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Piattaforme di pubblicazione regionali, nazionali, internazionali A ti tolo di esempio: ARA (piattaforma regione Lazio), Open data Lombardia

(database e dataset), Culturaitalia (aggregatore di dati sul patrimonio

culturale pubblico); Jackarts (piattaforma per streaming); Europeana

(linked open data); Google Arts and culture (server autonomo)

La definizione di Catalogo online o Digital Library data dalla International Federation of Library Associations and Institutions ne identifica chiaramente ruoli e compiti:

“[...] is an online collection of digital objects, of assured quality, that are created or collected

and managed according to internationally accepted principles for collection development and made accessible in a coherent and sustainable manner, supported by services neces-

sary to allow users to retrieve and exploit the resources”.

Le Digital Libraries (DL) sono dunque uno strumento importante sia per la conserva- zione delle collezioni ma anche per la loro comunicazione online, possono essere definite come veri e propri luoghi che rendono il museo accessibile virtualmente a tutti i visita- tori, consentendo di conoscere, studiare e condividere le collezioni. Il punto di riferimento attuale dei cataloghi online sono quelli di biblioteche e archivi che raccolgono contenuti di diverso tipo e che sono state palestre di sperimentazione importanti, come ad esempio quello della New York Public Library.

Se il mondo degli archivi e delle biblioteche si sono occupati da più tempo di DL, affrontando anche una serie di problematiche, come quelle legate alla conservazione e alla condivisione, l’ambito museale (italiano) ha iniziato più tardi a definire standard e a pensarle non solo come semplici cataloghi, in cui mostrare le schede delle proprie colle- zioni, ma anche come strumenti importanti della propria strategia online.

Esistono diverse piattaforme in cui le istituzioni possono scegliere di inserire il proprio patrimonio, le più conosciute, in termini di quantità di informazioni e di contenuti sono Europeana e Google Arts & Culture. A livello nazionale la piattaforma Cultura Italia

con il progetto figlio MuseiID offre una vetrina dei musei italiani, mentre il vero e proprio catalogo dei luoghi della cultura italiani è quello dell’Istituto Centrale del Catalogo e della Documentazione (ICCD). Lo stesso Istituto dal 2014 sta portando avanti il progetto dati. beniculturali.it, in cui sono presenti, con licenza licenza CC-BY-SA-3.0, i dati dei Luoghi della cultura, le anagrafiche di Archivi e Biblioteche, alcuni dati del Catalogo dei beni culturali, e, aspetto molto importante, i dati sono collegati con banche dati documentali e fotografiche e con i dati esterni della linked data cloud.

Sempre su iniziativa dell’ICCD in collaborazione con L’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2017 il progetto Arco, che ha tra i suoi obiettivi quello di "realizzare una rete di ontologie e di regole e metodi ad esse associate per rappresentare,

generale del Catalogo (SiGeC), secondo il formato dei Linked Open Data"14.

Gli aspetti principali dei cataloghi online sono quelli legati alla sostenibilità della

piattaforma (modalità di archiviazione e conservazione), all’aggiornamento program-

mato, alla User eXperience, alla qualità dei contenuti multimediali inseriti e al riuso dei

contenuti. Per molto tempo il tema principale dei diversi cataloghi online è stato quello dell’interoperabilità ossia la possibilità di comunicare e scambiare dati con altre banche dati e piattaforme. Un esempio importante è stato il sistema sviluppato tra SigecWeb,

Vincoli in rete e Carta del Rischio. Al giorno d’oggi l’utilizzo dei Linked Open Data permette di superare il problema dell’interoperabilità del sistema rendendo i metadati “comuni- canti” e “linkabili” fra di loro. Sempre più istituzioni rendono disponibili i propri metadati come Linked Open Data seguendo determinate ontologie (ad es. CIDOC CRM)15.

Come realizzare una Digital Library

La costruzione di un catalogo online sia interno al sito web del museo che esterno su altre piattaforme segue dei processi ben definiti:

− Creazione di un dataset della collezione secondo gli standard di catalogazione nazionali ed internazionali;

− Scelta del tipo di acquisizione (fotografia, scansione, fotomodellazione, registra- zione audio - video);

− Scelta del formato di conservazione (ovviamente aperto); − Scelta del luogo (Server, storage) di conservazione; − Scelta delle licenze d’uso di immagini e metadati; − Scelta delle modalità di fruizione dei dati; − Definizione target utenti (specialisti e non).

Il Catalogo online del Museo archeologico nazionale di Cagliari nasce, insieme al nuovo sito web nel 2016 ed è pensato per essere consultato da un pubblico ampio.

I dati sono organizzati per tre categorie: oggetto, materiale e luogo, è stata creata inoltre una mappa interattiva, utilizzando le API di OpenStreetMap, dei luoghi di prove- nienza degli oggetti. La scheda oggetto contiene un set minimo di informazioni estratte dalla banca dati del Museo (Tipo di oggetto, Descrizione, Materiale, Località, Cronologia: neolitico antico, Collocazione: Museo Piano Terra, Numero vetrina, Inventario) e l’imma- gine (su questo aspetto il museo sta lavorando all’aggiornamento fotografico). Il catalogo del Museo è sia in italiano che in inglese e sono stati realizzati dei vocabolari appositi, è inoltre possibile scaricare il dataset del catalogo che è rilasciato con licenza CC BY-SA 3.0.

14 Definizione di Linked Open Data: culturaitalia.it/opencms/linked_open_data_it.jsp

Risultati del sondaggio nazionale 2017

Dal sondaggio sono emersi i seguenti risultati:

1. Non esistono contenuti su piattaforme esterne o non sono collegati al sito del museo: 46%.

2. Alcuni contenuti sono posizionali su piattaforme online regionali: 19%.

3. Alcuni contenuti sono posizionali su piattaforme online nazionali: 19%.

4. Presenza di contenuti su piattaforme internazionali: 16%.

Grafico 4.3. Cataloghi online, dati del sondaggio 2017.

Il quadro non è certo roseo se oltre il 44% delle risposte evidenzia che i musei non pubblicano i loro contenuti su piattaforme esterne o, forse dato ancora più allarmante, nel caso in cui questi contenuti sono presenti in piattaforme esterne questi non sono collegati al sito del museo. Se guardiamo nel complesso i musei italiani questa percentuale rispec- chia pienamente la realtà, i cataloghi online sono molto pochi, e spesso quelli presenti hanno dati non aggiornati e interfacce grafiche poco usabili.

L’altro aspetto importante riguarda la qualità dei contenuti, che non sempre sono ad alta risoluzione, aspetto questo poco attrattivo per il pubblico, e con schede e descri- zioni che utilizzano esclusivamente un linguaggio troppo specialistico. Un ultimo aspetto riguarda la possibilità di poter scaricare e utilizzare le immagini, sicuramente una licenza aperta o che consenta il riuso dei dati renderebbe molto più interessante e attrattivo il contenuto e alimenterebbe la sua diffusione e dunque la sua conservazione digitale.

4.4 Monitoraggio

A cura di Anna Maria Marras

Conoscenza del pubblico tramite gli strumenti di monitoraggio web.