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I possibili effetti dell’ampliamento della presenza statunitense nella città di Vicenza nella valutazione dei cittadini Vicenza nella valutazione dei cittadini

La valutazione dei possibili effetti da parte dei sostenitori e degli oppositori alla costruzione della base, in assenza di valutazioni effettive, è alla base del dibattito sia locale che nazionale circa le possibilità di ampliamento.

La lettura delle differenti valutazioni, oltre a fornire una visione delle differenti alternative, mostra come le varie argomentazioni vengano portate a sostegno delle proprie posizioni dalle parti in maniera differente.

All’interno delle motivazioni addotte dalle differenti parti, sono presenti sia effetti che si sviluppano a scala locale che implicazioni a scala sovra-locale.

A scala locale gli impatti economici vengono portati dai sostenitori della base, come principale motivazione a favore della sua costruzione.

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Tabella 9. Principali valutazioni da parte dei comitati pro e contro la costruzione della base

Effetti Oppositori Sostenitori

Economici

L’incremento occupazionale e l’indotto derivante dalla costruzione della nuova struttura sono sovra-stimati e la minaccia di ritiro della presenza militare statunitense anche dalla Caserma Ederle costituisce un ricatto per i cittadini di Vicenza. Costi per la collettività nazionale valutabili nel 41% del costo totale dell’opera

L’impatto economico costituisce la principale ragione di sostegno alla costruzione della nuova base (71%). Valutazione dei benefici diretti della presenza statunitense a Vicenza stimati in circa 150 milioni di euro annui. Benefici sull’occupazione per circa tre mila persone. Non esistono costi per il governo nazionale per quanto attiene alla costruzione.

Sicurezza

La creazione di una nuova installazione potrebbe rendere Vicenza maggiormente oggetto di attacchi terroristici. I militari statunitensi sono stati autori di crimini nei confronti della

popolazione vicentina e non puniti in quanto non soggetti alle leggi italiane.

La presenza di base militare statunitense porterebbe ad una maggiore tutela di Vicenza da parte delle forze dell’ordine.

Militarizzazione della città

L’incremento della presenza militare nella città porterebbe Vicenza ad essere una delle città con maggiore incidenza di militari stranieri rispetto alla popolazione locale.

Altre basi italiane (Camp Darby, Aviano) hanno un’estensione maggiore delle basi di Vicenza ed un rapporto tra militari statunitensi e residenti maggiore.

Destinazione d’uso

La base militare sarebbe utilizzata per trasferire i militari statunitensi nei teatri di guerra. L’aeroporto sarebbe utilizzato a finalità militari. Presenza di elementi NBC454.

La base non verrebbe utilizzata per attività di volo ma solo a fini abitativi ed addestrativi. Assente utilizzo di NBC

Utilizzo dell’aeroporto

L’utilizzo da parte degli Stati Uniti impedirebbe l’utilizzo dell’aeroporto a fini civili.

L’aeroporto verrebbe utilizzato anche a fini civili. I lavori condotti dagli Stati Uniti porterebbero migliorie al sito e permetterebbero anche voli notturni.

Ambiente

La base porterebbe ad un incremento della “cementificazione” della città; l’area potrebbe quindi essere destinata a verde pubblico. Impatto sul ciclo integrato delle acque (impatto stimato analogo a quello di 30000 abitanti) che costituisce, nel caso di Vicenza, un sistema già sensibile. L’utilizzo dell’aeroporto provocherebbe un deciso impatto acustico in una zona poco distante dal centro cittadino.

Gli episodi di inquinamento acustico registrati finora sono stati minimi. L’aeroporto non avrà intensa attività e quindi sarà basso il suo impatto acustico. Non sussistono problemi per le falde acquifere.

Urbanistica

Nonostante l’architettura palladiana prevista la base altererebbe il paesaggio vicentino in una zona centrale, Sull’area sottoposta al progetto sorgerebbero vincoli urbanistici derivanti dalla prossimità alla pista che le infrastrutture previste violerebbero

La presenza militare proteggerebbe la zona dalla possibile vendita e quindi da maggiore “cementificazione”.

Strategiche

La base di Vicenza sarebbe una parte centrale nelle politiche statunitensi e nelle guerre che stanno conducendo, in particolar modo in medio-oriente. La presenza statunitense a Vicenza deve essere eliminata

Necessità di mantenimento degli obblighi presi con gli Stati Uniti. Importanza della base di Vicenza nella contrapposizione al terrorismo Fonte: Elaborazione propria

454

174 L’impatto positivo della presenza statunitense sull’economia di Vicenza, nel quale una parte decisa è costituita dalle implicazioni sul mercato del lavoro, viene considerato sia per quanto attiene l’incremento di occupazione che potrebbe derivare dalla costruzione della nuova installazione sia in relazione al potenziale rischio che un rifiuto della costruzione della base nell’area del Dal Molin possa portare all’allontanamento dei militari statunitensi da Vicenza con implicazioni sull’attuale situazione. Attualmente sono impegnati nella base circa 750 cittadini vicentini455. L’impatto diretto viene valutato dai sostenitori della base, facendo riferimento alla sola caserma Ederle, ad oltre 200 milioni di Euro l’anno (Tabella 10). La presenza della base statunitense, secondo quanto dichiarato dal console statunitense in Italia, porta all’economia vicentina valori stimabili intorno ai 176 milioni di euro annui. La costruzione di nuove strutture, ed il conseguente alloggio di ulteriori militari statunitensi, porterebbe questa cifra ad oltre 304 milioni a partire dal 2012456. La composizione dell’impatto economico diretto della presenza militare, in relazione alla caserma Ederle, è principalmente derivante, stando a quanto esposto nel Consiglio comunale del 25 maggio 2006, dalla spesa per beni e servizi457 (Tabella 10).

Tabella 10. Impatto diretto stimato della presenza militare statunitense nel 2006

Voce di spesa Spesa (€) Acquisto di beni e servizi vari 118.000.000 Appartamenti in affitto tra privati 19.000.000 Spese per infrastrutture 10.000.000 Spese per retribuzioni 23.500.000 Appartamenti in affitto al governo 8.000.000

Totale 178.500.000 Fonte: elaborazione propria su dati Vivian E. (2006a)458

La portata del possibile impatto economico della costruzione di una nuova base statunitense, e gli effetti dell’attuale presenza di militari statunitensi sull’economia della città, non costituiscono elemento del dibattito circa la possibile costruzione delle nuove infrastrutture militari. Gli oppositori alla costruzione della base, più che su valutazioni circa l’effettivo peso sull’economia della presenza statunitense, pongono infatti l’attenzione sull’utilizzo del tema economico all’interno del dibattito circa l’ampliamento

455

http://www.sidalmolin.it/IlProgetto/tabid/64/language/it-IT/Default.aspx.

456

DESIDERIO A.(2007B), op. cit.

457

VIVIAN E. (2006A), Osservazioni sulla proposta di insediamento di una nuova base usa in Vicenza aeroporto “T. Dal Molin”, Presentazione al convegno “Vicenza – Quale futuro per la città?”, Vicenza, 23 settembre 2006.

458

Le lievi differenze sono frutto delle approssimazioni con l’originale sono frutto dell’approssimazione; i dati originali erano infatti espressi in dollari, ma al fine di renderne più immediata la comprensione, li si è trasformati in euro.

175 del Dal Molin. La presenza di effetti economici, e le possibili ripercussioni sull’economia vicentina di un abbandono della città da parte delle forze armate statunitensi, vengono infatti considerati dai movimenti di opposizione alla costruzione, di un ricatto esercitato dai promotori e dai sostenitori del processo di ampliamento, verso i cittadini vicentini. Allo stesso tempo, l’attenzione dei comitati di opposizione, mette in evidenza il costo per la collettività italiana della costruzione; l’Italia dovrebbe, stando alle loro analisi, contribuire al costo per il 41% del totale. La necessità di contribuzione da parte italiana, sulla cui esistenza ed entità si dovrebbe fare riferimento agli accordi stipulati dai governi e non esistono prassi cui fare riferimento certo, viene individuata invece, da parte dei movimenti a sostegno della costruzione, come dipendente dalla partecipazione italiana alla NATO. Le spese per la costruzione della base, stando a quanto detto dai comitati sostenitori, verrebbero sostenute dalla NATO in proporzione al contributo che gli Stati Uniti danno al finanziamento della NATO stessa; stando a questo ragionamento, poiché gli Stati Uniti finanziano la NATO per il 35% delle sue spese, la costruzione del Dal Molin verrà finanziata per il 35% dalla stesa NATO; a prescindere dalla sua localizzazione, l’Italia dovrà partecipare al finanziamento delle basi necessarie agli Stati Uniti, per la sua quota all’interno della NATO459.

Nonostante lo scarso peso che le basi hanno sull’economia delle città che le ospitano, come evidenziato da numerosi studi, nonché la necessità di non creare economie militarizzate, basate quindi esclusivamente sulla presenza militare, come evidenziato dal Gen. Mini, le tematiche economiche sono quelle che hanno, sull’opinione pubblica, un impatto maggiore.

Un tema centrale nella discussione circa l’ampliamento della base è individuato dalle possibili conseguenze sulla sicurezza. Le possibili implicazioni della presenza di basi militari sulla sicurezza delle città che le ospitano posso essere, come esaminato in precedenza, analizzate da differenti prospettive. La presenza di una base militare può quindi essere letta sia come fonte di sicurezza, per la presenza di maggiori controlli da parte delle forze dell’ordine, che fonte di insicurezza, aumentando la sua possibile esposizione ad attacchi terroristici e per le possibili attività criminose perpetrate dai militari stanziati all’interno della base. Nel caso della base di Vicenza, gli effetti sulla sicurezza

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La presenza di queste modalità di finanziamento potrebbe essere dai promotori individuata come estensione delle modalità di finanziamento previste per le sole parti condivise all’interno delle basi utilizzate dagli Stati Uniti in paesi NATO. Come nel caso di Sigonella, infatti, le infrastrutture ad uso congiunto sono parzialmente pagate con fondi NATO. Pur ammettendone l’esistenza, l’autore si dissocia dall’analisi e ne riporta i contenuti al solo fine di analisi del dibattito.

176 vengono maggiormente percepiti da chi si dichiara contrario alla costruzione della base; oltre il 27% di loro, infatti, motiva proprio con la maggiore esposizione della città Vicenza a possibili attacchi terroristici la propria contrarietà alla costruzione. La presenza di un numero maggiore di militari statunitensi, provocherebbe invece, stando a quanto detto dagli oppositori alla base, una crescita di importanza della città nelle valutazioni delle forze di polizia nazionale, aumentandone il controllo e, conseguentemente, la sicurezza.

L’incremento dei militari statunitensi stanziati a Vicenza, susseguente alla costruzione di nuove basi nella città, potrebbe portarla ad essere, secondo gli oppositori alla costruzione, una città ad elevata militarizzazione. I militari dislocati a Vicenza, a seguito della costruzione della nuova base nell’aeroporto Dal Molin, dovrebbero diventare oltre 4000460. La presenza militare, in proporzione agli abitanti, sarebbe, come evidenziato dai sostenitori del progetto, inferiore a quella che si ha in altre città italiane. La presenza militare, tuttavia, nonostante la diffusione di installazioni nella città di Vicenza, non si distribuisce uniformemente ma presenta maggiori concentrazioni nell’area dove è localizzata la caserma Ederle; la militarizzazione urbana andrebbe quindi letta ad una scala inferiore anche a quella comunale.

All’interno delle motivazioni portate dagli oppositori alla costruzione della nuova base statunitense, un ruolo importante viene svolto dalle tematiche ambientali e da quelle connesse alla mobilità, che costituiscono la principale causa di opposizione per circa un quarto della popolazione contraria461.

Numerosi studi sono infatti stati svolti circa le possibili implicazioni di carattere ambientale e circa l’utilizzo di risorse da parte della base. L’utilizzo di risorse a seguito della costruzione della base dovrebbe incrementare il fabbisogno della città di Vicenza più del numero dei militari ospitati; le basi militari, per via della loro attività, potrebbero infatti portare ad un utilizzo più intensivo delle risorse energetiche (Tabella 11). La base militare dovrebbe inoltre avere effetti dannosi sulle falde acquifere localizzate in prossimità al territorio dove dovrebbe essere impiantata, incidendo in maniera decisa sul delicato sistema idrico vicentino462.

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Anche sulla presenza militare prevista ed attuale le indicazioni sono totalmente differenti. I sostenitori della base, sovrastimandone il numero, indica in oltre dieci mila i militari statunitensi presenti attualmente nel territorio vicentino; il loro numero dovrebbe raggiungere circa quindici mila unità.

461

DEMOS &PI (2006), La questione Dal Molin, Indagine Demos & Pi sugli orientamenti dei cittadini di Vicenza e Caldogno, Vicenza, Ottobre 2006.

462

VIVIAN E. (2006), Progetto Dal Molin – Impatto ambientale ed utilizzo delle risorse, Vicenza 2006, disponibile su http://www.altravicenza.it/dossier/dalmolin/doc/20061201comitati01.pdf.

177 Connesse alle tematiche ambientali sono i problemi derivanti dall’utilizzo di materiali nucleari, biologici e chimici (NBC). Il territorio vicentino ha ospitato, a seguito della presenza militare statunitense, materiale nucleare, in larga parte stanziato nel sito di Longare.

Tabella 11. Consumi risorse previste per base Dal Molin

Ambito Consumo Citttadini equivalenti Acqua 3,15 milioni m3 anno 30.000 Energia elettrica 30,59 milioni Kw/anno 26.000

Gas 2,114 milioni m3 anno 5.500 Fonte: elaborazione propria su Vivian E. (2006)

La città di Longare è stata infatti sede di depositi di materiale nucleare dal 1954 al 1992, in un sito, il site Pluto, collegato, attraverso una fitta rete di cave sotterranee al sito di Tormento. La possibilità di utilizzo di materiali NBC da parte dei militari stanziati nel Dal Molin appare evidente, stando a quanto detto da parte degli oppositori alla base, data la costruzione di strutture idonee alla loro gestione.

La destinazione d’uso dell’aeroporto, inoltre, divide decisamente l’opinione pubblica vicentina. All’interno della scarsa chiarezza da parte degli Stati Uniti sull’effettivo ruolo che dovrà svolgere l’aeroporto Dal Molin, le due parti ne ipotizzano usi differenti. Gli oppositori alla costruzione propendono infatti per un effettivo e completo utilizzo dell’aeroporto da parte degli Stai Uniti con implicazioni sia sulle possibilità di uso a fini civili, che verrebbe di fatto impedito, che sul derivante inquinamento acustico. I sostenitori della costruzione della base, invece, ipotizzano uno scarso utilizzo da parte degli Stati Uniti dell’aeroporto ed un incremento delle sue possibilità di utilizzo a finalità civili grazie alle migliorie apportate dal governo statunitense per renderlo funzionale alle proprie esigenze.

Le motivazioni del dibattito circa la base, accanto ai possibili effetti che si potrebbero avere a scala locale, si estende a tematiche più ampie connesse alla presenza statunitense in Italia ed alla intera politica estera degli Stati Uniti. La possibilità che dalla base di Vicenza possano prendere avvio gli interventi degli Stati Uniti, in una sorta di complicità indiretta tra le forze armate statunitensi e la città che ospita le basi, rappresenta una delle principali motivazioni di chi è contrario alla costruzione della base. Allo stesso tempo la necessità di

178 concedere parti di territorio agli Stati Uniti, in quanto alleato italiano, e di mantenere gli impegni presi, costituisce una delle principali motivazioni di chi si dichiara favorevole463. L’incremento della presenza militare statunitense, tuttavia, non viene allo stesso modo percepito da parte della popolazione; l’11% di chi si dichiara favorevole alla costruzione della base, infatti, fa derivare le proprie motivazioni dalla assenza di decisi cambiamenti. L’analisi delle differenti valutazioni circa gli effetti della presenza militare, oltre ad evidenziare le profonde discordanze tra i differenti attori, mette in luce il peso che le varie tematiche hanno nella formulazione delle posizioni.

Il differente peso che viene dato dalle due parti sulle stesse tematiche, oltre a differente sensibilità rispetto ai temi, mostra anche la volontà di centrare su alcune argomentazioni la propria posizione. Il dibattito circa i possibili effetti della presenza statunitense, sia attuale che prevista, non viene sviluppato, dalle due parti, sulle stesse tematiche, portando a sostegno delle proprie posizioni, in un confronto che appare difficilmente risolvibile, elementi classici della presenza militare estera. La costruzione di argomentazioni appare quindi essere in parte il riflesso, sul tema della costruzione di una nuova base a Vicenza, di un portato ideologico più ampio.

5.6 L’opposizione locale alle grandi infrastrutture: tra interessi locali e spinte