6. Strategia collaborativa, difficoltà e progetti dell’Istituto
6.6 Possibili accorgimenti utili a vantaggio della mission
Abbiamo visto come l’Istituto si specializzi a volte a supportare eventi di nicchia durante gli incontri organizzati che molto spesso però non coinvolgono un numero di persone soddisfacente. Sarebbe però sbagliato tagliare la partecipazione dell’Istituto a questi eventi come sarebbe sbagliato che l’Istituto non realizzasse queste occasioni di particolare interesse perché aiutano a mantenere i contatti con una rappresentanza culturalmente importante.
Non sono però questi i momenti di diffusione della cultura italiana a livello più ampio ed esteso, ma sono delle esperienze più di approfondimento che di conoscenza generale.
Per dare a questi eventi una utilità pratica si potrebbe inserirli in alcuni cicli di incontri che ruotino attorno ad un argomento o a un tema che funga da filo conduttore. Si ha a questo proposito l’impressione che spesso il programma dell’Istituto manchi di coesione negli incontri che propone.
Ipotizzando di essere un giovane australiano curioso, dimostrerei dell’interesse più facilmente per l’Istituto se questo proponesse una tematica sviluppata in un ciclo di incontri programmati. Sapere di poter
101 avere una visione approfondita e ben contestualizzata di un qualsiasi argomento tramite la frequenza cadenzata ad attività ed interventi invoglierebbe sicuramente di più la partecipazione rispetto alla proposta di singoli eventi scarsamente o per nulla contestualizzati, spesso riguardanti autori o artisti in Australia sconosciuti.
Ecco che quindi eventi come la presentazione del libro di poesie “A Rota” di Giuseppe Cannata acquisterebbero più significato se inseriti per esempio in un ciclo magari di cinque incontri sulla poesia contemporanea dialettale italiana dove si potrebbe trattare la questione in maniera più specifica ma allo stesso tempo si potrebbe catturare l’attenzione su una particolarità, quella dei dialetti, che in Australia non solo non è ben conosciuta ma è anche per nulla presente.
Presentare un volume come “A Rota” come un evento unico, senza seguito, è una scelta rischiosa e una sconfitta assicurata. Già la presentazione di un libro in italiano restringe il campo dei possibili destinatari, il fatto poi che questo volume sia in dialetto siciliano rappresenta un forte fattore discriminante. Non essendo presente poi alcuna traduzione o introduzione e spiegazione in inglese non si potrà mai arrivare a coinvolgere un pubblico australiano vero e proprio.
Porre queste esperienze in un contesto strutturato dà la possibilità all’Istituto di rispondere pienamente al suo ruolo.
Riprendendo il pensiero di un importante personaggio del mondo della cultura come Rino Carrieri è possibile affermare che non esiste una alta e una bassa cultura di per sé, è solo l’educazione che ci permette di fruire di un’arte.
Ed è proprio questo ruolo che deve svolgere l’Istituto ovvero esportare in Australia un nuovo tipo di cultura, deve far avvicinare più persone possibili alla cultura italiana vera e propria rispettando però le esigenze che un pubblico di questo tipo richiede.
Risulta inutile o quasi la proposta di una cultura troppo specialistica a meno che questa non sia ben confezionata.
102 Tornando all’esempio di Cannata, inserire l’evento in una idea più ampia ed articolata oltre ad una funzione educativa potrebbe attirare all’Istituto nuovi interessati in quanto il volume è presentato in collaborazione con la Famiglia Siciliana i cui membri potrebbero provare interesse in un approfondimento della materia.
Come il volume di Cannata così molte altre presentazioni e occasioni di incontro vedono la presenza di altre associazioni o enti e offrire più opportunità legate ad un tema programmato nel tempo può appunto coinvolgere un pubblico più numeroso.
Sembra invece che l’Istituto al posto di procedere con una organizzazione ben strutturata avanzi più spesso “a vista”. Questa tecnica offre il vantaggio di cambiare ed improvvisare quando più se ne ha voglia e se ne sente la necessità, lo svantaggio però è che l’impressione generale che traspare è quella di una attività scollegata e poco ragionata. Sicuramente non è facile realizzare un programma complesso, articolato e ben strutturato in quanto il tempo a disposizione per la programmazione è sempre poco, i fondi sono scarsi e probabilmente una volta intesa la direzione verso la quale muoversi il mandato di un direttore ormai volge alla conclusione.
Le grandi aziende studiano per anni i propri consumatori, ne studiano i bisogni, le scelte.
Ogni direttore invece ha solo quattro anni per entrare in un mondo completamente nuovo e capire una realtà assolutamente unica. Non è quindi facile intraprendere una programmazione e progettazione che funzioni fin da subito. Spesso è sbagliando e procedendo per tentativi che si individua la strada giusta.
È anche probabilmente vero che l’Istituto, trovandosi a mantenere i contatti con una moltitudine di interlocutori abbia perso in parte la propria identità.
Può essere quindi questa una causa del fatto che la programmazione più strettamente appartenente all’Istituto si presenti frammentata e tanto variegata.
103 La frammentarietà, che porta alla differenziazione è un altro fattore molto importante da tenere presente, infatti è il caso di guardare al tipo di proposta che l’Istituto offre.
Se pensiamo al fatto che l’età media della popolazione dello Stato del Victoria è di circa 37 anni, capiamo che si tratta di una popolazione estremamente giovane.
Vanno benissimo le tradizionali conferenze e presentazioni di libri ma potrebbe essere per l’Istituto una scelta vincente quella di inserirle alle attività legate al mondo dei giovani come per esempio gli aperitivi. Già la Società Dante Alighieri nell’anno 2012 ha attivato una serie di aperitivi per attirare le nuove generazioni. L’Istituto potrebbe conciliare l’idea dell’aperitivo con qualche tematica più strettamente culturale.
Una conferenza non deve per forza svolgersi in un ambiente formale e tradizionale. Nel paese dove poi la formalità praticamente non esiste, si potrebbero organizzare aperitivi culturali oppure puntare maggiormente sugli interessi dei giovani come ad esempio il cinema.
Sarebbe fattibile organizzare una piccola rassegna cinematografica, magari in lingua originale con sottotitoli in inglese.
Potrebbe risultare interessante ed utile inserire delle attività o degli interventi che mettano in collegamento l’Australia e l’Italia. Molti dei clienti dell’Istituto sono persone che amano trascorrere le vacanze in Italia e a cui piace tenersi informati sulle novità che accadono nel nostro paese. Sarebbe perciò interessante ideare qualche intervento che faccia riferimento a grandi mostre che si svolgono in Italia o a celebrazioni o ricorrenze. Ad esempio, se si inaugura una nuova collezione o una nuova mostra d’arte di qualche artista, potrebbe essere interessante organizzare una conferenza in merito. Allo stesso tempo se in Italia viene pubblicato un libro importante si potrebbe presentarlo ed introdurlo a Melbourne. In questo modo si può creare un collegamento diretto con l’Italia.
Queste sono tante piccole idee che potrebbero avvicinare un pubblico più ampio ma soprattutto giovane. Il vantaggio è poi quello di avere un costo praticamente pari a zero, infatti sono tantissimi gli sponsor e i partner
104 dell’Istituto che sono sempre ben disposti a concedere prodotti da utilizzare durante le inaugurazioni e le manifestazioni. Tra gli sponsor ci sono grandi nomi dell’industria alimentare italiana e australiana come San Benedetto, Divella, Pantalica cheese, Yellow tail wine e molti altri. Per quanto riguarda la parte finanziaria, una possibile via per aumentare le entrate potrebbe essere quella delle ricerca di fondi extra ministeriali tramite i corsi di lingua e il tesseramento dei soci. Questa risorsa è stata già presa in considerazione dal direttore Stefano Fossati ma si potrebbe cercare di sfruttarla ancora di più.
La campagna pubblicitaria intrapresa nell’anno 2012 è stata efficace perché compiuta in maniera forte e costante infatti il numero degli studenti è passato da 147 del terzo term del 2012 ( giugno-agosto) ai 213 del primo term del 2013 (dicembre-febbraio).
Per quanto riguarda il tesseramento dei soci invece, il numero dei membri non è cresciuto di molto ( ad esclusione dei soci entrati perché nuovi studenti).
Si potrebbe quindi, mantenendo costante la pubblicità, aumentare ancora il numero degli studenti in quanto vi sono tutti i presupposti necessari affinché questo avvenga. L’ottima preparazione del corpo docente, il fatto che tutti gli insegnanti siano di madrelingua italiana, l’aver accesso ad un ampia biblioteca e videoteca e i vantaggi offerti agli studenti, danno un altissimo standard di qualità e competenza che poche altre scuole assicurano.
Si potrebbe poi continuare il buon lavoro di reclutamento soci già iniziato da Fossati.
L’Istituto negli anni 2008-2012 ha impiegato alcune energie nella produzione di una tessera per i soci molto elegante che ha comportato l’utilizzo di nuove apparecchiature e di un nuovo programma. Un investimento di energie e di denaro che deve procedere di pari passo con una campagna di reclutamento soci altrettanto determinata e costante nel tempo.
105 Si è visto, tramite i corsi, che se l’interesse viene stimolato e se si riesce ad attirare l’attenzione del pubblico, questo poi risponde positivamente. Perché l’Istituto cresca di fama ed importanza c’è bisogno di continuità, ciò è possibile soltanto con il passaggio di conoscenze e con la condivisione dell’esperienza da un direttore all’altro.
In aggiunta, il mercato culturale è in continuo movimento ed è importante innovarsi continuamente e sperimentare qualcosa di nuovo ogni giorno, solo così si possono raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi.
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