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Come i princìpi diventano leggi L’ ICA

Capitolo 3 Caratteri giuridici e princìpi dell’impresa cooperativa

3.9. Come i princìpi diventano leggi L’ ICA

Nel primo paragrafo di questo capitolo ho accennato ai princìpi cooperativi di Rochdale, dicendo che questi hanno ispirato la legislazione cooperativa fino ai giorni nostri. Dopo aver visto brevemente gli aspetti normativi più importanti è opportuno riprendere più nel dettaglio i princìpi ispiratori, potendo ora coglierne tutti i collegamenti con le leggi che regolano la cooperazione.

A ridefinire e formalizzare i princìpi che regolano l’istituto della cooperativa è stata l’Alleanza Cooperativa Internazionale (ICA – International

Co-operative Alliance) nel 1966. Questo istituto, fondato a Londra nel 1895,

svolge funzioni di rappresentanza, di promozione e sviluppo della comunità cooperativa internazionale. L’Organizzazione delle Nazioni Unite ha assegnato all’Alleanza Cooperativa Internazionale lo statuto di “Organizzazione Consultiva di prima categoria con diritto di invio dei propri rappresentanti al Consiglio Economico e Sociale e alle assemblee annuali dell’ Ufficio Internazionale del Lavoro di Ginevra”64. Tra i fini dell’ICA sono da annoverare: la propaganda, la revisione e l’aggiornamento dei princìpi e dei metodi cooperativi a livello mondiale; lo sviluppo della cooperazione in tutti i Paesi; la rappresentanza universale delle organizzazioni cooperative di tutte le categorie che, nella

63 Paolucci, L. F. – Le società cooperative dopo la riforma, Cedam, Padova, 2004 64

Verrucoli, P. – “I principi dell’ Alleanza Cooperativa Internazionale e la loro applicazione nella legislazione italiana” in Rivista della Cooperazione, 1980, n. 5.

pratica, osservano effettivamente i princìpi cooperativi; la salvaguardia degli interessi del movimento cooperativo in tutte le sue forme; il mantenimento di buone relazioni tra le organizzazioni rappresentative dei Paesi aderenti; lo sviluppo dei rapporti amichevoli e commerciali tra le organizzazioni cooperative di ogni categoria nel campo nazionale e internazionale; il contributo all’affermazione durevole della pace e della sicurezza e l’impegno a far progredire le condizioni economiche e sociali dei lavoratori di tutti i Paesi65.

I princìpi che regolano oggi l’attività cooperativa, sebbene derivino dalle precedenti regole di Rochdale del 1844, sono stati ridefiniti e formalizzati dall’ICA nel 1966 e hanno valenza internazionale. Essi sono stati continuamente aggiornati negli anni.

Principio della porta aperta.

E’ il principio che garantisce che l’adesione a una società cooperativa sia libera e volontaria. Le società cooperative devono essere aperte a tutti coloro che possono beneficiare dei servizi e hanno intenzione di assumere gli obblighi e le responsabilità di soci, senza alcuna discriminazione o chiusura. Il rispetto di questo principio deve essere, però, compatibile con la struttura e con le concrete esigenze di gestione di una società cooperativa66. Tale principio, infatti, non può essere interpretato come obbligo di accettazione di chicchessia in cooperativa, ma come l’obbligo di evitare comportamenti discriminanti, sia sotto l’aspetto economico (ad esempio imporre una tassa di entrata molto elevata taglierebbe fuori dalla partecipazione alcuni) che sotto quello ideologico (razza, religione, nazionalità, schieramento politico).

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Venditti M. – Caratteri economici delle imprese cooperative. G. Giappichelli editore, Torino, 1995 66 Venditti M. – Caratteri economici delle imprese cooperative. G. Giappichelli editore, Torino, 1995

Principio democratico.

E’ il principio che afferma la partecipazione democratica di tutti i soci al governo e al controllo dell’attività di gestione. Tale principio è salvaguardato dalla prerogativa, riconosciuta a ogni socio, di esprimere la propria volontà con un solo voto a prescindere dal capitale investito nella cooperativa. Questa logica viene comunente definita “una testa-un voto” e deriva dalla prevalenza del gruppo, dell’impegno e della volontà di cooperare sulla proprietà e sull’interesse economico. E’ il principio che, più di ogni altro, assicura la democrazia, la solidarietà tra i soci, l’unione del gruppo, la scelta libera da condizionamenti del management, della divisione degli utili e delle strategie evolutive della società.

Principio della limitazione dell’interesse sul capitale e della destinazione degli utili.

E’ il principio che riguarda la partecipazione dei cooperatori ai risultati di gestione della cooperativa, la destinazione degli utili e gli eventuali benefici da accordare ai soci cooperatori. Soprattutto nel caso di conferimenti minimi iniziali, i soci cooperatori traggono il massimo vantaggio principalmente dall’attività svolta dall’impresa. La partecipazione agli utili di esercizio, quando esiste, si esprime attraverso la corresponsione di un interesse fisso e limitato, generalmente in linea con il tasso di interesse o di sconto ufficiale. Una corresponsione di interessi più alti, come espressione di più intensa remunerazione del capitale investito, sarebbe contraria ai princìpi ispiratori della cooperazione. L’ICA, a tal proposito, sottolinea che la distribuzione del risultato economico o degli avanzi di gestione ai soci debba avvenire in modo equo per evitare situazioni di vantaggio67.

Sono i soci stessi a decidere, inoltre, la forma di partecipazione tra quelle previste (assegnare una somma allo sviluppo della cooperativa; assegnare una somma ei servizi collettivi; ripartire una somma tra i soci proporzionalmente alle loro transazioni con la società), nel rispetto dei limiti di legge68. In generale è utile lasciare parte del capitale in azienda come autofinanziamento per la sopravvivenza nel lungo periodo.

Principio di educazione cooperativa.

E’uno dei princìpi cardine del sistema cooperativo. Infatti solo con una consapevole educazione cooperativa è possibile interiorizzare e, di conseguenza, rispettare tutti gli altri princìpi. Tutte le cooperative hanno l’obbligo di educare alla cooperazione all’interno (a tutti i livelli) e all’esterno di esse. E’ possibile assolvere quest’obbligo in svariati modi. Spesso le cooperative hanno dei fondi destinati all’educazione e promozione cooperativa. Del resto, per assicurare la propria durabilità nel tempo e la capacità di fornire prestazioni non occasionali, esse dovrebbero essere promotrici di un’attività di educazione dei soci intesa in senso ampio, soprattutto come studio della storia dell’intero movimento cooperativo e educazione alla cooperazione tra le singole imprese.

Principio di collaborazione tra cooperative.

Si ricollega al precedente principio. Ogni organizzazione cooperativa deve cooperare attivamente con le altre cooperative senza alcun pregiudizio.

I fondi nazionali sono strumenti che servono a finanziare la cultura e la collaborazione tra le cooperative, singole cellule di un unico grande movimento.

68 Vedi sopra, paragrafo 3.5