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(Segue RIPAMONTI). E` previsto quindi un intenso lavoro che coin-volge questo ramo del Parlamento. Da questo punto di vista, considero pertanto legittima, opportuna e giusta la richiesta di fiducia del Governo, in modo da poter concludere nella giornata odierna l’esame di questo provvedimento.

Mi rivolgo ai senatori dell’opposizione: vi e` stata, e` vero, da parte vostra – ne abbiamo parlato in queste ore – la disponibilita` a ritirare gli emendamenti, riducendone notevolmente il numero, al fine di sviluppare un confronto sulle proposte di modifica piu` importanti. Ritengo, pero`, si-gnor Presidente, che tale volonta` sia stata smentita proprio nella giornata di ieri, quando l’opposizione, con una serie di eccezioni di

incostituziona-lita` (non ricordo se otto, nove o dieci), ha posto all’attenzione dell’Aula il rinvio del provvedimento.

Credo, quindi, che vi sia una contraddizione in termini: se volete di-scutere, scegliamo gli argomenti e confrontiamoci; ma non si puo` preten-dere, poi, che l’Assemblea del Senato sia impegnata a discutere delle ec-cezioni, perche´ in tal modo il tempo viene occupato per altre questioni e non, invece, per il confronto sul merito del provvedimento.

In queste ore abbiamo assistito anche ad una sorta di minaccia di ri-corso al referendum abrogativo di alcune norme del provvedimento al no-stro esame; ovviamente, sappiamo tutti che sulle questioni fiscali questo non e` possibile; eppure, vi devo dire la verita`: sarei persino contento se si arrivasse a questo punto, perche´ sarebbero i cittadini, i consumatori e gli utenti a manifestare effettivamente cosa pensano di tali norme.

MENARDI (AN). Ma che cosa dici?

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Sono i cittadini, i consumatori e gli utenti, infatti, che hanno sostenuto in questi giorni questo provvedimento, oltre al lavoro svolto dal Governo e dalla maggioranza. (Commenti dai Gruppi FI, AN e LNP). Ci penseranno loro: lo ripeto, sono persino con-tento che si minacci il ricorso al referendum.

Dal dibattito svolto nei giorni scorsi sul provvedimento in titolo, emerge una nuova figura, quella del cittadino contribuente e consumatore.

Certo, non si superano le tradizionali posizioni tra destra e sinistra: queste permangono; tuttavia credo che si renda urgente... (Brusı`o). Presidente, immagino che quanto sto dicendo non sia gradito a quella parte dell’Aula che si trova alla mia sinistra, pero` vorrei, come dire...

PRESIDENTE. Ma lei, senatore Ripamonti, non si deve curar di loro:

prosegua. (Applausi del senatore Amato). E` ovvio che le sue opinioni pos-sono non essere gradite all’opposizione, ma credo che sia...

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Allora, se lei me lo consente, Presi-dente, potrei utilizzare lo stesso metodo quando interverra` il Capogruppo...

PRESIDENTE. No. Se lei mi avesse fatto concludere il mio inter-vento, le avrei ricordato esattamente che i nostri colleghi dell’opposizione sono troppo intelligenti per pensare di interromperla, sapendo che poi i se-natori della maggioranza possono restituire loro il mal tolto, per cosı` dire.

Inviterei, pertanto, l’opposizione ad ascoltare le argomentazioni che non condivide del collega Ripamonti.

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Stavo dicendo, signor Presidente, che dalla discussione svolta in queste ore ed in questi giorni emerge la nuova figura del cittadino contribuente e consumatore. Certamente non si supe-rano le tradizionali posizioni di differenza tra la destra e la sinistra, ma

ritengo urgente l’impostazione di una nuova politica sui diritti individuali e collettivi.

Il provvedimento in esame va in tale direzione: si e` creata una pro-fonda contraddizione nel Paese, come se il tassista non utilizzasse i servizi bancari (che grazie a tale provvedimento saranno piu` favorevoli), non avesse un rapporto con il mondo delle assicurazioni o con la distribuzione commerciale; come se l’avvocato non ricorresse all’utilizzo del taxi op-pure non assicurasse la propria automobile.

Ripeto che si tratta di una grande contraddizione che io considero po-sitiva, perche´ fa discutere il Paese e le categorie sociali e soprattutto spinge in avanti il dibattito sul futuro e sulle scelte che devono essere ope-rate nel nostro Paese. Credo, quindi, che si aprano nuove prospettive.

Vi sono certamente misure importanti per lo sviluppo, finanziate an-che con le risorse previste da questo provvedimento. Si e` detto an-che nel 2006 c’e` una misura molto scarsa in relazione all’aggiustamento dei conti pubblici; voglio ricordare, pero`, che vengono finanziati il fondo per le Fer-rovie dello Stato, quello per l’ANAS e quello per le politiche sociali: sono tutte risorse recuperate grazie al provvedimento in esame. Ad esempio, e`

stata ridotta l’IVA per i settori industriali, importanti per il nostro Paese, cosı` come quella per le ristrutturazioni edilizie.

Infine, signor Presidente, vorrei soffermarmi sulla questione fiscale che ha attirato l’attenzione, in particolare dei colleghi dell’opposizione, nel confronto svoltosi negli ultimi giorni.

Riteniamo che si debba pagare il giusto per arrivare a ridurre il carico fiscale per tutti. Crediamo che i condoni facciano male all’economia e creino quel rapporto distorto e malsano tra i contribuenti e l’amministra-zione finanziaria. A nostro avviso, il provvedimento in esame adotta mi-sure concrete ed efficaci per impostare una vera lotta all’evasione e all’e-lusione fiscale. Tutto cio` non e` stato fatto negli ultimi anni.

Noi abbiamo proposto alcune misure: se non siete d’accordo, propo-nete qualcosa di diverso.

MENARDI (AN). Ma cosa stai dicendo! Voi avete posto la fiducia!

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Mi piacerebbe sapere anche quello che dice lei, caro collega.

PRESIDENTE. Senatore Ripamonti, la prego di rivolgersi alla Presi-denza. La invito, inoltre, a concludere il suo intervento.

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, gradirei concludere il mio intervento con un po’ piu` di serenita` in Aula.

Noi proponiamo di raccogliere i dati attraverso l’anagrafe tributaria;

di incrociare tali dati attraverso una banca dati; di creare quel conflitto di interesse che permette di far emergere il conflitto tra i vari contribuenti.

Tutto cio` si puo` fare o meno e ci si puo` confrontare su queste misure op-pure no.

Abbiamo ascoltato in quest’Aula soltanto parole vuote circa l’oppres-sione tributaria e burocratica. (Commenti del senatore Asciutti). Questi sono slogan! Dovete confrontarvi con le misure concrete e non con gli slogan.

ASCIUTTI (FI). E` uno Stato di polizia, peggiore del fascismo!

PRESIDENTE. Si avvii a concludere, senatore Ripamonti.

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, mi avvio alle con-clusioni. Immagino – come ho gia` evidenziato – che nel tempo a mia di-sposizione siano state considerate queste interruzioni.

PRESIDENTE. Senatore Ripamonti, lei ha gia` avuto un piccolo risar-cimento.

BIONDI (FI). Siamo noi a non averlo avuto!

PRESIDENTE. No, voi dovreste essere un po’ piu` educati nell’ascol-tare gli interventi dei vostri colleghi.

BIONDI (FI). Signor Presidente, non rivolga a me questa accusa!

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Signor Presidente, dobbiamo appli-care concretamente quanto previsto dall’articolo 53 della Costituzione.

Ogni contribuente deve contribuire al finanziamento della spesa pubblica in rapporto alle sue condizioni. I colleghi dell’opposizione hanno affer-mato che l’iniziativa doveva essere impostata sulla riduzione del peso dello Stato.

PRESIDENTE. Senatori Ripamonti, mi dispiace, ma ora deve proprio concludere il suo intervento. Le concedo ancora venti secondi di tempo.

RIPAMONTI (IU-Verdi-Com). Il peso dello Stato, pero`, e` aumentato.

Ritengo, dunque, che il provvedimento in esame sia equilibrato, venga incontro alle esigenze dei cittadini e sia utile per il futuro del nostro Paese.

Per tali motivi, il Gruppo Insieme con l’Unione Verdi-Comunisti Ita-liani votera` a favore della questione di fiducia. (Applausi dai Gruppi IU-Verdi-Com e Ulivo).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola al collega Polledri, che l’ha chiesta a nome del Gruppo Lega Nord, vorrei invitare tutta l’Aula, sia i colleghi dell’opposizione che quelli della maggioranza, ad osservare un at-teggiamento piu` riguardoso nei confronti di chi parla per rappresentare, su un provvedimento cosı` importante e anche cosı` controverso, le opinioni del proprio Gruppo.

Credo sia interesse dei Gruppi fare in modo che chi esprime il pro-prio parere lo possa fare in questa sede, e mi riferisco al voto da esprimere tra poco, nel modo piu` consono. Diversamente, non capirei la richiesta, da tutti condivisa, della diretta televisiva, che e` stata fatta per consentire a tutti i Gruppi parlamentari di poter raggiungere, attraverso questo mezzo, il maggior numero possibile di cittadini italiani.

Questo invito lo sto rivolgendo ai colleghi della maggioranza, che prego di seguire con attenzione quello che sto dicendo e i nostri lavori, e ovviamente anche nei confronti dei colleghi dell’opposizione. (Applausi dal Gruppo FI).

POLLEDRI (LNP). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

POLLEDRI (LNP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, onorevoli colleghe, signor Sottosegretario: sua moglie guarda mai nel suo portafo-glio per cercare magari gli scontrini o qualcos’altro? Le auguro di no;

qualche volta puo` capitare nella vita coniugale, ma di solito e` qualcosa di sconveniente, che da` un po’ fastidio. Mi spieghi, allora, perche´ la sua maggioranza vuol guardare nei conti correnti e andare a vedere negli elenchi fornitori di tutti gli italiani: non le sembra che cio` rappresenti un qualcosa di estremamente fastidioso? Perche´ noi, signor Presidente, dob-biamo dirlo chiaramente ai padani e agli italiani che ci stanno ascoltando:

il Grande fratello nasce oggi (Applausi dei senatori Amato e Tomassini).

Le banche saranno tenute a mandare riscontri di tutti i conti correnti e i movimenti del commerciante, del piccolo imprenditore, ma anche della vi-cina di casa, perche´ pensate che possano essere degli evasori. E` la cultura del sospetto quella che voi portate avanti.

Lo dico forse con meno enfasi, ma anche con piu` preoccupazione, signor Presidente: forse avete vinto le elezioni o preso qualche voto in piu`, ma perche´ avevate promesso che vi sareste curati dei ceti in qualche modo piu` indifesi. Ebbene, lo voglio dire agli anziani, come ho dovuto spiegare a mia madre (vedova di partigiano, signor Presidente) che quando dovra` andare dal medico dovra` attrezzarsi con il libretto degli assegni, con il Bancomat o con la carta di credito.

Cari colleghi, i nostri anziani non sono in grado di fare questo e non meritavano questa cultura del sospetto. (Applausi dal Gruppo FI e del se-natore Collino). Non meritano questa cultura del sospetto, perche´ ci hanno consegnato un Paese ricco e non meritano, ripeto, il Grande fratello.

Avete detto che questa e` una legge che liberalizza. Certo, nel settore dei tassisti, per carita`, questo accade (ma potevate farlo fare da Veltroni:

se c’e` un problema con i tassisti di Roma, va bene, ma che lo risolva Vel-troni); pero`, signor Sottosegretario, sulla liberalizzazione del settore dei tassisti in questo provvedimento c’e` una pagina, tutto il resto sono tasse, tasse e basta! (Applausi dai Gruppi FI e AN).

Non e` a favore di 5.000 tassisti, 160.000 avvocati, 690.000 farmaci-sti, 98.000 commercialifarmaci-sti, 186.000 ingegneri, 1.800.000 professionisti e poi almeno 300.000 commercianti, 6 milioni di imprese artigianali e pic-cole e medie imprese, quasi 1 milione di negozi, 151.000 bar, migliaia di ristoranti: 8,2 milioni di partite IVA. Questo e` il ceto medio cui voi avete dichiarato guerra! (Applausi dai Gruppi LNP, FI e AN). Ma non avete di-chiarato guerra ad altre rendite di privilegio, magari a qualche sindacalista che siede su qualche alta poltrona e che prende due stipendi o due pen-sioni. Andatevi a vedere la legge Mosca. (Applausi dal Gruppo FI).

Poi, signor Presidente, questa e` la seconda liberalizzazione che fanno, non la prima. La prima e` stata quella dei posti, delle cadreghe del Sotto-segretario, delle auto blu. (Applausi dei senatori Amato e Tomassini). In questo caso e` arrivata ben alla svelta la vostra liberalizzazione e non credo che gli elettori onesti del centro-sinistra in questo momento stiano per ap-plaudirvi.

Esercizi commerciali: la licenza se ne va. Da domani chi controllera`

tutti i parrucchieri e tutti i panificatori? Volete il gran bazar? Da domani gli italiani potranno avere il gran bazar dell’extracomunitario, che vendera`

di tutto, telefonia alcolici e quant’altro; al mattino troveremo i resti. Ri-peto, i regali alle coop li avete fatti. Certo, alle coop: piu` licenze di taxi per le coop. (Applausi dei senatori Amato e Tomassini).

Per le farmacie avete detto che si poteva liberalizzare e allargare la vendita; no, perche´ le coop vi avevano chiesto una cosa ben precisa:

che certi prodotti si devono vendere da loro e che il farmacista dev’essere loro. E hanno anche detto da dove arriveranno i farmaci. Noi siamo pre-occupati della salute. Hanno detto che loro potranno ridurre i prezzi quando potranno produrre le medicine. Bene, dove le farete fare le medi-cine, in Cina? Cosa avremo, l’aspirina cinese e la supposta tailandese? Ma usatele voi! (Applausi dai Gruppi LNP e FI).

Un provvedimento, signor Presidente, per le famiglie: ma volete dire che per far cassa trasformate questo Paese in un immenso casino`? Il gioco rovina le famiglie, questa e` una Repubblica fondata sul lavoro, non sul gioco d’azzardo! (Applausi dai Gruppi LNP e FI). Vi do qualche numero:

8.000 macchinette e avete previsto di autorizzarne altre 9.000; 10.000 nuovi centri di scommesse ippiche e 7.000 nuovi centri di scommesse con vari tipi di giochi. Pensate – come e` scritto nella vostra relazione – di portare in questi centri di scommesse un milione di nuovi italiani? E` questa l’opportunita` di sviluppo che volete dare a questo Paese? E` questa l’opportunita` che date alle famiglie ed ai nostri giovani? (Applausi dai Gruppi LNP, FI, AN e UDC). A loro avete aumentato la tassa di registro del 4 e del 7 per cento, a loro sı`; agli amici degli immobiliaristi l’avete invece aumentata solo del 2 per cento. Agli amici degli amici non toccate i privilegi e le rendite.

Signor Presidente, e concludo, questo non e` il provvedimento Visco-Bersani, questo e` il provvedimento Torquemada-Dracula, questo e` il nuovo vampirismo fiscale. (Applausi dai Gruppi LNP e FI. Il senatore Polledri mostra all’Aula un bulbo di aglio). Se volessi fare una battuta

augurerei che bastasse questo aglio agli italiani, ma purtroppo non bastera`

l’aglio, dovremo pensare a difenderci di piu`.

PRESIDENTE. L’aglio lo riservi al ristorante.

POLLEDRI (LNP). Ho detto: se avessi voglia di fare una battuta, ma purtroppo non abbiamo voglia di scherzare.

PRESIDENTE. Appunto, allora non lo faccia.

POLLEDRI (LNP). Purtroppo, signor Presidente, continua a pagare il Nord, ma le zone di evasione, il lavoro nero, il secondo lavoro non ven-gono toccate. Credo che gli italiani stiano capendo alcuni errori che hanno fatto. Se allora qualcuno comincera` a pensare alla protesta fiscale, cio` sara`

legittimo da parte di tutti. (Applausi dai Gruppi LNP, FI, AN e UDC.

Molte congratulazioni).

MORANDO (Ulivo). Dal cappio all’aglio: un passo in avanti.

EUFEMI (UDC). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facolta`.

EUFEMI (UDC). Onorevole Presidente, onorevole rappresentante del Governo, senatori... (Brusı`o).

PRESIDENTE. Mi scusi, senatore Eufemi, ma occorre riportare un po’ di calma. Prego i colleghi di seguire con attenzione l’intervento del collega Eufemi.

EUFEMI (UDC). Onorevole Presidente, onorevoli rappresentanti del Governo, senatori, dietro la compostezza della replica del ministro Bersani di stamane non abbiamo ascoltato nulla di propositivo e costruttivo.

Nonostante l’atteggiamento responsabile della opposizione, il Go-verno ha rifiutato il confronto, dimostrando di avere paura della sua stessa maggioranza; ha fatto ricorso ancora una volta al voto di fiducia, alla fi-ducia come regola sistematica, per imporre scelte che rifiutiamo nel me-todo e nel merito.

Si altera in questo modo il rapporto Governo-Parlamento. Ancora una volta si impedisce di apportare qualsiasi modifica, perfino quelle che ri-guardano i principi fondamentali dell’ordinamento tributario in linea con lo statuto del contribuente.

Dietro il falso scudo delle liberalizzazioni, dietro la ricerca di un fa-cile e demagogico consenso, e` stata operata una manovra di tipo fiscale dannosa e punitiva per le imprese e pericolosa per i suoi effetti invasivi per i cittadini. Sono stati compiuti perfino errori clamorosi di valutazione complessiva sull’impatto finanziario di alcune norme che denunciano

pa-lesemente la vostra scarsa responsabilita` e capacita` di approfondimento delle questioni reali del Paese.

L’inganno e` stato smascherato. Dietro lo schermo della equita` fiscale vengono introdotte nuove tasse, maggiore burocrazia per i cittadini, per le famiglie e per le imprese. Dietro le vostre scelte c’e` il fallimento del me-todo della concertazione, enfatizzato nei programmi e sconfessato nella pratica, almeno quello con i ceti e le categorie reputate «infedeli».

Noi non abbiamo visto una «accoglienza nuova». Questo Governo ha avuto paura della piazza, di quella piazza che veniva utilizzata dalla op-posizione in passato come strumento permanente per alimentare il con-flitto sociale. Altro che pareggio, ministro Bersani. Il Governo ha fatto un precipitoso dietro front sulla questione dei taxi, sulla questione simbolo di una falsa liberalizzazione perche´ era di competenza dei governi locali, con una violazione clamorosa dell’articolo 117 della Costituzione (Ap-plausi dal Gruppo FI) in spregio della riforma costituzionale da voi soste-nuta, come efficacemente sottolineato ieri dal presidente D’Onofrio, e in violazione delle norme comunitarie sulle professioni.

Il ministro Bersani avrebbe dovuto spiegare perche´ il sindaco di Roma ha reso operativi solo 8 dei 450 taxi deliberati due anni fa, ben prima di questo decreto. (Applausi dai Gruppi UDC, FI e AN). Il ministro Bersani dovrebbe spiegare perche´ le tariffe da Fiumicino a Roma sono au-mentate da 32 a 40 euro. Questi sono gli effetti immediati del suo decreto e di finte liberalizzazioni. Altro che beneficio per i consumatori!

Il Governo si guarda bene dal toccare i servizi pubblici locali, come sottolineato dal collega senatore Ciccanti, dal realizzare vere forme di li-beralizzazioni che riguardano i settori dell’energia e del gas, che limitano il mercato e la concorrenza e ingessano il sistema. L’aumento della con-correnza sul mercato dipende soprattutto dalla pubblica amministrazione e dalle politiche che la governano. Non si toccano poi le centinaia di IRI locali, le tante holding di periferia che diventano mezzo efficace di acqui-sizione del consenso e del potere. (Applausi dai Gruppi UDC e FI).