• Non ci sono risultati.

e Un gatto attraversa la strada

1. Presentazione delle opere

Capricci italiani e Un gatto attraversa la strada fanno parte delle opere

premiate di Giovanni Comisso, per ciò che riguarda la «poetica dei sentimenti». Per i primi scritti, si ricorda il premio Bagutta a Gente di mare,

82 E. MONTALE, Comisso e “I due compagni” [1936], in Il secondo mestiere. Prose 1920-

~ 69 ~

ottenuto nel 1929; per l’ultima fase, invece, si annovera il premio Saint- Vincent alla produzione giornalistica, di cui Comisso sappiamo non essere molto orgoglioso.

Rispettando l’ordine cronologico, Capricci italiani, dunque, è una raccolta di racconti edita nel 1952 da Vallecchi. Alcuni dei quarantadue racconti di cui è composta risalgono ad anni passati o sono stati inseriti in raccolte precedenti e successive al 1952. Infatti de La mia casa di campagna (1958) fanno parte La scatola di fiammiferi e Le avventure di Alceste, la maggior parte del corpo dell’opera lo si ritrova in Satire italiane (1961) e quattro racconti ne Il grande ozio (1964).

La raccolta si è aggiudicata il premio Viareggio e, che non sia stata particolarmente oggetto di discussione per i letterati sarebbe un’osservazione ammissibile, per chi si accosta al testo e alla critica dello stesso. Con molta probabilità la scarsa attenzione nei confronti dei Capricci è dovuta, come già detto sopra, alla densa riflessione letteraria sul Comisso degli esordi. Abbiamo appreso che l’approccio alla scrittura, rapportato alla fase antecedente, è differente. Difatti, Bucci nello stesso anno della pubblicazione dell’opera osserva criticamente e propone un’analisi contrastiva tra il volume e il racconto Mezzogiorno datato 1932, individuato nella rivista «Pegaso». Di quest’ultimo lo stile pare più disteso, caratteristico di un animo spensierato e

~ 70 ~

avido di avventura e di vita, volto alla scoperta della città partenopea e pompeiana:

Il brusio come in un teatro rigurgitante in attesa che s'alzi il sipario, la polvere, i barbagli di sole, i bambini per terra con le camicie aperte sui petti bruni, le voci canore nello sforzo di rendersi convincenti, sono come violenti battiti d'un cuore a segnalare ad ogni angolo la vita.83

Coi Capricci italiani Comisso non sorvola solamente le città di Napoli e Pompei, ma «passeggia per tutta l’Italia, dalle sabbie del Piave, alle palme di Taormina, da Chioggia e da Vicenza a Orvieto, a Roma, a Firenze e arriva persino alla noia pettegola della provincia marchigiana a Fermo».84 Quello che colpisce però è il tono non più misto di «humor e romanticismo» del racconto

Mezzogiorno, dove si esalta l’avvenire di un giovane di Pompei e la sua

intraprendenza amorosa, e dove sui muri dell’antica città si scorgono versi catulliani, simboleggianti gli impeti di giovani amatori. Non che il Comisso della maturità non sia romantico, ma perde la verve giovanile che compensa col circondarsi di personaggi che possano esprimerla meglio.

La prosa dei Capricci italiani non si serve dello spirito delle poesie di Catullo, intrise di speranza nei confronti dell’esperienza amorosa e della vita; si avvale piuttosto dello spirito moraleggiante e riflessivo di Orazio. Bertacchini definisce l’esperienza dei Capricci come una souffrance «che si

83 G. COMISSO, Mezzogiorno, in «Pegaso», marzo 1932.

84 G. BUCCI, Giovanni Comisso, Capricci italiani. – Firenze, Vallecchi 1952, in «Il Ponte», secondo semestre 1952.

~ 71 ~

rivela in immagini e quadri liberamente affidati ad una solerte insistenza di dolore, ad una lenta ricerca di pietà per gli uomini e le cose della patria. Gli uomini sono quelli che hanno patito; sono le creature che non sperano più nulla […]; i giovani crescono delusi e stanchi. E anche i luoghi s’avvolgono di dolore; […] e le valli del Veneto più amate nel loro nostalgico abbandono, una orrenda strada a Padova, e Roma cinica e intrigante, e Bologna ghiotta di cibi e di musiche»85.

Anzi, Comisso arriva, in Noia a Venezia, a sette racconti dalla fine del libro, a definire la realtà circostante «come una muffa, come la polvere di un attrito, come un attrito».86

Ma questo è solo uno degli aspetti e dei temi grazie al quale Comisso insaporisce il gusto dei Capricci, che per la loro varietà rischiano di non appartenere ad un genere letterario definito. Comisso ricorre all’espediente autobiografico, analogamente a quello satirico, della prosa di viaggio, di impressione o di memoria; una memoria consumata dal tempo e con venature drammatiche. Il denominatore comune è sicuramente il frenetico desiderio di movimento ed evasione che, se nei primi scritti scaturiva sensazioni smaniose di vita, negli scritti maturi determina attente riflessioni sul senso

85 R. BERTACCHINI, Comisso pensieroso, in «Fiera Letteraria», settembre 1952.

~ 72 ~

dell’esistenza. Una testimonianza di tale atteggiamento è data dall’incipit del sesto racconto dei Capricci intitolato Quanto è triste la nostra Italia:

Sono stato sempre un errabondo, un insofferente nel persistere a lungo in uno stesso luogo. Si può quindi immaginare quanto mi sia stato penoso rimanere per due anni di guerra in una solitudine agreste costretto a uno spazio di pochi chilometri quadrati. Ripiegare sui ricordi dei miei lunghi viaggi per il mondo era un’esasperazione e la fantasia invano riusciva a ingrandire il poco spazio.87

Successiva di due anni, la pubblicazione di Un gatto attraversa la

strada avviene per la prima volta nel 1954 e consta di trenta racconti, alcuni

dei quali, come per Capricci italiani, sono integrati in altre raccolte: La mia

casa di campagna (1958), Il grande ozio (1964) e tre già presenti nel

volumetto del 1945 I sentimenti nell’arte, già citato sopra e contenente i racconti a mo’ di esempi della nuova poetica.

Trascorso un anno dalla pubblicazione, l’opera viene candidata al premio Strega, da cui ne esce vincitrice. Stessa considerazione dei Capricci

italiani: l’oblio in cui è caduta la raccolta, fa di essa un’opera da annoverare

nella lista dei premi Strega, ma purtroppo non da rileggere o da apprezzare. La Fondazione Maria e Goffredo Bellonci nel 2006 ha proposto la ripubblicazione per UTET de «I 100 capolavori» in occasione del sessantesimo anniversario del premio Strega, tra i quali vi è Un gatto

~ 73 ~

attraversa la strada: un monito per chi si fosse perso la lettura di testi

precedenti, dimenticati o persi di vista.

Eppure la varietà delle tematiche e lo stile utilizzato dall’autore non fanno del Gatto un’opera arida. Anzi, la prosa di Comisso appare più avvincente dei Capricci e con una impostazione dei racconti all’interno della raccolta ben studiata e programmata. Infatti, il titolo che Comisso ha assegnato all’opera combacia con quello di uno dei racconti, e quest’ultimo funge da spartiacque tra i racconti che lo precedono e quelli che lo seguono. La prima parte della raccolta include novelle scritte tra il 1933 e il 1953 e, quasi con piglio verghiano, come sostiene Pullini, Comisso insiste su episodi (perché di episodi, di scorci di vita si tratta) di natura violenta o sugli atteggiamenti duri e scontrosi, tipici di personaggio come Mazzarò o Mastro Don Gesualdo, dunque impostando come sfondo una realtà rustica, agricola e tradizionale.88 I racconti della seconda parte, invece, hanno una componente più fatalistica, in cui si percepisce che il fato destini per i personaggi una sorte piuttosto che un’altra.

L’ispirazione di Comisso è data come sappiamo da esperienze di vita privata o pubblica, accentuate nella seconda parte del libro, dalla materia fantasiosa. L’espediente autobiografico che dà le basi alle sue opere, risulta

88 G. PULLINI, Giovanni Comisso, Firenze, La Nuova Italia («Il castoro»), 2 edizione accresciuta 1974, p. 97.

~ 74 ~

così intervallato da racconti di invenzione. E dunque «si alternano le novelle e le memorie intrecciate romanzescamente a quelle, invece, affidate soltanto ad un pretesto narrativo e svolte poi liricamente […] È frequente l’uniformità dei toni sfumati in cadenze elegiache e frastagliati in finezze psicologiche».89 Le considerazioni di Pullini sono rivelatrici della fase dei sentimenti che Comisso riempie non solo con le raccolte in questione, ma altresì con Un

inganno d’amore, Capriccio e illusione e Gioventù che muore, romanzi di

poco precedenti sull’impegno e sulla crisi degli affetti.

Il messaggio principale che l’autore intende mandare con questa raccolta risiede principalmente nel racconto dal titolo omonimo Un gatto

attraversa la strada, il primo, dopo venti racconti in terza persona, ad essere

elaborato in prima. La questione su cui si focalizza Comisso autore e personaggio del racconto è relativa alla presenza ed alla credenza di forze misteriose capaci di dominare la volontà dell’individuo. L’introduzione della novella infatti racchiude in poche righe l’essenza della nuova sensibilità: un incipit espresso sotto forma di riflessione lirica, ma distante dalla narrazione della vicenda in sé, che sarà di materia meno impegnata e più semplice. Comisso esordisce riflessivo:

Oramai ho capito come va la mia vita. Un tempo credevo di essere libero, indomabile, dominante e che il mondo fosse a mia disposizione per essere goduto e modellato da me, invece col passare degli anni mi sono accorto che sono soltanto una specie di piastrella incastrata geometricamente con altre per formare un pavimento, sopra cui il

~ 75 ~

flusso scorrente degli uomini, di altre piastrelle, viene a sovrapporsi nel crescere saliente delle nuove generazioni.90

È come se l’autore percepisse la sensazione di non essere più protagonista della sua esistenza, di non essere presente a se stesso e di vivere in sordina, discosto dalla sua vecchia vita, tesa all’esaltazione di sé e delle bramosie dell’epoca. Un’epoca in cui aveva più orecchie per se stesso che per l’altro, in cui ascoltava la melodia dei sui istinti, dirigendoli con maestria. Infatti:

[…] la grande tristezza è data dal sapere che nel geometrico incastro dei fatti […] la mia vita non si svolge minimamente secondo la mia volontà, il mio estro, la mia fantasia. Tutto avviene come nella formazione di un cristallo secondo uno schema preordinato.91

Tuttavia, l’unico ordine o programma che Comisso ha creato per la sua opera riguarda esclusivamente la sistemazione dei racconti in quanto, come sostiene Nico Naldini92, l’autore non ha mai avuto un ventaglio di valori intellettuali sui quali intrecciare una narrazione. Tantomeno vi è una circostanza sociale o storica entro cui collocare le novelle: Comisso estrapola semplicemente dei pezzi di esistenza, raccontando le emozioni dell’istante.

90 G. COMISSO, Un gatto attraversa la strada, Torino, UTET Fondazione Maria e Goffredo Bellonci onlus, 2006, p. 149.

91 Ibidem.

92 Prefazione di G. PIOVENE, a Un gatto attraversa la strada, Milano, Longanesi, 1964, p. VII.

~ 76 ~

La tipicità di queste raccolte di racconti risiede nella capacità infusa da Comisso di saper “raccontare” piuttosto che “narrare”, come sostiene ancora una volta Naldini nella prefazione del Gatto; Comisso

sfoglia la propria vita (suoi sentimenti, cose viste, cose inventate) come un seguito di illustrazioni. Ricorda un po’ quegli orientali che fanno passare sotto le dita le sfere di una corona; a ogni sfera un racconto. Tutto si presenta alla pari sotto le dita che lo palpano e poi passano oltre. E non perché sia uno scrittore freddo, staccato, indifferente. È piuttosto il contrario. Partecipa e risponde sempre, infallibilmente coi sensi, qualche volta col cuore.93

Documenti correlati