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Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento – PNA

Nel documento La tratta di esseri umani (pagine 130-134)

Capitolo III L’ITALIA NEL CONTRASTO ALLA TRATTA

2.1. Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento – PNA

Il Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri è l’organismo cha ha compiti di indirizzo, coordinamento e monitoraggio e valutazione delle attività, politiche e tutti gli aspetti dell’ambito della tratta di persone. Questa sua funzione è stata stabilita dall’art. 7 del d.lgs. n. 24 del 4 marzo 2014, attuativo della direttiva 2011/36/UE.

Il dipartimento gestisce inoltre una banca dati centralizzata, il SIRIT - Sistema informatizzato per la raccolta di informazioni sulla tratta.

Per attuare una politica di maggior contrasto al trafficking, il Consiglio dei Ministri ha adottato, il 26 febbraio 2016, il Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento per il periodo 2016-2018157.

Il piano nasce quindi con lo scopo di promuovere e garantire un approccio globale e di coordinazione tra le varie amministrazioni ed enti coinvolti nel contrasto alla tratta di persone, al fine di istituire una politica nazionale di intervento.

In base, infatti, a quanto descritto nei paragrafi precedenti, si possono rilevare due principali linee di intervento in Italia nel contrasto alla tratta di esseri umani: un approccio di tipo giuridico e uno di tipo sociale con un’attenzione rivolta alla tutela dei diritti umani delle vittime. È chiaro come queste due tipologie d’intervento difficilmente possono funzionare se agite singolarmente, mentre un’integrazione tra le due che consideri l’aspetto dei

157 Piano nazionale d’azione contro la tratta e il grave sfruttamento 2016-2018, Adottato dal Consiglio

dei Ministri, 26 febbraio 2016. Consultabile all’indirizzo:

http://www.pariopportunita.gov.it/media/2687/piano-nazionale-di-azione-contro-la-tratta-e-il-grave- sfruttamento-2016-2018.pdf

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diritti umani come la cornice entro cui porre in essere misure, politiche e interventi, garantirà risultati più efficaci.

Per perseguire l’obiettivo prefissato, si è stabilito che gli elementi fondamentali e necessari da dover sempre tenere in considerazione sono la cooperazione e la collaborazione tra le istituzioni e il settore del privato sociale.

Partendo dalla consapevolezza secondo cui la tratta di persone sia una questione complessa e multiforme, è ormai ben chiaro che qualsiasi azione di intervento indirizzata al suo contrasto debba agire su più fronti.

In Italia diversi sono gli stakeholder che devono agire in collaborazione per tali scopi. Le Forze dell’ordine e la magistratura sono i due organi principali di competenza per la repressione del reato in questione. La Direzionale Nazionale Antimafia, invece, avendo come ambito di riferimento la criminalità italiana e transnazionale, si occupa anche delle indagini sulla tratta di persone, essendo quest’ultima frutto principalmente del crimine transnazionale.

Il Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno sostiene le attività di supporto alle vittime di tratta, violenza e grave sfruttamento e si occupa del Rimpatrio Volontario Assistito (RVA), disponibile anche per le vittime di tratta, che permette allo straniero che ne fa richiesta di ritornare nel proprio Paese di origine in condizioni di sicurezza158. Il

programma di rimpatrio mira a favorire una reintegrazione che non rischi di comportare un’eventuale vittimizzazione del soggetto in questione.

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministero della Salute, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, il Ministero della Giustizia, il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono tutti coinvolti nelle azioni per garantire il contrasto alla tratta e per la protezione delle vittime.

158 È importante ricordare che tutti coloro che beneficiano dell’RVA perdono il permesso di soggiorno e

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Altri stakeholder da considerare sono le organizzazioni di volontariato, il terzo settore composto di ONG, cooperative, associazioni di migranti e per immigrati e/o rifugiati, organizzazioni internazionali e sindacali, università e mondo accademico.

La strategia di azione del piano è stata elaborata sulla base della strategia dell’UE per l’eradicazione della tratta di esseri umani (2012-2016)159, adattando

le varie parti in base alle specificità del nostro contesto nazionale.

Il Piano considera le quattro linee direttrici, prevention, prosecution,

protection, partnership160, ed è articolato seguendo le 5 priorità individuate dalla

Strategia UE.

Il Piano ha previsto poi l’istituzione di una Cabina di Regia presso il Dipartimento per le pari opportunità. Si tratta di un organo politico istituzionale costituito dai rappresentanti delle Amministrazioni Centrali, delle Regioni e degli enti locali designati in sede di Conferenza Stato-città. Questa Cabina è una sede di confronto tra le parti sopraelencate per stabilire quali strade di programmazione e finanziamento percorrere.

Il piano sottolinea più volte che ogni tipologia di intervento sarà attuata seguendo un’ottica di partnership pubblico-privato, essendo una delle forme che meglio può consentire il raggiungimento e l’ottenimento di buoni risultati.

La collaborazione tra parti con interessi, punti di vista e mission diversi permette, infatti, di arricchire la visione d’insieme grazie alla messa in comune delle conoscenze, competenze, azioni, risorse economiche e delle soluzioni innovative.

Trattandosi poi di un tema che coinvolge diversi profili, è necessaria e fondamentale questa collaborazione al fine di meglio trovare le cause per

159 COM(2012) 286 del 19 giugno 2012.

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ridurle e per contrastare il fenomeno in modo globale.

Non deve poi essere scordata la rilevanza delle iniziative e degli interventi per la sensibilizzazione, formazione e ricerca soprattutto nel mondo del lavoro, l’ambito in cui la tratta e lo sfruttamento non sono identificati come tali, ma vengono classificati troppo semplicisticamente come lavoro nero.

La condivisione e diffusione delle informazioni sul fenomeno devono avvenire anche nei Paesi di origine delle vittime di tratta.

Viene poi creato il Meccanismo Nazionale di Referral (MNR) cioè linee guida rivolte a tutti coloro che sono coinvolti nel contrasto alla tratta di persone e nella protezione dei diritti umani delle vittime. Ogni azione intrapresa deve seguire la logica della tutela dei diritti umani.

Il Piano ribadisce la necessità di collaborare anche con i Paesi coinvolti dal fenomeno e le organizzazioni competenti al fine di sviluppare politiche ed interventi condivisi, a livello transnazionale, a favore delle vittime.

Infine, è previsto un sistema di monitoraggio e valutazione del piano per poter verificare il raggiungimento degli obiettivi fissati. La funzione sarà svolta da gruppi di lavoro interistituzionali e composti anche da soggetti del privato sociale, delle ONG, delle organizzazioni internazionali, dei sindacati e delle università in coordinamento con la Cabina di Regia per la gestione del piano. Sono comprese in questo, le attività di indagine e ricerca quantitativa e qualitativa e raccolta dati sui vari aspetti collegati alla tratta.

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Nel documento La tratta di esseri umani (pagine 130-134)