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2.2 ​ ​ La planimetria in Autocad e le sue problematiche.

4. I risultati delle analisi.

4.3.2 Periodo III, fase

È in questa fase, datata dall’equipe di ricerca fra l’inizio e il primo quarto del I secolo d.C., che si realizza il primo impianto dell’intero complesso.

Rispetto alle precedenti fasi si nota come i materiali ceramici si distribuiscano in tutti i

Fig. 41 La distribuzione delle concentrazioni dei materiali nel periodo III, fase 2.

settori testimoniando così la nascita dell’intero impianto dell’edificio (fig.41). Le classi ceramiche analizzate in questa fase sono: anfore, terra sigillata italica, ceramica comune da fuoco, tubuli, ceramica comune da mensa/dispensa, grandi contenitori, ceramica a pareti sottili a impasto grigio e rosato, terra sigillata tardo italica, ceramica ad impasto micro-clastico, vernice nera, ceramica grigia, vetro da finestra.

Come si può notare interrogando la planimetria, si ritrovano ancora alcuni rari frammenti ceramici residuali di ceramica grigia, vernice nera e ceramica ad impasto micro-clastico. Ciò è confermato dalle unità stratigrafiche in cui sono stati attestati. L’US 4230 (vano AA, settore 4000) infatti, contenente 1 frammento di ceramica a vernice nera e 2 frammenti di ceramica grigia, è interpretata come obliterazione del riempimento della fossa di fondazione della vasca centrale del cortile con andamento est/ovest. Un frammento di ceramica ad impasto a scisti micro-clastici, invece, è stato individuato nell’US 6598 (vano C1, settore 6500) interpretato come livellamento per regolarizzare l’area in vista della costruzione delle strutture murarie. È interessante notare come la concentrazione delle ceramiche comuni da mensa (fig.42), da fuoco (fig.43) e terra sigillata italica (fig.44) insistano sulle stesse aree anche se in concentrazioni diverse.

Fig.42 Concentrazione dei frammenti di ceramica comune da mensa/dispensa nel periodo III, fase 2.

Fig. 44 Concentrazione dei frammenti di terra sigillata italica nel periodo III, fase 2.

Si rileva come i ritrovamenti di tali classi siano maggiormente concentrati nella zona settentrionale dell’edificio, specialmente nei vani A, B1, B2, I (settori 6000, 6500, 8000). Si osserva inoltre, come la maggior parte di queste classi si ritrovino nell’ambiente I interpretato come uno spazio esterno porticato adiacente ad ovest con un ambiente la cui funzione è ignota. Il maggior numero di frammenti di tale zona (27 frammenti), sono stati ritrovati nell’US 8069 (vano I, settore 8000) interpretata come piano pavimentale del vano costituito da un battuto di pochi cm realizzato con scaglie litiche pressate. Un dato interessante proviene dall’ambiente situato a ovest del vano I. Qui infatti è presente una discreta quantità (tab.4) di ceramica da mensa e da fuoco all’interno delle UUSS 8091 e 8081 interpretate come piani d’uso. È possibile ipotizzare che in questo ambiente avvenissero attività legate all’utilizzo del cibo; forse un luogo di ritrovo adiacente a una cucina. È inoltre interessante notare come nei vani M e N (settori 9000, 10.000), che in questo periodo costituiscono un solo ambiente, siano stati recuperati solamente due frammenti (1 di ceramica comune da mensa e 1 di terra sigillata italica) all’interno dell’US 9087 interpretata come un riempimento del taglio di fondazione dell’USM 9204. Questo dato non permette di formulare un’ipotesi diversa dalla precedente sulla funzione dell’ambiente.

Tab.4 Quantificazione dei frammenti delle classi di materiali analizzati relativi al Periodo III fase 2.

In questa fase si delinea la funzione del settore 2000 come ambiente riservato alla cottura dei cibi. Tale interpretazione può essere confermata dalla presenza di 23 frammenti, compresi tra ceramica comune da mensa/dispensa, ceramica da fuoco e terra sigillata italica, ritrovati all’interno dell’US 2155 (vano P, settore 2000) identificata come strato carbonioso creato da un piccolo fuoco legato alla frequentazione del vano.

I pattern riguardanti le tipologie di materiali come anfore e ceramica a pareti sottili rosata e grigia, non sono esaurienti in fatto di informazioni. La maggioranza di questi ritrovamenti infatti (14 frammenti di anfore, 1 frammento di ceramica a pareti sottili rosata e 9 di ceramica a pareti sottili grigia), provengono dall’US 4230 (cortile AA, settore 4000) interpretata come uno strato di obliterazione della fossa di fondazione della canaletta E/W. È possibile ipotizzare che questo vano fosse utilizzato come un cortile. All’interno di questo strato sono stati rinvenuti 15 frammenti di terra sigillata tardo-italica uno dei quali riconosciuto come orlo di una Conspectus 29.1 e un altro come orlo di una Conspectus 42.1. Soprattutto l’ultimo

frammento, il quale è possibile datare tra il 69 d.C. e il 150 d.C. , sposterebbe l’intera 18

cronologia del periodo ad almeno un cinquantennio dopo.

4.3.3 Periodo III, fase 3

L’inquadramento cronologico di questa fase si colloca durante l’arco del I d.C.. È caratterizzata dalla ripartizione degli spazi nei vani Q e R (settori 6000 e 6500; vedi 1.1.1). Le maggiori concentrazioni dei materiali si dispongono all’interno dei settori settentrionali dell’edificio lasciando il cortile AA e il porticato X completamente privi di materiali confermando così la funzione di questi due vani come luoghi destinati solamente al transito delle persone coinvolte nelle attività del complesso (fig. 44).

Fig. 44 La distribuzione delle concentrazioni dei materiali periodo III, fase 3

Abbiamo delle altissime confluenze di materiali ascrivibili a ceramiche da mensa e da cucina in contesti di abbandono nel vano R. Nell’US 6529 (vano R, settore 6500), identificata come

18 https://archaide-desktop.inera.it/types?p_p_id=ARTYPES&p_p_lifecycle=0&p_p_state=normal&p_p_mode=vie w&_ARTYPES_goToView=%2Ftype%2Fdetail.jsp&_ARTYPES_typeforms=-1&_ARTYPES_typevessels=-1 &_ARTYPES_keywords=conspectus&_ARTYPES_originsq=-1&_ARTYPES_occursq=-1&_ARTYPES_classt ype=-1&_ARTYPES_id=363&_ARTYPES_detail=detail_type&_ARTYPES_primaryfunction=-1, visualizzato il 24/09/2019.

lo strato di abbandono susseguito al degrado delle strutture murarie, sono presenti 128 frammenti di ceramica a pareti sottili a pasta rosata, 66 di ceramica comune da fuoco, 54 di ceramica da mensa/dispensa, 42 di ceramica terra sigillata italica, 89 di terra sigillata tardo italica e 25 di ceramica a pareti sottili a pasta grigia. Anche nell’US 6527 (vano R, settore 6500) interpretata come strato di abbandono sono stati ritrovati un alto numero di materiali di suddette classi. Nell’US 7547 (vano E), identificata come un piano di frequentazione, sono stati ritrovati 66 frammenti di anfore. Questi dati portano a confermare la funzione di questo vano come magazzino.

Le concentrazioni di queste classi ceramiche, soprattutto le ceramiche comuni da mensa/dispensa e da fuoco, sono piuttosto elevate anche nel settore 8000 (vano Z). Nell’US 8053 (vano Z), interpretata come strato carbonioso dovuto al depositarsi di cenere e carboni provenienti dai limitrofi strati di termotrasformazioni, sono presenti 42 frammenti di ceramica comune da mensa. Anche nell’US 8037, considerata un livellamento per ripristinare un piano di frequentazione, sono contenuti numerosi frammenti di terra sigillata italica, ceramiche a pareti sottili grigia, comune da mensa/dispensa e comune da fuoco. Queste analisi portano a ipotizzare il persistere della presenza, nelle vicinanze, di un vano dedicato alla cottura dei cibi.

Diversamente dalla fase antecedente, nei vani U e V sono riscontrati numerosi ritrovamenti ceramici. In questa fase i due ambienti hanno una funzione produttiva legata all’allevamento di ovini o caprini (vedi 1.1.1). La nuova frequentazione di questi vani è testimoniata dai ritrovamenti di ceramiche comuni e dalle buche di palo, collegate a un probabile tavolato in materiale deperibile, rinvenute sul piano di frequentazione dell’ambiente.

Un dato particolare proviene dal vano P (settore 2000). Infatti nelle UUSS 2075 e 2051 sono stati ritrovati rispettivamente 12 e 19 chiodi. Questi strati vengono interpretati come piani di frequentazione legati al piano di fuoco US 2050. È possibile quindi che tali chiodi provengano dal mobilio presente all’interno dell’ambiente. Inoltre nell’US 2075 sono stati recuperati molti reperti ceramici soprattutto terra sigillata tardo italica (28 cocci) e comune da mensa/dispensa (12 frammenti). Questo dato insieme al piano di fuoco potrebbero confermare la funzione di tale vano come cucina.

4.3.4 Periodo III, fase 4

Il periodo si colloca durante il II secolo d.C.

Come nella fase 2 (vedi 4.3.2), i materiali si dispongono in maniera sparsa su tutta l’area dell’edificio con alte concentrazioni all’interno del settore 1000, del suo approfondimento posto nella zona orientale e nei vani Z, J, K, O (fig. 45).

Fig. 45 La distribuzione delle collocazioni dei materiali nel periodo III, fase 4.

Le anfore.

Nell’US 1083 contenuta nel saggio di approfondimento, sono ritrovati 230 frammenti di anfora. L’unità stratigrafica è interpretata come riempimento del taglio (US -1084) legato all’asportazione di una struttura muraria connessa probabilmente a una pavimentazione in cocciopesto di una cisterna (Anichini 2012a: 39). L’alta concentrazione di tali frammenti in questo contesto permette di formulare l’ipotesi che nelle vicinanze si trovasse un magazzino dove le anfore erano stoccate. A nord del settore, all’interno dell’US 633 interpretata come discarica, sono presenti 215 frammenti. Tale testimonianza porta a confermare che, anche in questa fase, la zona settentrionale a ovest dell’edificio continui ad essere utilizzata come

discarica. Anche nel settore P è presente un elevato numero di frammenti nelle UUSS 2043 (115), 2029 (59), 2030 (28) interpretate come piani di calpestio legati al piano di fuoco US 2024.

A nord, nel cortile Z, sono stati individuati all’interno dell’US 8007 96 frammenti. Lo strato è stato interpretato come piano di frequentazione legato alle attività produttive svolte negli ambienti circostanti. L’alta concentrazione di questa classe ceramica e i residui carboniosi sparsi ritrovati internamente all’US potrebbero confermare questa ipotesi. Nel vano K si ritrova un’elevata presenza di attestazioni ceramiche, 43 frammenti, contenute nell’US 9028

Fig. 46 La distribuzione delle concentrazioni della anfore.

interpretata come piano di frequentazione connesso alla alla fase produttiva dell’ambiente. È interessante notare come il corridoio cieco W, interpretato come magazzino, abbia restituito una quantità inferiore di materiali rispetto agli ambienti adiacenti. Lo strato in cui compare la maggiore concentrazione di testimonianze ceramiche è l’US 6517, interpretata come livellamento in vista della nuova frequentazione del vano, in cui compaiono 11 frammenti.

Ceramica comune da fuoco.

Le analisi di distribuzione effettuate su questa classe ceramica evidenziano come i materiali siano ritrovati in concentrazioni più alte nella zona settentrionale dell’edificio e nel settore 1000.

Come per le anfore, la più alta densità riscontrata nel settore 1000 è all’interno del butto/discarica US 633 con 144 frammenti. Ciò porta sempre di più a confermare come quest’area venga utilizzata come discarica di materiale durante questa fase.

Nel vano P si osserva come negli strati di frequentazione US 2029 e US 2043 sono contenuti relativamente 24 e 23 frammenti. Tali unità stratigrafiche sono collegate ai piani di fuoco US 2024, posto lungo il perimetrale nord, e US 2027, posizionato a sud-ovest dell’ambiente. Queste evidenze portano a proporre l’ipotesi che il vano avesse la funzione di cucina. Anche nei vani Y e Y1 possediamo testimonianze di numerosi frammenti legati ad attività in cui erano utilizzati dei piani di fuoco. Ad esempio l’US 6024, la cui interfaccia è interpretata come piano di frequentazione connesso a due focolari UUSS 6018 e 6019, contiene 44 frammenti mentre l’US 6026 ne contiene 46. Da queste evidenze è lecito presupporre che entrambi gli ambienti avessero finalità adibite alla cottura dei cibi. Nel cortile Z inoltre, si ha una notevole concentrazione di ceramica comune da fuoco nell’US 8007 con ben 129 frammenti. Questo strato è stato interpretato come un piano di continua crescita dovuto ai butti legati alle attività produttive svolte all’interno dei vani adiacenti. Tale fatto porterebbe ancora di più a sbilanciarsi verso l’ipotesi di una ipotetica cucina negli ambienti Y eY1. Per quanto riguarda le attività produttive è da segnalare la presenza di un’elevata concentrazione di frammenti (98) all’interno dell’US 9028 nell’ambiente K. Essa è interpretata come piano di frequentazione del vano in sono presenti anche numerosi frustoli di carbone. Tale piano è legato a una struttura di fuoco (US 9039) rendendo così possibile interpretare l’ambiente come luogo in cui avvenivano della attività produttive. Infine si nota come già in questa fase siano attestati dei crolli (UUSS 10.007 e 10.016) nel vano O testimoniati dal cospicuo numero di frammenti (129 nel primo e 46 nel secondo) contenuto in essi.

Fig. 47 La distribuzione delle concentrazioni di ceramica comune da fuoco.

Ceramica comune da mensa.

Nella fase indagata, le più alte concentrazioni di materiali si concentrano nel settore 1000 e nella zona occidentale dell’edificio specialmente all’interno del vano Z.

Come per la classe precedente, nell’ambiente P sono rinvenuti un alto numero di frammenti negli strati di vita legati alle strutture da fuoco. L’unità stratigrafica che ha riportato il maggior numero di evidenze è l’US 2043 con 80 frammenti. Tale US è interpretata come una pavimentazione legata all’utilizzo della struttura di fuoco US 2027 e al focolare non strutturato US 2046. Questa testimonianza permette di confermare come l’ambiente in questione venisse utilizzato come luogo in cui avvenivano probabilmente cotti i cibi.

Nel settore 1000 sono presenti alte concentrazioni di materiali all’interno delle UUSS 1083 (161 frammenti) e 633 (290 frammenti), la prima interpretata come riempimento del taglio creato per l’asportazione di una struttura e il secondo come butto. Tali evidenze si ricollegano a quanto detto nel paragrafo precedente confermando quindi che tale zona venisse utilizzata in questo periodo come discarica.

Spostandosi a ovest, a nord del vano R è attestata la presenza di una notevole concentrazione di materiali all’interno dell’US 6511 caratterizzata da 97 frammenti e da alte quantità di carboni. Tale unità stratigrafica è interpretata come piano di frequentazione legato alla

struttura da fuoco US 6515 collocata nell’angolo nord-orientale dell’ambiente facendo propendere a pensare la sua possibile funzione come una cucina. Nell’adiacente vano Y1 è testimoniata la presenza, all’interno dell’US 6026, di 58 frammenti. Lo strato è rappresentato da una interfaccia caratterizzata da una omogenea dispersione di carboni dovuti probabilmente al disfacimento di un piano in materiale deperibile. Questo dato permette di formulare l’ipotesi per la quale si è propensi a pensare che la funzione del vano fosse probabilmente per lo stoccaggio delle classi ceramiche adibite all’uso alimentare.

La più alta densità di materiale ceramico di questa classe si ritrova nel cortile Z nelle UUSS 8007 e 8017. Come già descritto precedentemente, tali unità stratigrafiche sono interpretate come piani di frequentazione dell’ambiente connesse alle attività produttive dei vani adiacenti.

Infine nel vano K è attestata la presenza di 20 frammenti all’interno dell’US 9037 interpretata come piano di frequentazione legato a una struttura produttiva (US 9038) con funzione incerta.

Fig.48 La distribuzione delle concentrazioni di ceramica comune da mensa.

Ceramica a pareti sottili grigia e rosata.

Le concentrazioni di questa classe ceramica sono collocate in maniera sparsa in tutto l’edificio. Le densità più alte invece, sono posizionate nella sua parte occidentale. Per quanto

riguarda le ceramiche a pareti sottili a impasto grigio le concentrazioni più alte sono inserite solamente all’interno del vano Y1; al contrario le ceramiche a pareti sottili a impasto rosato sono disposte in maggiore densità nei vani Y1, Z e O. È inoltre da notare come in questa fase siano presenti maggiormente le testimonianze legate alla classe delle pareti sottili a impasto rosato.

Nell’ambiente Y1 entrambe classi, contenute negli strati US 6024 e US 6026 (per le interpretazioni vedere paragrafi precedenti), presentano un elevato numero di frammenti. Nella prima sono contenute rispettivamente 14 frammenti di ceramica a pareti sottili grigia e 38 di ceramica a pareti sottili rosata, mentre nella seconda 23 frammenti di ceramica a pareti sottili grigia e 38 di ceramica a pareti sottili rosata. Grazie anche a questo dato sembra possibile confermare la funzione di questo vano come ambiente di stoccaggio per le ceramiche legate alla cottura e al consumo di cibi e bevande.

Nel cortile Z sono attestati 21 frammenti di ceramica a pareti sottili a impasto rosato all’interno dell’US 8007 interpretata come piano di frequentazione dell’area. Infine nel vano O è riscontrata un’alta concentrazione (49 evidenze) nello strato US 10.007 identificato come un crollo.

Fig.50 La distribuzione delle concentrazioni di ceramica a pareti sottili rosata.

Terra sigillata italica.

Come nei casi precedenti, le densità maggiori sono individuate nella zona occidentale dell’edificio nei vani W, Y1, Z, O, P e settore 1000.

Nel vano P è riscontrata la presenza di 52 frammenti all’interno dell’US 2029 interpretata come apporto di sedimento per il rialzamento del piano di calpestio legato alla struttura da fuoco US 2024. Questa informazione non ci conferisce un dato certo per confermare le funzione di questo ambiente come cucina.

Spostandosi a nord, nell’ambiente W, si riscontra la presenza di un’elevata concentrazione di frammenti (127) contenuti all’interno dell’US 6517. Lo strato è identificato come un primo apporto di terra, in cui è insiste il taglio per la realizzazione della USM 6524, per la realizzazione del piano di calpestio del vano. Anche in questo caso non è possibile sapere se le evidenze ceramiche contenute all’interno siano derivate da altre zone dell’edificio o siano proprie del vano in cui sono state ritrovate. Nell’adiacente settore Y1 è rilevata una densità conspicua nelle UUSS 6024 e 6026 (descritte in precedenza). Questo dato conferma l’interpretazione della funzione di stoccaggio di questo vano. Nel cortile Z la più alta concentrazione di frammenti è contenuta all’interno dello strato US 8007 interpretato come

piano di calpestio dell’ambiente. Infine nel vano O 77 frammenti sono individuati nel crollo US 10.007.

Fig. 51 La distribuzione delle concentrazioni di terra sigillata italica.

Terra sigillata tardo-italica.

La presenza di questa classe ceramica è attestata in maniera sparsa su tutta la superficie dell’edificio con concentrazioni più alte nei vani X, P, J e K.

A nord del cortile X, adiacente all’ambiente P, sono rinvenuti 66 frammenti all’interno dell’US 4099 interpretata come livellamento dell’area porticata del cortile. Questa informazione non ci permette di capire se i materiali siano in giacitura primaria. Nel vano P si riscontra la presenza di 16 evidenze ceramiche nell’US 2029 (descritta nei paragrafi precedenti).

Nel vano J, a nord dell’edificio e aperto sul cortile Z, nello strato US 7064 sono ritrovati 76 frammenti. L’US è interpretata come un butto atto a obliterare la cresta del muro USM 7068 non permettendo quindi, come nel porticato del cortile X, di determinare se sia la giacitura primaria dei materiali. Infine nell’adiacente vano K sono rinvenuti 32 evidenze all’interno dell’US 9028 identificata come piano di calpestio legato alle attività produttive e alla struttura US 9039 interpretata come un piano di fuoco.

Fig. 52 La distribuzione delle concentrazioni di terra sigillata tardo-italica.

Conclusioni.

Alla luce di quanto detto, è possibile affermare che nella parte nord dell’edificio sia presente un ambiente destinato alla cottura dei cibi il quale probabilmente affacciava sul cortile Z come testimoniato dall’alta densità di materiali rinvenuti sul suo piano di calpestio. A sostegno di questa ipotesi è l’interpretazione che è possibile dare al vano Y come ambiente per lo stoccaggio delle classi ceramiche adibite alla cucina e al consumo dei cibi.

Il settore 1000, specialmente la sua zona occidentale, si conferma come luogo destinato allo smaltimento dei rifiuti.

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