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3. Il Regno Unito

3.1 Il percorso verso l’AIR

3. Il Regno Unito

3.1 Il percorso verso l’AIR

Lo strumento dell’AIR e l’approccio del fare regolazione ad esso collegato arrivano in Europa attraverso l’esperienza del Regno Unito.

L’introduzione dell’AIR nel Regno Unito risale agli anni ‘80 103, sotto l’amministrazione Tatcher. In quegli anni il Paese stava vivendo un periodo di profondi cambiamenti dal punto di vista dell’attività politica e amministrativa e della politica economica. Tre furono le linee di intervento, sul fronte dell’attività amministrativa, della politica economica e della politica regolativa 104.

Dal punto di vista dell’attività amministrativa, si voleva transitare da una burocrazia orientata alle procedure ad un modello di burocrazia orientata ai risultati e ispirata ai principi di efficienza ed economicità. Questo trend di cambiamento che prese il nome di New Public Management si diffuse lentamente e con diverse modalità anche negli altri Paesi europei 105.

Dal punto di vista della politica economica, si diffuse l’ideologia del liberismo che sosteneva l’eliminazione o almeno la riduzione dell’intervento pubblico nell’economia, ciò comportò un’ondata di privatizzazioni e liberalizzazioni.

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Per una puntuale descrizione delle fasi della riforma della regolazione, De Francesco F., Regno

Unito: maturazione e apprendimento istituzionale, in C. M. Radaelli (a cura di), L’analisi di impatto della regolazione in prospettiva comparata, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della

Funzione Pubblica, Rubbettino, 2001, pp. 167-173. 104

Rhodes Rod A.W., Reinventare Whitehall, 1974-94: sviluppare lo stato vuoto?, in B. Dente et al.,

Riformare la pubblica amministrazione: Italia, Gran Bretagna, Spagna, Stati Uniti, Edizioni della

Fondazione Giovanni Agnelli, Torino, 1995, pp. 316 ss. 105

Si veda Ferlie E., Ashburner L., Fitzgerald L., Pettigrew A., The New Public Management in

78 Conseguentemente anche la politica regolativa fu oggetto di profonde riforme, l’ideologia del liberismo poneva le basi per l’avvio di processi di deregolazione, fortemente voluti soprattutto in riferimento alle imprese i cui businesses erano gravati dalla complessità e dall’invadenza del corpo regolativo. A questo proposito, il Governo Tatcher nel 1985 promosse la Deregulation Initiative. L’iniziativa aveva lo scopo di razionalizzare e di semplificare il corpo regolativo, abolendo le norme ritenute obsolete, inefficaci ed inefficienti e introducendo un nuovo strumento per l’attività regolativa, l’Analisi dei Costi di Adeguamento (Compliance Cost

Assessment, CCA), che aveva la funzione di individuare ex ante i costi che le

imprese avrebbero dovuto sostenere in conseguenza dell’entrata in vigore della regolazione in esame. Il CCA fu il primo tentativo di far passare le nuove regolazioni per un filtro che permetteva la formazione consapevole di regolazioni efficaci, efficienti e non eccessivamente gravose per le imprese.

Si impose alle varie amministrazioni di fissare degli obiettivi di deregolazione e di utilizzare per le nuove proposte regolative lo strumento CCA. A sostegno delle amministrazioni, fu istituita una task force all’interno del Cabinet Office, la

Enterprise and Deregulation Unit, la quale aveva la funzione di supportare le

amministrazioni nell’elaborazione del CCA e di garantirne un adeguato livello qualitativo.

La diffusione dell’utilizzo di questo strumento fu graduale, come fu graduale anche il suo successo. Uno degli elementi principali che hanno portato al successo il CCA consisteva nell’importanza e nella centralità conferita alle consultazioni che venivano realizzate tra le imprese. Le consultazioni permettevano di avvicinare il policy maker

79 alle realtà aziendali, venendo in tal modo a conoscenza delle problematiche ad esse connesse e dei costi chiamate a sostenere. L’uso delle consultazioni, però, ebbe un doppio risvolto. Se da una parte questo fattore rendeva il CCA efficace e significativo, dall’altra parte ha fatto sì che si muovessero notevoli accuse e critiche all’intero sistema, dal momento che le imprese avevano tutto l’interesse a sovrastimare i costi, con lo scopo di far approvare al legislatore solo quelle regolazioni ad esse favorevoli (regulatory capture). Altre critiche furono mosse in relazione ad altri aspetti metodologici (come la scelta limitata della tipologia di costi da considerare nell’analisi o il fatto che non venisse richiesta una comparazione tra le alternative regolative). Nonostante, però, i difetti e le conseguenti critiche, è da riconoscere al CCA il merito di aver condotto per la prima volta le amministrazioni a razionalizzare la spinta senza freni alla produzione di regolazione.

Nella seconda metà degli anni ‘90, nell’ambito della politica regolativa avvenne una svolta. Nel 1996, venne affiancato al CCA il Regulatory Appraisal, che consisteva in un’analisi più ampia rispetto al CCA comprendente non solo la valutazione dei costi, ma anche la valutazione dei benefici derivanti alle imprese dalla regolazione.

Successivamente, nel 1998, venne introdotto lo strumento ad oggi in uso, il

Regulatory Impact Assessment (RIA) a sostituzione del CCA e del Regulatory Appraisal.

Il RIA consisteva, e consiste ancor’oggi, in un’analisi completa dei costi e dei benefici relativi ad una proposta di regolazione, considerando non più solo la prospettiva del mondo delle imprese, ma la prospettiva di tutti i gruppi sociali interessati (cittadini, amministrazioni, imprese). Le procedure RIA furono

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ufficializzate in un manuale di linee guida, che negli anni fu oggetto di diverse rivisitazioni, aventi lo scopo di migliorare in modo continuo il sistema.

Anche dal punto di vista istituzionale in quegli anni si fecero scelte determinanti i cui risultati sono presenti tutt’oggi. Venne creata la Better Regulation Task Force e la

Regulatory Impact Unit (RIU)106, che nel 2005 venne trasformata nel Better

Regulation Executive (BRE). Accanto alla RIU, ora BRE, venne anche istituito lo Small Business Service, organismo deputato a portare all’attenzione del policy maker

le problematiche delle imprese.