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3. ANALISI DEL PROGETTO SOTTO IL PROFILO DEI CONTENUTI

3.2 I progetti di solidarietà: il Market Solidale e la Mensa

3.2.1 Il Market Solidale e la Mensa: finalità e definizioni

3.1.2.3 La povertà a più dimensioni

L'ampliamento del campo di analisi rispetto alla sola variabile economica consente di leggere il fenomeno in esame come “l'esito di una biografia (ma anche di una socialità) sulla quale pesa l'effetto congiunto e

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combinato di molteplici e distinti fattori, materiali e non, personali e collettivi”33 e di coglierne altresì la graduabilità e la variabilità della durata34.

Tali fattori sono solitamente individuati nella salute, nell'istruzione, nel lavoro, nell'abitazione, nella solidità delle reti di relazioni, nella sicurezza del contesto in cui si vive, nella salubrità dell'ambiente.

Un autorevole e suggestivo esempio di questo tipo di impostazione è dato dall'approccio seniano, in base al quale assumono un valore determinante del fenomeno non solo i diversi fattori sopra indicati e le loro combinazioni, ma anche le possibilità individuali di tradurre il possesso delle risorse “in capacità di esercitare delle funzioni necessarie per la soddisfazione dei bisogni. … L'idea alla base di questa distinzione è che possesso e controllo delle risorse siano due cose differenti che non sempre vanno di pari passo.”35 e che “l’uguaglianza nello spazio delle risorse potrebbe non coincidere con l’uguaglianza delle libertà individuali di autorealizzazione e autodeterminazione nel conseguimento di elementi di valore, cioè con le capacità di condurre una vita accettabile”.36

Dunque l'attenzione si sposta dalla misurazione del valore economico in sé dei beni posseduti alla possibilità delle persone di convertire le caratteristiche proprie dei medesimi beni in capacità di promuovere i loro scopi, che a loro volta dipendono dalle caratteristiche individuali (originarie

33 Tomei, G., “Dalla povertà all'impoverimento. Definizioni e metodologie per uno spostamento di prospettiva”, in Capire la crisi. Approcci e metodi per le indagini sulla povertà, Plus – Pisa University Press, 2011

34 Graduabilità significa che è preferibile considerare la povertà come una situazione che si manifesta con modalità e gradi diversi, piuttosto che come un attributo del quale si può parlare in termini netti di presenza o assenza. Variabilità della durata è invece indicativo in termini temporali sia dei percorsi di entrata ed uscita dalla situazione di povertà, sia della permanenza della stessa, sia della possibile ricorrenza del fenomeno nelle varie fasi di vita.

35 Matutini, E. “Povertà come scarsezza e come inadeguatezza di risorse: il contributo del capability approach allo studio dei processi di impoverimento”, in Capire la crisi. Approcci e metodi per le indagini sulla povertà, Plus – Pisa University Press, 2011

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o acquisite) dei soggetti e dai fattori economici e sociali che caratterizzano il loro contesto sociale.37

Si comprende pertanto come, secondo questo tipo di impostazione, nell'analisi del fenomeno povertà assuma rilevanza determinante la mancanza della libertà - sotto l'aspetto di capacità e possibilità - di un individuo di scegliere di condurre un certo tipo di vita piuttosto che un altro (laddove invece il benessere si identifica con la libertà individuale di vivere la vita a cui si dà valore di vivere).38

Il considerare la povertà in questi termini comporta un rovesciamento di prospettiva, non solo sotto il profilo dell'analisi del fenomeno, ma anche in termini di politiche economiche e sociali, consentendo di focalizzare l'attenzione sulla qualità della vita e di passare dal mero soddisfacimento di bisogni alla costruzione di schemi e relazioni sociali in grado di compensare le dis-abilità individuali e di consentire ai soggetti di realizzarsi, mediante la promozione delle loro potenzialità e competenze e l'incentivazione del loro protagonismo, nell'individuazione dei loro stessi bisogni e delle strategie.

37 Si tratta dei cd. funzionamenti, “stati di essere e di fare”, situazioni che gli individui intendono raggiungere o porre in essere (ad esempio, essere sufficientemente nutriti, essere in buona salute) (“una misura diretta di quello che una persona è in grado di fare e di essere grazie al possesso di un paniere di beni dato (commodities)...Un funzionamento è qualcosa che si differenzia sia dal fatto di possedere un bene, rispetto al quale è successivo, sia dall'utilità, espressa nella forma della felicità, derivante dal funzionamento, rispetto alla quale è antecedente”, Matutini, E., cit.)

38 È ciò che viene indicato come la capability di una persona, ovvero “l’insieme delle combinazioni alternative di funzionamenti che essa è in grado di realizzare. È dunque una sorta di libertà: la libertà sostanziale di realizzare più combinazioni alternative di funzionamenti (o, detto in modo meno formale, di mettere in atto più stili di vita alternativi)” (Sen A.K., Lo sviluppo è libertà, Mondadori Milano, 2000). La variabile reddito non è più la determinante principale del benessere e viene in considerazione nella misura in cui incide sulla capability: “non voglio negare che l’incapacitazione di un individuo possa essere strettamente legata a un basso reddito, anzi c’è un nesso in entrambe le direzioni: il basso reddito può essere una delle principali cause di analfabetismo, cattiva salute, fame e denutrizione, e viceversa, l’istruzione e la buona salute facilitano l’ascesa del reddito. Queste correlazioni vanno conosciute in tutta la loro portata; ma esistono anche altri fattori che influiscono sulle capacitazioni di base e le libertà effettive dei singoli, e abbiamo delle ottime ragioni per studiarne la natura. Di più: proprio perché privazione di reddito e incapacitazione sono spesso fortemente correlate, diventa allora essenziale non farsene ipnotizzare fino a pensare che conoscere la prima significhi in qualche modo saperne abbastanza della seconda” (Sen A.K., cit.)

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Quanto sopra dovrà tenersi in considerazione, per quanto possibile e fatte le dovute distinzioni, anche nell’approcciare la progettazione di un intervento minimale, non risolutivo e certamente non strutturale, quale quello oggetto di analisi. È infatti evidente che non avrebbe alcun senso investire tempo e risorse, pubbliche e private, solo per replicare, con lievi modifiche, ciò che già esiste.

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