Wish You Were Here come Trauma Fiction
3.1 Presentazione generale del romanzo
Wish You Were Here è il nono romanzo dato alle stampe da Graham Swift. Si
tratta di un testo pervaso da un’aura cupa e pessimistica, in cui i temi della follia, della morte, del lutto e della sofferenza vengono posti in risalto fin dall’incipit, cosicché il lettore si ritrova immediatamente calato in un’atmosfera tipicamente swiftiana.
Il personaggio principale è Jack Luxton, un ex agricoltore e allevatore sulla quarantina originario della contea del Devon, il quale gestisce insieme alla moglie Ellie, sua coetanea e conterranea, un campeggio per roulotte situato sull’Isola di Wight. In un giorno di novembre del 2006, l’uomo riceve una lettera che, seppur improvvisa, non può realmente considerare inaspettata. Questa missiva, proveniente dal Ministero della Difesa, lo informa che Tom Luxton, il fratello minore col quale aveva perso ogni tipo di contatto anni prima, è morto durante una missione dell’esercito britannico in Iraq. D’impulso, Jack decide che il funerale del fratello dovrà tenersi nel villaggio del Devon settentrionale da cui entrambi provengono e, in seguito al rifiuto della moglie di accompagnarlo, parte da solo per un viaggio che prevede dapprima una tappa in una base militare dell’Oxfordshire per presenziare alla cerimonia di rimpatrio della salma, e poi il ritorno, dopo oltre dieci anni di assenza, nei luoghi natali per dar sepoltura al fratello nel cimitero locale, dove riposano già sia i genitori di Jack che il padre di Ellie.
La comunicazione del decesso di Tom e il viaggio solitario che ne consegue provocano all’interno della coppia di coniugi una spaccatura che finisce col riportare a galla tensioni ed emozioni a lungo soffocate ma mai realmente sopite, costringendoli a confrontarsi con un doloroso passato che credevano di aver lasciato per sempre dietro di sé. È nel momento in cui questa situazione di crisi raggiunge il culmine, ovvero all’indomani del ritorno di Jack dal suo viaggio per accogliere e dare sepoltura ai resti del fratello, che si apre la narrazione.
Allo stesso tempo, il romanzo presenta però anche la storia di un’Inghilterra rurale il cui volto è stato profondamente segnato dai cambiamenti economici che si sono verificati a partire dai primi anni Novanta, col propagarsi nelle campagne inglesi delle epidemie di encefalopatia spongiforme bovina (meglio conosciuta come morbo della mucca pazza) prima, e di afta epizootica poi, le quali mandano in rovina gli allevatori di bestiame di quelle zone, in molti casi costretti a rinunciare a un modello di vita tradizionale e a svendere le loro fattorie, successivamente trasformate in seconde case per il fine settimana da benestanti abitanti di città.
All’inizio del romanzo, troviamo Jack seduto in camera da letto con un fucile carico accanto a sé. Mentre attende che la moglie Ellie rincasi, egli guarda fuori dalla finestra ma, invece del paesaggio costiero che contraddistingue la vista dal piano superiore della loro abitazione, Jack “sees for a moment only smoke and fire” (p. 2)48. Nella sua mente, infatti, riaffiorano le immagini e i ricordi di un passato che i due coniugi avevano deciso di gettarsi alle spalle all’incirca dieci anni prima del presente narrativo, quando, in seguito alla morte dei rispettivi padri, entrambi allevatori ridotti sul lastrico dalle misure messe in atto dal governo per contrastare la diffusione del morbo della mucca pazza, i due avevano scelto di vendere le fattorie ricevute in eredità e abbandonare per sempre la zona rurale del Devon settentrionale dove erano nati e cresciuti, per trasferirsi nella località marittima dell’Isola di Wight su cui si apre la narrazione e diventare gestori del Lookout Caravan Park, iniziando così una nuova vita.
In particolare, Jack rivede ora davanti a sé i roghi causati dall’ordine di eliminazione selettiva di capi di bestiame apparentemente sani voluta dal governo come misura preventiva per tentare di arginare l’epidemia, misura che aveva determinato l’inizio della rovina finanziaria non soltanto per la famiglia Luxton (per la precisione, Jack e i suoi familiari avevano dovuto rinunciare a sessantacinque esemplari, il cui contagio non era mai stato comprovato) ma, più in generale, per tutti coloro la cui sussistenza dipendeva principalmente dall’allevamento di bovini e dalla produzione casearia.
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Da questi roghi, di cui Jack era stato testimone mentre abitava ancora a Jebb
Farm, la fattoria d’origine, il ricordo si sposta poi su immagini di fumo e fuoco
trasmesse in televisione all’incirca dieci anni dopo questo episodio e da lui osservate nella comodità della sua nuova residenza: in un primo momento, si tratta del fumo che si era levato da un altro cumulo di bovini morti, stavolta abbattuti per contrastare l’afta epizootica, poi di quello che si era stagliato qualche mese dopo sopra il World Trade Center, in occasione dell’attacco terroristico che aveva colpito la città di New York l’undici settembre 2001.
Ad attivare questa catena di ricordi, secondo un procedimento ben consolidato in Swift, è la situazione di disperazione in cui Jack è sprofondato nel presente della narrazione, quando Ellie si è allontanata da casa dopo un pesante litigio. Egli, infatti, l’ha dapprima accusata di aver contribuito in modo determinante all’aggravarsi delle condizioni di salute di Jimmy, il padre di lei, per poi insinuare di essere stato a sua volta responsabile della morte del proprio. Perciò, Jack aspetta ora che la consorte ritorni, senza sapere se lo farà da sola o scortata dalla polizia, che lei stessa ha minacciato di chiamare. In ogni caso, egli ha con sé il fucile, che intende probabilmente usare per uccidere prima la moglie e poi se stesso. Il fatto di non avere avuto figli, comunque, gli risparmia ora ulteriori, dolorose complicazioni.
Tuttavia, le reali intenzioni dell’uomo non sono chiare e non si delineano apertamente fino ai capitoli conclusivi dell’opera, poiché la progressione del racconto è costantemente interrotta dall’inserimento di flashback e, in misura minore, di punti di vista diversi da quello di Jack. Quest’ultimo è infatti il personaggio focale prevalente ma la narrazione, condotta esclusivamente in forma eterodiegetica, concede discreto spazio anche alla prospettiva di Ellie che, ferma con l’auto in una piazzola di sosta, viene a sua volta sopraffatta dai ricordi. Inoltre, alle reminiscenze dei due personaggi principali si vanno ad aggiungere anche le considerazioni e le riflessioni di figure secondarie che vengono man mano introdotte nel romanzo.
Come spesso accade nelle opere di Swift, lo spazio maggiore finisce con l’essere riservato non all’azione collocata nel presente narrativo (che comprende un solo giorno), ma a ciò che è già avvenuto; l’interesse si sposta cioè sulla vita
interiore e sui ricordi dei personaggi, su quanto sta accadendo nella loro mente, cosicché, a un certo punto, il lettore smette di preoccuparsi di ciò che Jack intende davvero fare con il fucile. Invero, egli deve prima capire cosa abbia portato il protagonista e sua moglie a trovarsi nella condizione di tormento in cui sono, per poi scoprire quale esito avrà la situazione, che si risolve comunque con il rientro a casa di Ellie e la riappacificazione finale dei due, grazie anche ad una sorta di intervento “soprannaturale” da parte del fantasma di Tom.
Così, nel corso della narrazione, il passato comincia a riemergere tassello dopo tassello, in particolare quello di Jack. È soprattutto lui, infatti, a ripercorrere nella propria mente rari momenti di pura gioia e numerosi episodi dolorosi e luttuosi. Oltre agli eventi concernenti il passato più recente, vengono così rievocati in ordine sparso: l’infanzia trascorsa da Jack a Jebb Farm da figlio unico prima e come fratello maggiore di Tom poi; la cerimonia del Remembrance Day a cui la famiglia Luxton partecipava ogni anno per onorare la memoria di due suoi antenati caduti nella battaglia della Somme durante la prima guerra mondiale; le vacanze trascorse al mare per due anni consecutivi con la madre Vera e il piccolo Tom; l’amicizia, successivamente trasformatasi in amore, con la vicina di casa (o, per meglio dire, di fattoria) Ellie; l’agonia e la morte di Vera; il declino della fattoria iniziato con lo scoppio dell’epidemia di mucca pazza; la malattia e la soppressione del cane di famiglia Luke; il diciottesimo compleanno di Tom, coinciso con la sua fuga dalla fattoria, ormai andata in malora, per arruolarsi nell’esercito; il suicidio del padre Michael e, poco dopo, la malattia e la morte di quello di Ellie; la vendita congiunta da parte di Jack e della compagna delle loro proprietà ormai svalutate e la partenza per l’Isola di Wight, dove si trova il campeggio per caravan lasciato in eredità a Ellie dal defunto compagno della madre; la loro nuova vita come gestori del campeggio e le vacanze in località esotiche che la coppia si concede ogni inverno, fino ad arrivare alla lettera del Ministero della Difesa che annuncia la morte di Tom e rimette in discussione ogni cosa.
Il titolo del romanzo riprende le parole, “Wish you were here” (p. 63), che Jack aveva accluso, non senza difficoltà, alla cartolina spedita a Ellie durante la prima delle due vacanze al mare che aveva trascorso, già adolescente, con la
madre e Tom. Nei ricordi dell’uomo, i momenti passati a Brigwell Bay rappresentano il periodo più bello della sua vita, seppur con qualche sentimento contrastante: se, infatti, era riuscito ad essere così felice nonostante l’assenza di Ellie, come poteva aver desiderato veramente che fosse presente?
Comunque, le parole del titolo non risultano applicabili solo a questa specifica situazione: nel presente della narrazione, Jack si trova da solo in casa, distante dalla moglie sia fisicamente che emotivamente, e vorrebbe che quest’ultima tornasse da lui, così come avrebbe voluto il suo sostegno e il suo conforto durante il viaggio fatto nei giorni immediatamente precedenti.
Allo stesso modo, esse non sono riferibili soltanto alla figura di Ellie. Come si evince dall’elenco degli eventi caratterizzanti il vissuto di Jack, il suo passato è contraddistinto dalla ripetizione di avvenimenti luttuosi o, comunque, dall’allontanamento definitivo di persone care, che non può più avere vicino a sé. In particolare, per anni Jack aveva coltivato il sogno segreto di poter rivedere il fratello, andatosene dalla fattoria di famiglia con l’intenzione di non farvi mai più ritorno, e adesso che è morto questo desiderio si ripresenta in tutta la sua tragicità, oltre a trovare una parziale realizzazione nella ripetuta comparsa del suo fantasma che, nel corso del romanzo, appare a Jack in più di un’occasione, a cominciare dal momento in cui riceve la comunicazione della sua morte.
A tale proposito, in un’intervista rilasciata poco dopo l’uscita del romanzo49, l’autore ha dichiarato che il rapporto tra fratelli, oltre a quello tra marito e moglie, era stato uno dei temi centrali dell’opera fin dalle primissime fasi della sua progettazione, mentre la consapevolezza che si sarebbe trattata di una “ghost story”, etichetta da lui stesso applicata al testo, era arrivata soltanto in un secondo momento.
Inoltre, all’interno della stessa intervista, l’autore descrive Wish You Were
Here anche come un “road trip novel”, definizione che sembra mettere
quest’opera in connessione con Last Orders. Invero, entrambe ruotano intorno a una serie di disposizioni per un funerale e al viaggio attraverso ampie zone dell’Inghilterra per metterle in pratica. In più, come in Last Orders, anche in
49
Anonimo, “Paperback Q&A: Graham Swift on Wish You Were Here”, The Guardian, 20 March 2012, URL: http://www.theguardian.com/books/2012/mar/20/paperback-q-and-a-graham-swift (ultimo accesso 2.12.2016).
questo romanzo i personaggi principali appartengono agli strati inferiori e meno istruiti della società e vengono messe in risalto le idee di comunità e tradizione (rispettata e non), riproponendo il tema del rifiuto o dell’impossibilità da parte dei figli di portare avanti gli affari di famiglia.
La critica ha però rilevato come il tono dei due romanzi sia totalmente diverso: alla chiassosa compagnia che si mette in viaggio per andare a spargere in mare le ceneri dell’amico defunto nel primo, si contrappone la totale solitudine di Jack nel secondo. A dividerli è inoltre la provenienza geografica. In quest’ultimo romanzo, infatti, il setting si sposta dalle periferie di Londra alle campagne del Devon e alla zona costiera dell’Isola di Wight.
La scelta di un’ambientazione provinciale rimanda piuttosto a Waterland, così come il tema del rapporto tra fratelli, la figura della madre morta che amava raccontare storie, l’abilità per i (seppur rari) giochi di parole di Michael e il frequente riferimento alla follia e all’ubriachezza che favorisce la dimenticanza.
Inoltre, anche in Wish You Were Here, che ripercorre le vicende di tre generazioni della famiglia Luxton in un arco temporale di quasi un secolo, è possibile ravvisare i tratti della saga familiare. Come nel caso degli Atkinsons, anche quella dei Luxton è la storia di una caduta, iniziata secondo Jack con la morte della madre e proseguita con l’abbattimento forzato del bestiame. In realtà, dietro questi tragici eventi aleggia fin dal principio il racconto che Vera era solita fare a Jack ancor prima che Tom nascesse, ovvero quello della morte dei due giovani fratelli Fred e George Luxton, i prozii di Jack caduti nella battaglia della Somme. I due erano deceduti lo stesso giorno ma, mentre l’uno era stato semplicemente dilaniato dai proiettili, l’altro, prima di morire, si era distinto per un atto di valore che gli era valso un riconoscimento postumo, ossia una medaglia che la famiglia Luxton aveva sempre custodito gelosamente, salvo mostrarla con orgoglio una volta all’anno, in occasione del Remembrance Day, quando la comunità locale si radunava intorno al monumento ai caduti della cittadina di Marleston, sul quale si trovavano incisi, tra gli altri, anche i nomi di George, accompagnato dalla sigla DCM, e Fred50.
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Vale la pena notare come tale racconto venga presentato in un modo che mette in risalto, non senza una nota di amara ironia, le modalità arbitrarie di registrazione e trasmissione degli eventi
Nel macrotesto swiftiano, la prima guerra mondiale rappresenta l’evento che priva le famiglie inglesi di un’intera generazione di giovani uomini, lasciando una lacuna che ricade con tutto il suo peso su quelle successive. Tale aspetto è evidenziato costantemente, a partire da The Sweet-Shop Owner, dove gli zii materni di Irene sono caduti in guerra come birilli, fino ad arrivare a Mothering
Sunday, ambientato proprio negli anni successivi al conflitto, in cui l’assenza di
figli (e di domestici) maschi è una caratteristica che accomuna molte famiglie, compresa quella dell’amante della protagonista Jane, che diviene l’unico erede dei beni di famiglia poiché i fratelli maggiori non ci sono più.
In Wish You Were Here, la storia di Fred e George, per quanto lustro possa conferire alla famiglia Luxton all’interno della comunità, allude comunque alla tara ereditaria che si ripercuote sulla sua discendenza, lasciando presagire fin dall’inizio come Tom, scegliendo di arruolarsi nell’esercito, andrà incontro a un destino di morte.
Parallelamente alla storia della rovina della famiglia Luxton, il romanzo presenta però anche quella del declino di un’intera comunità rurale, e non solo. Evocando una dimensione nazionale mitica ormai perduta, la citazione posta in epigrafe al testo (“Are these things done on Albion’s shore?”, verso tratto da “A Little Boy Lost” di William Blake) pone infatti in risalto come ad essere coinvolta in un destino di caduta sia la nazione inglese nella sua totalità.
Per l’ennesima volta, dunque, in un romanzo di Swift la dimensione privata si intreccia con quella collettiva, così come la dimensione locale si interseca con quella globale. Nella sua attività di rievocazione, infatti, alle reminiscenze personali di Jack si uniscono ricordi collettivi, come quello delle immagini televisive delle Torri Gemelle in fiamme. Il romanzo presenta così sia la his-story di Jack, personaggio modesto sia nelle origini che nella personalità, che la
History, caratterizzata da eventi, come l’epidemia di encefalopatia spongiforme
bovina o la guerra in Iraq, che trovano ampia risonanza anche attraverso i mass
media e che finiscono col propagarsi e ripercuotersi ad ogni livello, sia esso
motivo di dubitarne, non può essere totalmente sicuro che Tom abbia ricevuto la stessa versione; in secondo luogo, il capitano che era stato testimone del gesto eroico non era stato in grado di riconoscere quale dei due fratelli, per lui identici come gemelli, l’avesse effettivamente compiuto e aveva deciso di segnalare George semplicemente perché il nome gli sembrava più patriottico.
locale, nazionale o internazionale: la situazione catastrofica cominciata col diffondersi del morbo della mucca pazza si aggrava ulteriormente in seguito a decisioni che vengono prese a livello nazionale e alle speculazioni di banche e consorzi agricoli, che costringono persone abituate a vivere seguendo uno stile di vita tradizionale come quello delle fattorie a cercare la propria fortuna altrove, come accade, seppur con modalità diverse, ai fratelli Jack e Tom Luxton; allo stesso modo, sebbene arrivino dall’altra parte dell’oceano, le immagini dell’undici settembre, che tramite il televisore possono raggiungere chiunque in qualsiasi parte del pianeta, hanno conseguenze dirette proprio per Tom, ormai divenuto soldato, che viene inviato in Iraq per combattere la cosiddetta “guerra al terrore” e difendere così la sicurezza dei cittadini britannici rimasti in patria.
Una novità rispetto alla produzione precedente è costituita dal periodo in cui è collocata l’azione del romanzo. Con la pubblicazione di Wish You Were Here, infatti, Swift introduce per la prima volta in una sua opera riferimenti ai grandi eventi drammatici che hanno caratterizzato l’inizio del ventunesimo secolo, vale a dire l’attacco terroristico al World Trade Center e il conflitto armato in Iraq ed Afghanistan.
In effetti, sia The Light of Day che Tomorrow, pubblicati rispettivamente nel 2002 e nel 2007, erano ambientati negli anni Novanta del secolo scorso. Secondo l’autore, infatti, un romanzo può rappresentare un determinato periodo storico ma, affinché ciò avvenga, occorre prima poterlo mettere in prospettiva. Inoltre, è il processo di scrittura stesso a richiedere l’intercorrere di un certo lasso di tempo tra l’evento che si vuole rappresentare e l’uscita del romanzo. Come da lui stesso affermato:
I don’t think there is such a thing as contemporary fiction. The great strength of fiction is that it isn’t and cannot be contemporary, because of the time it takes to write […] Fiction has to handle time and change in a longer way […] It will take that process of historical ingestion, and anyway it will take the long process that it takes to write a novel51.
A suo avviso, il compito di trattare temi di stretta attualità non spetta ai romanzieri ma ai giornalisti e tra i due ruoli deve esserci una distinzione netta,
anche se nella nostra epoca la linea di demarcazione tra i due ambiti sembra farsi sempre più sottile.
Così, in Wish You Were Here l’autore offre uno sguardo su episodi significativi per la storia inglese e mondiale recente, i quali possono essere messi almeno parzialmente già in prospettiva. Inoltre, per ciò che riguarda un avvenimento più lontano nel tempo come l’epidemia di encefalopatia spongiforme bovina, la distanza temporale dall’evento stesso consente di trattare con maggiore consapevolezza un periodo già concluso e di dare ampio rilievo alle sue ripercussioni, con la narrazione degli effetti devastanti che esso ha avuto sulle comunità rurali inglesi.