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POSSIBILI IMPATTI POSITIVI SULL’AMBIENTE E SULLA COLLETTIVITÀ IN GENERALE CONSEGUENTI ALL’INTRODUZIONE DELLA

NORMATIVA ATTUALMENTE IN VIGORE IN TEMA DI INFORMATIVA NON

FINANZIARIA DI BILANCIO

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(D.LGS. 254/2016)

A seguito di una sola e semplice lettura del titolo, potrebbe sembrare che il fine ultimo di tale terzo capitolo sia quello di rispondere al quesito “quali potrebbero essere i possibili impatti positivi su ambiente e collettività in generale conseguenti all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016?”, e, dunque, potrebbe apparire come una cosa quasi ovvia e scontata che a seguito dell’introduzione del decreto legislativo 254/2016 in materia di informativa non finanziaria di bilancio conseguano impatti positivi su ambiente e collettività in generale. A ben vedere, in realtà, non è cosa così ovvia e scontata che a seguito dell’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 in materia di informativa non finanziaria di bilancio conseguano impatti positivi su ambiente e collettività in generale (a seguito dell’entrata in vigore di tale decreto legislativo potrebbe derivare qualche impatto positivo su ambiente e collettività in generale, così come potrebbe anche invece non derivare alcun impatto positivo su di essi).

Il verificarsi o meno di un qualche impatto positivo sull’ambiente e sulla collettività in generale conseguente all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 è una circostanza che dipende dalla presenza o meno all’interno delle aziende stesse di una cultura in materia di sostenibilità: se il documento DNF ex decreto legislativo 254/2016 è visto dalle aziende che lo redigono quale documento atto a riflettere agli stakeholder aziendali esterni una più profonda e radicata cultura aziendale circa tutte quelle tematiche rientranti sotto il cappello della sostenibilità, allora è molto probabile che dall’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 possano discendere e dunque derivare degli impatti positivi sull’ambiente e sulla collettività in generale; se invece la stesura di tale documento è vissuta dalle aziende come un mero obbligo giuridico a cui è necessario adempiere nel minor tempo possibile e con il minor sforzo possibile e, dunque, se tale documento non riflette alcuna più profonda cultura

180 N.B: scrivendo “informativa non finanziaria di bilancio” intendo sintetizzare la più lunga frase

“informativa non finanziaria contenuta nel bilancio d’esercizio e nelle relazioni a suo corredo” (informativa non finanziaria di bilancio = informativa non finanziaria contenuta nel bilancio d’esercizio

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aziendale circa la sostenibilità, allora in tal caso è ovvio e scontato che non ci sarà alcun impatto positivo su ambiente e collettività in generale conseguente all’entrata in vigore del decreto legislativo di cui poc’anzi.

Da quanto appena illustrato, capiamo quindi che la domanda che dobbiamo porci e a cui quindi dobbiamo rispondere non è tanto “quali potrebbero essere i possibili impatti positivi su ambiente e collettività in generale conseguenti all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016?”, ma è invece “l’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 è probabile

comporti o meno il verificarsi di impatti positivi sull’ambiente e sulla collettività in generale?”,

ed è proprio a quest’ultimo quesito che ora cercheremo di rispondere.

Come poc’anzi affermato, il verificarsi o meno di un qualche impatto positivo sull’ambiente e sulla collettività in generale conseguente all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 è una circostanza che dipende dalla presenza o meno all’interno delle aziende stesse di una cultura in materia di sostenibilità. Capiamo quindi che, per rispondere alla domanda “l’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016 è probabile comporti o meno il verificarsi di impatti positivi sull’ambiente e sulla collettività in generale?” dobbiamo preliminarmente rispondere alla domanda “nella gran parte delle aziende è attualmente presente e dunque riscontrabile una forte e radicata cultura in materia di sostenibilità?”.

Come già detto in parti precedenti di questo elaborato, al giorno d’oggi non è ancora poi così facile trovare aziende caratterizzate dalla presenza di una forte cultura in materia di sostenibilità, di conseguenza deduciamo che, se la situazione rimane questa e se quindi tale cultura non inizia a diffondersi maggiormente181 tra le aziende, è assai difficile immaginare ed

ipotizzare il verificarsi di impatti positivi su ambiente e collettività in generale conseguenti all’introduzione del decreto legislativo 254/2016.

È tuttavia cosa auspicabile che la situazione non rimanga questa, ma che invece questa cultura in materia di sostenibilità inizi a diffondersi maggiormente tra le aziende e quindi inizia ad essere una caratteristica tipica, se non di tutte, almeno di gran parte di queste, così che si possa sperare nel verificarsi di qualche impatto positivo sull’ambiente e sulla collettività in

181 N.B: scrivo “maggiormente” in quanto, in realtà, al giorno d’oggi sono già rintracciabili aziende

attente a tutte quelle tematiche inerenti alla sostenibilità, tuttavia tali organizzazioni non sono ancora abbastanza.

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generale conseguente all’entrata in vigore del decreto legislativo 254/2016, impatto questo assai desiderabile e ciò alla luce delle numerose problematiche ambientali che stanno sempre più emergendo a prova del fatto che il mondo sta soffrendo.

Ma ecco che allora sorge spontanea la domanda: come si potrebbe fare, quali strumenti e mezzi si potrebbero utilizzare per diffondere maggiormente tra le aziende questa tanto nominata cultura in materia di sostenibilità?

Come ben sappiamo, le aziende sono formate da individui, di conseguenza, se vogliamo che l’azienda sia caratterizzata da una forte e radicata cultura in materia di sostenibilità, dobbiamo innanzitutto diffondere tra i singoli individui tale cultura.

In che modo, attraverso l’impiego di quali strumenti è possibile sensibilizzare i singoli individui in merito a tutte quelle tematiche inerenti alla sostenibilità?

Molteplici e tra loro assai diversi sono gli strumenti per mezzo dei quali è possibile operare questa sensibilizzazione degli individui circa tali tematiche, e, dunque, per mezzo dei quali è possibile diffondere maggiormente tra essi una forte cultura in materia, tuttavia, non essendo l’elenco di tali strumenti il principale oggetto di studio di tale elaborato, ho ritenuto opportuno riportare di seguito solo quelli che, a mio avviso, sono, tra tutti, gli strumenti dal cui impiego deriverebbe la maggior diffusione:

 Come ben sappiamo, la pubblicità, in tutte le sue diverse forme, ha ormai invaso la vita di tutti noi, di conseguenza capiamo che valido ed efficace potrebbe rivelarsi un suo maggior* utilizzo quale mezzo di sensibilizzazione degli individui in merito alle tematiche ambientali e inerenti alla sostenibilità in generale;

 Un maggior* numero di convegni e conferenze, possibilmente a libero accesso (no pagamento), in cui vengano illustrate quelle che sono le più rilevanti problematiche ambientali conseguenti all’inquinamento in generale, ivi quindi e soprattutto compreso quello generato dalle aziende;

 L’ inserimento, fin dalle scuole dell’infanzia, di nuove materie di studio che affrontino tutte quelle che sono le tematiche inerenti alla sostenibilità evidenziando come un atteggiamento poco sostenibile possa danneggiare l’ambiente e dunque la collettività stessa.

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(*Osservazione: scrivo “maggior utilizzo” degli strumenti pubblicitari e “maggior numero” di convegni e conferenze in quanto sono consapevole che già attualmente esistono pubblicità e vengono fatti convegni e conferenze in materia di sostenibilità, tuttavia l’ignoranza ancora diffusa in materia è, a mio parere, indice del fatto che queste pubblicità, questi convegni e conferenze sono ancora troppo pochi e troppo poco invasivi e, dunque, andrebbero aumentati e resi più incisivi al fine di sensibilizzare maggiormente l’umanità, la collettività in generale e quindi anche e soprattutto le imprese sul tema).

La situazione attuale è pertanto migliorabile e ciò, a ben vedere, vale non solo con riferimento alle grandi organizzazioni obbligate – ex articolo 2 del decreto legislativo 254/2016 – alla stesura di DNF conformi a quanto sancito dal decreto legislativo 254/2016, bensì anche con riferimento a quelle società che non rientrano nell’ambito di applicazione del decreto legislativo 254/2016 (intendo riferirmi a tutte quelle società che non sono obbligate182 – ex

articolo 2 del decreto legislativo 254/2016 – a redigere DNF conformi a quanto sancito dal decreto legislativo 254/2016, ma che invece devono, se necessario183, trattare gli argomenti

attinenti alla sostenibilità nella relazione sulla gestione ex articolo 2428 del Codice Civile): solo quando sia nelle grandi organizzazioni che devono – ex articolo 2 del decreto legislativo 254/2016 – applicare quanto disposto dal decreto legislativo 254/2016 sia nelle società che invece devono applicare l’articolo 2428 del Codice Civile sarà ampliamente e maggiormente diffusa la cultura della sostenibilità, solo allora la comunicazione verso l’esterno delle informazioni attinenti alle tematiche socio-ambientali (informazioni non finanziarie), indipendentemente ed indifferentemente dal documento in cui queste saranno inserite (DNF ex decreto legislativo 254/2016 o relazione sulla gestione ex articolo 2428 Codice Civile), avrà un impatto realmente positivo non solo in termini di informativa destinata ai terzi, bensì anche a livello di ambiente, collettività, e sostenibilità in generale.

182 Ricorda che, tuttavia, ex articolo 7 del decreto legislativo 254/2016, anche tali società possono, se

vogliono, redigere DNF conformi a quanto disposto dal decreto legislativo di cui sopra ottenendo così la facoltà di apporre ad esse (alle DNF) la dicitura di conformità allo stesso.

183 N.B: scrivo “se necessario” in quanto, a ben vedere, l’articolo 2428 C.C. recita “[…] L'analisi di cui al

primo comma […] contiene […] gli indicatori di risultato finanziari e, se del caso, quelli non finanziari pertinenti all'attività specifica della società, comprese le informazioni attinenti all'ambiente e al personale […]”.

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