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Ribadendo che nell’hotel non c’è nulla di alcolico, a partire dalla fine del mese di novembre, Jack torna a subire gli stessi sintomi di quando beveva: una terribile emicrania cronica, il bisogno di masticare in continuazione pastiglie di excedrin, la costante necessità di asciugarsi la bocca con un fazzoletto e, ancor più temibile, il ritorno dei raptus di rabbia e della conseguente voglia di far del male alla sua famiglia. Come visto nella biografia dell’autore, King passa un periodo di dipendenza dall’alcol in cui, pur di assumere qualcosa di alcolico, ingurgitava intere bottiglie di colluttorio per i denti; per questo, leggendo attentamente il romanzo, la mia conclusione è che possiamo postulare un semplice sillogismo: l’Overlook sta a Jack come l’alcolismo sta a King. Dunque l’Overlook è una metafora che sta a indicare l’alcol e tutto il male che questa sostanza porta con sé. Questa metafora è appoggiata da molti dati: citerei innanzitutto il caso di Delbert Grady, precedente custode invernale ed ex alcolista come Jack, che, sempre in assenza di bevande alcoliche, compie una strage uccidendo tutta la sua famiglia all’Overlook; inoltre Jack smette di scrivere la commedia che avrebbe dovuto risollevare le sorti della sua vita perché manca di concentrazione, come l’alcolista non riesce a

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Stephen King, Shining, cit., pp. 59-60. 86

connettere lucidamente e perde poco a poco di vista i traguardi che si è prefissato, così l’Overlook toglie a Jack l’ultima possibilità che ha di rientrare nel mondo letterario cui apparteneva prima di bere; significativo anche il semplice fatto che l’uomo non voglia per nessun motivo lasciare l’albergo, anche se il figlio sta molto male, così come nessun alcolizzato vuole trovarsi con una bottiglia vuota. Infine Jack diventa padrone del tempo passato della struttura perché l’Overlook lo porta in un’altra dimensione come l’alcol fa con i dipendenti.

cabin fever [mass noun] informal, chiefly North American

lassitude, irritability, and similar symptoms resulting from long confinement or isolation indoors during the winter87.

Quando Jack va a fare il colloquio di assunzione, il direttore mette in dubbio l’affidabilità di un ex alcolizzato e della sua famiglia di restare un intero inverno isolati dal mondo e parla del “mal della capanna”. Questa sindrome, per ovvie ragioni, non è comune in Italia - difficile restare isolati qui. La cabin fever è un insieme di sintomi riscontrati per lo più nel Nord America ed in Canada, luoghi che, ancor oggi, possono rimanere isolati nella stagione invernale. Del resto, questo aspetto di King attinge alle sue letture ed alla scuola naturalista, così come lui stesso, e molti suoi critici chiariscono.

Jeanne Campbell Reesman’s “Stephen King and the Tradition of American Naturalism in The Shining” and Brian Kent’s “Canaries in a Gilded Cage: Mental and Marital Decline in McTeague and The Shining” discuss another individual King text, The Shining, in light of the tradition of American naturalism, suggesting that Jack Torrance’s fate closely resembles those of characters trapped in the mechanistic universes of Frank Norris, Thomas Hardy, and Jack London.88

Il direttore suppone che il custode Derbert Grady, che ha massacrato la famiglia nell’inverno 1970 - 71, soffrisse di questa “patologia”, Jack lo convince che a una persona di cultura non possa accadere la stessa cosa. L’uomo è convinto di poter portare a termine la commedia che ha chiuso in un cassetto durante il periodo di isolamento invernale.

Il romanzo presenta l’evoluzione dell’opinione nei riguardi dell’albergo dei tre protagonisti. A Danny l’albergo non piace sin dal principio, grazie alle visioni paurose mostrategli da Tony, vede mostri, morte e rovina della famiglia, col passare del tempo le visioni peggiorano e il terrore del bambino si acuisce sempre più. Dal canto suo, Wendy parte inizialmente avendo paura della solitudine e dell’isolamento ma, essendo una brava moglie, sa che l’Overlook è l’ultima speranza di rivalsa per Jack. La paura ricorrente di Wendy è quella di finire come i pionieri della spedizione Donner.

Con il nome di Spedizione Donner (talvolta chiamata Spedizione Donner-Reed) ci si riferisce a un gruppo di pionieri statunitensi che nel XIX secolo partì per la California, riunito in una colonna di carri. Costretti al ritardo da una serie di disavventure, i membri della spedizione dovettero trascorrere l'inverno tra il 1846 e il 1847 accampati sulla Sierra Nevada. Alcuni tra gli emigranti si ridussero a ricorrere al cannibalismo per sopravvivere, nutrendosi di coloro che erano morti per la fame e le malattie. […] Solo 48 degli 87 componenti della spedizione riuscirono ad arrivare vivi a Sacramento89.

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Concise Oxford Dictionary. Tenth edition recise, Oxford university press, 1999. 88

Tony Magistrale, Stephen King. America's storytellers, USA, Greenwood publishing groop, 2010, p. 43. 89

Il pensiero del cannibalismo la assilla perfino dopo aver visto la fornitissima dispensa lasciata loro dal cuoco Halloran. Le sue vere paure sono la solitudine e l’isolamento, questa cosa la atterrisce; in realtà ciò che dovrebbe farle veramente paura è l’astinenza e il desiderio di bere del marito.

Le scorte alimentari la stupirono, ma non la rassicurarono quanto avrebbe potuto credere: continuava a riaffiorarle alla mente l'episodio della spedizione Donner, senza l'idea del cannibalismo (con tutto quel cibo a disposizione avrebbe dovuto passare molto tempo prima che fossero ridotti a far ricorso a un'alimentazione così deprecabile), ma col pensiero sempre più ossessivo che le prospettive fossero davvero gravi: quando fosse caduta la neve, andarsene di lì non sarebbe stata roba da poco come un'ora di macchina per raggiungere Sidewinder, ma un'impresa di cospicua portata. Se ne sarebbero rimasti chiusi lassù, in quel grande albergo deserto, a consumare le scorte di cibo, simili a personaggi di fiaba, e ad ascoltare l'urlo del vento attorno ai cornicioni assediati dalla neve90.

Jack è l’ultimo a capire che passare l’inverno in quell’hotel non è la cosa giusta, tuttavia al pensiero di un’ulteriore sconfitta, l’orgoglio dell’uomo vince su quello del padre e marito affettuoso.

Sia il direttore dell’albergo, sia il gestore, nonché protettore ed ex compagno di bevute di Jack, Al Shockley, dimostrano nei confronti della struttura un attaccamento oltre i limiti della riverenza che fa pensare. L’Overlook non è quel che si direbbe una “macchina da soldi”, il suo bilancio è in attivo da una sola stagione, ed ha un passato discutibile di scandali e crimini abilmente nascosti, anche questo avvalora la metafora della dipendenza.

“[…] L'idea che tu faccia una specie di operazione di schiumaggio ai danni del mio albergo, spacciandola per una grande opera di letteratura americana, mi dà semplicemente il vomito.91”

L’Overlook, la dipendenza, esige la sua ennesima vittima; ma come da copione, come succede nella vita reale, non si accontenta di Jack, vuole portare nel buio baratro senza via d’uscita la famiglia intera. Wendy rompe gli schemi dell’alcolismo - che potrebbe ugualmente essere quello della droga perché l’inferno in cui si cade è sempre lo stesso - non accettando di sottomettersi per amore del figlio: è la madre che rompe gli schemi per non far soffrire il suo piccolo e non fargli pagare gli errori del marito e suoi. Wendy è ben conscia di essere in difetto per non aver fermato prima l’amore di Jack per la bottiglia, di non averlo aiutato ad uscire da questo circolo vizioso quando era ancora in tempo. Jack, sotto l’influsso maligno dell’albergo / alcol, distrugge tutte le possibilità di fuggire: così come nella loro “vita precedente” fa cadere Danny neonato, gli rompe un braccio e boicotta il suo lavoro da insegnante picchiando un allievo, ora manomette la motoslitta, distrugge la radio, picchia più volte la moglie e dimentica di abbassare la pressione della caldaia. Come riportato da molti studiosi e critici92, in Shining, King presenta Jack Torrence e il suo doppio malvagio, come nella maggior parte delle persone con dipendenza da qualsiasi sostanza, il doppio è la sostanza stessa di cui abusa. Falsità, rabbia, acredine, manie di persecuzione e infine follia sono le caratteristiche proprie delle persone dipendenti.

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Stephen King, Shining, cit., p. 81. 91

Ivi, p. 192. 92

È significativo il fatto che, quando Wendy riesce a reagire alla violenza di Jack che vuole strangolarla, faccia attenzione a non fargli troppo male; con il piccolo aiuto di Danny, lo rinchiude in dispensa, un posto sicuro, caldo e munito di viveri, in modo da poterlo condurre lontano dall’Overlook non appena qualcuno si accorgerà del loro silenzio radio e andrà a prenderli. Wendy non cessa di amare il marito ed è convinta che, lontano da lì, tutto possa tornare alla normalità.

"So che vuoi bene al tuo papà. Gliene voglio anch'io. Dobbiamo stare attenti: l'albergo sta cercando di fargli del male così come sta cercando di farne a noi." Ed era convinta che fosse vero. Di più, pensava che forse era Danny, quello che l'albergo voleva veramente, la ragione per cui arrivava a quegli estremi...

"Vorrei tanto che papà stesse meglio," disse Danny, e le lacrime tornarono a traboccargli dagli occhi.

"Anch'io," disse Wendy, e lo abbracciò stretto. "Tesoro, è per questo che devi aiutarmi a sistemare il tuo papà da qualche parte. In un posto dove l'albergo non possa indurlo a farci del male e dove non possa fare del male a se stesso. Poi... se arriverà il tuo amico Dick, o un ranger del parco nazionale, potremo allontanarlo da qui. E secondo me, potrà tornare a star bene. Potremo ritrovare la serenità. Credo che sia ancora possibile, se saremo forti e coraggiosi, come hai dimostrato di essere quando gli sei saltato addosso. Capisci?" Lo fissò implorante e pensò che era davvero strano; non l'aveva mai visto così somigliante a Jack.

"Sì," rispose Danny. "Credo che... se riusciamo ad andarcene di qui... tutto tornerà come prima. Dove potremmo metterlo?"93

Seguendo la linea argomentativa della dipendenza che distrugge famiglie intere, chi interloquisce con Jack in vece dell’albergo è Derbert Grady.

"Le ha ammazzate, signor Torrance, e poi si è ucciso. Ha assassinato le bambine con un'accetta, la moglie con una doppietta, e altrettanto si dica per lui. Aveva una gamba rotta. Senza dubbio era così ubriaco che dev'essere rotolato per le scale.94"

Grady è un altro alcolizzato che cade nella trappola di orrore e pazzia dell’albergo e stermina la sua famiglia, la moglie non reagisce come Wendy, non riesce a difendere le figlie. È proprio lo “spettro” dell’uomo che fa uscire Jack dalla dispensa per portare a termine il suo compito: diventare un tutt’uno con l’albergo, unirsi all’eterna festa di dipendenza da alcol, violenza e depravazione. Da qui in avanti il romanzo presenta un crescendo di violenza e tensione altissimo.

Jack si tirò in piedi a fatica. "Grady? È lei?"

"In persona. A quanto pare l'hanno messa sotto chiave." "Mi faccia uscire, Grady. Presto."

"Vedo che non ha avuto modo di occuparsi della faccenda di cui abbiamo discusso, signore. La punizione di sua moglie e di suo figlio."

"Sono stati loro a rinchiudermi qua dentro. Tiri il catenaccio, per l'amor di Dio! "

"Ha permesso che la chiudessero li dentro?" La voce di Grady tradì una punta di compita sorpresa. "Oh, cielo. Una donna che è la metà di lei e un bambino? Non depone certo a favore delle sue capacità dirigenziali, le pare?"

Una vena prese a pulsare con violenza sulla tempia destra di Jack. "Mi faccia uscire, Grady. Provvederò io a quei due."

"Dice davvero, signore? Me lo chiedo." L'educata sorpresa fu sostituita da un educato rammarico. "Mi duole dirle che ne dubito. Io e gli altri ci siamo ormai convinti che non ci mette molto entusiasmo in questa faccenda, signore. Che non ha... il fegato necessario."

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Stephen King, Shining, cit., p. 365. 94

"Sì, invece!" urlò Jack. "Sì, lo giuro.'" "È disposto a portarci suo figlio?" "Sì! Sì!"

"Sua moglie solleverà varie obiezioni, signor Torrance. E a quanto sembra, è... come dire, più forte di quanto avessimo immaginato. Più ricca di risorse. Certamente pare che si sia accaparrata la parte migliore di lei."

Grady ebbe un risolino.

"Forse, signor Torrance, avremmo dovuto trattare con sua moglie fin dal principio." "Lo porterò, lo giuro," ripeté Jack. Premeva la testa contro la porta, madido di sudore. "Non solleverà obiezioni. Giuro che non lo farà. Non sarà in grado di farlo."

"Dovrà ucciderla, temo," disse freddamente Grady. "Farò quello che devo fare. Solo mi faccia uscire."95

L’Overlook ha sottovalutato il fatto che l’amore di una madre può arrivare oltre i limiti del possibile. Visto e considerato che Wendy non ha avuto un’infanzia facile e che la madre non le ha certo dato un buon esempio, il suo istinto materno è sicuramente una cosa innata ed eccezionale. Wendy si oppone all’Overlook / dipendenza e, combattendo per Danny, si dimostra una donna tenace e forte, tanto che nemmeno lei si riconosce.

C'era in realtà solo una domanda, ed era posta con una voce mentale di estrema freddezza, di rigoroso pragmatismo: era la voce della sua maternità, una voce fredda e spassionata, una volta che fosse indirizzata fuori dal circolo chiuso di madre e figlio e in direzione di Jack. Era una voce che parlava di autoconservazione solo dopo la conservazione del figlio, e la domanda era:

(Esattamente, fino a che punto Jack era pericoloso?)96

Che cosa avrebbe fatto se lui l'avesse colta in quel momento, di sorpresa? Se lui fosse sbucato da dietro il lucido banco scuro della portineria con la sua pila di moduli in triplice copia e il campanellino placcato d'argento, come una sorta di babau assassino, un babau ghignante con una mannaia in pugno e neppure un barlume di ragione negli occhi? Se ne sarebbe stata lì, raggelata dal terrore, oppure in lei era rimasto abbastanza della madre primordiale per battersi contro di lui, in nome di suo figlio, fino alla morte di uno dei due? Non lo sapeva. Aveva la sensazione che tutta la sua vita fosse stata un lungo e piacevole sogno che l'aveva cullata, indifesa, fino a quell'incubo a occhi aperti. Era una debole. Quando si presentava una difficoltà, dormiva. Il suo passato era del tutto scialbo. Non aveva mai affrontato la prova del fuoco. Ora l'ordalia le era piombata addosso: non fuoco ma ghiaccio, e non le sarebbe stato concesso di superarla dormendo. Suo figlio l'aspettava di sopra97.

L’istinto materno primordiale vince la paura, la “luce” di Wendy, oscurata per anni a causa della sua infanzia e della consuetudinaria abitudine di sopportare il comportamento del marito ubriaco aspettando che una soluzione cadesse dal cielo per il bene del figlio, tira fuori le unghie, si procura un coltello e combatte per la sopravvivenza di Danny. Sa che potrebbe soccombere ma l’amore è talmente forte da darle il coraggio necessario. Il suo amore per il figlio, fa pensare che per questo personaggio King si sia ispirato alla madre. Nellie Ruth Pillsbury King, abbandonata dal marito con i figli di due e quattro anni e una montagna di debiti da pagare. La donna svolge molti lavori massacranti con orari assurdi, senza far loro mancare cibo, amore e una sana educazione. È lei che ha spinto il piccolo Stevie a scrivere il suo primo racconto e successivamente l’ha comprato. Lei, una donna sola, una madre coraggiosa che si è rimboccata le maniche e ha vissuto per amore dei figli.

95 Ivi, p. 373. 96 Ivi, pp. 236-237. 97 Ivi, p. 359.

Credo che al suo amore e al suo coraggio di andare avanti si ispiri King quando descrive Wendy.