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2.2 XII-XIV secolo

2.2.2 Studi precedent

2.2.2.2 Pozzo di via Satta

Lo scavo del riempimento del Pozzo di Via Satta26 è stato realizzato nell’ambito del controllo archeologico dei lavori di rifacimento dei sottoservizi, a carico del progetto di riqualificazione del centro storico di Sassari. Il pozzo, ubicato nel tratto in cui la via diventa più ampia e forma un triangolo con la fine di via Pettenadu e l'inizio di Via Ospizio Cappuccine, è il più antico fra quelli individuati nell'area del centro storico, essendo rimasto in uso fino al XIV secolo. La struttura, originariamente collocata all'interno di un cortile Trecentesco, ha un diametro di soli 90 cm e si sviluppa per 14

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metri di profondità. Utilizzato per l'approvvigionamento idrico fino al 1330-1350, fu in seguito impiegato come discarica per rifiuti domestici. Dal suo riempimento provengono ceramiche grezze e invetriate, scodelle e boccali in maiolica arcaica, graffita arcaica savonese, maioliche valenzane. bottiglie e bicchieri di vetro. La mancanza di ossigeno e la presenza dell'acqua hanno garantito la conservazione di reperti altrimenti deperibili quali scodelle, pettini e suole di scarpe in legno, semi e noccioli di piante e frutti (Rovina e Fiori 2010: 28-33).

Fra i reperti organici, sono numerosi gli insetti e i frammenti faunistici in genere, tutti perfettamente conservati27. Per la Sardegna si tratta di un rinvenimento unico nel suo genere grazie al quale è possibile ricostruire un vero e proprio spaccato di vita cittadina della metà del XIV secolo.

Via Satta XIV sec. (B. Wilkens) NR Patella sp. 1 Patella caerulea L. 108

Patella aspera Lam. 4

Patella ferruginea Gmelin 7

Patella rustica L. 6

Monodonta articulata Lam. 1

Monodonta turbinata (Born) 2

Pulmonata X

Helix sp. X

Helix aspersa O.F.Müller 19

Eobania vermiculata O.F.Müller 56

Theba pisana O.F.Müller 366

Glycymeris sp. 3

Glycymeris violacescens (Lam.) 4

Cerastoderma glaucum (Brug.) 2

Isopoda X Coleoptera X Blaps sp. X Blaps gigas (L.) X Sphodrus leucophthalmus(L.) X Diptera X Pisces 959

Sardina pilchardus (Walbaum) 7

Sardinella aurita Valenciennes 1

Mugil sp. 8

Pagellus sp. 7

Sparus auratus L. 1

Salpa salpa (L.) 2

Pagrus pagrus (L.) 2

Dentex macrophthalmus (Bloch) 1

Spondyliosoma cantharus (L.) 1 Serranus cabrilla (L.) 6 Scorpaena porcus L. 2 Labrus bimaculatus (L.) 1 Trachinus sp. 3 Umbrina cirrosa (L.) 1

Scomber japonicus colias Gmelin 7

Aves 354

Gallus gallus L. 344

Alectoris barbara (Bonnaterre) 21

Columba livia Gmelin 5

Turdus merula L. 1 Erinaceus europaeus L. 1 Rattus rattus L. 183 Apodemus sylvaticus (L.) 266 Leporidae 5 Lepus capensis L. 1 Vulpes vulpes L. 13 Canis familiaris L. 64 Felis catus L. 45

Sus scrofa meridionalis Forsyth Major 1

Sus scrofa domesticus L. 424

Cervidae 37 Cervus elaphus L. 40 Dama dama L. 34 Bos taurus L. 411 Capra hircus L. 60 Ovis aries L. 441

Ovis vel Capra 1661

Equus sp. 4

Equus asinus L. 4

Equus caballus L. 8

Tabella 4: Pozzo di Via Satta. Quantificazione dei reperti faunistici.

I resti faunistici sono costituiti da materiali di origine diversa identificabili, in gran parte, come rifiuti di cucina e scarti di macellazione. Nello strato più antico (US 19336) è particolarmente abbondante il materiale organico deperibile (vegetali, insetti e crostacei

isopodi); i resti ossei sono invece scarsi e di piccole dimensioni, derivanti da rifiuti di cucina e da animali caduti o gettati interi nel pozzo (cani, gatti e roditori).

Figura 4: Via Satta. Resti faunistici.

Gli strati successivi, invece, hanno rilasciato una quantità maggiore di reperti osteologici, anche di grandi dimensioni, mentre la quantità di materiali deperibili è minore. Tra i mammiferi prevalgono gli ovicaprini, seguiti da maiali e bovini. Tra i primi sono state identificate sia la capra che la pecora. Due cavicchie di grandi dimensioni, troncate alla base e appartenenti allo stesso individuo, sono state attribuite al muflone. Tra gli sono presenti alcuni giovanissimi o neonati (età inferiore ad un mese), molti individui aventi un'età inferiore a 20-24 mesi e diversi adulti, normalmente al di sotto dei tre-tre e mezzo anni di età. Per la capra è stata calcolata un'altezza al garrese di 58,62 cm (US 19.300); per la pecora, notevolmente più abbondante, è stato possibile calcolare una serie di altezze al garrese (ventuno) per un valore medio di

57, 05 cm con variabilità compresa fra 52,10 cm e 61,13 cm.

Anche tra i bovini sono bene rappresentati i soggetti inferiori ai tre e mezzo-quattro anni di età. Su un metatarso e un metacarpo, entrambi appartenenti a soggetti di sesso femminile, sono state calcolate due altezze, rispettivamente pari a 101,48 cm e 105,81 cm. Sebbene sembrino prevalere gli adulti, sono presenti anche giovani e alcuni neonati.

avanzato, riconducibili a stress da lavoro e, dunque, ad un probabile impiego nel lavoro dei campi.

I maiali hanno un'età media inferiore a due anni, sebbene siano attestati alcuni soggetti più anziani, maggiori di tre anni; un IV metacarpo ha fornito un'altezza al garrese di 74,66 cm; un astragalo un valore di 71,88 cm.

Sono stati individuati anche animali da soma, come il cavallo e l’asino, più frequenti nella US 19.333. Dalla stessa, provengono inoltre numerose conchiglie di molluschi terrestri, probabilmente utilizzati a scopo alimentare. Almeno per la Theba pisana, infatti, può essere scartata l'eventualità di una presenza intrusiva poiché, preferendo gli ambienti aperti in prossimità della costa, difficilmente tale specie poteva vivere nei dintorni del pozzo; occorre, dunque, ipotizzarne un'importazione da altre zone. La dieta era integrata da pollame (per il quale sono attestati anche frammenti di uovo) e cacciagione (cervo, daino, muflone, lepre, pernice sarda); presenti, infine, alcune specie selvatiche (presumibilmente prive d'interesse alimentare) quali il riccio, la donnola e la volpe (US 19.333 provengono).

I resti ittici sono numerosi, ma si tratta soprattutto di soggetti di taglia piccola, per i quali il numero di resti è falsato dalla grande quantità di squame. Le specie sono tutte marine e comprendono la sardina, l'alaccia, il pagro, la salpa, un pagello, il dentice occhione, la tanuta, il tordo fischietto, il lanzardo, una specie di tracina, la perchia e lo scorfano nero.

I cani, gettati interi nel pozzo, non avevano interesse alimentare. Tutti i soggetti sono di piccola taglia (altezza media pari a 28,5 cm) e si tratta probabilmente di animali da compagnia o utilizzati, unitamente ai gatti, nella caccia ai roditori, particolarmente abbondanti.

Si può ipotizzare che i rifiuti di cucina, gli animali e i vegetali gettati nel pozzo, richiamassero topi, ratti e altri animali. I resti ossei di roditori sono, infatti, particolarmente abbondanti e comprendono il ratto nero (Rattus rattus) e il topo campagnolo (Apodemus sylvaticus). Le scarse conchiglie di molluschi terrestri recuperati in queste UUSS, date le piccole dimensioni, non dovevano rientrare nell’alimentazione umana, ma vivevano probabilmente sulle pareti o sui bordi del pozzo, come pure i numerosi crostacei isopodi. Il materiale organico in putrefazione attirava, inoltre, un'enorme quantità d'insetti, in particolare coleotteri e ditteri, che costituiscono

la parte più insolita e interessante del materiale recuperato. I ditteri sono rappresentati da numerosissimi pupari, bozzoli chitinosi che ospitavano la larva nella fase di trasformazione in insetto adulto. Le mosche depongono, infatti, le uova nel materiale organico di varia natura (carne e carogne, resti vegetali, escrementi). Dalle uova si sviluppa la larva che, nutrendosi della sostanza in cui è stata deposta, ne accelera la decomposizione. Una volta terminato lo sviluppo, la larva cerca un posto adatto in cui secernere il bozzolo e dare avvio alla trasformazione. Il processo è in genere abbastanza veloce, ma varia con la temperatura. Sono stati trovati sia pupari aperti (insetto sfarfallato) che pupari chiusi (insetto morto nella fase di trasformazione) che possono forse suggerire periodiche risalite del livello dell’acqua.

Figura 5: Via Satta. Blaps gigas.

Sono stati individuati anche alcuni Tenebrionidi, specie del genere Blaps (falso scarafaggio) commensali dell’uomo che si trovano frequentemente in case e cantine, e una specie di taglia più grande (Blaps gigas) che preferisce gli ambienti aperti e suggerisce, pertanto, la presenza di orti. Altri frammenti sono stati attribuiti alla famiglia dei Carabidi, tra i quali è stato identificato Sphodrus leucophthalmus, una specie sinantropica predatrice di Blaps, comune fino a qualche decennio fa nella cantine urbane, ma oggi estinta in gran parte d'Europa.

Da questo quadro si può dedurre che le condizioni igieniche dell’area non fossero certo le migliori. Nonostante gli Statuti cercassero di disciplinare lo smaltimento dei rifiuti, parte di questi era gettata nei pozzi in disuso, favorendo la proliferazione di ratti, topi e