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Le prospettive di un nuovo accordo bilaterale tra Russia e UE Una volta dunque che l’adesione al WTO sarà perfezionata, le relazioni

LE OPPORTUNITÀ PER IL SISTEMA PRODUTTIVO ITALIANO

4. Le prospettive di un nuovo accordo bilaterale tra Russia e UE Una volta dunque che l’adesione al WTO sarà perfezionata, le relazioni

russo-europee poggeranno su basi più solide e moderne delle presenti, ma non necessariamente le migliori per cogliere tutte le potenzialità del rapporto.

Queste potrebbero essere meglio servite da un accordo commerciale di ultima generazione, quelli che nel gergo europeo vengono chiamati

“WTO + (plus)”, vale a dire accordi di libero scambio che non solo real-mente rimuovono la protezione tariffaria bilaterale, ma che soprattutto, partendo dagli impegni presi dai rispettivi paesi in seno al WTO, mira-no ad andare oltre e, coprendo anche aree mira-non regolate dal WTO (ad esempio la materia della concorrenza) si propongono lo scopo di elimi-nare tutte le barriere non tariffarie.

L’elemento qualificante di detti accordi è proprio il fatto di avere come base di partenza gli impegni presi in seno al WTO. Poiché la Russia non è ancora un membro del WTO, e dunque non è ancora possibile defini-re con certezza gli impegni che essa pdefini-renderà in tale sede, l’ipotesi di un inizio dei negoziati per accordo “WTO +” non è all’ordine del giorno, anche se come vedremo di seguito, non è difficile pensare ad un

conte-nitore adeguato per tali negoziati.

In attesa che si possano creare le basi per un negoziato commerciale del tipo sopra descritto, l’attenzione dei due partners si è rivolta principal-mente alla messa in pratica del programma di “Partnership strategica”

lanciato a San Pietroburgo nel maggio 2003 volto a favorire un quadro di cooperazione rafforzato attraverso la costruzione di quattro “spazi comuni” di cooperazione incentrati sulle seguenti aree: (i) commercio e investimenti (ii) libertà, sicurezza e giustizia,(iii) sicurezza esterna e ricerca, (iv) istruzione e cultura.

Lo spazio economico europeo non è un accordo commerciale interna-zionale in senso stretto, ma piuttosto una dichiarazione di intenti per un efficace dialogo in una serie di aree di grande importanza per le relazio-ni commerciali bilaterali, assortito di una “road map” per la messa in pra-tica di tale dialogo. Questa “road map” prevede sia dialoghi settoriali specifici, ad esempio in materia di industrie tessile o aeronautico o in materia di servizi finanziare, che fori di discussione più generali quali quelli relativi alle questioni macroeconomiche o quelli sulle politiche in materia di proprietà intellettuale o della concorrenza.

A tutt’oggi oltre quaranta “dialoghi” sono stati lanciati nel quadro dello spa-zio economico comune, di fatto soppiantando le vetuste strutture del PCA.

Lo scopo comune a tali dialoghi è quello di consentire una migliore cono-scenza reciproca delle realtà economiche e regolamentari dei rispettivi sistemi. In numerosi casi tuttavia, si va ben oltre il puro scopo conoscitivo, per favorire un avvicinamento delle rispettive regolamentazioni. Attraverso lo spazio economico comune si cerca dunque di influenzare il lavoro legi-slativo e applicativo delle rispettive autorità per poter permettere una migliore e più libera pratica commerciale tra i due partners.

Chiaro tuttavia che questo importante lavoro, per il fatto stesso di non inquadrarsi nell’ambito di un accordo internazionale vero e proprio, subisce il netto limite di dover operare all’esterno di obbiettivi giuridi-camente ben definiti. Questi potranno essere dati soltanto dal successo-re dell’accordo di partenariato e cooperazione che all’inizio del 2007 ha concluso il suo periodo di vigenza decennale originariamente previsto.

Da qualche mese dunque Russia e Unione Europea hanno iniziato a stu-diare la possibile forma che un futuro accordo bilaterale potrà avere. I negoziati, che originariamente dovevano iniziare con il Summit di novembre dello scorso anno, non hanno ancora preso il via a causa del blocco russo alle importazioni di carne dalla Polonia, che hanno spinto il governo polacco ad opporsi formalmente all’apertura dei negoziati.

Quale forma avrà la parte commerciale di detto accordo? È chiaro che

essa non potrà semplicemente riprendere e sistematizzare l’esistente, vale a dire lo spazio economico comune, né limitarsi a richiamare le disposizioni del WTO. In entrambi i casi si tratterebbe di una occasione persa per l’approfondimento delle relazioni bilaterali. Resta percorribi-le solo la via di un accordo più ambizioso che potrebbe eventualmente contemplare la creazione di una zona di libero scambio.

Non è necessariamente una via semplice per entrambi i partners.

Per la Russia richiede che l’afflato riformatore dell’economia riprenda vigore, il che non è necessariamente scontato non solo perché al momento sembrano prevalere, come ricordato prima, tendenze contra-rie, ma anche perché la Russia dovrebbe imbarcarsi in tale progetto in tempi relativamente brevi e praticamente a ridosso dell’adesione al WTO. Occorre dunque in Russia una volontà politica forte perché se il futuro accordo somiglierà in qualche modo agli accordi di libero scam-bio recentemente conclusi dall’Unione Europea, esso comporterà una seria riduzione del potere contrattuale dell’amministrazione pubblica russa sulla gestione dell’economia, potere che in questo momento è estremamente forte. Tale accordo inoltre non potrà non regolamentare le questioni legate al commercio dell’energia, ivi compresa quella del transito e del trasporto, che sono state in questi anni intoccabili per l’amministrazione Putin.

Se è facile prevedere dunque che l’ipotesi di un siffatto tipo di accordo incontrerà importanti resistenze all’interno della Russia, altrettanto faci-le è prevedere faci-le resistenze in campo europeo. Le maggiori resistenze interne all’adesione della Russia al WTO vengono dai circoli agricoli ed è difficile pensare che tali circoli siano convinti ad imbarcarsi in un pro-getto di liberalizzazione con il loro primo partner commerciale senza serie contropartite da parte europea, anche se la politica agricola euro-pea post-DDA (il negoziato commerciale in corso nel WTO) potrebbe avere connotati ben diversi dalla presente. Parimenti se il futuro accor-do avrà un senso, questo lo si troverà principalmente nello smantella-mento delle barriere non tariffarie, che sono il principale ostacolo al commercio con la Russia. Questo smantellamento richiede un’ enfasi sull’armonizzazione regolamentare che pare difficile potersi operare in senso univoco, con l’adeguamento russo alle regolamentazioni europee.

Occorre da entrambe le parti la consapevolezza politica di legarsi in un accordo forte che permetta un ancoraggio duraturo dell’economia russa al sistema economico occidentale. La storia, la geografia e il buon senso spingono in quella direzione. Resta l’incognita della volontà politica.

5. La Russia: un mercato prioritario per il rilancio internazionale