Capitolo 8 – Mappature di soil radon
9.5 Parametri di influenza ed interpretazione dei dati
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partire è la distanza del locale di misura dal piano stradale, o meglio la distanza dal mezzo sorgente del gas radon, cioè il substrato geologico:
9 locali interrati o seminterrati hanno fornito un valore medio di 928 Bq/m3; 11 locali al piano terra hanno fornito un valore medio di 291 Bq/m3;
5 locali al primo piano hanno fornito un valore medio di 244 Bq/m3.
Nei 25 valori medi rilevati sono compresi 2 valori molto più alti rispetto a tutti gli altri (DOS13 con 2801 Bq/m3 e DOS23 con 2619 Bq/m3), dovuti a situazioni particolari. Entrambi sono locali interrati a contatto con substrato geologico, con tufo come materiale da costruzione e ricambio di aria con l’esterno raro. In un caso ci sono elevati input stagionali di radon dovuti alla vicinanza di una cavità sotterranea di notevoli dimensioni. Nell’altro caso il locale è una cripta scavata interamente nel membro delle “Pozzolanelle” (VSN2) dell'unità eruttiva di "Villa Senni" (figura 46).
Figura 46. Monitoraggio della concentrazione di radon nella cripta sotterranea di una chiesa (DOS23).
Escludendo i due casi descritti, ci sono 7 locali interrati o seminterrati con un valore medio di 419 Bq/m3. I dati evidenziano in tutti i casi una generale diminuzione delle concentrazioni con l’aumentare del livello rispetto al piano campagna, come risulta anche dall’indagine di Bochicchio et al. (2005). Essendo il substrato geologico la sorgente del radon, la distinzione dei locali può essere fatta considerando se sono a contatto con il substrato o separati da esso
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dalla presenza di un volume libero (un altro locale al piano inferiore, un vespaio, pilastri che rialzano l’edificio, etc.). Tale suddivisione fornisce i seguenti risultati:
14 locali a contatto con substrato geologico, con valore medio di 776 Bq/m3; 11 locali non a contatto, con valore medio di 174 Bq/m3.
Escludendo i valori dei DOS13 e DOS23, la media dei locali a contatto con il substrato geologico è pari a 453 Bq/m3. I locali interrati o seminterrati sono tutti a contatto con il substrato, quelli al primo piano non lo sono. Per quanto riguarda gli 11 locali al piano terra, il cui valore medio risulta 291 Bq/m3, possono essere così suddivisi:
5 locali a contatto con substrato geologico, con valore medio di 501 Bq/m3; 6 locali non a contatto, con valore medio di 116 Bq/m3.
Questo evidenzia come il contatto o meno con il substrato sia un parametro che definisce in modo ancora più specifico la concentrazione di radon che tende ad accumularsi nell’ambiente
indoor.
Altro parametro fondamentale è il tipo di substrato geologico, che ne determina il contenuto in elementi precursori del radon. I litotipi interessati dall’indagine sono: depositi alluvionali recenti (a2), membro delle “Pozzolanelle” dell'unità eruttiva di "Villa Senni" (VSN2), unità delle “Pozzolane Rosse” (RED), successione di Sacrofano (SKF). Escludendo DOS13 e DOS23 e considerando il diverso substrato geologico separatamente per locali a contatto con esso e non, si ottengono i risultati sintetizzati in tabella 35.
Tabella 35. Valori medi di concentrazione di radon indoor in funzione del diverso substrato geologico.
Substrato geologico
Valore medio (Bq/m3) Contatto con substrato
sì no
a2 525 192
VSN2 333 134
RED 435 170
SKF 680 188
Se si considera la suddivisione più generale in depositi alluvionali e prodotti vulcanici, si ottengono i valori medi di concentrazione illustrati nei seguenti punti.
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L’analisi dell’incidenza del tipo di substrato geologico in questa fase non porta a risultati significativi. Innanzitutto c’è una bassa numerosità campionaria, per cui alcuni dei valori medi di tabella 35 sono rappresentativi di un solo caso o due. C’è poi da considerare che il contenuto in elementi precursori del radon (in particolare 226Ra) è simile per i diversi litotipi analizzati (si veda tabella 18, pagina 90), compresi i depositi alluvionali, i quali hanno una forte componente vulcanica. Inoltre esistono una serie di altri fattori (di seguito analizzati) che possono avere una forte influenza sulla concentrazione in ambiente indoor e coprire l’effetto del diverso tipo di substrato geologico.
L’altra importante sorgente del gas radon, oltre al suolo, può essere rappresentata dai materiali da costruzione. Nell’appendice I sono illustrati i locali nei quali è segnalata la presenza di prodotti vulcanici nei materiali da costruzione, in particolare tufo. Continuando ad escludere DOS13 e DOS23 e a distinguere tra locali a contatto con substrato geologico e non, prendendo in considerazione il fattore di influenza dato dal contributo dei materiali da costruzione alla concentrazione di radon indoor, si ottengono i risultati sintetizzati in tabella 36.
Tabella 36. Concentrazioni medie di radon indoor, suddividendo i locali in base a contatto con substrato geologico e presenza di tufo nei materiali da costruzione.
Caratteristiche del locale Concentrazione media
(Bq/m3)
Numero di locali Contatto con substrato
Tufo materiale da costruzione 427 5
Contatto con substrato
No tufo materiale da costruzione 471 7
No contatto con substrato
Tufo materiale da costruzione 243 2
No contatto con substrato
No tufo materiale da costruzione 159 9
Premesso che va sempre tenuta in considerazione la bassa numerosità campionaria, e che non è stata ancora analizzata l’importante influenza delle condizioni di ricambio di aria del locale con l’esterno, si può tentare un’interpretazione dei dati di tabella 36. Se si considerano i locali a contatto con il substrato geologico, l’influenza di questo come sorgente di radon sembra prevalere su quella dei materiali da costruzione. Considerando i locali non a contatto con il
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substrato, i dati sembrano mostrare un’incidenza del tufo come materiale da costruzione nel determinare un aumento della concentrazione media di radon.
In ultimo risulta di notevole interesse l’analisi dell’influenza delle condizioni di ricambio di aria del locale con l’esterno. Escludendo ancora una volta DOS13 e DOS23 e distinguendo tra locali a contatto con substrato geologico e non, i risultati di tale analisi sono illustrati in tabella 37.
Tabella 37. Concentrazioni medie di radon indoor, suddividendo i locali in base a contatto con substrato geologico e condizioni di ricambio di aria con l’esterno (tra parentesi il numero di locali per ogni caso).
Condizioni ricambio aria
Valore medio (Bq/m3) Contatto con substrato
sì no
raro 519 (5) 212 (1)
normale 459 (5) 191 (8)
frequente 273 (2) 90 (2)
Risulta piuttosto evidente come il ricambio di aria del locale possa essere un fattore molto importante nel determinare la diluizione del gas radon con aria atmosferica, facendo quindi diminuire la concentrazione nell’ambiente indoor.
La tabella 37 sintetizza in modo chiaro i risultati più evidenti dell’indagine effettuata sulla concentrazione di radon in ambiente indoor: l’influenza del substrato geologico e delle condizioni di ricambio di aria del locale. Risulta tuttavia opportuno evidenziare l’esiguo numero di locali monitorati, quantomeno in termini di analisi statistica.
Il tipo di substrato geologico può essere un fattore importante di controllo. Essendo però la concentrazione in ambiente indoor influenzata da una serie di altri fattori, per poter ottenere risultati che evidenzino in modo significativo la variazione del contributo di radon in funzione del tipo di substrato geologico, è necessario effettuare campagne di misura mirate, selezionando un numero sufficientemente elevato di locali con substrato geologico differente e condizioni al contorno analoghe, con conoscenza dettagliata dei parametri costruttivi degli edifici.
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costituiscono una via preferenziale di risalita del radon. Nella Carta geologica del Comune di Roma (Funiciello & Giordano, 2005) non sono segnalati elementi tettonico-strutturali di rilievo nell’area di indagine. L’intera area è interessata da cavità sotterranee, ma non si dispone, al momento della stesura del presente documento, di una cartografia di dettaglio che permetta un’analisi dell’influenza di tale fattore sulle concentrazioni di radon indoor rilevate.