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I PROBLEMI AMBIENTALI SONO DI NUOVO AL CENTRO DELL’OPINIONE PUBBLICA, LA “GREEN LIFE” HA NUOVAMENTE ACCESO UN DIBATTITO

FRA LA GENTE. L’ABBIGLIAMENTO ECO ESISTE GIÀ DA TEMPO, MA I

FAN DELLO STILE DI VITA ECOLOGICO NON HANNO MAI OSATO

AVVICINARSI AD ESSO. LA PROTEZIONE DELL’AMBIENTE E IL MONDO

DEL LUSSO: DUE COSE DI CUI ABBIAMO GIÀ SENTITO PARLARE MA

ESTREMAMENTE DISTANTI TRA LORO, NONOSTANTE CIÒ, GRAZIE AL

POTERE DEL DESIGN E ALLA SUA CAPACITÀ DI COMBINARSI, SI SONO

UNITI.

Green life, protezione ambientale, sviluppo eco-sostenibile: queste parole è come se fossero

opposte alla vita glamour delle grandi metropoli moderne. Ad Hollywood la produttrice cinematografica Livia Firth con altre star hollywoodiane ha lanciato un progetto forte e dinamico: “The Green Carpet”, ovvero una sfida di design tutta ecologica. Il “Green Carpet

Challenge” (GCC) comprende Stella McCartney, Victoria Beckham, Christopher Bailey e

altri stilisti di fama internazionale quali Chopard, Gucci e tanti altri designers. Naomi Watts, Cate Blanchett ed altre star che hanno indossato gli abiti e gli accessori sul red carpet hanno attirato molti flash. Ogni brand oggi segue questo trend “green”, e uno dopo l’altro creano bellissime collezioni “eco-sostenibili” ma allo stesso tempo molto glamour, mostrando il proprio abbigliamento green, non high-profile. Lo stile di vita ecologico sta facendo riflettere molte persone, ma dato che i fashion victim difficilmente riescono a sacrificare il proprio abbigliamento per una scelta eco, anche il mondo della moda oggi fornisce sempre di più una vasta scelta eco-green.

Una delle designer che dal punto di vista della protezione ambientale riscuote più successo è Stella McCartney che sostiene: “Essendo una designer, devo creare uno stile che permetta

alle persone di desiderare l’abbigliamento che creo, non importa in che modo. Quando i nostri clienti scoprono che poniamo grande attenzione all’ambiente, diventano ancora più

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fedeli nei nostri confronti”. Il brand Stella McCartney, dalla fondazione ad oggi, ha

continuamente portato avanti nuove idee in fatto di design in relazione alla protezione ambientale, ad esempio, nella realizzazione dei cappotti in pelliccia della collezione autunno inverno 2015 per la prima volta è stata utilizzata eco pelle, nonostante il materiale eco, i colori scelti facevano pensare ad un materiale caldo come la vera pelliccia, riuscendo così a mischiare il finto al vero. Nel 2014 Rahul Mishra fu il primo designer indiano a vincere l’International Woolmark Prize. Dalla prima collezione, lo sviluppo eco sostenibile è sempre stato un valore importante anche alla base del suo brand che utilizza materiali naturali, semplici e riciclabili, in modo tale da ridurre al minimo il processo di produzione dell’abbigliamento e l’inquinamento ambientale, così che le risorse energetiche vengono impiegate il meno possibile, e nello stesso tempo, le tecniche artigianali della tradizione indiana vengono sostenute. Il suo design non richiede all’ambiente grandi risorse e attraverso la capacità di combinare le tecniche artigianali della tradizione indiana con la moderna globalizzazione, il nome di Rahul Mishra ha avuto il privilegio di essere citato negli articoli di moda del caporedattore di Vogue China, Zhang Yu e della caporedattrice di Vogue Italia, Franca Sozzani.

Per scoprire nuovi giovani designer con idee sempre più originali e con una forte coscienza per la protezione ambientale, il gruppo del lusso Kering collabora con le scuole di moda di Londra attraverso un progetto di cinque anni che combina design e protezione ambientale, e gli studenti scelti non solo hanno la possibilità di ottenere borse di studio, ma hanno la fortuna di poter compiere uno stage presso Stella McCartney, Alexander McQueen ed altre case di moda. Una volta all’ anno inoltre, ad Hong Kong, l’organizzazione non governativa che opera nel settore moda Redress organizza una competizione di fashion design nella quale i designer partecipanti devono creare “abiti riciclati”; ai designer viene richiesto di non buttare via nulla, creare abiti trasformando i materiali di scarto e promuovere tre nuove tecniche di riciclo utilizzando la minor quantità di materiale per cucire, senza dimenticarsi che si tratta pur sempre di una competizione di moda e design. La fondatrice di Redress, Christina Dean, che è sempre stata devota a promuovere lo sviluppo eco sostenibile all’interno delle aziende di moda sostiene: “Fino a qualche anno fa i primi designer a

creare abiti eco di fatto erano prima di tutto ambientalisti, e solo dopo si dipingevano come fashion designer. Oggi i brand di moda a sostegno dell’ambiente non possono rovesciare

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questi due aspetti, è ovvio, e la competizione per i brand che non sono a sostegno dell’ambiente si è fatta sempre più forte”.

In realtà, riciclare vecchie cose e trasformare partendo da materiale di scarto sono due attività a cui i designer sono sempre stati molto affezionati. Non solo perché i materiali di riciclo possono essere utilizzati per sostituire alcuni materiali naturali difficili da reperire, ma anche perché grazie al materiale vecchio, non più utilizzabile e a nuove tecniche di lavorazione, sono state apportate al design tante nuove idee. Alla fine del ventesimo secolo Rei Kawakubo, Issey Miyake in Giappone e Martin Margiela, Vivienne Westwood ed altri designer in Europa, hanno creato un’intera collezione partendo da materiali di riciclo, e grazie alle loro idee creative e ad innovative tecniche di lavorazione vennero completamente rovesciate le tradizionali tecniche di lavorazione dell’abbigliamento, le alterazioni hanno permesso a vecchi materiali di ottenere nuova vita e ciò diede avvio al periodo più hot del riciclo. Il direttore creativo di Maison Margiela, John Galliano, per la collezione haute

couture primavera estate 2015 ha utilizzato alcune conchiglie del mare della Normandia e

delle isole dell’Oceano Pacifico per decorare un modello esclusivo di un cappotto, Galliano nel backstage della sfilata ci ha tenuto a dire: “Chi ha detto che il materiale di riciclo può

essere trovato solo in vecchi vestiti trasandati al mercato delle pulci? Può anche essere una bellissima conchiglia, come questa”. Inoltre, durante la cerimonia di premiazione ai Golden Globe 2015, Livia Firth ha indossato un abito in seta bianco e nero eco-sostenibile disegnato

dal designer Erdem Moralioğlu per Erdem. “Quando ho capito che il raso duchesse

inaspettatamente può diventare seta biologica ed essere utilizzato per fare bottiglie in plastica riciclata sono rimasto scioccato”, ha detto Moralioğlu, “prima tutti noi sapevamo che alla base dei materiali eco-sostenibili vi erano le piante di cannabis e del lino, ma personalmente non avevo mai pensato si potessero ottenere materiali così ‘lussuosi’ ma eco-sostenibili allo stesso tempo”. Anche il direttore creativo di Burberry, Christopher

Bailey, per la sfida al Green Carpet Challange (GCC) ha creato un abito blu scuro completamente realizzato partendo da utensili domestici in plastica scartati. Ad indossare l’abito durante la cerimonia del GCC è stata la fondatrice di Net-a- Porter, Natalie Massenet, che ha proposito dell’abito ha detto: “Questo abito non ha nessuna differenza paragonato

ad altri abiti da sera, guardandolo si ha la stessa identica impressione, quindi ciò significa che si può creare abbigliamento anche soltanto attraverso metodi ecologici”.

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La star del cinema americana Olivia Wilde, anche imprenditrice nel settore della protezione ambientale, sostiene: “Il più grande equivoco verso la moda eco sostenibile è non

considerarla moda, invece oggi sempre più brand hanno iniziato a porre attenzione all’ambiente ma senza venire a compromessi con lo stile e il design”. Olivia Wilde in

collaborazione con H&M, nel flagship store di Times Square a New York ha creato un’“oasi” a tre piani, utilizzando lana riciclata e cotone organico, una collezione unica che in seguito ha portato alla fondazione di Conscious Commerce, l’organizzazione benefica per la protezione ambientale, in uno spazio espositivo per brand di moda che lascerà tutti a bocca aperta. Infine, MCM con il cantante Will.i.am e Coca Cola ha fondato il brand a sostegno della protezione ambientale EKOCYCLE™, ed insieme hanno lanciato una nuova collezione utilizzando canapa ecologica riciclata. Lo slogan del brand fa venir voglia di provare a rappare – “Waste is only waste if we waste it” – “We are the regeneration”.

绿色奢意, Eco luxury, autore: 龚叮怡, Dingyi Gong, Vogue China 服饰与美容, In Vogue 新视点话题 Topic, numero di giugno 2015, pp.100-102.

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