• A. Berlam, I grattacielo americani, testo della conferenza tenuta al Circolo Artistico di Trieste il 6 aprile 1921 (Archivio di Stato Fondo Celli Tognon).
• A. Berlam, “Ancora due parole in tema di grattanuvole”, in Ingegneria, II, nr. 9, Milano, 1923. • A. Berlam “Il primo grattacielo a Trieste,” in ll Piccolo di Trieste, 18 aprile 1926.
• A. Berlam, “Palazzo ad uso uffici della Società E.T.S.A. a Trieste” in L’Architettura Italiana, anno XXV, 1 gennaio 1929, Crudo & Lattuada, Torino .
• A. Berlam (?), “Grattacielo o conigliera?” in La casa bella, ottobre 1929, ed. Studio Editoriale Milanese.
• G. Ceiner, “I disegni di progetto del “grattacielo” di Arduino Berlam a Trieste: confronto e mediazione di opposte ideologie” (in A. Pratelli “La trasmissione delle idee dell’architettura”, atti del convegno 29/30 settembre 1988, Istituto di Urbanistica e Pianificazione, Università di Udine). • F. Bellanca, L. Mazzarella, A. Mircovich, D. Barillari - Palazzo Aedes. Università degli studi di Trieste.
Facoltà di ingegneria edile. Corso di storia delle tecniche architettoniche (2002-2003). Tesina d’esame
conservata presso l’Archivio Generale Comune di Trieste.
• E. Ruzzier, Bradicic, W. Fasoli - Palazzo Aedes. Università degli studi di Trieste. Facoltà di architettura.
Corso di storia delle tecniche architettoniche a.a 2004/2005. Tesina d’esame conservata presso l’Archivio
Generale Comune di Trieste.
• Archivio Generale Comune di Trieste: Ufficio Tecnico protocollo nr. 457/1924 (Ricostruzione casa al n. tav. 886/939 di Via G. Rossini e C. Cavour proprietà Victor Amodeo)
• Archivio Generale Comune di Trieste: Ufficio Tecnico protocollo nr. 313/1926 (Costruzione Palazzo Corso Cavour Via Machiavelli e Rossini di proprietà Società Anonima Aedes).
• D. Baroni, Grattacieli: architettura americana tra mito e realtà 1910-1939, Electa, Milano, 1979.
• L. Sullivan, “Considerazioni artistiche sull’edificio per uffici sviluppato in altezza” in M. De Benedetti, A. Pracchi (a cura di) Antologia dell’Architettura Moderna, Zanichelli, Bologna, 1988. • L. A. Caspani, A. Rossari, “Il «grattanuvole» di Achille Manfredini e il dibattito sui grattacieli a Milano
all’inizio del Novecento” in Per l’Esposizione, mi raccomando..! Milano e l’Esposizione Internazionale del
Sempione del 1906 nei documenti del Castello Sforzesco. (a cura di G. Ricci e P.Cordera), Comune di
Milano Biblioteca d’Arte –CASVA, Milano, 2011.
• “Ritardatari del concorso per la «Chicago Tribune»” in L’Architettura Italiana, maggio 1923, Crudo & Lattuada, Torino.
• M. Piacentini, “In tema di grattacieli”, in Architettura e Arti Decorative, II, 1922.
• P. Mezzanotte, “Nuove tendenze nell’edilizia milanese. Palazzo Körner”, in Architettura e Arti
Decorative, II, 1923.
Banca d’Italia
• A. Berlam, “Il Palazzo della Banca d’Italia a Trieste”, in L’Architettura Italiana, anno XXVI, 1 giugno 1931, Crudo & Lattuada, Torino .
• G. Cesari, “Il palazzo della Banca d’Italia: Trieste nuovissima” in Rivista mensile della città di Trieste, a. 4, nr. 3 (marzo 1931).
• A. Seri, “Gli edifici pubblici: il nuovo quartiere Oberdan, il Palazzo di Giustizia, la nuova Borsa, il Palazzo della Banca d’Italia [..]” in Trieste anni Trenta: momenti di vita triestina e cronaca della
trasformazione edilizia, Ed. Italo Svevo, Trieste, 1989.
• S. Pace, Un eclettismo conveniente. L’architettura delle banche in Europa e in Italia 1788-1925., Franco Angeli S.r.l., Milano 1999.
• Archivio Generale Comune di Trieste: Ufficio Tecnico prot. 98/1922 (Ampliamento Banca d’Italia, via Geppa e Corso Cavour).
• Archivio Generale Comune di Trieste: Ufficio Tecnico prot. 287/1928 (Banca d’Italia sita ai tav. 1366 e 2678 Città, via Galatti, Geppa e Corso Cavour).
Ringraziamenti
Vorrei cominciare questi ringraziamenti con la mia famiglia, mia madre e mio padre, a cui dedico questo mio lavoro, per esprimere loro la mia infinita riconoscenza per essermi sempre stati accanto in questi lunghi anni di studio, avermi sopportato e sostenuto nei momenti peggiori e aver gioito con me nei momenti di maggior soddisfazione, ma soprattutto per aver creduto in me, sempre, anche quando sembrava che non avrei potuto farcela.
Con la stessa intensità ed amore ringrazio il mio compagno di vita Michele, che ogni giorno mi è accanto, mi consiglia e mi dà forza, consolandomi nei momenti tristi e di sfiducia e spronandomi a tirar fuori il coraggio e a dare sempre il meglio.
Ringrazio tutti miei amici per il costante sostegno morale e l’aiuto concreto che mi hanno dato in questi lunghi mesi di lavoro, anche alla fine collaborando affinchè il tutto riuscisse al meglio (in questo un grazie speciale Daria, Stefano e Andrea!).
Un ringraziamento particolare va a Marisa Roman, nipote dell’architetto Berlam, che mi ha benevolmente accolto nella sua casa e messo a disposizione l’inestimabile tesoro che è il loro archivio di famiglia: senza la sua generosità e la sua cordiale disponibilità non avrei potuto realizzare così compiutamente il mio lavoro, di ciò gliene sarò sempre grata.
Ringrazio sentitamente anche l’architetto Luciano Celli, da me contattato quasi per caso, per la sua cortesia e per avermi offerto un così grande ed insperato aiuto in un momento davvero cruciale delle mie ricerche.
Un sentito grazie anche alla dottoressa Paola Ugolini dell’Archivio Generale del Comune, il cui intervento è stato fondamentale nell’avvio del lavoro di ricerca, alla dottoressa Antonella Cosenzi dell’Archivio dei Civici Musei ed alla dottoressa Marina Sussa della Soprintendenza.
Voglio ringraziare inoltre i bibliotecari della Biblioteca Civica, in particolare la signora Luciana Musul, sempre gentili e disponibili, per l’ottimo servizio offertomi non solo in questi mesi, ma in tutti gli anni di studio: anche il loro apporto è stato per me indispensabile.
In ultimo – ma non per questo meno importante – un ringraziamento davvero speciale ai due professori più importanti in questo mio percorso di studio, cioè la professoressa Portinari, per la gentilezza e la disponibilità dimostratami in ogni occasione di questo lungo cammino, ed ovviamente il mio relatore, il professor Luka Skansi, per essere sempre stato presente ed attento (nonostante fossimo geograficamente lontani), per il suo sostegno fin dall’inizio nonostante non mi conoscesse, per avermi sempre consigliato al meglio fornendomi le giuste indicazioni, e per avermi infuso un’indispensabile dose di fiducia e di positività: per tutto questo, grazie di cuore.