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Pignoramenti gravanti sul fondo cassa

CAPITOLO 1 INTRODUZIONE

4. Pignoramenti gravanti sul fondo cassa

Con nota del 13.6.2020 è stato chiesto alla Regione di indicare l’importo complessivo dei pignoramenti mobiliari al 31.12.2019, distinguendo i casi in cui la Regione sia “debitore pignorato” da quelli in cui la stessa risulti “terzo pignorato”.

Con riscontro del 19.6.2020, acquisito al prot. C.d.c. n. 3171 di pari data, sono state trasmesse le informazioni richieste tra cui un elenco dei pignoramenti mobiliari nei confronti debitore

“Regione Lazio” aggiornato alla data del 16.6.2020.

Gli importi di tale elenco sono stati aggiornati dagli Uffici della Corte mediante lo scomputo degli importi relativi ai pignoramenti effettuati nell’esercizio 2020, non rilevanti in questa sede.

Si osserva, preliminarmente, che in caso di pignoramenti mobiliari presso terzi – quale è il pignoramento presso il tesoriere regionale per debiti della Regione - una parte della cassa viene resa indisponibile perché vincolata al soddisfacimento delle pretese del creditore pignorante.

La medesima limitazione della cassa regionale non avviene, invece, nei casi in cui la Regione assume il ruolo di “terzo pignorato” per un debito altrui – generalmente in quanto datrice di lavoro. In quest’ultima ipotesi, la cassa regionale non viene incisa negativamente dal pignoramento, la cui grandezza finanziaria risulta pertanto irrilevante in questa sede.

Tanto premesso, in sede istruttoria è stato acquisito dalla Regione un elenco dei pignoramenti mobiliari presso il tesoriere, da cui risulta che al 31.12.2019 il complessivo importo pignorato è pari a 278.881.891,65 euro, per un “totale di importi da pagare” pari a complessivi 125.312.239,41 euro.

Il menzionato elenco, in particolare, comprende 635 pignoramenti, notificati dal 1° luglio 2008 sino al 31.12.2019 e non ancora pagati, in tutto o in parte. Dalla documentazione

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trasmessa risulta, inoltre, che nel solo esercizio 2019 la Regione Lazio ha pagato importi pari a complessivi 56.51 milioni circa a seguito di pignoramenti mobiliari presso il tesoriere. Si osserva, peraltro, che per due pignoramenti effettuati nel 2019, di importo complessivo elevato, pari a 35,36 milioni circa, il pagamento risulta effettuato nel medesimo esercizio 2019. 55

A seguito di ulteriore approfondimento istruttorio, la Regione ha precisato che l’importo della cassa pignorata al 31.12.2019 è pari a 129.273.488,63 evidenziando che l’importo complessivamente pignorato per tutte le procedure esecutive mobiliari presso il proprio tesoriere – pari a 278.881.891,65 euro – si è nel tempo ridotto in ragione di vicende sopravvenute al pignoramento, attestandosi al 31.12.2019 all’importo di circa 129,27 milioni di euro, innanzi riportato.56

La consistenza della cassa pignorata della Regione risulta confermata dai dati SIOPE che, al 31.12.2019 evidenziano una quota vincolata di 129.273.488,63 su una giacenza complessiva di cassa di 1.394.932.837,02, come risulta dal prospetto che segue:

Tab. n. 74 - Quota vincolata 2019

Fonte: dati SIOPE

Osservando l’evoluzione nel tempo della “quota vincolata” della cassa a fine esercizio, i dati SIOPE mostrano un miglioramento rispetto al 31.12.2018, quando detta quota era pari a 174.070.077,36 (su una giacenza di cassa complessiva a fine esercizio di 827.914.131,08 euro), per come rappresentato nel seguente prospetto:

55 Il riferimento è ai pignoramenti relativi ai procedimenti R.G. 2019, n. 6852 (dal quale conseguono due pagamenti: uno di ca 33,08 milioni, l’altro di ca 2.13 milioni) e R.G. n. 4361/2019, da cui è conseguito un pagamento di 151.575,20 euro.

56 I chiarimenti in proposito sono stati chiesti alla Regione con nota prot. n. 3810 dell’1.7.2020, riscontrata dalla Regione con nota prot. 588875 del 3.7.2020.

Fondo cassa iniziale 827.914.131,08

Riscossioni totali 19.241.379.777,92

Pagamenti totali 18.674.361.071,96

Fondo cassa finale 1.394.932.837,04

Quota vincolata 129.273.488,63

% Quota vincolata sul

Fondo cassa finale 9,27%

147 Tab. n. 75 - Quota vincolata/cassa pignorata al 31.12.2018

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati rendiconto e SIOPE

Al 31.12.2017 la quota vincolata era pari a 235.821.264,26 euro, secondo i dati SIOPE.

Rileva la Sezione che il pur incoraggiante dato relativo alla (marcata) riduzione della quota vincolata dal 2017 al 2019, non può far passare inosservata la persistente grandezza finanziaria del dato, indice di un eccessivo numero di pignoramenti passivi.

In un’ottica comparativa, i dati SIOPE mostrano che al 31.12.2019 la Regione Lazio presenta la più alta quota di cassa vincolata dopo la Regione Campania, come evidenziato dalla tabella che segue:

Tab. n. 76 - Regioni - quota vincolata – Anno 2019

Fonte: elaborazione Corte dei conti su dati SIOPE

Fondo cassa iniziale 767.354.767,54

Riscossioni totali 21.527.689.686,49

Pagamenti totali 21.467.130.322,95

Fondo cassa finale 827.914.131,08

Quota vincolata 174.070.077,36

% Quota vincolata sul

Fondo cassa finale 21,03%

Regione Quota di cassa

vincolata

Campania 217.544.069,40

Lazio 129.273.488,63

Calabria 97.301.108,99

Puglia 26.008.038,49

Sardegna 7.876.240,32

Molise 5.310.427,63

Basilicata 4.199.366,92

Sicilia 4.157.625,07

Abruzzo 3.759.011,86

Piemonte 873.889,12

Veneto 323.340,92

Valle d'Aosta 305.943,61

Friuli-Venezia Giulia 134.992,80

Emilia Romagna 81.611,78

Marche 16.632,70

Lombardia 16.598,76

Umbria 0,00

Toscana 0,00

Trentino-Alto Adige 0,00

Liguria 0,00

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Alla luce dei dati che precedono, appare necessario che la Regione individui le cause alla base dell’elevato numero dei pignoramenti della propria cassa, assumendo idonee iniziative finalizzate a ridurre in maniera significativa i pignoramenti passivi, in modo da riportare gradualmente la consistenza finanziaria della cassa pignorata a livelli fisiologici.

Il tale prospettiva, necessaria appare l’individuazione, “a monte”, di eventuali settori dell’Amministrazione regionale che “producono” un eccesso di contenzioso passivo, in modo da individuare specifiche problematicità da risolvere.

“A valle” delle sentenze onerose, così come di qualunque altro atto di natura giurisdizionale idoneo a produrre una spesa per il bilancio pubblico, appare indispensabile che l’Amministrazione regionale adotti misure organizzative idonee a individuare in modo univoco il responsabile del procedimento non appena viene ad essa notificato un atto giudiziario avente natura di titolo esecutivo.

Si osserva, in proposito, che la procedura civile prevede un termine dilatorio di 120 giorni, a tutela del debitore pubblico, decorrente dalla notifica del titolo esecutivo. Prima del decorso di tale termine, il creditore munito del titolo esecutivo non può validamente notificare l’atto di precetto (con cui iniziano ad aumentare i costi a carico del debitore) né procedere al conseguente pignoramento (fonte di ulteriori “costi” a carico del debitore).

Appare pertanto necessario ottimizzare la gestione del termine dilatorio di 120 giorni per evitare i maggiori costi derivanti dall’esecuzione forzata, valutando al contempo ogni possibilità di rimozione/sospensione/riduzione del titolo esecutivo che, per ipotesi, potrebbe essere infondato, in tutto o in parte, e quindi meritevole di riforma mediante appropriato rimedio giurisdizionale.

L’implementazione di un adeguato sistema organizzativo idoneo a identificare il responsabile del procedimento non appena si riceve le notifica di un titolo esecutivo appare una esigenza imprescindibile, specie per un ente pubblico con un valore di contenzioso pendente molto elevato, come nel caso della Regione Lazio. Evidente, in proposito, appare il ruolo che dovrebbe assumere l’Avvocatura regionale, con le conseguenti responsabilità di valutazione e tempestiva gestione dei titoli esecutivi che, annualmente, vengono notificati alla Regione.

In sede di adunanza pubblica di “pre parifica” del 21 luglio 2020 è stato approfondito il problema della cassa pignorata: i rappresenti della Regione, in proposito, hanno riferito che

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circa il 70% della cassa pignorata al 31.12.2019 deriva da contenzioso sanitario. Le cause di tale contenzioso sono state indicate, genericamente, nella complessità del sistema sanitario regionale del Lazio e, più in particolare, nei rapporti con i soggetti privati

“convenzionati/accreditati”.57

L’amministrazione regionale, nella medesima sede, ha inoltre evidenziato la propria intenzione di migliorare la gestione dei titoli esecutivi per ridurre la consistenza della cassa pignorata. In sede istruttoria del 24.7.2020 sono state illustrate, in proposito, iniziative di riforma volte alla migliore gestione del menzionato termine dilatorio di 120 giorni. In particolare, è stata prospettata una modifica della periodicità delle leggi regionali di riconoscimento dei debiti fuori bilancio da sentenze, portandola dall’attuale cadenza semestrale ad una cadenza mensile, in modo da avere la “possibilità contabile” di effettuare i pagamenti, ove dovuti.

La Sezione prende atto delle iniziative in corso per migliorare la gestione del termine di 120 giorni decorrente dalla notifica del titolo esecutivo e riserva, in proposito, successive verifiche sulla loro graduale implementazione, anche in considerazione del concomitante potenziamento dell’Avvocatura regionale che è chiamata, in proposito, ad una attenta attività di valutazione sulla ottimale gestione di ogni titolo esecutivo passivo.

La complessiva e graduale integrazione di questi meccanismi, a partire dalla puntuale identificazione di aree di criticità perché produttive di eccessivo contenzioso, appare invero necessaria per la tutela degli equilibri di cassa e di bilancio nel suo complesso.