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2.3 XIV-XV secolo

2.3.1.2. Pozzo di Largo Pazzola

Il riempimento di un pozzo individuato in Largo Pazzola37 si è rivelato una preziosa fonte di informazioni per la storia della città fra XV e XVI secolo. La notevole presenza di materiali ceramici andrebbe ricondotta ad un sorta di discarica di una casa/laboratorio ceramico, ubicata nelle vicinanze. Tra i reperti più rilevanti si possono citare alcuni boccali di graffita policroma ligure e di maiolica arcaica savonese, una maiolica recante lo stemma di un'importante famiglia ligure e una placca in bronzo con l'incisione di un S.Giorgio a cavallo. Questi ultimi, in particolare, parrebbero costituire una testimonianza della presenza di mercanti liguri in città; a personaggi di rango elevato va, infine, ricondotto uno sperone bronzeo su cui è impressa la scritta "Amor".

Il materiale faunistico, attribuibile a quattro unità stratigrafiche databili al XV secolo, si presenta in un ottimale stato di conservazione. Complessivamente sono stati determinati 679 frammenti, cui si aggiungono 84 costole e 40 vertebre; i frammenti rimasti indeterminati sono 297.

NR NMI

Patella caerulea L. 5

Patella ferruginea Gmelin 6 Pulmonata 1 Helix aspersa O.F.Müller 1

Glycymeris sp. 1

Aves 3

Gallus gallus L. 5 2

Canis familiaris L. 4 1

Felis catus L. 2 1

Sus scrofa domesticus L. 49 7

Cervidae 4 1

Cervus elaphus L. 3 1

Dama dama L. 2 1

Bos taurus L. 467 21

37

Via Pazzola è una parallela di Via Turritana, che unisce Via Università e Via Canopolo; lo slargo è situato in prossimità dell'intersezione con Via Quartiere Vecchio. Lo scavo archeologico è stato condotto sotto la direzione scientifica di D. Rovina, funzionario archeologo per la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Sassari e Nuoro, con l’assistenza in cantiere dell’archeologo F.G.R. Campus. La quantificazione e lo studio dei materiali ceramici rinvenuti nel riempimento è stato condotto da M. Fiori e dagli altri archeologici dell'associazione Laboratorio Provvisorio.

Capra hircus L. 7 3

Ovis aries L. 21 4

Ovis vel Capra 91 7

Equus sp. 1 1

Equus asinus L. 4 1

Equus caballus L. 2 1

Tabella 12: Pozzo di Largo Pazzola. Quantificazione dei frammenti determinati.

La prevalenza di parti anatomiche poco ricche di carne, quali cavicchie, ossa craniali e carpali/tarsali, farebbe pensare a scarti di macellazione, sebbene alcuni segni rilevabili sull'estremità distale dei metapodi e a livello dell'orbita siano comparabili con quelli derivanti dal recupero delle pelli (Albarella 2003: 73-74).

Ovic. Cap. Pec. Bue Maia. Equ. Cav. Asino Cer. Cervo Daino Cane Gatto

Corna/cavic. 6 3 3 36 2 Cranio 4 3 32 3 1 1 2 Masc./Mand. 17 19 14 1 1 Denti 9 12 12 Atl./epistr./c vert. 6 1 3 18 Cinto scapolare 8 1 19 1 Arto anteriore 11 3 4 59 9 2 1 1 1 Carpo/Tarso 2 7 158 6 2 1 Cinto pelvico 3 16 2 1 1 Arto posteriore 25 84 2 1 1 1 1 Falangi 14 Totale 91 7 21 467 49 1 2 4 4 3 2 4 2

Tabella 12: Pozzo di Largo Pazzola. Ripartizione dei frammenti fra le parti anatomiche.

1,6% 1,0% 7,2% 17,5% 68,8% 0,4% 1,3% 2,1% 0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Molluschi Caccia Altri

selvatici

Bovini Ovicaprini Maiali Equini Altri

domestici

si va da quelle piccole, con una leggera curvatura e nessuna torsione a quelle particolarmente sviluppate, curve e ritorte. I segni di macellazione sono piuttosto frequenti, soprattutto su capo e arti; sono presenti alcune tracce dovute all’azione del fuoco, sebbene piuttosto rare.

Bos taurus 7- 1-m 12- 15m 15- 18m 15- 20m 20 24m 2a. 2½ 3 a. 3a. ½ 3½ 4a. NF F NF F NF F NF F NF F NF F NF F NF F NF F Scap.-proc.corac. 9 omero pross. 1 1 omero distale 11 radio prossimale 11 radio distale 2 5 ulna prossimale ulna distale Cox.-centri princ. 1 7 femore pross. 2 9 femore distale 1 tibia pross. 4 tibia dist. 6 14 calcaneo 3 12 metapodi 13 28 I falange 2 5 II falange 2

Tabella 13: Pozzo di Largo Pazzola. Mortalità dei bovini.

La maggior parte degli individui ha un'età compresa fra i due-quattro anni; si segnala un soggetto molto giovane, di età inferiore ai sette mesi. L'assenza di individui anziani farebbe pensare a carne di prima scelta per il soddisfacimento dei bisogni alimentari delle classi più agiate. Gli indici metapodiali per la determinazione del sesso non hanno fornito risultati precisi; solo in due casi sembra accertata la presenza di individui di sesso femminile; negli altri i valori si sovrappongono fra le diverse categorie (femmina, maschio, castrato). E’stato, invece, possibile calcolare diverse altezze al garrese, per le quali si è ottenuto un valore medio di 107,08 cm con un massimo di 125,94 e un minimo di 108,29 cm; l'altezza al garrese per le due femmine è pari, rispettivamente, a 111,2 cm e 115,8 cm. Un metatarso prossimale presenta il tipico allargamento dell'epifisi riconducibile a stress fisico.

altezze al garrese (in mm)

1250 1300

Figura 21: Pozzo di Largo Pazzola. Altezze al garrese dei bovini.

Figura 22: Metatarso bovino prossimale con patologia da lavoro.

Gli ovicaprini sono rappresentati, complessivamente, da 119 frammenti. Dal punto di vista morfologico, sia per la capra che per la pecora, sono stati riscontrati alcuni soggetti di taglia robusta, con cavicchie di grosse dimensioni che mostrano un'evidente torsione. Per gli ovini sono note due altezze al garrese, pari a 58,49 e 60,95 cm (su metacarpo), per la capra 63,41 cm (su radio). Il grado di fusione delle epifisi riconduce ad almeno due ovini di età superiore ai 3 anni e mezzo e uno di età inferiore ai 20 mesi; anche per la capra sono presenti due individui di età superiore ai tre anni e mezzo. Queste classi di età sono confermate anche dal grado di usura dentaria; due mandibole recanti dentizione decidua sono state attribuite a un soggetto di nove mesi e uno di 18.

Le classi di età e i diversi segni di macellazione suggeriscono un utilizzo prevalentemente alimentare, sebbene la presenza di soggetti giovani possa essere

900 950 1000 1050 1100 1150 1200

ricondotta ad un certo interesse per il latte; l'asportazione delle cavicchie alla base è forse indicazione di un recupero a scopi artigianali.

Figura 23: Cranio ovino con troncature per l'asportazione delle cavicchie.

La maggior parte dei suini ha un'età compresa fra uno/due anni; sono inoltre attestati un soggetto giovane, di età compresa fra cinque e dodici mesi, e due adulti in età avanzata (fasi di usura dentaria IV e V). L'unica altezza al garrese è di 71,62 cm su III metacarpo. Gli equini non sembrano avere un interesse alimentare; l'asino si riconferma di taglia piuttosto ridotta, con un valore approssimativo di 96,89 cm su metatarso. Anche per il cane l’altezza al garrese calcolata su una tibia ha dato dei valori decisamente bassi (31,02 cm) e farebbe pensare ad un’animale di taglia piuttosto ridotta.

Le specie selvatiche sono attestate unicamente dai cervidi, presenti oltretutto con un esiguo numero di frammenti. Su una I falange attribuita al cervo, sono stati riscontrati gli esiti di una ferita infetta; la stessa presenta inoltre tracce di scuoiatura.

I molluschi costituiscono circa il 2% dei frammenti; sebbene tale valore suggerisca un ruolo del tutto marginale nella dieta degli abitanti, va rilevato come si tratti di specie quasi esclusivamente marine, la cui presenza è dunque indice di un rapporto con la costa.

Fra le faune è stato rinvenuto un frammento di batacchio per campanaccio, ricavato dal metapode di un ruminante, a testimoniare la lavorazione artigianale delle materie dure

Figura 24: Batacchio per campanaccio da metapode di ruminante.