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2.2 ​ ​ La planimetria in Autocad e le sue problematiche.

4. I risultati delle analisi.

4.4 Periodo IV Periodo IV, fase 1.

Il periodo si colloca cronologicamente agli inizi del III secolo d.C.

Fig. 61 Distribuzione delle concentrazioni di materiali analizzate per il periodo IV, fase 1.

Anfore.

I materiali relativi a questa classe ceramica sono distribuiti principalmente nel vano O e nelle vasche collocate tra il portico X e il giardino AA (fig. 62).

Nell’ambiente O si individua la più alta concentrazione di anfore collocata a sud del settore. Lo strato US 10.006, posto nella parte meridionale del settore a ridosso della muratura USM 357, contiene 350 frammenti. L’unità stratigrafica è interpretata come una discarica di materiali, rimanendo così in linea con la funzione del vano della fase precedente. È interessante notare come delle concentrazioni mediamente alte si dispongano nelle vasche poste tra il portico X e il giardino AA. I materiali sono rinvenuti, in numero variabile di frammenti i quali oscillano tra 1 e 80, in strati che vengono interpretati come butti (UUSS 4072, 4086, 4173), dilavamenti (US 4095), livellamenti (UUSS 4170, 4053) e riempimenti

(UUSS 4207, 4206, 4052). Tutte queste US confermano la completa defunzionalizzazione

dell

Fig. 62 La distribuzione delle concentrazioni dei frammenti di anfora.

Ceramica comune da mensa e dispensa.

La distribuzione dei materiali di questa classe ceramica si concentra all’interno dei vani O, K e, come nel paragrafo precedente, nelle vasche a ovest poste tra il portico X e il giardino AA (fig. 63).

Nel vano O si riscontrano le più alte concentrazioni ritrovate all’interno delle UUSS 10.003 e 10.006. Nella prima sono contenuti 129 frammenti ed è interpretata come il disfacimento di una struttura muraria che si imposta sullo zoccolo di USM 357. La seconda possiede 100 frammenti ed è identificata come discarica a ridosso della muratura meridionale. Nell’ambiente K si ritrovano all’interno dello strato US 9029 (101 frammenti), esteso su tutto il settore, identificato come un ipotetico crollo in quanto al suo interno sono rinvenuti dei laterizi stracotti per i quali non è possibile la loro esistenza nelle murature. Presso l’angolo sud-occidentale dell’ambiente è collocata l’US 9033 in cui è attestata la presenza di 57 frammenti. Lo strato è interpretabile come un butto di materiali facendo così ipotizzare la funzione di questo vano come discarica.

Infine alte concentrazioni di materiali sono individuate nella vasca a ovest del portico X inseriti all’interno dei livellamenti UUSS 4170, 4053, dei riempimenti UUSS 4207, 4206, 4052, del butto US 4173 e dell’ipotetico crollo US 4026.

Ceramica comune da fuoco.

Fig. 64. La distribuzione delle concentrazioni dei materiali di ceramica comune da fuoco.

Si riscontrano alte concentrazioni di questa classe ceramica all’interno dei vani O, K e nella parte sud della vasca a ovest del porticato X (fig. 64).

Nei vani O e K i materiali sono distribuiti all’interno delle UUSS 10.003, 9029, con rispettivamente 149 e 71 frammenti, identificate come crolli delle murature e negli strati US

10.006 e US 9033 con i relativi 416 e 27 frammenti interpretati come discariche. Nella vasca collocata a ovest del porticato X sono presenti rispettivamente 7 e 111 frammenti nelle unità stratigrafiche US 4206 e US 4052 definite come riempimenti dovuti alla defunzionalizzazione della struttura.

Terra sigillata italica.

I materiali relativi alla classe ceramica sono individuati nel vano O, a nord del porticato X e

nella vasca ovest (fig. 65).

Fig. 65 La distribuzione delle concentrazioni di materiali di terra sigillata italica.

Nel vano O sono individuati 39 frammenti all’interno del crollo US 10.003. Un dato interessante proviene dal ritrovamento di 10 frammenti nello strato US 4061 ubicato nell’angolo nord est del porticato X e interpretato come un piano di frequentazione dell’area. Infine 11 frammenti sono presenti all’interno dell’US 4026 identificata come il crollo ipotetico della USM 4025.

Terra sigillata tardo-italica.

La distribuzione di questa classe ceramica si estende nei vani O, K, W, nel porticato X e nel giardino AA (fig. 66). Le concentrazioni di materiali più alte si collocano negli strati destinati

a discarica (US 10.006 e US 9033) degli ambienti O e K. Si registra una modesta concentrazione di frammenti (24) nell’US 7007 caratterizzato da un piano di frequentazione formato da tegole e laterizi posti di piatto.

Fig. 66 La distribuzione delle concentrazioni dei frammenti di terra sigillata tardo-italica.

Un’elevata concentrazione di frammenti è presente nelle US dei riempimenti delle vasche adiacenti al porticato X mentre all’interno dello strato US 4102 del giardino AA sono ritrovati 35 frammenti. Quest’ultima è identificata come un rialzamento delle quote in vista della frequentazione successiva testimoniata da una serie di buche dovute all’attività agricola della fase seguente.

Ceramica a pareti sottili a impasto grigio o rosato.

Le più alte concentrazioni di materiali si individuano a nord del complesso nei vani O, K all’interno delle unità stratigrafiche dei crolli e dei butti già descritte precedentemente. Si segnala anche la presenza di alte concentrazioni all’interno delle obliterazioni delle vasche a 19

cavallo tra il porticato X e il giardino AA (figg. 67, 68).

Fig. 67 La distribuzione delle concentrazioni dei materiali di ceramica a pareti sottili a impasto grigio.

I fosfati.

Come già descritto in precedenza (vedi 1.1.1), all’interno del ​sacellum​(settore 5000), si ha la

testimonianza di una serie di buche di palo utilizzate per un’ipotetica struttura lignea quale

tenda o piccolo pergolato. Grazie all’analisi dei fosfati (Anichini 2012a: 389-393) effettuati

sull’US 5025, collocata cronologicamente durante il periodo III fase 4, è possibile avanzare

l’ipotesi che tale serie di buche di palo possa essere collegata a un pergolato utilizzato per il

ricovero di animali. Purtroppo le indagini compiute non permettono di sapere la quantità delle

concentrazioni di fosfati ma solo la loro presenza o assenza. Inoltre non sono state effettuate

analisi sul suolo al fine di definire se il terreno fosse acido o basico determinante per

conoscere le procedure post-deposizionali del deposito (Gartner, Holliday 2007: 308-316). Fig.69 Pianta di distribuzione dei fosfati (Anichini 2012a: 392). Conclusioni. Dopo i primi crolli delle strutture si nota come i vari ambienti perdano completamente le loro

funzioni. Gli ambienti produttivi O e K diventano adibiti a discariche, il settore 1000 non

defunzionalizzate in vista delle attività agricole che si compiranno nelle fasi successive. È interessante notare come si continui a frequentare alcune zone a nord-est del porticato e a sud del vano W i quali sono ancora separati dalla USM 172.

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