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2.3 XIV-XV secolo

2.4. XVI-XVII secolo

2.4.2.3. Pozzo di Vicolo Canne

Vicolo delle Canne, nel cuore del centro storico sassarese, è un breve tratto viario che collega la parte bassa di via Turritana (nel tratto in cui costeggia la Cattedrale di S.Nicola) con Via Maddalena. L'intervento archeologico6, realizzato nell’ambito dei lavori di rifacimento dei sottoservizi, è consistito nello scavo del fondo di quattro cisterne del XIV secolo e di un pozzo a canna circolare con pedarole, il cui riempimento è databile tra la fine del XVI e gli inizi del XIX secolo.

Il materiale faunistico7, proveniente dal riempimento del pozzo, è complessivamente databile al XVII secolo; i reperti sono costituiti da scarti di macellazione e, in misura minore, da resti di pasto.

NR

Patella aspera Lamarck 1

Patella caerulea L. 10

Patella rustica L. 1

Monodonta turbinata (Born) 1

Thais haemastoma (L.) 1

Theba pisana O.F.Müller 3

Eobania vermiculata O.F.Müller 20

Helix aspersa O.F.Müller 4

Helix aperta Born. 1

Glycymeris sp. 2 Pisces 1 Thunnus thynnus (L.) 1 Testudo/Emys 2 Gallus gallus L. 8 Canis familiaris L. 1 Felis catus L. 8

Sus scrofa meridionalis M. 2 Sus scrofa domesticus L. 88

Cervidae 5 Cervus elaphus L. 4 Dama dama L. 5 Bos taurus L. 359 Capra hircus L. 25 Ovis aries L. 27

Ovis vel Capra 128

Equus sp. 1

Equus caballus L. 26

Tabella 30: Vicolo delle Canne. Quantificazione dei reperti determinabili.

La ripartizione dei frammenti fra le diverse parti anatomiche, rivela un'elevata percentuale di cavicchie, ossa craniali ed estremità degli arti, recanti numerosi segni come tagli, graffi e troncature.

Quasi la metà del campione è riferibile ai bovini; l’unica altezza al garrese, calcolata su un metatarso femminile, è pari a 118,4 cm. Per quanto riguarda l’età di morte, sono attestati sia individui giovani (inferiori a due anni) che adulti (superiori a quattro anni). Solo in due casi sono state riscontrate patologie riconducibili a stress da lavoro, sebbene ad uno stadio non particolarmente avanzato.

Fra gli ovicaprini, che costituiscono la seconda categoria animale per numero di frammenti, sono state individuate sia la pecora che la capra; per le prime è stata calcolata un'unica altezza su calcaneo, pari a 56,2 cm; Almeno sette ovini erano di età

superiore a tre anni; ad un altro soggetto può essere attribuita un'età superiore a due anni. Per quanto riguarda le capre, due individui superano i tre anni e mezzo mentre un terzo soggetto non supera i 20 mesi. Analizzando il grado di fusione delle epifisi, i frammenti genericamente attribuiti agli ovicaprini mostrano nel 33% dei casi un’età inferiore ai cinque mesi, nel 27% un'età superiore ai tre anni e mezzo e, nel restante 40%, un'età superiore ai 15 mesi; un astragalo e un calcaneo sono, infine, riconducibili a un feto/neonato; sulla base dell'eruzione dentaria è nota la presenza di alcuni giovani, uno di età compresa fra tre e cinque mesi, l’altro tra 8 e 9 mesi.

Fra i frammenti attribuiti ai suini, due canini maschili di dimensioni superiori alla media, sono stati assegnati al cinghiale. Fra le ossa del post-craniale, un omero è riferibile a un feto o neonato, tre frammenti ad individui di età inferiore all’anno, 15 frammenti ad animali superiori a 15 mesi di cui almeno tre maggiori di tre anni; l'analisi del gradi si eruzione dentaria e dello stadio di usura confermano la presenza di un individuo compreso fra otto e 12 mesi di età, oltre ad altri quattro soggetti aventi un'età compresa fra 18 e i 20 mesi. Per i maiali è stata calcolata un’unica altezza da astragalo, per un valore di 72,9 cm.

Fra le altre specie domestiche, il cavallo è rappresentato da una dentatura superiore quasi completa e da alcuni frammenti dello scheletro post-craniale recanti tracce di macellazione. Per il gatto e il cane, invece, non vi sono elementi che possano suggerire un consumo alimentare.



Figura 83: Vicolo delle Canne. Denti sparsi di Equus caballus riconducibili ad un unico individuo.



Figura 84: Batacchio per campanaccio da metapode di daino.

I molluschi, sia terrestri che marini, sono tutti commestibili. Fra i resti ittici è presente anche una vertebra di tonno sulla quale sono visibili alcuni segni di macellazione.

Particolarmente interessante è il rinvenimento di un pettine in avorio d'elefante, probabilmente riconducibile a dei personaggi di rango elevato.

Figura 85: Pettine in avorio d'elefante. Figura 86: Pettine in avorio d'elefante

(rovescio).

Figura 87: Pettine in avorio d'elefante. Ingrandimento.

Figura 88: Pettine in avorio d'elefante. Ingrandimento.

2.4.2.4 Castello Area 600

L'area 600 del Castello61 corrisponde all'estremità sud-ovest del fossato duecentesco, riutilizzato come fossa di fondazione di una struttura muraria (USM 302) interna al cortile. Sulla base dell'associazione con frammenti ceramici, i reperti faunistici62 possono essere datati fra il XVI secolo e gli inizi di quello successivo.

Figura 89: Ubicazione dell'area 600 del Castello aragonese (G. Nieddu).

Ai 703 frammenti distribuiti fra le diverse specie, si aggiungono 295 indeterminabili, 115 vertebre e 160 costole. La categoria animale più rappresentata è quella dei bovini, per i quali sono stati riconosciuti almeno 11 individui. Due di questi hanno un'età inferiore a due anni; uno è superiore a cinque anni e almeno un altro soggetto è maggiore di quattro anni; i restanti hanno un'età variamente compresa fra i 15 e i 42 mesi. L'usura dentaria attesta la presenza di almeno un soggetto giovane (classe di usura 5, corrispondente ad un'età di circa 18-24 mesi) e cinque adulti (tre per la classe di usura VII, uno per la classe di usura IV e uno per la V). I segni di macellazioni sono particolarmente frequenti e riscontrabili su tutto il post craniale e sul craniale; attestato, in due casi, il recupero delle cavicchie. Gli indici metapodiali confermano la presenza di un individuo di sesso femminile e di un castrato, oltre ad un soggetto dal sesso non

determinabile. La femmina ha una altezza al garrese di 114,96 cm (su metatarso); per gli altri due individui i valori sono pari a 111,11 cm e 103,82 cm (entrambe calcolate su metacarpo). Alcuni segni di artrosi su una I falange destra sarebbero riconducibili a stress da lavoro.

NR NMI

Patella aspera Lam. 3

Patella caerulea L. 8

Patella ferruginea Gmelin 3

Monodonta turbinata (Born) 1

Eobania vermiculata O.F.Müller 9

Theba pisana O.F.Müller 1

Venerupis decussata (L.) 1

Gallus gallus L. 6 2

Felis catus L. 3 2

Canis familiaris L. 3 2

Sus scrofa domesticus L. 91 7

Cervus elaphus L. 5 1

Dama dama L. 2 1

Cervidae 14 4

Bos taurus L. 308 16

Ovis musimon Pallas 1 1

Ovis aries L. 75 5

Capra hircus L. 8 3

Ovis vel Capra 128 7

Equus asinus L. 11 2

Equus caballus L. 18 5

Equus sp. 7 6

Tabella 31. Castello, Area 600. Quantificazione dei reperti determinati.

Tra gli ovicaprini, le pecore sono soprattutto adulte (classi di usura I-VII) sebbene in un solo caso sia attestato un individuo avente più di tre anni e mezzo. La maggior parte dei soggetti ha un'età compresa fra 15 e 24 mesi, mentre sulla base di alcune mandibole giovanili sono attestati un individuo di età compresa fra uno e tre mesi e uno di età

Figura 90: Mascellare di Sus scrofa domesticus.

compresa fra tre e cinque mesi. Le cavicchie maschili sono 16 e, tra esse, almeno una può essere attribuita al muflone. L'altezza al garrese media è pari a 56, 83 cm, con una variabilità compresa tra 53,97 cm (su astragalo) e 58,36 cm (su astragalo).

Tra i maiali sono stati identificati almeno sette individui, di cui uno giovanile (classe di usura compresa fra 1 e 5, quindi inferiore a 18 mesi) e almeno quattro adulti (due per classe di usura I, uno per la classe III e uno con usura compresa tra le classi I-V); il settimo individuo è un neonato per il quale è attesta la presenza di una scapola sinistra. L'altezza la garrese media è di 72,61 cm, con un minimo di 68,42 (su III metatarso) e un massimo di 80,05 (su IV metacarpo).

Per quanto riguarda gli equini, sono attestati unicamente elementi osteologi recanti le epifisi fuse; diversi frammenti del post-craniale e una mandibola di cavallo mostrano tracce di macellazione. Da un radio equino, inoltre, è stata ricava un'incudine per affilare le lame dentate.

Cane e gatto non presentano nessuna traccia che ne possa suggerire un consumo alimentare.

Per quanto riguarda la fauna selvatica, l'interesse per i cervidi sembra soprattutto di carattere artigianale, legato cioè al recupero dei palchi per una loro successiva lavorazione. I molluschi integravano l'alimentazione degli abitanti; la presenza di diverse specie marine presuppone un rapporto con la costa, nonostante l'assenza di frammenti ittici.

2.4.2.5. Castello Area 9000

L'area 9000 del Castello63, riconducibile ad una porzione del fossato esterno, coincide con l'attuale parte alta della piazza, nel punto in cui il fossato stesso creava un angolo di 90° per la presenza di una delle torri; il riempimento è databile a XVI sec.-inizi del XVII sec.

NR

Patella aspera Lam. 1

Patella caerulea L. 14

Patella ferruginea Gmelin 21

Patella rustica L. 1

Monodonta articulata (Born) 2

Helix aspersa O.F.Müller 26

Eobania vermiculata O.F.Müller 24

Theba pisana O.F.Müller 1

Glycymeris sp. 2

Ostrea edulis L. 4

Canis familiaris L. 9

Sus scrofa domesticus L. 204

Cervus elaphus L. 5 Dama dama L. 2 Cervidae 13 Bos taurus L. 261 Ovis aries L. 102 Capra hircus L. 13

Ovis vel Capra 123

Equus asinus L. 3

Equus caballis L. 16

Equus sp. 2

Tabella 32: Castello, Area 9000. Quantificazione dei reperti faunistici determinati.

I frammenti64 determinabili sono 849; ad essi si aggiungono 68 vertebre, 147 costole e 1234 indeterminati.

63

Direttore dello scavo D. Rovina; responsabile sul campo L. Sanna.

64

Figura 92: Ubicazione dell'area 9000 del Castello.

Gli ovicaprini sono, complessivamente, la categoria più rappresentata. Per la pecora sono state calcolate cinque altezze al garrese, con un valore medio di 59,37 cm, e una variabilità compresa fra 54,40 cm e 64,68 cm. Alcuni frammenti del post-craniale rivelano la presenza di un individuo giovanissimo, non superiore al mese di età. Grazie alla notevole quantità di mandibole e mascelle recanti dentature spesso complete, è stato possibile stabilire in maniera piuttosto precisa l'età di morte. Tenendo conto della lateralità, sono presenti almeno 11 giovani e 22 adulti, ripartiti fra le diverse sottoclassi di età, con una leggera prevalenza di individui appartenenti alle classe di usura I (intorno cioè ai 24 mesi). Le tracce di macellazione sono piuttosto frequenti ed è attestato il recupero delle cavicchie, sia per le capre che per le pecore.

I bovini sono rappresentati da almeno 11 individui. Almeno uno di essi è inferiore a due anni di età (tibia distale non fusa); gli altri sono prevalentemente adulti di cui almeno due superiori a quattro anni (radio distale e tibia prossimale non fusi). Se si prende in considerazione l'usura dentaria, sono presenti quattro individui giovani (uno appartenente alla classe di usura 3, quindi avente fra i sei e i 15 mesi, e tre compresi fra le classi di usura 1-5, pertanto inferiori ai 24 mesi). In sei casi è attestato il recupero delle cavicchie. Una di esse, attribuibile ad un individuo di sesso femminile, presenta sezione circolare, marcata curvatura e nessun accenno a torsione; un'altra, più frammentaria, data la presenza di profonde solcature e l'accenno a torsione, è più

metatarso è di 111,28 cm; non è invece stato possibile stabilire il sesso degli esemplari sulla base degli indici metapodiali.

I suini sono piuttosto numerosi; l'analisi delle dentature evidenzia la presenza di due soli soggetti di età avanzata (classe di usura IV e V), mentre gli altri sono ripartiti fra le classi di età 5, I e II; l'abbattimento dei maiali avveniva dunque normalmente entro i due anni e mezzo di età, sebbene siano presenti alcuni individui giovanissimi, di uno/tre mesi. Su un III metatarso è stata calcolata un'altezza al garrese di 69,53 cm.

Tra i cervidi sono presenti sia il cervo che il daino, oltre a numerosi frammenti per i quali non è stato possibile stabilire con precisione la specie di appartenenza. Sebbene la presenza di alcuni tagli a livello del femore e dell'epistrofeo suggerisca un interesse alimentare, anche in questo caso la finalità principale sembra quella artigianale; infatti, non solo una buona parte dei frammenti è costituita proprio da resti di palco e di frontale ma, spesso, questi presentano segni di lavorazione. La caccia sembra dunque indirizzarsi prevalentemente verso maschi adulti, sebbene siano stati individuati almeno due sub-adulti (tibie distali non fuse).

Gli equini non avevano particolare interesse alimentare; solo in un caso è presente una probabile traccia di macellazione, su un frammento di coxale.

I cani sono almeno tre di cui uno, data la conformazione della cresta sagittale, di probabile sesso femminile. Su un omero sinistro è stata calcolata un'altezza al garrese pari a 31,91 cm, riferibile ad un soggetto di taglia estremamente ridotta. La conformazione della diafisi (torsione) consente di assimilare questa tipologia canina agli esemplari brachicefali di piccola taglia, attestati in altri contesti coevi.