rublo – e da una progressiva apertura del mercato interno agli scambi internazionali.

I recenti successi conseguiti in termini economici hanno consentito un significativo miglioramento della stabilità macroeconomica, delle condi-zioni di vita della popolazione e del livello di attrattività / affidabilità della Russia nei confronti degli investitori internazionali.

Ciononostante il cammino di riforma strutturale avviato nel 2000 dal Governo Putin può considerarsi tutt’altro che concluso e da un’analisi dei risultati sinora conseguiti emerge un quadro fatto di luci ed ombre.

Tra gli elementi positivi il più importante è dato proprio dalla crescita sostenuta che caratterizza il paese da ormai più di un quinquennio con tassi di sviluppo medi annui superiori al 7%. Grazie alle enormi entrate garantite dal commercio internazionale dei propri prodotti energetici la Russia ha potuto dare concreta attuazione al suo responsabile program-ma di stabilizzazione program-macroeconomica e finanziaria attraverso la crea-zione di un fondo statale di stabilizzacrea-zione dalle ingenti risorse, con un accumulo considerevole di riserve auree e valutarie ed il pagamento puntuale al Fondo Monetario Internazionale delle tranche del debito estero. La crescita prolungata e a tassi non lontani da quelli cinesi e indiani ha quindi garantito importanti surplus di bilancio e un efficace controllo delle dinamiche inflazionistiche, in progressivo calo da più di un quinquennio.

Tuttavia i fattori che spingono tale crescita ne segnano anche il limite e rappresentano il punto più dolente dell’outlook economico russo.

L’andamento dell’economia russa continua infatti ad essere troppo dipendente dalla rendita energetica e dai fluttuanti andamenti dei prez-zi energetici: il processo di diversificaprez-zione economica procede lenta-mente e l’industria manifatturiera manifesta in sue importanti compo-nenti preoccupanti segnali di declino. Anche l’industria high tech vede una crescita limitata con l’importante eccezione dell’industria della difesa aerospaziale e di alcune isolate specializzazioni produttive.

Ancora, se la gestione delle politiche macroeconomiche nel periodo più recente può quindi considerarsi positiva, i progressi sul fronte delle

riforme strutturali sono stati “ambigui”, con alcuni evidenti ed impor-tanti successi ma anche con pochi miglioramenti in alcune aree chiave dell’attività economica ed amministrativa. Dopo un periodo iniziale di slancio registrato nel corso del primo mandato Putin, gli osservatori internazionali (FMI, Banca Mondiale et al.; anni vari) hanno evidenzia-to negli anni più recenti un rallentamenevidenzia-to dei piani di riforma. Le stes-se autorità internazionali lamentano inoltre una ancora eccessiva prestes-sen- presen-za dello stato in economia che ostacola lo sviluppo del settore privato e la diversificazione della base produttiva russa.

In particolare i ritardi più evidenti, rispetto all’ambizioso programma di riforme avviato, riguardano il processo di ammodernamento della mac-china amministrativa e la lotta alla corruzione ed alla criminalità. La ristrutturazione del sistema bancario, considerata una sorta di cartina di tornasole delle riforme strutturali, ha fatto anch’essa progressi limitati rispetto alle attese (IMF, 2006): gli istituti di credito risultano ancora numerosissimi e le regole di accountability risultano fragili e poco rispettate; vi è al contempo da registrare nel periodo recente una robu-sta crescita del settore bancario che potrebbe fornire importanti stimo-li anche allo sviluppo del settore privato.

Le difficoltà e i ritardi che caratterizzano le condizioni strutturali del-l’economia russa risultano comunque mitigati da politiche finanziarie e di bilancio efficaci (in grado di fornire adeguate garanzie operative agli investitori internazionali), da un carico fiscale per le persone e le impre-se in riduzione, nonché da una attenzione crescente dei principali responsabili dell’economia e delle finanze verso l’adeguamento russo alle regole e agli standard internazionali. In questa prospettiva l’ormai imminente ingresso della Russia nell’Organizzazione Mondiale del Commercio potrebbe consentire una significativa accelerazione nel cammino di riduzione delle (ancora consistenti) barriere di accesso al mercato russo e snellire le onerose procedure amministrative che rego-lano le attività economiche e commerciali così da migliorare il clima degli investimenti.

Le aperture russe – nonostante alcuni allarmanti recenti segnali in con-trotendenza, primo fra tutti l’introduzione nella normativa russa di una legge di restrizione degli investimenti diretti esteri – hanno trovato riscontro in una maggiore e rinnovata attenzione degli operatori econo-mici internazionali verso questo grande mercato con la realizzazione di imponenti progetti d’investimento che riguardano in primo luogo il set-tore energetico, il setset-tore bancario, quello automobilistico ed il compar-to della grande distribuzione. Anche in questa chiave va letta la

signifi-cativa crescita negli ultimi anni del saldo positivo degli investimenti diretti esteri in Russia, indicatore in grado di misurare la dinamica degli investimenti finalizzati a sostenere forme di presenza radicata nel mer-cato di destinazione, nel caso russo in costante seppur lento sviluppo dopo la crisi finanziaria del 1998.

L’appeal dimostrato dalla Russia come nuova meta degli investimenti, dopo anni di cautela degli operatori internazionali e di loro preferenza verso gli altri paesi dell’Europa centro orientale, ci conferma che questo mercato può rappresentare certamente un’area prioritaria per le pro-spettive di sviluppo internazionale delle imprese italiane.

La rilevanza strategica della Russia è data, innanzitutto, dalle sue dimen-sioni geografiche (pari a 57 volte l’Italia) e di mercato (la sua economia si attesta tra le prime 20 al mondo in termini di PIL), dalla sua enorme ricchezza di materie prime e dalle numerose inesplorate opportunità di mercato. La crescita sostenuta degli ultimi anni sta inoltre fornendo forti spinte ai consumi interni specie per quanto concerne i bisogni “seconda-ri” legati a beni di lusso e/o di fascia intermedia. Inoltre, la ristruttura-zione dei settori industriali pianificata dal governo Putin e volta al rad-doppio del PIL entro il 2010 (impegno che difficilmente potrà essere rispettato), aumenterà ulteriormente anche il fabbisogno di macchinari, settore in cui l’Italia vanta una buona capacità di offerta, nonché di nuove tecnologie e di servizi di assistenza. Anche l’imponente program-ma di ammodernamento infrastrutturale (strade, porti, ferrovie, teleco-municazioni), annunciato per i prossimi anni, potrebbe creare ulteriori ampi spazi di inserimento per le imprese internazionali specializzate in tali settori.

Interessanti indicazioni per le prospettive di internazionalizzazione delle imprese italiane in Russia si possono inoltre desumere dall’analisi della distribuzione dei redditi a livello federale che evidenzia la possibile emer-sione di una “classe media” russa ed un relativo miglioramento delle capa-cità di acquisto delle famiglie (nonostante il persistere di forti sperequa-zioni nella distribuzione della ricchezza) non solo nelle regioni di Mosca e San Pietroburgo tradizionali aree nevralgiche dell’economia russa -ma anche in altri territori che mostrano più ampi spazi di mercato rispet-to alle tradizionali aree di destinazione degli investimenti esteri italiani, dove tra l’altro più elevata è la concorrenza internazionale.

È evidente però che per valorizzare adeguatamente tali opportunità è necessario puntare su strategie di penetrazione e investimento modula-ri e termodula-ritomodula-rialmente differenziate, così da superare le difficoltà di ingres-so che un’area economica così vasta e eterogenea sul piano dello

svilup-po economico e produttivo interno può presentare. Ciò richiede una approfondita conoscenza delle caratteristiche e delle dinamiche territo-riali, settoriali e imprenditoriali dell’economia russa e una analisi critica circa le potenzialità e i punti di forza e di debolezza dei processi di inter-nazionalizzazione delle imprese italiane attive in loco.

6. I rapporti economici italo-russi: dinamiche e tendenze