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PATOLOGIE DELL’APPARATO RIPRODUTTORE

2. INFERTILITA’ NELLA CAGNA E PATOLOGIE DELLA RIPRODUZIONE

2.3 PATOLOGIE DELL’APPARATO RIPRODUTTORE

Patologie della vulva, del vestibolo e della vagina Anomalie congenite di vulva e vestibolo:

persistenza dell’imene: rara nella cagna. Non sono visibili le perdite ematiche del calore, ma la vulva è turgida. L’esplorazione digitale della vagina o l’introduzione di cateteri o tamponi è impossibile per la presenza dell’imene;

ipoplasia e stenosi vestibolare-vulvare: unione incompleta delle pliche genitali con il vestibolo. C’è difficoltà ad inserire il tampone. Predisposizione di razza nei Collie e Berger Picard;

occlusione dorsale della vulva: è causata da una plica perineale dorsale che ricopre quasi completamente la vulva, non consentendo l’accoppiamento naturale. Inoltre questi soggetti sono maggiormente predisposti a vaginiti e/o cistiti e a distocia nel caso in cui si instauri una gravidanza. L’obesità è un fattore predisponente soprattutto nei cani di

vestibulite: infiammazione del vestibolo, di origine sconosciuta ma può essere causata da urina alcalina (la coltura batterica è quasi sempre negativa);

tumori vulvari: rappresentano il 30% dei tumori genitali;

Patologie del clitoride:

ipertrofia del clitoride: per eccessivo leccamento della zona (dermatite perivulvare) o per trattamenti mascolinizzanti (progestinici o androgeni) o in intersessi (pseudoermafroditi) o in iperadrenocorticismo (nel 20- 30% dei casi);

tumori del clitoride: sono rari e dello stesso tipo del pene del maschio, quali il carcinoma squamoso e mastocitoma maligno;

Patologie congenite della vagina:

setto vaginale: incompleta o anomala fusione dei dotti di Müller con formazione di un setto verticale in vagina. Posso avere vaginiti croniche, impossibilità ad accoppiarsi naturalmente, cistite cronica e infertilità;

iperplasia/prolasso vaginale: edema eccessivo e successivo prolasso della vagina nel lume vaginale e nei casi più gravi attraverso le labbra vulvari, in condizioni di normale stimolazione estrogenica (durante il calore). Razze più predisposte: Carlino, Bulldog Francese ed Inglese, Boxer, Bull Mastiff, Dogo Argentino, Alano e Labrador (l’ereditabilità della patologia è sconosciuta ma è fortemente sospettata un’origine genetica). Ho tre stadi di diversa gravità ma tutti portano a vaginiti, cistiti ed impossibilità di accoppiarsi naturalmente.

Patologie acquisite della vagina:

vaginite giovanile: si evidenzia in cagne prepuberi e può essere osservata dalle 8 settimane di età in avanti. Si osserva perdita vaginale mucosa o mucopurulenta e leccamento frequente. Sembra dovuta ad un fenomeno infiammatorio e spesso i tamponi vaginali non conducono a crescita batterica. Nell’80% dei casi la condizione si risolve spontaneamente dopo il primo calore.

vaginite nella cagna adulta intera: si evidenzia con scolo vulvare mucosa o mucopurulenta (fare diagnosi differenziale con piometra), cistiti ricorrenti, prurito perivulvare e attrazione del maschio lontano dall’estro. Può avere eziologia virale (Herpes virus canino) ma più spesso batterica (le cause micotiche sono pressoché sconosciute nella cagna). Occorre effettuare un tampone per batteriologia nel punto più craniale possibile, in vagina anteriore utilizzando uno speculum tubulare per evitare contaminazioni. Effettuare sempre test sierologico per ricerca di Brucella canis. Per quanto riguarda il trattamento occorre effettuare terapia antibiotica adeguata (indicata dall’antibiogramma) per un periodo di 2-4 settimane;

tumori vaginali: si osservano soprattutto in cagne di età superiore a 10 anni ed i Boxer sono i più colpiti. Si riscontrano nel 90% tumori benigni: leiomiomi, fibromi, fibroleiomiomi e fibropapillomi (polipi), spesso ormono - dipendenti. I tumori maligni sono leiomiosarcomi (che può metastatizzare), adenocarcinomi, carcinomi epidermoidi, emangiosarcomi e mastocitomi;

traumi vaginali: ferite, lacerazioni o presenza di corpi estranei;

Patologie dell’utero

Endometrite: infiammazione dell’endometrio che in cagne in riproduzione può causare infertilità. Le infezioni batteriche giocano il ruolo principale in questa patologia (Streptococcus spp., E. coli, Pasteurella multocida, Staphilococcus spp., Proteus spp., Corynebacterium spp., Lactobacillus spp., Bifidobacterium spp., Clostridium spp.) (England and Von Heimendahl, 2013).

Iperplasia endometriale cistica (CEH) e Piometra: queste due condizioni di solito sono collegate fra loro. CEH è caratterizzata da iperplasia dell’endometrio e un’abnorme dilatazione e proliferazione delle ghiandole endometriali. Tale patologia da sola può passare inosservata, tranne nelle cagne da riproduzione nelle quali può causare infertilità (England and Von Heimendahl, 2013). La piometra è la presenza di materiale muco purulento all’interno dell’ utero (England and Von Heimendahl, 2013), fino ad avere batteriemia e tossicosi sistemica. E’ un problema del diestro ormono-mediato, il progesterone domina questa fase del ciclo. La concentrazione di P4 in anestro è relativamente bassa (<0.5 ng/ml),

rimane relativamente bassa, 1.0 ng/ml, durante il proestro per poi aumentare in estro superando i 2 ng/ml. Tale concentrazione continua a salire durante l’estro e nelle prime settimane di diestro, raggiunge un plateu per poi tornare a livelli basali inferiori a 1 ng/ml, che segna così la fine del diestro. Durante la fase diestrale, dove la concentrazione di P4

raggiunge o supera i 40 ng/ml, il progesterone promuove e supporta lo sviluppo e la proliferazione endometriale e la secrezione delle ghiandole uterine, mentre sopprime l’attività contrattile miometriale e promuove la chiusura della cervice, permettendo l’accumulo delle secrezioni ghiandolari uterine. Queste secrezioni sono un eccellente terreno di

crescita batterica, incrementata anche dall’inibizione della risposta leucocitaria dovuta al progesterone (Feldman and Nelson, 1996; England and Von Heimendahl, 2013). Nel 70% dei casi di piometra si riscontra E. coli (medesimi ceppi isolati nelle urine o nelle feci), che è anche responsabile del rilascio di endotossine che possono determinare shock settico e glomerulo nefrite membranosa secondaria per deposizione di complessi antigene anticorpo verso E. coli nei glomeruli. Nella piometra a cervice aperta è presente scolo vulvare che può variare da purulento a emorragico o mucoso. Nella piometra a cervice chiusa ho segni clinici più o meno gravi di malattia sistemica senza indicazioni di coinvolgimento dell’apparato riproduttivo (England and Von Heimendahl, 2013). Occorre sempre considerare la piometra nelle diagnosi differenziali di malattie sistemiche in cagne nei due mesi successivi al calore (England and Harvey, 1998).

Figura 35 : Immagine sagittale del corno uterino con endometrio marcatamente cistico (Davidson and Baker,

Figura 36: Iperplasia endometriale cistica. E’ presente fluido nel lume del corno uterino sinistro e nell’endometrio

cisti anecoiche (cursore) (Davidson and Baker, 2009).

Figura 38: Piometra aperta. Anomalo accumulo di liquido nel lume uterino (cursore). L’endometrio è convoluto e

dentellato. L’ecogenicità della parete uterina suggerisce la cronicità della patologia (Davidson and Baker, 2009).

Figura 39: Anomalo accumulo di liquido nel corno uterino (cursore). Il fluido è anecogeno e suggerisce, ma non

conferma la diagnosi, una idrometra o mucometra (Davidson and Baker, 2009).

muco (Kennedy and Miller, 1992). Quando la cervice si chiude ho accumulo di liquido all’interno dell’utero, anche fino a 500 ml.

Tumori uterini: polipi endometriali benigni intramurali, intraluminali o con espansione dalla superficie sierosa del peritoneo (Schlafer, 2003), molto comuni, o leiomiosarcomi e carcinomi endometriali molto rari.

Figura 40: Neoplasia nel lume uterino. Le più comuni neoplasie sono leiomioma, leiomiosarcoma e adenoma o

adenocarcinoma (Davidson and Baker, 2009).

Patologie delle ovaie

Tumori ovarici. Sono relativamente infrequenti nella cagna. La maggior parte di questi non è ormonalmente attiva e i segni clinici non sono sempre evidenti. Posso avere:

o tumori epiteliali: di solito maligni, come l’adenocarcinoma, o benigni

come adenomi, cistadenomi e fibromi;

o tumori stromali: tumore delle cellule della granulosa (GCT); o tumori germinali: disgerminoma, teratoma e tumori misti;

o tumori dei tessuti molli come emangioma, emangiosarcoma,

leiomioma e leiomiosarcoma

o linfosarcomi o carcinomi metastatici.

Figura 41: Luteoma ovarico (Davidson and Baker, 2009).

Figura 42: Cisti Follicolari (Davidson and Baker, 2009).

o cisti follicolari: strutture di diametro >8 mm, presenti duranti il

proestro o l’estro, prima dell’ovulazione, oppure follicoli di qualsiasi dimensione presenti durante la fine dell’estro (post- ovulazione), diestro o anestro (Johnston et Al., 2001). Possono essere singole o multiple, ma di solito sono unilaterali. Spesso vengono riscontrate dopo una piometra e l’età media è 8 anni. Tali cisti contengono estradiolo e rilasciano estrogeni nella circolazione. Posso avere sintomi quali estro prolungato, CEH/piometra, neoplasie mammarie, ovariche e uterine, alopecia simmetrica e ipercheratosi. Il ciclo sessuale è irregolare con intervalli interestrali più brevi (England and Von Heimendahl, 2013);

o cisti luteiniche: sono follicoli anovulatori luteinizzati.

Ecograficamente sono simili alle cisti follicolari ma hanno la parete più spessa (comunque la diagnosi viene fatta con il dosaggio sierico del progesterone). Secernono progesterone e posso avere dei lunghi periodi di anestro (England and Von Heimendahl, 2013).

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