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Le prime testimonianze e i tentativi di ricostruzione “a caldo”

I. Il contesto storiografico: avvio e sviluppo di una storiografia ai margini

5. Le prime testimonianze e i tentativi di ricostruzione “a caldo”

delineazione di ricostruzioni per forza di cose frammentarie e carenti, risalgono all’immediato dopoguerra, anzi la prima testimonianza che ha dato conto di un campo di internamento fascista – il campo femminile di Lanciano (Chieti) – fu data alle stampe già nell’ottobre del 1944, in una Roma appena liberata dagli Alleati, anche se i riferimenti geografici e i toponimi sono indicati solo con l’iniziale e questo non ha consentito di comprendere immediatamente di quale struttura si trattasse, tanto più che il campo di Lanciano, così come molti altri, è sfuggito ai primi tentativi di censimento delle strutture di internamento, almeno fino alla fine degli anni Ottanta . Si tratta 238

del diario di Maria Eisenstein – giovane studentessa straniera iscritta alla facoltà di lettere dell’Università di Firenze e che proprio per motivi di studio aveva ottenuto di poter restare in Italia nonostante i decreti di espulsione degli ebrei –, pubblicato per i tipi di De Luigi con il titolo

L’internata numero 6. Donne fra i reticolati del campo di concentramento. Questo racconto

autobiografico, lettura gradevole da un punto di vista squisitamente letterario e testimonianza di grande valore, ricostruisce la sua vicenda dall’arresto avvenuto a Catania nel giugno 1940, fino alla primavera del 1941 dedicando ampio spazio proprio ai cinque mesi di internamento a Lanciano tra il 4 luglio e il 13 dicembre 1940 . 239

In quello stesso periodo, cominciarono a circolare informazioni e testimonianze sulla situazione degli ebrei in Italia, sulle deportazioni e i campi di sterminio, grazie anche alla ripresa della

M. Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943).

237

Rassegna bibliografica e spunti di ricerca, in Volpe, Ferramonti: un lager nel sud, cit., p. 51. Si veda inoltre M. Toscano, L’internamento degli ebrei italiani 1940-1943: tra contingenze belliche e politica razziale, in Di Sante, I campi di concentramento in Italia. Dall’internamento alla deportazione (1940-1945), cit., pp. 96-97.

In proposito si veda G. Orecchioni, I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista.

238

Lanciano 1940-1943, Edizioni di storia e letteratura, Roma 2006, pp. 13-15.

M. Eisenstein, L’internata numero 6. Donne fra i reticolati del campo di concentramento, prefazione di G.

239

Giovannelli, postfazione di C.S. Capogreco, Tranchida, Milano 1994 (1ª edizione, D. De Luigi, Roma 1944), ripubblicato nel 2014 in M. Eisenstein, L’internata numero 6, a cura di C.S. Capogreco, prefazione di G. Giovannelli, Mimesis, Milano 2014. Si vedano inoltre Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943). Rassegna bibliografica e spunti di ricerca, cit., pp. 37-65, Capogreco, I campi del duce. L’internamento civile nell’Italia fascista (1940-1943), cit., pp. 10, 217-219 e Orecchioni, I sassi e le ombre. Storie di internamento e di confino nell’Italia fascista. Lanciano 1940-1943, cit., passim.

stampa periodica libera come il «Bollettino ebraico d’informazioni». Si tratta di un foglio quindicinale curato da alcuni giovani del gruppo sionistico romano che poté giovarsi della collaborazione della Brigata ebraica, inquadrata nell’VIII armata dell’esercito britannico, per la fornitura di informazioni e di fondi. Il 7 dicembre 1944 sarà poi sostituito dal settimanale «Israel» sotto la direzione di Carlo Alberto Viterbo . 240

Come ha scritto Michele Merowka «la dimension européenne des événements est immédiatement perçue et les bilans qui sont publiés font tous état de millions de morts» ; sotto 241

l’urgenza di rintracciare e dare assistenza a quanti erano stati deportati, l’analisi delle responsabilità e l’inquadramento storico passarono ovviamente in secondo piano, ma ci furono comunque dei primi tentativi di ricostruzione delle esperienze di internamento fascista “a caldo” e sulla base delle scarne informazioni disponibili, mentre si cominciavano a stampare le prime testimonianze dei sopravvissuti allo sterminio . 242

Eucardio Momigliano, nel primo pionieristico lavoro di ricostruzione delle persecuzioni antiebraiche in Italia, 40.000 fuori legge , stampato a Roma probabilmente nel 1945 e 243

ripubblicato l’anno successivo per Mondadori con il titolo Storia tragica e grottesca del

razzismo fascista , dedicò alcune righe all’internamento basandosi sulla sua limitata e 244

personale esperienza di internato (a Urbisaglia), tanto che parlò dell’internamento come di una misura che colpì gli ebrei italiani, senza fare riferimento nemmeno a quelli stranieri, e lasciando

Si vedano F. Del Canuto, La ripresa delle attività sionistiche e delle organizzazioni ebraiche alla Liberazione

240

(1944-1945), in «La Rassegna mensile di Israel», vol. 47, n. 1-6, gennaio-giugno 1981, pp. 174-220 e A. Milano, Per il 30° compleanno della “Rassegna”. La ripresa della stampa ebraica in Italia, in «La Rassegna mensile di Israel», vol. 31, n. 2, febbraio 1965, p. 53.

[La dimensione europea degli avvenimenti è immediatamente percepita e i bilanci pubblicati parlano tutti di

241

milioni di morti. T.d.A.]. M. Merowka, De l’amnésie à la mémoire: lieux d’anamnèse de la Seconde Guerre mondiale dans les Alpes-Maritimes, in J.-W. Dereymez, Le refuge et le piège: les Juifs dans les Alpes (1938-1945), préface de R. Redeker, L’Harmattan, Paris 2008, p. 314.

Per citarne alcuni: A. Cavaliere, I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta a Birkenau,

242

Paoline, Milano 2010 (1ª edizione, I campi della morte in Germania nel racconto di una sopravvissuta, Sonzogno, Milano 1945), F. Misul, Fra gli artigli del mostro nazista. La più romanzesca delle realtà, il più realistico dei romanzi, Belforte, Livorno 1946, G. Tedeschi, Questo povero corpo, Edit, Milano 1946, P. Levi, Se questo è un uomo, Torino, Einaudi 2012 (1ª edizione, F. De Silva, Torino 1947 e L. Millu, Il fumo di Birkenau, La Giuntina, Firenze 2008, (1ª edizione, La Prora, Milano 1947). Si vedano M. Sarfatti, Bibliografia per lo studio delle persecuzioni antiebraiche in Italia 1938–1945, in «La rassegna mensile di Israel», vol. 54, n. 1–2, gennaio–agosto 1988, pp. 472–475 e A. Bravo, D. Jalla (a cura di), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall’Italia. 1944–1993, FrancoAngeli, Milano 1994.

E. Momigliano, 40.000 fuori legge, Carboni, Roma 1945.

243

Id., Storia tragica e grottesca del razzismo fascista, Mondadori, Milano 1946. Si confronti con Gordon,

244

intendere che solo motivazioni razziali erano alla base del provvedimento . Nel suo caso la 245

motivazione dell’internamento va individuata nei precedenti di opposizione al regime fascista che nel 1927 avevano portato la questura milanese a proporlo per l’ammonizione; fu invece diffidato ai sensi dell’articolo n. 164 delle leggi di Ps e, allo scoppio del conflitto, conservando ancora «le sue idee e i suoi principi e capace di svolgere propaganda disfattista» fu segnalato per l’internamento dalla stessa questura di Milano . Poco è comunque lo spazio dedicato da 246

Momigliano all’internamento, definito una forma di persecuzione «clandestina» per il divieto di pubblicità imposto alla stampa nostrana da un fascismo attento a mantenere una parvenza di rispettabilità agli occhi dell’opinione pubblica internazionale tanto che – ha scritto Momigliano – «quando un giornale svizzero ne diede notizia, il governo fascista smentì con un comunicato ufficiale che vi fossero dei campi di concentramento per gli ebrei. Intanto centinaia di essi eran rinchiusi a Ferramonti a Campagna in Calabria [Campania, in realtà], ad Urbisaglia nelle Marche o sparsi nei paesi delle montagne d’Abruzzo» . 247

Nello stesso 1946 fu pubblicata un’altra testimonianza, Caccia all’uomo , il diario di Luciano 248

Morpurgo che nel luglio 1941 aveva visto il campo di Ferramonti accompagnando una cugina a visitare il marito internato, seguita da due tentativi di ricostruzione di carattere più generale in cui compaiono altri brevissimi accenni all’internamento: The History of the Jews of Italy di 249

Cecil Roth e La tragedia degli ebrei d’Europa di Rinaldo De Benedetti, in appendice a Vita del

Momigliano, 40.000 fuori legge, cit., pp. 19-20, cit. in Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani

245

antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943). Rassegna bibliografica e spunti di ricerca, cit., pp. 38-39. Su Eucardio Momigliano si veda G. Arrigoni, Da biografo a storico: Eucardio Momigliano su d'Annunzio e Mussolini, in P.F. Moretti, C. Torre, G. Zanetto (a cura di), Debita dona. Studi in onore di Isabella Gualandri, D’Auria, Napoli 2008, pp. 9-32.

Si veda la lettera inviata il 29 luglio 1940 dalla questura di Milano alla direzione del campo di Urbisaglia e alla

246

questura di Macerata. ASMc, Questura, b.12 Ebrei (MO-PR) 1940-1957, f. Momigliano Eucardio di Leone. Si veda inoltre ACS, Ministero dell’Interno, direzione generale di Ps, divisione A.G.R., Casellario Politico Centrale, b. 3342, f. Momigliano Eucardio Aronne, 1927-1943. In base all’art. 164, capo III. Dell’ammonizione del Testo Unico delle leggi di Ps, approvato con r.d. n. 773 del 18 giugno 1931, pubblicato nel supplemento ordinario alla «Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia», n. 146, 26 giugno 1931, «Il questore con rapporto scritto, motivato e documentato, denunzia al prefetto, per l’ammonizione, gli oziosi, i vagabondi abituali validi al lavoro non provveduti di mezzi di sussistenza o sospetti di vivere col ricavato di azioni delittuose e le persone designate dalla pubblica voce come pericolose socialmente o per gli ordinamenti politici dello Stato. Sono altresì denunziati per l’ammonizione i diffamati per delitti di cui all’articolo seguente. La denunzia può essere preceduta da una diffida alle persone suindicate, da parte del questore».

Momigliano, 40.000 fuori legge, cit., pp. 19-20, cit. in Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani

247

antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943). Rassegna bibliografica e spunti di ricerca, cit., p. 39.

L. Morpurgo, Caccia all'uomo, Vita, sofferenze e beffe. Pagine di diario 1938-1944, Dalmatia, Roma 1946, pp.

248

68-71.

C. Roth, The History of the Jews of Italy, The Jewish publication Society of America, Philadelphia 1969 (1ª

249

popolo ebraico di Anna Errera, dato alle stampe nel 1947 dopo che la pubblicazione, prevista 250

per il 1938, fu impedita dalla normativa antiebraica . 251

Un’ultima testimonianza, benché in forma romanzata, si può trovare in Ferramonti pubblicato 252

con lo pseudonimo Peter Geörg ma attribuito a Carlo Bloch, internato nel campo di Ferramonti tra il febbraio 1941 e l’aprile 1943, che racconta l’esperienza di un personaggio fittizio, il dottor Landau, ispirata a quella dell’autore.

Intanto dalla Francia e dall’America venivano i primi due importanti contributi storiografici sulla storia dell’Olocausto: Bréviaire de la haine di Léon Poliakov pubblicato nel 1951 e tradotto in 253

italiano nel 1955 e Final Solution dell’inglese Gerald Reitlinger, pubblicato in America nel 254

’53, tradotto in italiano solo dieci anni più tardi e non più ristampato dopo l’edizione del 1965. Dopo la pubblicazione del libro di Bloch nel 1952, gli anni cinquanta trascorsero senza ulteriori sviluppi almeno fino al 1961 quando anche in Italia una raffica di iniziative segnò il rilancio dell’interesse storiografico per la storia degli ebrei durante il fascismo, all’interno della quale trovarono spazio alcuni nuovi accenni all’internamento e proprio la riscoperta della politica antiebraica del regime fascista ha cominciato a innescare un nuovo interesse per le pratiche di internamento dei civili, proprio in connessione con i progetti di espulsione degli ebrei stranieri e con i provvedimenti legati allo stato di guerra ed emanati nei confronti dei profughi ebrei che avevano trovato rifugio in Italia.

A. Errera, Vita del popolo ebraico, prefazione e appendice di R. De Benedetti, Garzanti, Milano 1947, pp.

250

320-321.

Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943). Rassegna

251

bibliografica e spunti di ricerca, cit., pp. 39-42.

P. Geörg, Ferramonti. Romanzo, Prometeo, Castrovillari 2003, (1ª edizione, Valmartina, Firenze 1952). Su Carlo

252

Bloch si veda F. Folino, Ferramonti, un lager di Mussolini. Gli internati durante la guerra, Brenner, Cosenza 1985, pp. VIII, 237.

L. Poliakov, Il nazismo e lo sterminio degli ebrei, traduzione di A.M. Levi, Einaudi, Torino 2003, (1ª edizione

253

italiana, 1955, edizione originale, Bréviaire de la haine. Le troisième Reich et les juifs, préface de F. Mauriac, Calmann-Lévy, Paris 1951).

G. Reitlinger, La soluzione finale. Il tentativo di sterminio degli ebrei d’Europa. 1939-1945, traduzione di Q.

254

Maffi, Il Saggiatore, Milano 1965 (1ª edizione italiana, 1963, edizione originale, The Final Solution. The Attempt to Exterminate the Jews of Europe. 1939-1945, Beechhurst Press, New York 1953).

A questo punto è opportuno ricordare che il 1961 fu un anno cruciale: l’anno del processo Eichmann «epocale evento mediatico» che ha avuto un ruolo centrale nella creazione di una 255 256

consapevolezza mondiale sulla Shoah scuotendo l’opinione pubblica internazionale e che, con le parole di Giorgio Romano, è «stato per la coscienza del mondo una prova e una crisi ancor più profonde di quanto si potesse prevedere» . Proprio in quell’anno fu pubblicata, pur 257

nell’iniziale, generalizzata indifferenza, una pietra miliare della storiografia sulla Shoah, The

Destruction of the European Jews di Raul Hilberg, ancora a distanza di oltre cinquant’anni una 258

delle più chiare, esaurienti e documentate ricostruzioni della politica antiebraica nazista . 259

Ha sottolineato Enzo Traverso, sulla scia delle considerazioni di Arno Mayer sul «culto del ricordo» e soprattutto dell’analisi proposta da Peter Novick sulla coscienza storica degli Stati 260

Uniti , che proprio dal processo Eichman la memoria della Shoah, prima marginalizzata per 261

motivi di opportunità politica internazionale legati alla Guerra fredda e al piano di integrazione della Germania federale nel blocco occidentale, suggellato dalla sua adesione al Patto atlantico nel 1955, da memoria «debole» è rapidamente diventata memoria «forte», da memoria privata e prevalentemente individuale, a memoria pubblica e ufficiale, ottenendo uno «statuto […] così universale da fungere da religione civile del mondo occidentale» . 262

Sul processo Eichmann si vedano H. Arendt, La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, traduzione di P.

255

Bernardini, Feltrinelli, Milano 2010 (1ª edizione italiana, 1964, edizione originale, Eichman in Jerusalem. A Report of the Banality of Evil, The Viking Press, New York 1963), G. Hausner, Sei milioni di accusatori, La relazione introduttiva del procuratore generale al processo Eichmann, introduzione di S. Levis Sullam, con un saggio di A. Galante Garrone, traduzione di L. Gonzales, Einaudi, Torino 2010 (1ª edizione italiana, 1961), D. Cesarani, Adolf Eichmann. Anatomia di un criminale, traduzione di N. Lamberti, Mondadori, Milano 2007 (1ª edizione italiana, 2006, edizione originale, Eichmann. His Life and Crimes, Heinemann, London 2004), S. Minerbi, La belva in gabbia. Eichmann: i delitti, il processo, la condanna, Lindau, Torino 2012 (1ª edizione, Longanesi, Milano 1962) e D.E. Lipstadt, The Eichmann Trial, Schocken, New York 2011. Per gli atti del processo si veda The Trial of Adolf Eichmann. Record of the proceedings in the district court of Jerusalem. Ministry of Justice, Jerusalem 1992-95, I-IX voll. La trascrizione del processo è disponibile anche all’indirizzo [http://www.nizkor.org/hweb/people/e/eichmann- adolf/transcripts/].

Gordon, Scolpitelo nei cuori. L’Olocausto nella cultura italiana (1944-2010), cit. p. 93.

256

G. Romano, Una testimonianza sul “capitolo” italiano al processo Eichmann, in «La rassegna mensile di

257

Israel», vol. 28, n. 3-4, marzo-aprile 1962, p. 238.

R. Hilberg, La distruzione degli ebrei d’Europa, voll. I-II, nuova edizione riveduta e ampliata a cura di F. Sessi,

258

Mondadori, Milano 2011 (1ª edizione italiana, Einaudi, Torino 1995, edizione originale, The Destruction of the European Jews, Quadrangle Books, Chicago, 1961).

Sul lavoro di Hilberg, dalla genesi dalla tesi di laurea, sostenuta nel 1948, alle successive trasformazioni del

259

libro, fino al tardivo successo e riconoscimento ottenuto negli anni Ottanta, a oltre vent’anni dalla pubblicazione, si veda Bidussa, Dopo l’ultimo testimone, cit., pp. 96 e ss.

A. Mayer, Soluzione finale. Lo sterminio degli ebrei nella storia europea, traduzione di G. Panzieri Saija,

260

Mondadori, Milano 1990, (edizione originale, Why did the Heavens not Darken? The final solution in history, Pantheon Books, New York 1988).

P. Novick, The holocaust in American Life, New York 1999.

261

Traverso, Il passato: istruzioni per l’uso. Storia, memoria, politica, cit., p. 52.

In Italia fu l’impegno profuso de enti e istituti quali il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, la Federazione Giovanile Ebraica d’Italia e l’Unione delle Comunità Israelitiche Italiane a promuovere la realizzazione di diverse importanti iniziative, a partire dal convegno (organizzato da CDEC e FGEI) che si è tenuto a Torino il 23 e il 24 aprile 1961 su Gli ebrei

durante il fascismo e dalla contemporanea pubblicazione di un quaderno dal titolo Gli ebrei in Italia durante il fascismo , mentre gli atti del convegno furono pubblicati l’anno successivo 263

come secondo numero dei quaderni del CDEC, in cui un intervento di Salvatore Jona dedicò alcune brevi considerazioni all’internamento degli ebrei stranieri, cui fece seguito nel 1963 il terzo ed ultimo quaderno della serie . Nel primo numero dei quaderni in particolare, furono 264

pubblicate tre lettere di Nino Contini, ebreo italiano internato perché antifascista a Riccardo Bauer , e Israel Kalk si è occupato brevemente del campo di Ferramonti e dell’internamento 265

degli ebrei, partendo proprio dalla constatazione che la storiografia sui campi tedeschi stava registrando notevoli progressi mentre le conoscenze sui campi italiani erano ancora estremamente limitate e nessun lavoro di ricostruzione storica era ancora stato pubblicato sull’argomento . 266

Renzo De Felice, il primo ad accedere alle carte pubbliche del fascismo quando ancora – ha ricordato Giovanni Sabbatucci – la ricerca d’archivio era prevalentemente cosa da modernisti e

Aa. Vv., Gli ebrei in Italia durante il fascismo, Arnaldo Forni, Sala Bolognese 1981 (1ª edizione, s.e., Torino

263

1961). Il volume, voluto e finanziato dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea che nell’estate dell’anno precedente aveva trasferito la sua sede da Venezia, dove si trovava fino dalla sua fondazione nel 1955, a Milano e aveva visto Guido Valabrega avvicendarsi nella sua direzione a Roberto Bassi, contiene, tra gli altri, importanti contributi di Gino Luzzatto, Amos Luzzatto e lo stesso Valabrega nonché, per la prima volta dalla fine della guerra, i testi di alcune leggi del complesso normativo antiebraico del fascismo. Si veda M. Sarfatti, La Storia della persecuzione antiebraica di Renzo De Felice: contesto, dimensione cronologica e fonti, in «Qualestoria», XXXII, n. 2, dicembre 2004, pp. 11-27.

Gli atti del convegno sono raccolti, con l’aggiunta di altri scritti, in G. Valabrega (a cura di), Gli ebrei in Italia

264

durante il fascismo, vol. II, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano 1962, S. Jona, Contributo allo studio degli ebrei in Italia durante il fascismo, ibidem, pp. 7-31. G. Valabrega (a cura di), Gli ebrei in Italia durante il fascismo, vol. III, Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Milano 1963, è il terzo quaderno che chiude la serie, anche se ne era previsto un quarto che però non giunse alla pubblicazione. Si veda Sarfatti, L’internamento nei campi degli ebrei italiani antifascisti e degli ebrei stranieri (1940-1943). Rassegna bibliografica e spunti di ricerca, cit., p. 43.

Tre lettere di Riccardo Bauer a Nino Contini, in Aa. Vv., Gli ebrei in Italia durante il fascismo, cit., pp. 90-92.

265

I. Kalk, I campi di concentramento italiani per ebrei profughi: Ferramonti Tarsia (Calabria), ibidem, pp. 63-71.

medioevisti, esperienza inedita per chi si occupava della storia più recente in Italia , nel 267

novembre del 1961 pose una pietra miliare nel percorso di studio del rapporto tra il fascismo e gli ebrei con la pubblicazione, commissionatagli dall’Unione delle comunità israelitiche italiane, di Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo : un’opera che riscosse immediatamente grande 268

successo suscitando al contempo accese polemiche . Parte del successo, o quantomeno, della 269

notorietà, il libro dovette tra l’altro alla bagarre provocata in seno al Partito radicale, avendo rivelato che il suo noto esponente Leopoldo Piccardi, era tra i relatori del secondo convegno del Comitato di collaborazione giuridica italo-germanica sul tema Razza e diritto che si era tenuto a Vienna nel marzo del 1939 . 270

De Felice, discostandosi dall’impostazione che aveva caratterizzato la maggior parte dei lavori di ricostruzione realizzati fino ad allora, non adotta la periodizzazione ’38-45 e non apre la sua trattazione con la legislazione antiebraica ma ricostruisce la storia degli ebrei dedicando metà dell’opera al quindicennio precedente, analizzando il rapporto tra ebrei e fascismo sin dalle

«[…] la ricerca d’archivio è un’esperienza relativamente nuova per gli studiosi della contemporaneità (nuova nel

267

senso che parliamo di decenni e non di secoli): fino a circa mezzo secolo fa erano soprattutto i modernisti e i medioevisti a lavorare sulle carte, mentre coloro che si occupavano della storia più recente (non si chiamavano ancora contemporaneisti, né avevano uno status accademico distinto) si basavano essenzialmente sull’edito, sulla stampa, al più sugli epistolari e sui diari privati. L’apertura agli studiosi degli archivi pubblici anche in riferimento a tempi abbastanza vicini è una vicenda cominciata, in Italia, nei primi anni Sessanta, grazie all’iniziativa di studiosi intraprendenti (ricordo per tutti Renzo De Felice) […]». Discorso tenuto da Giovanni Sabbatucci il 25 giugno 2009 in occasione dell’inaugurazione della nuova sede dell’Archivio Storico del Quirinale. Il testo è disponibile all’indirizzo [http://www.quirinale.it/qrnw/statico/archiviostorico/inaugurazione_archivio/documenti/ archiviostorico_sabatucci.pdf].

R. De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, nuova edizione ampliata, Einaudi, Torino 2005, (1ª

268

edizione, 1961, con prefazione di D. Cantimori). De Felice ha sottoposto le sue pubblicazioni a una costante opera di revisione in virtù del procedere della ricerca e dell'evoluzione dei suoi canoni interpretativi, tanto da mostrarsi riluttante nel riproporre le proprie opere senza apportare modifiche e integrazioni. In proposito G. Sabbatucci, Presentazione, in R. De Felice, Autobiografia del fascismo. Antologia dei testi fascisti 1919-1945, Einaudi, Torino 2004 (1ª edizione, 1978), pp. X-XI. Questo discorso vale certamente per Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo che, dopo l'uscita dell'edizione originale nel novembre del 1961, è stata più volte ristampata e ha conosciuto diverse edizioni rivedute e ampliate, anche nelle pagine inerenti i provvedimenti connessi allo stato di guerra. All’inizio del