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L'animazione nella mnemotecnica di Giordano Bruno

VII. OLTRE LA RETORICA LA RIELABORAZIONE DEL CONCETTO DI LUOGO E L'AZIONE DEI SUBIECTA ADIECTIVA.

28. IL PRESBITERO 29 POLIISTORE (IL

GRAMMATICO) 30. IL COMBINATORE

VIII. «L'INTERPRETE»: LINGUA EBRAICA E MEMORIA VERBORUM NEL DE IMAGINUM COMPOSITIONE.

L'Explicatio triginta sigillorum si conclude, come abbiamo anticipato, con tre strumenti che fanno esplicito riferimento alla combinatoria cabalistica: l'Accampamento e il tempio della Cabala, il Combinatore di sillabe e l'Interprete. Essi rappresentano senza dubbio le operazioni più complesse e astratte dell'arte bruniana e in particolare della memoria verborum e saranno in parte presentate nella terza sezione del De imaginum compositione.

La riflessione sul potere del nome e sulla sua raffigurazione richiama la teoria cabalistica che ha fortemente caratterizzato il primo Rinascimento, basti pensare a quanto detto in precedenza a proposito di Marsilio Ficino, Yohanan Alemanno e Ludovico Lazzarelli. Essa aveva inoltre a suo modo influenzato la riflessione lulliana, nella forma delle dignità divine designate da lettere specifiche, così come è presente nel pensiero di Giovanni Pico della Mirandola e Agrippa di Nettesheim125.

Partiamo ancora una volta dall'analisi dei sigilli finali dell'Explicatio per analizzarne poi il contesto e, anche in relazione al contenuto del De imaginum compositione, comprendere a pieno la portata gnoseologica della proposta bruniana.

L'Accampamento si basa sulla ripetizione del numero delle consonanti ebraiche proponendo, in corrispondenza di ventidue lettere, corrispondenti accampamenti e

templi, ciascuno dei quali accoglie ventidue sedi da cui derivano altrettante arti e gesti per ciascun mestiere. In sostanza Bruno costruisce un sistema per rappresentare radici di tre o quattro lettere basato su diversi alfabeti: gli atrii o luoghi comuni, i luoghi individuali e i personaggi impegnati eventualmente in un'attività. Il filosofo specifica nella spiegazione del sigillo la potenzialità inventiva di questo strumento:

Questo sigillo può essere inoltre estremamente utile per l'invenzione; attraverso di esso, infatti possiamo analizzare visivamente quel soggetto sul quale si deve riflettere, argomentare e discutere126.

Al centro degli atri vengono poste delle “statue” di personaggi il cui principio di animazione, considerato che essi non si trasformano in se stessi, si basa sul numero ventuno. Il vero obbiettivo di questo strumento mnemonico sembra essere la realizzazione del potere creativo della fantasia umana più che la rappresentazione delle radici alfabetiche.

Trasformare l'intera fantasia mnemonica in un contenitore attivo e produttivo di tuta la nostra esperienza del mondo, in uno «specchio» della natura [...] in una «fonte» da cui sgorgano i segni e i riferimenti di quanto si desidera rappresentare, organizzare e conservare in memoria127.

Sebbene Bruno utilizzi l'alfabeto latino, non considerando evidentemente l'utilizzo dell'alfabeto ebraico come imprescindibile, gli accenni alla Cabala e ad un suo eventuale potere sono una costante. Ciò che mi preme sottolineare è l'affinità con il tema dell'esercizio del potere creativo tramite permutazione alfabetica visto in precedenza. Non a caso in questi sigilli vi è una ripresa di quanto visto con la creazione artistica di Zeusi, Fidia e Dedalo. L'animazione dell'immagine mnemotecnica bruniana è affidata all'uomo in un duplice senso, non solo l'arte

stessa è frutto dell'operatività umana ma all'interno dell'universo mnemonico il ruolo cruciale viene attributo ad una sorta di uomo mnemonico, spesso nella forma di una “statua”. Così come abbiamo visto con l'introduzione del sigillo del Coltivatore nell'Explicatio, il passaggio da una situazione tutto sommato ancora in un certo senso statica all'infinita potenzialità combinatoria avviene con l'introduzione della figura umana, quell'anima raziocinante che, adattabile alla produzione di qualsiasi raffigurazione, si offre come il più efficace gestore dei ricordi128.

Anche il penultimo sigillo dell'Explicatio, il Combinatore, si rivela utile all'invenzione retorica e viene attivato utilizzando delle ruote. Esso, ripreso come ultimo sigillo nel De imaginum compositione, propone la costruzione di tre alfabeti combinatori in relazione all'associazione e dell'ordine di consonanti e vocali. Ancora una volta Bruno propone un metodo per costruire immagini di sillabe e sottolinea l'infinito potere creativo della mente umana. Il Combinatore è

Adatto a realizzare l'invenzione retorica soprattutto nel momento in cui per mezzo di due, tre, quattro o ancora più ruote subordinate tra loro e che comprendano un determinato numero di lettere, attraverso le loro varie e multiformi rotazioni e composizioni, secondo una determinata sequenza, otteniamo innumerevoli e differenti combinazioni129.

Bruno, facendo esplicito riferimento alla combinatoria lulliana, propone un metodo per comporre visivamente immagini di sillabe basato sull'interazione tra le figure e il luogo stesso attribuendo di fatto uno straordinario potenziale mnemonico anche al contesto d'inserimento. Questa tecnica, anticipata nella figura di Fidia, è ben visibile anche nel sigillo Orizzonte del De imaginum

compositione130.

Il sigillo di chiusura dell'Explicatio è l'Interprete, sintesi dei precedenti strumenti di memoria verbarum, figura a cui vengono affidati ventidue uomini, ciascuno dei quali regge un atrio o un'abitazione da suddividere in sei stanze, ciascuna delle quali è dotata di un alfabeto di ventidue lettere. In questo modo, afferma Bruno:

Ero in grado di far sì che ciascun uomo, in qualsiasi stanza si trovasse e a partire dal luogo stesso, per mezzo di un gesto attivo, passivo o neutro, potesse sempre rappresentare, rendere manifeste e farsi interprete di tre lettere131.

La costruzione dello schema figurativo trae origine dal nome dell'atrio, seguito dal nome della stanza e infine da quello del personaggio visualizzato nel luogo. Bruno si muove anche in questo caso sulla base della composizione delle radici dei vocaboli a partire da tre consonanti. Il numero delle combinazioni proposte è potenziato rispetto a quanto visto in precedenza sia rispetto alla proposta lulliana sia nel confronto con il Sefer Yeṣirah; Bruno è infatti alla ricerca di un interprete universale che renda possibile la visualizzazione di qualsiasi contenuto e, per ottenere ciò, espande al massimo il potenziale configurativo della sua mnemotecnica.

In questo modo dunque, contraendo un personaggio agente, un'azione ed un gesto entro un luogo specifico e proprio e per mezzo di immagini di oggetti aggiunti alla figura o al luogo, che precedono nell'azione, ne derivano o ne sono concomitanti, avevamo imparato a visualizzare una sostanza o un accidente, una cosa o un concetto, un'azione attiva o passiva, o qualsiasi altro contenuto da rappresentare132.

La proposta bruniana è una proposta aperta alla caratterizzazione individuale, schematica e precisa ma allo stesso tempo tanto flessibile da permettere la

130 De imaginum compositione III, 9. 131 Explicatio triginta sigillarum, 47.

permutazione del materiale mnemonico secondo diversi fattori. In questo sigillo Bruno raggiunge il grado combinatorio massimo permettendo la permutazione di tutti gli elementi della scena mnemonica, dove un cambiamento di ordine corrisponde alla messa in luce di un nuovo significato. Segno e significato non sono più nettamente distinti e la logica fantastica di Bruno emana infinita vitalità. Nel celebre saggio sull'arte della memoria Frances Yates attribuisce a Ficino il merito di aver introdotto armonia e proporzione nella schematica mnemotecnica, si pensi ad esempio alla riflessione sulla costruzione dell'immagine del mondo contenuta nel De vita133.

È opportuno sottolineare come gli strumenti ficiniani, particolarmente legati al moto circolare che ritroviamo qui nel movimento della ruota, servivano da supporto ad una pratica spirituale interiore. L'arte della memoria bruniana può essere letta anche come evoluzione di tale proposta, seppur svincolata dal supporto materiale e certamente più elaborata. Nel De imaginum compositione Bruno riprende la figura dell'Interprete proponendolo come dodicesimo sigillo, a chiusura dunque della prima parte della spiegazione, e trattando solo la prima delle tre modalità figurative espresse nell'Explicatio. Ricordiamo che l'operazione consiste nella combinazione su base tre di atri, luoghi individuali e personaggi che si ripetono su base ventidue.

Questo modello combinatorio riflette la concezione dei grammatici che riconoscono la radice a base tre di tutte parole della lingua ebraica.

Come interprete costruirò ventidue atri, Tali che ciascuno comprenda altrettante allestite stanze, Nelle quali, allorché si disporranno vari operatori, Saranno date tutte le combinazioni di tre lettere134.

La possibilità dell'anagramma visivo, ripresa della tecnica cabalistica, è garantita dalla struttura interna del contenuto da raffigurare e va ricercata nella resa delle relazioni che sussistono al suo interno135.

Riprendendo il parallelismo con la natura, come essa è formata dalle infinite combinazioni dei suoi elementi, che associandosi e dissociandosi la animano, così le combinazioni di lettere racchiudono tale potenzialità vitale rispecchiandone la trama di relazioni. L'animazione mnemonica in questo caso ha come perno la figura agente, o “statua”, al centro della scena. La comprensione della trama associativa viene in un certo senso messa alla prova dalla creazione mnemonica che si avvicina così a quell'intento conoscitivo che la permutazione alfabetica prospetta nella mistica ebraica.

Il De imaginum compositione, opera pubblicata a Francoforte nel 1591, è stato inserito a conclusione del percorso di questa tesi in quanto rappresenta a pieno la svolta gnoseologica della mnemotecnica bruniana. Il testo segue uno schema tripartito: il primo libro è dedicato ai principi generali e alle condizioni della composizione di immagini, il secondo tratta dei dodici principi produttori di tutte le cose e il terzo presenta i trenta sigilli in parte già presentati nel ciclo dei sigilli. Con essa ripercorriamo in un certo senso quanto detto fin'ora: la riflessione platonica sulla verità, le fonti ermetiche e neoplatoniche della teoria ficiniana, la combinatoria lulliana e i sigilli visti nell'Explicatio triginta sigillorum.

Una differenza sostanziale consiste nella prospettiva adottata dal Nolano, l'uomo si rivela infatti impossibilitato a conoscere direttamente, ad eccezione del momento di illuminazione, e di conseguenza vive nell'ombra, nella conoscenza mediata dalle immagini. Solamente la divinità infinita ha la facoltà di rispecchiarsi nell'universo, a sua volta infinito.

Nella divisione tra essere assoluto, non figurabile, ed essere contratto, soggetto alla vicessitudine e figurabile, la figura viene privata della valenza che Ficino le aveva attribuito non essendo più essere mezzo di comprensione del divino. Essa acquisisce tuttavia un nuovo indispensabile valore e, in quanto sigillo del mondo esplicato, consente alla mente di cogliere la sua stessa infinità e, così facendo, le permette di comprendersi. In parallelo all'azione dell'intelletto universale sulla materia, l'intelletto umano esercita la propria creatività grazie alla dinamica associazione di concetto e immagine. È solo vivendo a fondo questa creatività che si apre la prospettiva conoscitiva.

Le immagini svolgono un ruolo chiave anche nella comunicazione con il mondo superiore, tema caro alla tradizione plotiniana e ficiniana e, come sottolinea Frances Yates, Bruno ritiene fondamentale l'utilizzo delle immagini mentali nel rapporto tra ragione umana e divina136. La studiosa ipotizza inoltre la conoscenza

da parte di Bruno dell'opera del Lazzarelli, autore particolarmente significativo nel nostro discorso sia per quanto riguarda la tematica creativa sia per la riflessione sull'immagine, visiva e sonora137.

L'universo viene inteso come uno specchio vivente nel quale è l'immagine delle cose naturali e l'ombra delle divine138 e Bruno ci dice che le immagini, i sigilli e i

caratteri consentono di agire, percepire ed esprimere significati in ambito fisico così come matematico e logico. Ponendo l'accento sulla forma l'uomo opera, così come la natura plasma la materia indefinita e tramite le idee la rende definita.

In ambito matematico simulacri, immagini e caratteri conducono a produrre e ottenere molte cose, una volta si sia osservato che esistono tre mondi- archetipico, fisico e umbratile- per cui dal primo mediante il secondo si dà il descenso al terzo, e dal terzo mediante il secondo l'ascenso al primo139.

Il movimento tramite cui l'animo umano, e dunque il senso, entra in relazione con il mondo superiore, sia in modo immediato che mediante le realtà naturali e sensibili mediante le realtà naturali e sensibili, viene descritto nella metafora della luce. La connessione si verifica tramite l'acquisizione di doni celesti che vengono recepiti dall'uomo ricorrendo a determinati segni, sacramenti.

Forme, simulacri e segnature sono così veicoli e per così dire vincoli mediante i quali i favori delle realtà superiori emanano, procedono e si trasmettono nelle realtà inferiori140.

Questo passaggio, contenuto nel quinto capitolo del primo libro, è fondamentale; è a questo punto infatti che Bruno inserisce riferimenti significativi quali la costruzione del vitello d'oro, che si rivela, come abbiamo visto per Ficino, strumento per allontanare i cattivi influssi:

Lo conferma del resto la dottrina dei Cabalisti e l'esempio di Mosè, che talvolta come costretto dall'urgenza di qualche necessità fece erigere un vitello d'oro per procacciarsi i favori di Cerere e di Giove, così come per temperare la violenza di Marte e Saturno presentò il simulacro di bronzo di un serpente perché fosse adorato141.

138 De imaginum compositione I, 2. 139 Ivi I, 5.

Intendo ricollegare la generazione mnemotecnica bruniana alla tradizione di creazione artificiale che abbiamo visto a partire dall'ultimo quarto del XV secolo. Nei capitoli precedenti abbiamo visto i due aspetti legati all'azione creativa del saggio, magico-operativo e conoscitivo, e ritengo che la proposta bruniana si riallacci ad ambedue. Così come è stato possibile leggere i sigilli come talismani interiori, va sottolineata l'affinità del ruolo che la pratica creativa mnemonica ricopre nella gnoseologia bruniana con la tradizione precedente. A questo proposito sottolineo, come fatto in precedenza a proposito di Ficino, la presenza della tematica sonora come affine alla tradizione mistica ebraica e neoplatonica. La tematica del suono appare in vari punti del testo, si pensi ad esempio al sigillo chiave Fidia e all'associazione di filosofia, poesia (dunque musica) e pittura presente sia nell'Explicatio che nel De imaginum compositione142. Le immagini

proposte possono essere di due tipi: immagini di cose o immagini di parole o voci articolate143. Riprendendo Sinesio a proposito del principio produttore di

immagini, udito e vista vengono definiti come uscieri e portieri dell'essere animato144.Bruno riprende Platone, significativamente in chiusura del primo libro

del De imaginum compositione, a proposito del ruolo che tali sensi hanno nella visione dell'immagine della bellezza divina e nella percezione dell'armonia universale:

Gli oggetti della vista e dell'udito per l'opera che il senso esplica all'esterno e l'immaginazione all'interno, attraverso impressioni attive e passive, muovono l'animo e lo indirizzano ora alla similitudine dell'armonia divina, ora all'immagine della bellezza divina, che dobbiamo cogliere come in ombra e

specchio145.

Il Nolano riprende poi la teoria della triplice musica, divina, terrena e umana e ribadisce l'affinità tra veri poeti, veri pittori e veri filosofi per concludere trattando della potenza fantastica creatrice di immagini infinite. Come ha sottolineato Rita Sturlese, che si è occupata della dimensione estetica dell'opera di Bruno, a proposito di arte ed immagine la ripresa di temi plotiniani è evidente sia a proposito dell'operare dell'anima del mondo che per quanto riguarda l'arte umana, l'arte della memoria. Nelle opere magiche l'autore parla della natura creatrice, arte vivente, e ciascun elemento dell'universo è specchio vivente della totalità. Come è stato più volte sottolineato, ogni elemento creato racchiude a sua volta un infinito. L'atto formativo è estrinsecazione del principio creativo dell'artefice e il rapporto che sussiste tra artefice ed opera, così come tra la mente umana e il sistema mnemonico da essa istituito, è di identità.

Arriviamo così ad uno dei punti chiave di questa tesi, non solo la creatività fantastico-mnemonica è affine alla combinatoria cabalistica in quanto strumento per creare immagini a partire dalle parole, e in particolare dalle lettere, ma essa cela un significato conoscitivo estremamente profondo. Bruno mira a ricomporre l'unità a partire dalla molteplicità esperita tramite il riconoscimento della trama ad essa sottesa. La pratica mnemonica è a mio avviso, nella sua veste operativa, il modo per permettere alla prova la propria conoscenza e, così facendo, giungere ad una comprensione superiore, quella dell'unità. Il punto interessante della ricerca svolta fin'ora è che tale livello conoscitivo viene acquisito attraverso una pratica

creativa che prevede l'animazione tramite la figura dell'uomo mnemonico in grado di permutare e combinare gli elementi del rinnovato alfabeto. In questo modo l'essere umano è in grado di creare mentalmente un sistema infinito che, identico a sé stesso e garanzia del potere di previsione grazie alla comprensione delle relazioni che intercorrono tra gli elementi del cosmo, ci ricorda da vicino quanto detto in precedenza a proposito della generazione di mentes auspicata dal Lazzarelli.

La Sturlese definisce, nel costante invito bruniano ad imitare la natura naturante più che quella naturata, il sistema di immagini di arte della memoria come un «congegno generatore di cose nuove»,

Una macchina verbale capace di generare tutto il dicibile, e quindi anche d'introdurci a tutto il conoscibile, perché le figure del linguaggio svelano e fanno conoscere. Una macchina verbale nella quale si riverbera non solo […] la sua concezione dell'universo infinito e dell'animazione divina, ma anche quello stesso esercizio di creazione linguistica e figurativa che egli mette in atto sia elle opere italiane sia nelle latine146.

Nell'arte della memoria l'ingegno umano è in grado di far scaturire tutto da tutto, basti pensare a quanto viene detto a proposito di Proteo nella casa di Mnemosine, quarto sigillo del De imaginum compositione, capace di presentare qualsiasi forma e mostrare tutto a partire da tutto:

Conosci già Proteo, a cui fu largito di poter presentare qualsiasi forma e che da tutto mostra tutto147.

L'arte della memoria bruniana, e in particolare l'animazione legata al subiectum adiectivum e alla memoria verborum, è, se vogliamo, una versione evoluta ed astratta dei meccanismi ficiniani e lazzarelliani e si riallaccia, come visto, alla

prospettiva aperta dalla mistica del linguaggio ebraica.

Concludo ricordando quanto contenuto nella dedica a Heinrich Heinzel, in cui Bruno, rivolgendosi al lettore, domanda:

Ma vuoi sapere intanto perché in così pochi sanno e apprendono? Perché si crede- è questo che intendo- che un principio così intimo a noi sia remoto al di là del cielo? Perché l'occhio vede le altre cose, non vede se stesso. E chi è allora l'occhio che vede le altre cose così come vede se stesso? Quello che vede in sé tutte le cose, e che è lui medesimo tutte le cose. Saremmo certo simili a quello se potessimo scorgere la sostanza della nostra specie; di modo che il nostro occhio distinguesse se stesso, la nostra mente abbracciasse se stessa. Allora, come sarebbe possibile intendere tutto, così non darebbe difficile fare tutto148.

Al lettore sarà ormai chiara la proposta bruniana che apre alla possibilità di un rapporto tra uomo e verità grazie all'utilizzo della logica fantastica e all'infinita potenzialità creativa insita nella composizione di immagini. Raccogliendo in parte l'eredità precedente e muovendo verso una nuova logica Bruno offre così uno straordinario strumento di conoscenza, una praxis in cui qualità umane quali nobiltà d'animo e generosità si rivelano indispensabili a colui che sia disposto a intraprenderne il percorso. Colui che, specchiandosi in se stesso e producendo un sistema mnemonico vitale e potenzialmente infinito attraverso l'indagine della propria interiorità, sarà infine in grado di accedere ad un livello superiore di conoscenza.

IX. INTERIORITÀ E PROSPETTIVA CONOSCITIVA. ARTE DELLA