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Capitolo 5. Analisi spaziale dei litotipi della Maiolica nell’area interna a Riparo

5.2. Problematiche emerse durante l’analisi spaziale

Durante il lavoro di distribuzione spaziale si sono incontrate alcune problematiche dovute, a seconda dei casi, alla modalità di registrazione della documentazione, alle strategie di scavo adottate, a problemi di conservazione dei materiali o ad errori nel trasferimento di informazioni. Di seguito vengono esposte quelle rilevanti ai fini dell’interpretazione dei dati analizzati:

 all’interno delle unità stratigrafiche studiate sono state evidenziate lacune legate alla totale mancanza di materiali in alcuni quadranti in cui questi risultano essere stati scavati. Tali lacune, probabilmente derivanti da problemi di conservazione dei sacchetti di carta in cui erano contenuti i materiali andati in deperimento nei magazzini del Museo Civico di Storia Naturale di Verona rendendo impossibile la lettura dei dati relativi alla localizzazione del materiale, sono state evidenziate con una “X” nelle mappe;

 altre lacune derivano dal fatto che, all’interno delle fasi di occupazione, non sono stati analizzati i materiali di tutte le unità stratigrafiche presenti, spesso perché ancora in corso di studio; questi riquadri privi di materiale sono stati segnalati sulle mappe di distribuzione con un triangolo;

 altri errori si sono verificati, probabilmente, durante le attività di scavo con la segnalazione di numeri di quadrato e quadrante sbagliati, oppure durante le attività di suddivisione in materie prime effettuate in laboratorio. Talvolta, può essere occorso che non sia stato ben letto un numero di quadrato o che sia stato mal interpretato; questo ha fatto sì che all’interno delle UUSS 13 a beta, 300, 301, 308 fossero presenti quadrati non appartenenti a tali livelli. Tale aspetto è emerso proprio elaborando le planimetrie, le quali hanno potuto mettere in evidenza come i

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materiali presenti in alcuni quadrati talvolta fuoriuscissero dal perimetro dell’US di riferimento. Si è deciso, dunque, dove fosse possibile individuare l’errore, di correggerlo e ricondurre il materiale al giusto quadrato e, dove ciò non fosse possibile, di lasciarlo nella propria posizione;

 un altro aspetto rilevante ai fini dell’analisi spaziale è stato riscontrato nei casi in cui, in fase di scavo, si è deciso di accorpare il materiale proveniente da una piccola porzione di un quadrante a quello di un quadrante confinante o di mettere assieme materiali provenienti da più quadranti.

Problemi di questo tipo si sono riscontrati, ed esempio, all’interno dell’US 13 a alfa in cui vi è del materiale con la dicitura Q. 87/7-8-9 oppure nell’US 13 a in cui vi è materiale indicato nei QQ. 54/7-69/9. Poiché al momento della creazione delle tabelle di attributi da inserire in QGIS il materiale deve appartenere ad un solo riquadro, quello con la dicitura doppia o tripla è stato suddiviso equamente all’interno dei quadrati e quadranti segnalati. Quando, poi, era presente la dicitura generica di un quadrato senza indicazione dei quadranti specifici (es. Q.56 US 250, materiale derivante probabilmente da operazioni di pulizia), questo è stato ripartito tra i quadranti già presenti per quel quadrato all’interno della singola US;

 in alcuni casi, inoltre, non vi è presenza di prodotti e sotto-prodotti della scheggiatura, ma solo di ritoccati o nuclei per il fatto che, durante la vagliatura del materiale sullo scavo, essi vengono separati da tutto il resto e siglati in loco; per cui, generalmente, anche se il sacchetto che li contiene è andato incontro a deperimento la siglatura si mantiene leggibile;

 un’altra problematica individuata riguarda gli elementi bruciati e quelli con dimensioni superiori e inferiori al centimetro. Solitamente, durante l’analisi tecnologica, tali elementi, poiché non ritenuti diagnostici per lo studio delle catene operative, vengono solamente conteggiati e talvolta pesati. Tuttavia, poiché per la distribuzione spaziale è stato riunito il materiale proveniente da livelli analizzati nel corso di svariati anni da parte di studiosi differenti, si è notato che il metodo applicato per le categorie suddette non sempre è stato il medesimo. Questo comporta la presenza di un dato che risulterà, in alcune fasi, parziale. Per le UUSS 13 a alfa, 302 e 303, infatti, tali elementi non risultano conteggiati, mentre per le UUSS 367 e 369 è stato possibile prendere in considerazione solamente gli elementi bruciati, poiché per gli scarti non è stato applicato il metodo standard, ma sono stati conteggiati gli elementi superiori e inferiori a 5 mm rendendo difficile la correlazione

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109 centimetro. Bisogna anche segnalare che per queste tre categorie la distribuzione è stata effettuata sulla totalità delle materie prime presenti e non solo sui litotipi della Maiolica; nel caso dei bruciati, infatti, la materia prima non è riconoscibile, mentre nel caso degli scarti le dimensioni e la loro quantità rendono complicata la suddivisione;

 infine, si è deciso di effettuare la distribuzione spaziale delle UUSS 13 a alfa e 13 a beta separatamente dalle fasi di appartenenza. Si tratta di due livelli di abitato che riflettono una frequentazione continua e protratta nel tempo da parte dei gruppi epigravettiani e che presentano una estensione elevata nella parte interna del sito e uno spessore massimo intorno a 20 cm. Al momento della creazione del matrix dell’area interna i due livelli sono stati inseriti in due fasi ciascuno: l’US 13 a alfa si ritrova nelle Fasi IV e III, l’US 13 a beta nelle Fasi II e I. Tale suddivisione è stata effettuata a posteriori considerando i rapporti stratigrafici e tutta la documentazione, ma, al momento dello scavo (a partire dalla fine degli anni Settanta del Novecento) e della loro individuazione, tale suddivisione non è stata effettuata e non sono state prese quote del materiale prelevato, data l’enorme quantità. Non è, dunque, possibile suddividere in due parti per ciascun livello il materiale e collocarlo nella rispettiva fase di occupazione. Si è, quindi, ritenuto opportuno per l’analisi delle singole fasi, separare tali livelli al fine di non intaccare l’affidabilità dei dati di distribuzione; per l’analisi diacronica, invece, è stato deciso di unire le Fasi IV e III e le Fasi II e I e di confrontarle come due macro-fasi, inserendo le UUSS 13 a alfa e 13 a beta.