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Il processo di selezione bibliografica: cataloghi, liste interne, repertori

II. Le biblioteche della Compagnia di Gesù

6. Il processo di selezione bibliografica: cataloghi, liste interne, repertori

Come noto, in una qualsivoglia tipologia di biblioteca la selezione bibliografica rappresenta il primo tassello per la costituzione e l’indirizzamento di una raccolta libraria. I criteri selettivi cui si attenevano le biblioteche gesuitiche riguardavano essenzialmente: la missione pedagogico-spirituale dell’Ordine, le necessità culturali degli utenti che frequentavano l’istituzione (ovverosia dei professori e degli allievi) e infine l’aggiornamento documentario in relazione ai costanti progressi delle discipline umanistiche e delle scienze. Come visto nel paragrafo precedente, la responsabilità del processo di selezione ricadeva prevalentemente sui bibliotecari, sui prefetti degli studi, sul corpo docente e su quella compagine di religiosi che, al di fuori della realtà pedagogica collegiale, attuavano la propria missione attraverso la predicazione e l’attività pastorale. Strumenti basilari per l’attività di selezione erano i cataloghi di libreria, le opere bibliografiche, i cataloghi delle fiere e,63 inoltre, i cataloghi delle biblioteche appartenenti agli altri istituti della Compagnia. Questi ultimi, in particolare, risultavano estremamente efficaci per meglio conoscere il materiale documentario, adottato nei vari collegi ignaziani, utile per portare avanti le diverse attività pedagogico-pastorali. Un esempio, a tal proposito, è

63 «Als Entscheidungsgrundlage für die Erwerbung standen einerseits verschiedene bibliographische Verzeichnisse (von Antonio Possevino, Claude Clément, Franz Xaver Kropf u. a.) zur Verfügung.Andererseits war durch das Verzeichnis der verbotenen Bücher eine negative Auswahl vorgegeben (Regel 1) – für Solothurn hat sich ein Exemplar des Index Librorum

Prohibitorum der in Madrid erschienenen Ausgabe von 1667 erhalten. Zugleich wurde

empfohlen, die Kataloge der Buchmessen zu berücksichtigen, um die Aktualität des Bestandes zu gewährleisten – angesichts der begrenzten Mittel eine besondere Herausforderung» (IAN

HOLT, Die Solothurner Jesuitenbibliothek (1646–1773) und ihre Gönner. Die Bibliothek Franz Haffners und weitere Schenkungen und Vermächtnisse, «Jahrbuch für Solothurnische

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dato dal caso, segnalato da Alejandro Barcenilla Mena, del collegio di Tarragona, dove, nel 1764, il Prefetto della Biblioteca, Bartolomé Pou, richiese al bibliotecario del collegio di Villagarcía de Campos i cataloghi di alcune biblioteche della Compagnia per poter conoscere i patrimoni librari di queste e aggiornare, di rimando, la raccolta di cui egli era responsabile.64 Questa testimonianza, oltre a informarci circa la pratica d’informazione bibliografica condivisa nelle istituzioni educative gesuitiche, ci fa comprendere la volontà, diffusa nei collegi della Societas, di uniformare quanto più possibile le diverse raccolte bibliografiche ignaziane; il tutto finalizzato, ancora una volta, a consolidare l’unità culturale e dottrinale della Compagnia.

I criteri di selezione esposti poc’anzi, portarono alla presenza, nelle biblioteche dell’Ordine, di ben determinate tipologie bibliografiche. Le collezioni gesuitiche, in linea generale, ospitavano da una parte opere quali libri di testo, manuali e testi classici utilizzati dalla compagine degli allievi; dall’altra, opere dedicate alla predicazione, all’insegnamento e alla preparazione superiore, appannaggio esclusivo dei professori e dei religiosi ignaziani.

Sulla compilazione degli elenchi di libri per le lezioni e la conseguente trasmissione di questi ai librai esiste un’interessante documentazione costituita dagli avisos lasciati dal visitatore Juan de Vitoria al collegio di Cagliari nel 1566. Nell’aviso n. 12 si raccomandava la preparazione della lista completa dei volumi necessari, unitamente a quella dei programmi delle lezioni a seconda delle classi di studio, in modo da riuscire a ottenere i libri prima dell’inizio dell’anno scolastico. Secondo l’aviso n. 59, la lista doveva essere poi consegnata al commerciante cittadino Bartholomeo Forès, il quale, attraverso i contatti dello stesso Vitoria, si sarebbe rivolto al mercato librario veneziano per rifornire il collegio dei volumi richiesti, destinati sia ai gesuiti sia ai loro allievi.65 Non si

64 «Pida V. R. al bibliotecario algunos catálogos de librerías, que le deben sobrar en la librería real que yo por ellos me podría gobernar mejor» (cit. in ALEJANDRO BARCENILLA MENA, Filología

clásica y Compañía de Jesús (siglo XVIII), Villagarcía de Campos, «Perficit: Publicación de

estudios clásicos. Textos y estudios», 24, 1-2, 2000, p. 18).

65 RAIMONDO TURTAS, Libri e biblioteche nei collegi gesuitici di Sassari e di Cagliari tra ‘500 e

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conoscono purtroppo i titoli presenti nell’elenco stilato dai gesuiti cagliaritani; tuttavia, considerando la relativa giovinezza del collegio sardo (1563), la presenza al suo interno delle sole tre classi di grammatica e la mancanza di riferimenti bibliografici particolari per il periodo precedente alla creazione della prima versione della Ratio, non è inverosimile pensare che le richieste dei padri si riducessero alle poche opere necessarie all’insegnamento elencate in maniera disorganica nelle Costituzioni della Compagnia.66

Simile, in tale frangente, il caso del collegio brasiliano di Bahia, per il quale Manuel Nórbega, nel 1549, chiese al suo corrispondente portoghese, il già citato Rodrigues, l’invio di volumi necessari all’insegnamento per le scuole delle colonie americane del Regno di Portogallo. Dopo l’arrivo di due casse colme di libri, avvenuto nell’anno successivo, seguirono altre richieste di libri di testo, alle quali si unirono, non appena vennero soddisfatte le esigenze di carattere educativo, quelle relative ai volumi utili alle altre attività di apostolato dei padri: opere apologetiche, testi filosofici, scientifici, medici, dizionari, opere storiografiche in latino, francese, spagnolo, greco, tedesco e inglese.67

Ugualmente, negli anni Settanta del Cinquecento, a Siviglia, il Procuratore delle Indie Occidentali, responsabile delle spedizioni dei beni materiali verso le case gesuitiche americane, aveva il compito di provvedere all’acquisto dei volumi richiesti dalle sedi d’oltreoceano.68 Inoltre, egli era anche tenuto a vigilare sul mercato librario per essere sempre aggiornato sull’uscita di nuovi testi che

Quattro e Cinquecento in Sardegna, a cura di GIANCARLO PETRELLA, Cagliari, CUEC, 2004, pp. 151-152.

66 Sulla creazione e gli inizi del collegio di Cagliari si veda RAIMONDO TURTAS, Scuola e Università in Sardega tra ‘500 e ‘600. L’organizzazione dell’istruzione durante i decenni formativi dell’Università di Sassari (1562-1635), Sassari, Centro interdisciplinare per la Storia

dell’Università di Sassari, 1995, pp. 27-32.

67 MARK L.GROVER, The Book and the Conquest: Jesuit Libraries in Colonial Brazil, «Libraries and culture», 28, n. 3, 1993, pp. 270-271.

68 AUGUSTÍN GALÁN GARCÍA, El “Oficio de Indias” de Sevilla y la organización económica y

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potessero essere utili ai bisogni dei collegi d’America per poi acquistarli e inviarli verso quei siti remoti.69

Gli esempi citati rappresentano, come visto, le tracce di un primitivo sistema di selezione libraria messo in atto dalla Compagnia, teso a soddisfare le esigenze basilari delle diverse istituzioni collegiali, notevolmente povero e disorganico, soggetto inoltre a un non tenue grado di arbitrarietà decisionale da parte dei singoli gruppi di religiosi, dovuta prevalentemente alle diverse situazioni socioculturali in cui sorsero i collegi della Societas. Non molto differente, in tale ambito, appare la situazione tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo. Anche nel periodo che seguì alla redazione finale della Ratio studiorum, infatti, la Compagnia si trovò priva di un programma di selezione unitario, o per meglio dire, di un repertorio bibliografico generale, progettato e condiviso dall’interno. Di conseguenza, cercò di provvedere alle sue necessità bibliografiche attraverso i precetti della Ratio e della normativa interna per quanto concerneva l’ambito educativo70 e, per ciò che riguardava le raccolte maiores, mediante l’apporto dei

69 «[…] tenga especial cuidado de saber los buenos libros que salen, que puedan aprovechar para nuestros ministerios» (cit. in FELIX ZUBILLAGA, El procurador de las Indias occidentales de la

Compañía de Jesús (1574). Etapas históricas de su erección, «Archivum Historicum Societatis

Iesu» [d’ora in poi AHSI], 43, 1953, p. 402).

70 Sui libri adottati per la formazione dei seminaristi elencati nelle Regulae generali si veda JOSEPH GUIBERT, La spiritualité de la Compagnie de Jésus: esquisse historique, Roma, Institutum Historicum Societatis Iesu, 1953, pp. 204-205. L’indicazione dei testi da utilizzare durante l’ultimo anno di probazione è contenuta invece nel passo seguente: «Praeter eos [libros], qui in Regulis Magistri Novitiorum habentur addi poterunt alii ex iis qui habentur in Regulis Praefecti lectorum ad mensam. Adhuc etiam integra opera S. Basilii, S. Gregorii Papae & Hugonis de Sancto Victore, quorum aliqua tantum in dictis Regulis habentur. Addi item possunt opera Gulielmi Parisiensis, Gersonis Cancellarii, Climaci, S. Leonis & Ludovici Granatensis. Ex nostris Hieronymus Platus ‘de Bono Status Religiosi’, Bernardinus Rosignolius, Franciscus Arias, Ludovicus de Ponte, Alphonsus Rodericus, Didacus Alvarez de Paz, F. Antonius de Molina ‘de Statu Sacerdotali’, ‘Scala Bellarmini’ & ‘de Aeterna Felicitate Sanctorum’, ‘Meditationes’ etiam P. Natalis, Vincentii Bruni, Costeri, Loartis, Ritii, Pinelli, Capillae & alia huiusmodi, praesertim ex nostra Societate, ac opuscula Didaci Stellae, & Didaci Perez, ‘Avertimenti Spirituali’. Ex historicis Palladius, Theodoretus, ‘Speculum Exemplorum’, Caesarius, ‘Chronicae S. Dominici & S. Francisci’, ‘Speculum’ Vincentii Belvancensis, S. Antonini ‘Historiae’, Maruli ‘Exempla’, ‘Giardino d’essempi’ di Razzi & Maffei ‘Vitae Confessorum’. Scripturae interpretes

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singoli sacerdoti, indipendentemente dalla funzione da loro ricoperta all’interno del collegio. Costoro, infatti, attraverso il proprio personale bagaglio culturale ed esperienziale (quest’ultimo dovuto principalmente all’alto grado di mobilità umana della Societas che portava i religiosi da una sede all’altra della Compagnia) contribuivano attivamente a dare corpo alle collezioni dei diversi collegi; il costante spostamento dei padri nelle varie sedi costituiva di fatto un fondamentale apporto per lo scambio di informazioni bibliografiche tra le case della rete ignaziana.71 La prassi di una selezione bibliografica indipendente in ciascuna delle varie sedi può trovare ulteriore conferma nella già citata norma n. 9 delle Regulae Societatis (1582), secondo cui il bibliotecario aveva facoltà di proporre ai suoi superiori l’acquisto di determinati libri «quando intellexerit domi deesse aliquos libros necessarios, aut aliquos valde utiles in lucem editos esse»,72 avendo come paradigma principale le sue conoscenze personali, passando poi attraverso il supporto informativo che poteva arrivare dalle richieste dei confratelli o dalla diretta conoscenza del mercato librario.

In realtà, pur non esistendo nel concreto un programma regolamentato di selezione bibliografica messo a punto dai superiori della Societas, sappiamo che, fin dagli anni Sessanta del XVI secolo, circolava all’interno dei collegi ignaziani una serie di liste di libri raccomandati. In particolare, dopo la seconda Congregazione generale dell’Ordine (1565) Jéronimo Nadal compilò una silloge di istruzioni circa le letture, non obbligatorie, che dovevano tenersi nei refettori dei collegi della Compagnia. La versione definitiva di queste norme venne promulgata dal generale Everardo Mercuriano nel 1580 all’interno delle Regole

per il Maestro dei Novizi e ulteriormente confermata dieci anni dopo dal suo

aliquot, ut opera omnia Titelmanni, Jansenii & Maldonati, & Bellarmini ‘in Psalmos’. Omnia autem huiusmodi arbitrio Instructoris habebunt» (Ordinationes Praepositorum Generalium,

communes toti Societati; Auctoritate Septimae Congregationis Generalis contractae, Romae,

in Collegio Romano eiusdem Societatis, 1616, pp. 119-120).

71 NOËL GOLVERS, Libraries of Western learning for China. Circulation of Western Books

between Europe and China in the Jesuit mission (ca. 1650 – ca. 1750). 1. Logistics of book acquisition and circulation, Leuven, Ferdinand Verbiest Institute KUL, 2012, pp. 98-99.

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successore Claudio Acquaviva.73 Questi, nel 1599, fece redigere inoltre per tutti i collegi ignaziani le norme sulla formazione dei prefetti (De praefectis

constituendis formandisque), le quali contenevano le indicazioni circa l’uso

delle opere di alcuni Padri e Dottori della Chiesa assieme a quelle di autori gesuiti.74

In ultimo, per la selezione delle opere da utilizare e conservare nelle proprie raccolte, la Compagnia si servì dei repertori bibliografici pubblicati a cavallo tra Cinque e Seicento,75 prima fra tutti la Bibliotheca Selecta del gesuita mantovano Antonio Possevino,76 e più analiticamente della seconda parte dell’opera: l’Apparatus Sacer.77 La Bibliotheca, concepita come antagonista diretta78 della

73 A tal proposito si veda lo studio approfondito di PEDRO DE LETURIA, Lecturas ascética y

místicas entre los jesuítas, «Archivio italiano per la storia della pietà», 2, 1953, pp. 3-34 con le

ampie appendici documentarie, ripubblicato senza appendici in ID., Estudios Ignacianos, II, Roma, Institutum Historicum Societatis Iesu, 1957, pp. 269-331 : 298-302.

74 PEDRO DE LETURIA,Estudios Ignacianos, II, cit., pp. 325-326.

75 In particolare i repertori bibliografici che più si ritrovano presenti nei cataloghi delle biblioteche ignaziane sono: PEDRO RIBADENEYRA, Illustrium scriptorum religionis Societatis

Iesu catalogus: auctore p. Petro Ribadeneira societatis eiusdem theologo, Antuerpiae, ex

officina Plantiniana apud Ioannem Moretum, 1608; ROBERTO BELLARMINO, De scriptoribus

ecclesiasticis liber vnus. Cum adiunctis indicibus vndecim, & breui chronologia ab orbe condito vsque ad annum 1612. Roberto card. Bellarmino e Societate Iesu auctore, Romae, ex

typographia Bartholomaei Zannetti, 1613; JAN VERMEULEN, Ioannis Molani ... Bibliotheca

materiarum quae, a quibus auctoribus, cum antiquis, tum recentioribus sint pertractatae. Docentibus, concionantibus, ac scriptoribus pernecessaria. Accedunt catalogi duo: I Catholicorum S. Scripturae interpretum, bibliocorum librorum ordine. II Scholasticorum theologorum in diui Thomae Aquinatis Summam, Coloniae Agrippinae, apud Ioannem

Kinchium sub Monocerote, 1618.

76 ANTONIO POSSEVINO, Antonii Posseuini Societatis Iesu Bibliotheca selecta qua agitur de

ratione studiorum in historia, in disciplinis, in salute omnium procurando, Romae, ex

typographia Apostolica Vaticana, 1593.

77 ANTONIO POSSEVINO, Apparatus sacer ad scriptores veteris, & noui Testamenti. Eorum

interpretes. Synodos, & patres Latinos, ac Graecos ... Poetas sacros. Libros pios, quocumque idiomate conscriptos, Venetiis, apud Societatem Venetam, 1603.

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grande Bibliotheca Universalis di Conrad Gesner,79 rappresentava una guida critica e orientativa per le varie discipline, all’interno della quale erano riportati i riferimenti bibliografici per ciascun argomento trattato. L’Apparatus, conosciuto altresì col nome di Bibliotheca Sacra, riprendeva l’impostazione a schede dell’opera gesneriana, presentandosi sotto forma di dizionario bio-bibliografico ordianto alfabeticamente, in cui gli autori erano selezionati secondo la concordanza delle loro opere con la dottrina cattolica: si tratta di un repertorio bibliografico contenente più di ottomila voci relative unicamente a scrittori ecclesiastici.80 In esso, come nota Luigi Balsamo, è particolarmente evidente lo studio approfondito profuso da Possevino nel cercare di creare una mappa analitica della produzione letteraria approvata dalla Chiesa che potesse fungere da solido e inimitabile supporto per la preparazione culturale dei fedeli. L’Apparatus era, quindi, uno strumento rivolto a chi attendeva agli studi di livello superiore ma anche «a coloro che avevano compiti di attività didattica, di direzione delle anime o responsabilità censorie».81 La Bibliotheca e il suo repertorio, da intendersi come due parti di un’opera unitaria, erano stati naturalmente preparati a partire dall’esperienza culturale dei collegi della Compagnia, la quale comprendeva da una parte la sfera educativa e dall’altra la dimensione missionaria nelle sue molteplici forme di apostolato. In ragione di ciò, pur rivolgendosi a tutto l’orbe cattolico, l’opera posseviniana era in grado, per sua genesi, di soddisfare principalmente le necessità bibliografiche degli istituti ignaziani, i quali non esitarono a utilizzarla come supporto fondamentale per l’incremento delle proprie raccolte librarie.82

79 CONRAD GESNER, Bibliotheca vniuersalis, siue catalogus omnium scriptorum locupletissimus,

in tribus linguis, Latina, Graeca, & Hebraica: extantium & non extantium, veterum & recentiorum in hunc vsque diem, doctorum & indoctorum, publicatorum & in Bibliothecis latentium. Opus nouum, & non Bibliothecis tantum publicis priuatisue instituendis necessarium, sed studiosis omnibus ... authore Conrado Gesnero Tigurino doctore medico,

Tiguri, apud Christophorum Froschouerum, 1545 mense Septembri.

80 LUIGI BALSAMO, Antonio Possevino S. I. bibliografo della Controriforma e diffusione della

sua opera in area anglicana, Firenze, Olschki, 2006, p. 113. 81 LUIGI BALSAMO, La bibliografia, cit., p. 40.

82 L’opera di Possevino è presente nella maggior parte dei cataloghi editi della Compagnia. Nell’impossibilità di citarli tutti, si riportano a mo’ di esempio i seguenti titoli: Index librorum

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L’insieme di questi precetti rappresenta la sintesi delle operazioni attuate all’interno della Compagnia di Gesù con lo scopo di costituire una programmazione di letture standardizzate per tutti gli appartenenti all’Ordine. Sebbene i vertici dell’istituzione non abbiano mai creato un repertorio ufficiale, unificato e condiviso da tutte le case ignaziane, queste disorganiche forme di strumentazione bibliografica ebbero il non trascurabile effetto di canalizzare, fin dagli inizi, le collezioni gesuitiche verso una ben determinata omogeneità bibliografica che tale rimase lungo tutta la storia della Societas, pur conoscendo nei secoli sensibili variazioni dovute sostanzialmente al mutamento del mondo scientifico e culturale europeo.