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PRESIDENTE. Ha facolta` di parlare il relatore di minoranza, sena-tore Polledri.

POLLEDRI, relatore di minoranza. Signor Presidente, desidero porle preliminarmente un problema regolamentare. Mi sembra che, contraria-mente a quanto avviene nella prassi parlamentare, secondo la quale il re-latore di minoranza ha a disposizione un tempo computabile a suo nome, ora invece, forse per un disguido, quel tempo sia stato computato al Gruppo.

Ho apprezzato, onorevoli senatrici e onorevoli senatori, gli sforzi del collega Ripamonti. Egli ha fatto quel che poteva, ha cercato di dare qual-che risposta, provando a rivolgersi alla minoranza dicendo qual-che se aveva delle proposte avrebbe potuto avanzarle. Ebbene, noi le abbiamo e insieme le potremmo anche votare; come opposizione, abbiamo anche scelto di presentare emendamenti di principio, abbiamo concordato una serie di non piu` di 60 emendamenti, quindi, ministro Bersani, abbiamo avanzato proposte concrete su cui intavolare un dialogo, una discussione.

Si e` sempre detto che quello che manca in questo Parlamento e` il dia-logo, ma credo che vogliate dare atto all’attuale opposizione di aver con-sentito di approfondire il dibattito in Commissione, di arrivare a dare il mandato al relatore, anche di modificare alcune parti, modifiche evidente-mente di buonsenso che sono state accolte. Vedremo quale motivazione

potra` essere addotta se in seguito dovesse esservi un eventuale blocco di questa discussione.

La presenza del ministro Bersani e` un’occasione troppo ghiotta per non proporre un dialogo; la minoranza desidera dialogare, se la maggio-ranza e` pronta a discutere nell’Aula del Senato, ben venga, ma mi sembra invece che ci sia un po’ di fretta, signor Presidente. Capisco la fretta per poter essere piu` produttivi, ma non vorrei che questa fretta fosse dovuta magari ad un sentimento di imbarazzo, quantomeno perche´ questo provve-dimento incomincia a circolare nel Paese e i telegiornali non parlano piu`

soltanto dei tassisti, che avevano occupato Roma. Ricordo che quello dei tassisti viene percepito da tutti come un problema dei tassisti romani, ma non mi sembra che il sindaco di Roma sia un sindaco della Casa delle li-berta`: e` il sindaco Veltroni, quindi un vostro sindaco, che magari, tra l’al-tro, aspira a qualcosa di ben piu` alto.

A Milano abbiamo risolto con il sindaco Albertini, signor Ministro, c’e` stata una battaglia. Quando lei ha preso l’aereo per Milano, arrivato in aeroporto, si sara` imbattuto in alcune manifestazioni e avra` trovato i manifesti del sindaco Albertini che spiegavano ai tassisti perche´ era neces-sario aumentare il numero delle licenze. A Milano i taxi si trovano, mi sembra evidente, ma – come dicevo prima – un certo sentimento di imba-razzo e` legato al fatto che, ormai, trascorsi i mondiali e passata la festa, la gente incomincia a rendersi conto che qualcosa e` cambiato. Oggi iniziano a scriverlo alcune categorie: la Federfarma – pur rappresentando, certa-mente, un interesse parziale – parla di interessi di grandi gruppi. Mi fa-rebbe piacere sapere che non e` vero che esistono tali interessi. Alcuni so-spetti, tuttavia, sono legittimi.

L’opposizione ha avanzato una proposta di liberalizzazione. Possiamo fare a meno anche dei farmacisti? Come qualche collega faceva notare, il farmacista delle Coop sara` tutelato o avra` un contratto diverso rispetto a quello del settore?

Noi abbiamo proposto allora di introdurre le confezioni starter dap-pertutto, anche, ad esempio, negli Autogrill. Puo` succedere che una per-sona qualsiasi abbia mal di testa e decida di prendere tre pastiglie. Sele-zioniamo allora i farmaci da poter vendere. Diversamente, mi sembra che la risposta, emersa anche nel mondo delle cooperative, sia la seguente:

quando potremo scegliere quali farmaci introdurre nel nostro Paese, allora faremo risparmiare gli italiani. Avremo quindi sul mercato la supposta co-reana? O, magari, l’aspirina cinese? Sara` buona? Senatore Angius, lei che annuisce, li provi lei questi farmaci, vada lei per primo. Vedremo se fun-zionano.

Avete deciso di respingere il nostro emendamento sulla tracciabilita`.

Noi volevamo che tutti i farmaci fossero tracciabili. Non dimenticatevi co-s’e` successo a Bruxelles dove dei farmaci di scadente composizione hanno causato la morte di alcuni bambini. Poiche´ lı` era in vigore il processo di tracciabilita`, siamo riusciti a risalire alla fabbrica produttrice di tali far-maci. Voi avete respinto l’emendamento – che intendiamo riproporre –

sulla tracciabilita`, perche´, in un certo senso, non volete disturbare il pa-drone del vapore.

La nostra critica e` molto forte, e` una critica, per carita`, in campo eco-nomico, che adesso andremo ad analizzare soprattutto per quanto concerne le tasse: non e` la legge dei tassisti, questa e` la prima legge delle tasse. E` la prima legge patrimoniale dell’Ulivo, fondata sul principio della diffi-denza, secondo cui chi ha, in qualche modo, deve rendere conto agli altri ed e` una persona di cui sospettare. E` un principio seguito coscientemente, secondo una certa impostazione e una certa filosofia, purtroppo – ahinoi!

– maggioritaria, quantomeno nella sinistra piu` radicale.

Abbiamo affrontato il tema della liberta`. Ieri, il presidente Azzollini era giustamente e realmente indignato, perche´ – pur essendo, magari, dopo anni, abituati a tutto – non si puo` dire agli italiani che il proprio conto corrente finira` direttamente nelle mani delle agenzie tributarie e che tutti i nostri spostamenti economici saranno noti al Grande fratello.

Tra l’altro, finiranno anche in un’agenzia e sara` possibile l’ispezione da parte di una spa che, quindi, in un certo senso, non e` sottoposta alla tutela propria di un pubblico ufficiale o dello Stato. Come si puo` pensare di consegnare a tali agenzie i conti correnti, con tutti i loro spostamenti, dei professionisti e dei loro clienti? E il vincolo della segretezza? Vi ricor-date Orwell? Dobbiamo regalarvi un libro sul Grande fratello. Tra l’altro, vi siete anche dimenticati di sentire il parere del Comitato ispettivo cui partecipano l’Agenzia delle entrate e la Guardia di finanza che tutti gli anni produce una relazione: cio` e` consentito solo a quelli che dovrebbero utilizzare i vostri dati.

Se andate a leggere la loro relazione, in essa si dice chiaramente che il controllo dell’evasione fiscale si puo` attuare in due momenti. Il primo e`

quello di acquisire tutti i dati.

Acquisirete, quindi, tutti i dati e troverete il supercervellone. Ma – si dice – questa strada non funziona e la cosa migliore sarebbe pensare ad una parola forse magica: mi riferisco al federalismo fiscale, di cui si legge qualcosa negli atti della scorsa legislatura. Quello che, in sostanza, la-sciava ai Comuni (gia` nella manovra finanziaria dell’anno scorso l’ab-biamo fatto) la possibilita` di controllare l’evasione perche´ e` lı` che si con-cilia l’esigenza della popolazione di avere entrate con quella di control-lare. Dunque, controllo e spesa si ritroverebbero uniti nella stessa figura e lı` si potrebbe sviluppare una sinergia. Invece, non c’e` una riga che parli di federalismo fiscale in modo serio sia nel provvedimento che ci accin-giamo a varare che nel Documento di programmazione economico-finan-ziaria.

Questa sarebbe stata la leva che avrebbe potuto usare la Casa della liberta` e, al contempo, il terreno su cui lanciare la sfida all’attuale mag-gioranza.

Signor Ministro, signori della maggioranza, avete consegnato oltre ai fatti nostri anche le chiavi della politica industriale attraverso l’articolo 14 del provvedimento. Con questo articolo, lei, signor Ministro, ha rinforzato in modo esagerato i poteri dell’Antitrust. Nel primo provvedimento ha

avocato a se´ alcune leve di politica industriale nel settore energetico. Giu-stamente ha detto che i tetti per la vendita dell’ENI o quando la SNAM Rete Gas dovra` essere privatizzata saranno decisioni assunte dal Governo con valutazioni autonome. Mi sembra giusto: in base allo scenario euro-peo, in base alle trattative in corso e in base a cosa fara` la Francia.

Lei, signor Ministro, con questo provvedimento, da` all’Antitrust le chiavi per decidere la politica industriale di questo Paese. In base a un semplice sospetto, ad una semplice apertura, a una semplice telefonata, aziende quotate in Borsa dovranno correre, cedere dei rami d’azienda, «di-magrire», altrimenti rischiano di vedersi sequestrato addirittura il 3 per cento delle azioni. Bastera` una telefonata dell’Antitrust la sera; voglio ve-dere il giorno dopo sui titoli il Tesoro cosa dira`.

I risparmiatori con questo provvedimento che avrebbe dovuto rilan-ciare l’economia hanno gia` perso un miliardo e mezzo di euro in Borsa;

precisamente mezzo milione di risparmiatori.

Avete consegnato ai giovani che intendono costruirsi una casa un’ul-teriore tassa del 4 per cento e non potranno piu` godere di detrazioni. Era questa la politica che volevate fare a favore della famiglia?

Era questa la politica a favore della famiglia, creando in Italia 8.000 nuove posti di gioco, dando il via libera, di fatto, a nuovi casino` e preve-dendo la possibilita` di installare slot machines nelle sale Bingo?

Concludo, signor Presidente. Di tracce di sviluppo qui ce ne sono as-solutamente poche; di tracce di tasse e di Grande fratello – ahinoi! – e`

invece pieno questo provvedimento, che e` il primo che ci fa sapere come la pensate per il futuro. (Applausi dai Gruppi LNP, FI e AN).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, onorevole Chiti. Ne ha facolta`.

CHITI, ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istitu-zionali. Signor Presidente, intervengo per chiederle di sospendere per circa mezz’ora la seduta al fine di consentire al Governo di valutare gli ele-menti di confronto sviluppati in Commissione e nel dibattito di ieri e di oggi in Aula.

VALENTINO (AN). E quindi chiedere la fiducia!

CHITI, ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istitu-zionali. Valuteremo.

GRAMAZIO (AN). Dica la verita`!

Discussione e reiezione di proposta di inserimento all’ordine del giorno di un dibattito sulla posizione del ministro Di Pietro

PRESIDENTE. Colleghi, accantonando per mezz’ora, in linea con la richiesta del Governo, la discussione di questo disegno di legge, proporrei, se l’Assemblea concorda, di tornare alla richiesta, che in apertura della se-duta il presidente Matteoli aveva avanzato, in riferimento all’articolo 56 del Regolamento, ultimo comma, di discutere la posizione del Governo sulle dichiarazioni del ministro Di Pietro.

Poiche´ e` necessaria la maggioranza dei due terzi, vorrei utilizzare questa mezz’ora per svolgere la discussione e fissare il tempo della vota-zione di questa richiesta straordinaria a mezzogiorno, se c’e` il consenso dell’Assemblea. Poiche´ non si fanno osservazioni, cosı` resta stabilito.

MATTEOLI (AN). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

MATTEOLI (AN). Debbo aggiungere poco a quanto ho avuto l’op-portunita` di dire stamani ad inizio di seduta. Siamo di fronte – l’ho defi-nito un caso curioso, per non usare un altro termine – ad una situazione paradossale! Abbiamo un Ministro, che e`, oltretutto, anche segretario na-zionale del suo partito, che dichiara di autosospendersi ad ore alterne.

Dalla lettura dei giornali, dalle dichiarazioni che abbiamo sentito an-che ieri sera in televisione, il ministro Di Pietro ha usato un termine molto forte; ha usato il termine «immorale» nei confronti della sua stessa mag-gioranza.

Ma veniamo ai fatti: lui va al Ministero, svolge il ruolo di Ministro, firma le carte, poi si autosospende, va in piazza e protesta contro il suo stesso Governo. In quel momento e` vacante il ruolo di Ministro! In quelle due ore in cui va a protestare, chi firma, chi fa il Ministro? Poi natural-mente finisce la protesta, torna al Dicastero, e torna a rimettersi l’abito del Ministro.

E` vero che siamo di fronte ad una situazione cosı` complicata, cosı`

anomala; anche quello che abbiamo ascoltato poc’anzi, che prelude alla richiesta dell’ennesimo voto di fiducia, ci fa capire che ormai le regole sono saltate. Presidente, le regole sono saltate, ma non possiamo cancel-lare le Aule parlamentari! Lei e` Presidente del Senato, e` la seconda carica dello Stato, e deve garantire la possibilita` che il Governo venga qui a ri-ferire sulle condizioni di questo Esecutivo.

Tra poco il ministro Chiti, facendo l’ennesima brutta figura, verra` qui a porre la questione di fiducia. Voglio sapere se questa sera o domani mi dovro` esprimere nei confronti di un Governo di cui fa parte anche il mi-nistro Di Pietro o no! (Applausi dai Gruppi FI e UDC). Se voto nelle due ore in cui protesta, do un voto di fiducia ad un Governo di cui lui non fa

parte; se cio` avviene nelle due ore in cui svolge il ruolo di Ministro, voto la non fiducia ad un Governo di cui lui fa parte! Siamo al paradosso.

Almeno quest’Aula ci metta nelle condizioni di poterci esprimere e di poter parlare. E soprattutto, che il Governo venga qui. Meglio se viene il Presidente del Consiglio, al punto in cui siamo arrivati, a riferire se Di Pietro fa parte di questa maggioranza o no! (Applausi dal Gruppo FI).

CASTELLI (LNP). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

CASTELLI (LNP). Signor Presidente, sono assolutamente d’accordo con quanto dichiarato dal collega, presidente Matteoli.

Facendo ovviamente salvo il dibattito che stiamo per iniziare, la que-stione che credo dobbiamo dirimere preliminarmente e` questa: il ministro Di Pietro c’e` o non c’e`? Mi viene in mente Italo Calvino: e` un cavaliere inesistente oppure esiste ancora? E, se e` ancora Ministro, credo sia suo dovere venire qui immediatamente a partecipare a questo dibattito e chia-rire quali sono le sue posizioni anche perche´, vedete, Presidente, colleghi, in questo momento il presidente Prodi e` a Milano a discutere di infrastrut-ture. Il Presidente del Consiglio e` andato ad affrontare la grande questione settentrionale e, per dichiarazione espressa del sottosegretario alla Presi-denza del Consiglio Enrico Letta, si e` detto che la questione fondamentale sono le infrastrutture. In questo momento, dunque, il presidente Prodi e` a Milano a discutere di questioni sulle quali non si sa se il Ministro compe-tente esista o non esista. E` nostro diritto capire esattamente cosa sta acca-dendo.

Ma c’e` di piu`. Questo e` un malvezzo dell’attuale Esecutivo; stiamo parlando di un provvedimento, quello il cui esame e` stato teste´ interrotto, il cui articolo 2 tratta materia esclusiva e assoluta del Ministro della giu-stizia. Bene, il Ministro della giustizia non compare tra i proponenti del provvedimento, e chi e` stato Ministro sa che questo e` un fatto gravissimo che significa soltanto una cosa: che il Ministro della giustizia non e` d’ac-cordo con questo testo. Sicuramente anche di tale problema discuteremo, evidentemente in un altro momento, in questa sede.

Ad ogni modo, dobbiamo dirimere subito questa questione: abbiamo un Ministro delle infrastrutture in carica oppure no? Se la risposta e` no, ne prenderemo atto e vedremo chi sara` il Ministro ad interim - evidentemente il Presidente del Consiglio –, vedremo che cosa accadra`; ma se Di Pietro e`

ancora in carica, credo non possa esimersi dal venire qui. E` troppo co-modo raccogliere facili consensi in strada con una certa giacchetta e poi andare in Parlamento o al Governo con un’altra.

Avremo occasione di parlare dell’indulto cosı` come di tanti altri ar-gomenti; vedremo perche´ questo indulto oggi e` cosı` necessario anche per la sinistra – altro che questioni umanitarie, ci sono ragioni ben diverse – ma dobbiamo uscire assolutamente da questo equivoco. (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

PASTORE (FI). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

PASTORE (FI). Signor Presidente, penso che quest’Aula non abbia mai affrontato un dibattito, una riflessione, un confronto su un argomento di questo genere perche´ credo – e chiedo naturalmente lumi ai miei col-leghi di piu` antica esperienza e di piu` approfondita conoscenza in materia - che nella storia della Repubblica non si sia mai verificata la vicenda di un Ministro che non si dimette ma si autosospende, quindi rinuncia all’e-sercizio temporaneo delle proprie funzioni e anche ad assolvere i doveri connessi a tale esercizio, in attesa di avere risposte, segnali, indicazioni politiche su un tema che lui, non come Ministro, ma come capo di un par-tito della coalizione, ritiene fondamentale per la sopravvivenza stessa della coalizione di centro-sinistra.

E` una vicenda mai verificatasi e credo, Presidente, che lei, come il suo omologo della Camera dei deputati, dovrebbe autonomamente farsi carico di aprire una finestra di comunicazione da parte del Governo a que-sta Assemblea e all’altro ramo del Parlamento su un tema cosı` nuovo e cosı` delicato.

Non voglio entrare nel merito delle ragioni politiche, pero` mi con-senta che sul piano istituzionale stiamo vivendo un passaggio – non im-porta se di due, tre, ventiquattro o quarantotto ore – che sconvolge le prassi, i ritmi, i modi di vivere di una democrazia rappresentativa parla-mentare fondata sulla Costituzione. Costituzione che ha formato oggetto in questi ultimi mesi di accesi dibattiti; ha visto vincitori nel referendum i sostenitori della sacralita` della Carta costituzionale, e oggi si verifica uno strappo costituzionale, o almeno uno strappo sulla prassi costituzionale, del quale nessuno parla. Tutti tacciono perche´ tutti vorrebbero stendere un velo pietoso.

Non e` solo un Ministro che si autosospende, signor Presidente, e` un Ministro che in qualche modo sciopera dalle sue funzioni ministeriali, e si verificano quelle situazioni paradossali, di cui parlavano i colleghi Mat-teoli e Castelli, per cui non sapremo, quando voteremo la fiducia, se in quel voto di fiducia e` compreso anche il ministro Di Pietro.

La fiducia infatti, signor Presidente, si vota ad un Governo, non si vota genericamente e semplicemente ad una dichiarazione, ma a persone precise, al Presidente del Consiglio e alla compagine di Governo che gli e` intorno. Anzi, signor Presidente, su questo punto credo vada fatta una riflessione se il Governo porra` la fiducia mentre il Ministro restera`

in autosospensione. E` un problema serio, un problema istituzionale!

Vi e` poi la questione delle materie di competenza del ministro Di Pietro che non sappiamo da chi vengono trattate a livello piu` alto. Se un Ministro cessa dalle funzioni, ci deve essere qualcuno che lo sostitui-sca; non e` possibile che nel nostro sistema di organizzazione dei Ministeri vi sia un vuoto, un vuoto cosı` assoluto, quale quello che si e` verificato dalla giornata di ieri e che ancora oggi perdura! Tant’e` che un Ministro

deve essere subito sostituito: o il Presidente del Consiglio, o un altro Mi-nistro assume l’interim. E` vero che ci siamo abituati a fare carta straccia delle leggi dello Stato; si sono spacchettati i Ministeri, mi sembra che sia spacchettato anche il rispetto che dobbiamo avere per i principi fondamen-tali della nostra democrazia rappresentativa.

Signor Presidente, sono abruzzese e voglio parafrasare un aforisma di un mio grande conterraneo: «La situazione e` grave, ma non seria». Sicu-ramente, infatti, l’autosospensione rientrera`, e Di Pietro avra` ottenuto, a spese della serieta` del sistema democratico e parlamentare, una platea che gli consentira` alla fine di dire: resto Ministro, pero` ho protestato nella maniera piu` forte possibile. Questo modo non e` serio, ma e` una ferita grave alle nostre istituzioni. Per questo le chiedo, signor Presidente, al di la` del voto sulla proposta di inserire la questione nell’ordine del giorno, che lei si faccia carico di organizzare una presenza del Governo per una comunicazione su questo fatto cosı` rilevante. (Applausi del senatore Novi).

FORMISANO (Misto-IdV). Domando di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

FORMISANO (Misto-IdV). Signor Presidente, esprimero` poche con-siderazioni su un problema che tale non e`, tenendo presente che l’onore-vole Di Pietro ha ben tre funzioni: quella di capo di un partito politico, quella di parlamentare della Repubblica italiana e quella di Ministro del Governo.

A me pare che, non ostando nulla al mantenimento di queste tre fun-zioni, nel momento in cui manifesta la sua idea come parlamentare, e lo fa in questo periodo esprimendo al tempo stesso le proprie idee come capo di

A me pare che, non ostando nulla al mantenimento di queste tre fun-zioni, nel momento in cui manifesta la sua idea come parlamentare, e lo fa in questo periodo esprimendo al tempo stesso le proprie idee come capo di