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Progetti speciali sul territorio

Parte 2 Tre anni di codirezione: il festival si divide tra Bacci e Punzo

3 VolterraTeatro Festival Internazionale di Teatro Musica Danza Video Poesia

3.5.3 Progetti speciali sul territorio

Nello 2002 per la prima volta la storia locale entra a pieno titolo nella programmazione. La compagnia volterrana Arresti di Tempo, i cui spettacoli nascono da suggestivi giochi di luce creati attraverso il fuoco, presenta La leggenda del Drago e del Grifone, che racconta la storia dello stemma di Volterra attraverso proiezioni audiovisive nelle strade della città rievocando gli scontri tra Guelfi e Ghibellini. Gli Arresti di Tempo tornano anche nel 2003 con Ombre nella sera, altro spettacolo sulle tradizioni locali realizzato con proiezioni video, giochi di luce e fotografie.

Colossal Kitsch, il collettivo Almagesto, la compagnia Frakkasso. Partecipano inoltre Massimiliano Donato con L'Archivio delle anime e Naira Gonzàlez, fondatrice con quest'ultimo del Centro Teatrale Umbro, che partecipa qui con il suo nuovo gruppo teatrale, il Cocchiere del Sogno, e infine l’Associazione Culturale Groucho Teatro - Centro di Ricerca Teatrale, che lavora tra Brasile e Roma. Rientrano nella sezione anche i concerti, con il cantautore fiorentino, Mons (Alberto Montagnani), l'Isola Jazz Quartet e la compagnia di teatro canzone La sacra Famiglia.

11 La compagnia Sirteta partecipa anche l'anno successivo con un laboratorio dedicato a Progetti di circo

per attori.

12 Già nel 2007 il gruppo aveva partecipato a VolterraTeatro con uno spettacolo di strada. Nello stesso anno escono anche con un film, Maldestro.

Ma tornando al 2002 è proprio in questo anno che viene realizzato il primo progetto speciale dedicato al territorio e messo in scena in collaborazione con esso. Per la prima volta partecipa a Volterra il bolognese Teatro Ferramenta, nato nel 1997 e mirato a una ricerca teatrale che, attraverso le pratiche della recitazione, del canto e della danza, rievoca e celebra la cultura orale italiana ed europea, con una forte attenzione ai legami tra storia, territorio e antropologia13. In questo caso i due registi Stefano Filippi14 e Alessia Tucci

realizzano un progetto per i comuni limitrofi di Volterra partecipanti al festival, intitolato

Di guerra, d'amore e d'altri abomini: uno spettacolo itinerante dedicato ai fatti storici della

Val di Cecina avvenuti tra 1500 e 1600. Gli attori e gli altri partecipanti sono artisti e cittadini comuni che hanno frequentato i laboratori organizzati nei diversi paesi.

Anche il Teatro Ferramenta partecipa l'anno successivo con un progetto affine intitolato

Notturni, sempre dedicato ai paesi legati al festival. Continuando la ricerca sulle tradizioni

del territorio questo spettacolo racconta una storia d'amore ambientata nella toscana di metà Ottocento, con riferimento particolare al contesto storico.

Nel 2004 per il 60° anniversario della Resistenza sono I teatri della resistenza, compagnia pisana nata nel 2003, a presentare un progetto speciale intitolato La toscana odora di

morte – estate 1944 estate 2004. Il lavoro è realizzato insieme con il Comitato per le

celebrazioni del 60° Anniversario della Resistenza e della Liberazione della Regione Toscana, con il Comune di Castelnuovo Val di Cecina, e con il patrocinio dell'ANPI e dell' ISRT. Durante VolterraTeatro viene messa in scena la prima tappa del progetto, presentata in prima nazionale: Turni di guardia. L'eccidio – Ode ai minatori, regia di Dario Focardi, è uno spettacolo scritto collettivamente con l'aiuto dei familiari delle vittime dei minatori di Niccioleta (Massa Marittima), assassinati dal III Battaglione di Polizia delle SS (composto principalmente da militari italiani) il 13 e 14 giugno 1944.

Nel 2005 la stessa compagnia porta a Volterra Spada, Chiti, Notturno e Morini. Quattro

percorsi di memoria nella vita partigiana, di Dario Focardi, incentrato sulla storia della

resistenza in Val di Cecina. Uno spettacolo itinerante, che prevede la partecipazione anche di alcuni partigiani (Aroldo Salvadori, Dante Fabiani, Libero Filippi, Leonetto Sprugnoli e Silvano Bernardeschi): partendo dalla Riserva naturale della Macchia del Berignone, dove

13 Sito ufficiale http://www.teatroferramenta.it/

14 Stefano Filippi si forma alla scuola di Mimo e Teatro del gruppo milanese Quellidigrock. Fonda nel 1992 il Teatro Meridional e dal 1997 al 2013 fonda e dirige la Compagnia Teatro Ferramenta. Dal 2014 dirige la Compagnia Frequenze Alfa Teatro di Pisa. Lavora come formatore in diversi progetti di teatro Sociale in Centri Psichiatrici e Case di Reclusione.

nacque il primo raggruppamento partigiano della zona, gli spettatori vengono accompagnati dai partigiani della Terza Brigata Garibaldi in una camminata fino alla Torraccia, dove attori e musicisti si uniscono ai partigiani per uno spettacolo, che si conclude con una cena.

Sempre dedicato alla Resistenza è anche il progetto che la compagnia propone nel 2006 per i Comuni di Pomarance, Castelnuovo V.C., Montecatini V.C, Monteverdi M.mmo e Volterrra: un workshop intitolato Ricordi e Racconti Quotidiani e Domestici. Attraverso due percorsi distinti l'obiettivo dei Teatri della Resistenza è quello di soffermarsi a riflettere sui tre anni di lavoro svolto sulla memoria storica delle vicende avvenute in Toscana: la prima fase consiste in un viaggio lungo sei giorni nella Val di Cecina, arricchito con passeggiate, interviste e narrazioni, e la seconda si sviluppa in altri sei giorni attraverso un laboratorio stabile a Volterra. Il progetto si conclude con una dimostrazione di lavoro finale dedicata alle vicende del 1943.

Nel 2009 e nel 2010 i progetti speciali organizzati hanno come obiettivo quello di accompagnare lo spettatore nella conoscenza del territorio circostante e creare un'occasione di incontro e riflessione, lontano dalla frenesia della quotidianità. Il progetto, realizzato ad apertura del festival come momento inaugurativo, si intitolata La Transumanza: il pastore volterrano Giovanni Cannas guida il pubblico partecipante in una camminata di attraversamento della campagna insieme ad un gregge di pecore, accompagnati da interventi musicali di alcuni artisti. Partendo dalla scultura ellittica di Mauro Staccioli il gruppo arriva al Podere Lischeto per poi restarvi a cena.

Nel 2010 l'evento La Transumanza viene fatto rientrare in un progetto più ampio di cui costituisce la prima tappa: Incontro - Programma Operativo Transfrontaliero “Italia- Francia Marittimo 2007-2013”. L'evento viene così arricchito da un secondo appuntamento. Oltre infatti ad un itineriario svolto nella campagna, che parte dalle balze volterrane e arriva al Podere Lischeto per una grande festa (passando anche per il Podere Marcampo di Genuino Del Duca) con interventi artistici di poeti toscani improvvisatori in ottava rima (come Emilio Meliani e Realdo Tonti) e con il gruppo dei Tenores Orgosolo di Supramonte, viene organizzata una conferenza Riflessioni ed interventi sul tema della

Transumanza, con excursus sul tema della transumanza in ambito cinematografico, poetico

Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa.

Nel 2011 nel programma risulta inserita una sezione ufficialmente dedicata al territorio e intitolata "Il Teatro dei luoghi - progetto per la valorizzazione dei centri storici e dei tesori architettonici nei Comuni della Val di Cecina", composta da due eventi. Il primo si svolge a Pomarance ed è intitolato Notte Campana: Carlo Monni (1943-2013) accompagnato da basso e clarinetto, in collaborazione con la sangiovannese Materiali Sonori15, mette in

scena in uno stesso spettacolo racconto autobiografico e letture di Dino Campana. Il secondo evento è un concerto dei Camillocromo (gruppo fiorentino nato nel 2005 che unisce nelle sue performance musica swing con gag circensi), intitolato Musica per

Ciarlatani, Ballerine e Tabarin, che si tiene sia a Montecatini Val di Cecina che a

Castelnuovo Val di Cecina.

Un nuovo ciclo di progetti speciali si apre nel 2014, fecendo capo ad una nuova realtà artistica, quella di Archivio Zeta.

Archivio Zeta è un'associazione culturale fondata a Bologna nel 1999 da Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti: i due artisti hanno come obiettivo di lavorare sulla memoria umana creando un metaforico archivio storico di ricordi collettivi (l'altro termine presente nel loro nome – zeta – è legato alle scritte sui muri in onore degli oppositori morti in Grecia durante il regime dei colonnelli: "Zeta - è vivo"16).

Nel 2014 Archivio Zeta sviluppa a Volterra un progetto di teatro collettivo, specificatamente dedicato al tema del festival e intitolato La Ferita – Logos, rapsodia per

Volterra. Ispirato alla performance Legarsi alla Montagna di Maria Lai a Ulassai, lo

spettacolo si realizza all'interno della città attraverso una performance in cui artisti e cittadini vengono legati insieme con un nastro rosso, metafora di un legame ininterrotto tra persone e luoghi e allo stesso tempo legame con la memoria, mentre un coro di cittadini, formatosi durante un laboratorio permanente tenuto dall'associazione nella cittadina, pronuncia parole poetiche in luoghi simbolo della città.

L'anno successivo il progetto di Archivio Zeta è dedicato a Pasolini in occasione del 40° anniversario della sua morte. Fedeli all'idea di un teatro collettivo che funga da punto di

15 Materiali Sonori è una società cooperativa culturale, etichetta discografica indipendente, nata a San Giovanni Valdarno nel 1977. (sito ufficiale http://www.matson.it/ )

partenza per riflessioni di carattere civile e sociale, Sangiovanni e Guidotti realizzano anche nel 2015 un lavoro sviluppato attraverso il coinvolgimento del pubblico, in questo caso attraverso due laboratori distinti. Pilade/Pasolini è il nome del progetto ed è stato realizzato insieme ai partecipanti ad un laboratorio annuale iniziato a Volterra nel novembre del 2014 (gruppo Logos) e uno iniziato a Bologna nella primavera del 2015. Pasolini, attraverso uno studio attento dell'Orestea di Eschilo, decise nel 1966 di proseguire la trilogia, mettendo in luce il personaggio secondario di Pilade, per raccontare l'Italia del dopoguerra e del boom economico attraverso il parallelismo con il rapporto tra Oreste, personificazione del liberismo borghese e Pilade, in rappresentanza invece delle rivoluzioni proletarie17. Archivio Zeta riporta in vita questa tragedia attraverso uno

spettacolo suddiviso in quattro tappe, che si svolge in luoghi simbolici per permettere allo spettatore di creare un'interazione tra spazio e parola e dare vita ancora a nuove riflessioni che permettano un'attualizzazione del testo pasoliniano.

La prima tappa si svolge al Camposanto vecchio di Montecatini Val di Cecina e si intitola

PILADE/CAMPOSANTO | al tramonto, vicino all’infinito | anteprima. Ritrae Pilade

vagante in una terra desolata mentre si interroga su cosa lo leghi ancora alla tomba di Agamennone e Clitemnrestra.

La seconda tappa si svolge alle Fumarole di Sasso Pisano e a Castelnuovo Val di Cecina e si intitola PILADE/NASCITA DI ATENA al tramonto, vicino all’infinito.

La terza parte, PILADE/CAMPO DEI RIVOLUZIONARI, prevede la partecipazione straordinaria di alcuni operai della fabbrica Smith Bits di Saline di Volterra, dove si svolge la manifestazione. L'evento in questo caso è dedicato alla situazione dei circa duecento operai della fabbrica, che ne vedono minacciata la chiusura: nello spettacolo viene infatti evocato il corteo delle Eumenidi guidato da Atena e viene descritto come il boom economico, nuova rivoluzione dalla crescita repentina e incontrollata, provochi in realtà lo sfaldamento e l’annientamento dell’esercito di Pilade.

La quarta tappa, infine, consiste nella prima regionale dello spettacolo

PILADE/MONTAGNE | al tramonto, vicino all’infinito, che era stato rappresentato per la

prima volta a Monte Sole il 25 aprile 2015 nei luoghi dell’eccidio di Marzabotto e il 13 e 14 giugno sul Monte Battaglia, altro luogo della Resistenza. Pilade, esiliato dopo lo scontro con Oreste, va in montagna alla ricerca delle Eumenidi e qui incontra nuovi compagni e

17 Cfr. I. Cannarozzo, Il Pilade di Pasolini, una tragedia contemporanea, «Ferro Battuto», 10 maggio 2015, sito web http://www.ferrobattuto.info/blog/il-pilade-di-pasolini-una-tragedia-contemporanea/

mette insieme il suo esercito di contadini/partigiani18.

Nell'ultima edizione di VolterraTeatro Archivio Zeta è tornato con un altro progetto, ispirato questa volta ai racconti di Faulkner e al Macbeth di Shakespeare, anche in questo caso nato in relazione a due laboratori gemelli tenuti a Bologna e Volterra con il gruppo Logos. Il titolo del lavoro è Yoknapatawpha, Terra Divisa, termine immaginato da Faulkner per designare il luogo di ambientazione di molti suoi romanzi e racconti, appartenuto ad una immaginaria popolazione ormai estinta. Il progetto si sviluppa attraverso due spettacoli, Sound and Fury, risultato dal laboratorio bolognese, e Big Woods, realizzato insieme agli attori del gruppo Logos: un lungo viaggio alla scoperta delle foreste e dei fiumi partendo dalla Scozia e arrivando in Mississipi per riflettere sul male che l'incoscenza dell'uomo ha provocato sulla nostra terra19.

Oltre al progetto di Archivio Zeta nell'ultima edizione, assecondando una tendenza ormai convalidata del festival, sono numerosi gli spettacoli che prevedono il coinvolgimento del pubblico, a partire da quello del Teatro delle Ariette per arrivare allo spettacolo di Adriana Follieri20 di Manovalanza che ha portato a Volterra De bello civili. Un'azione collettiva,

progetto nato a Napoli e sviluppato di volta in volta in maniera site-specific, attraverso l'apporto principale della pagina Facebook "De Bello Civili". Lo spettacolo, che riflette sulla nuova società tenendo come punti di riferimento i cinque sottomondi in cui avvengono continui scontri (se stessi, la casa, la città, il mondo e Dio) è quindi il risultato di un lavoro collettivo fatto insieme ai cittadini partecipanti e che coinvolge il pubblico anche nel momento stesso della sua realizzazione.

18 Cfr. Pilade/Pasolini, sito internet ArchivioZeta, http://www.archiviozeta.eu/pilade-pasolini/

19 Nell'ultima edizione inoltre Archivio Zeta ha partecipato ad un incontro nella sezione "Aperitivo con l'autore" per presentare il volume curato da Rossella Menna sul progetto Pilade/Pasolini.

20 Adriana Follieri è attrice, regista e operatrice teatrale in aree disagiate. Inizia il suo percorso nel 1993 con Claudio di Palma. Dopo numerose collaborazioni con registi e attori a livello nazionale, dopo la collaborazione con Peter Brook e con altri artisti internazionali nel 2009 consegue il Diploma di Operatore teatrale in aree disagiate e strutture carcerarie. Ha inoltre ottenuto il diploma di counselling e cura progetti di teatro per bambini e ragazzi. Nel 2008 progetta a Napoli il Laboratorio teatrale per Non Attori e Spettatori Consapevoli, mirato alla restituzione del rito e del processo creativo ai non professionisti. Partendo da questa ricerca sul teatro come strumento collettivo, nel 2009 fonda insieme con il fotografo Davide Scognamiglio l’Associazione di Promozione Sociale MANOVALANZA. (sito ufficiale http://www.manovalanza.it/ )

Nel 2012 l'associazione partecipa al progetto collettivo "Mercuzio non vuole morire" con MatriMoro –

3.5.4 VolterraTeatro oltre gli spettacoli

Già nel capitolo dedicato a "I Teatri dell'Impossibile", durante i tre anni di codirezione, era emersa l'importanza che Armando Punzo e Carte Blanche avevano riservato a tutte le attività culturali collaterali, che non riguardano strettamente aspetti teatrali o artistici, come incontri, approfondimenti culinari, appuntamenti con associazioni non profit. Con il nuovo festival a direzione unica questo aspetto si declina in relazione ai momenti d'incontro extra teatrali, sviluppati in spazi ristoro e gestiti nella maggior parte dei casi da realtà territoriali o da compagnie teatrali.

È il caso della lunga collaborazione con il presidio territoriale di Slow Food che nel corso degli anni si è occupato di gestire incontri culinari insieme ad altre realtà del territorio, come enoteche e associazioni. Con il nome "Slow Theater", inoltre, nel 2006 Punzo aveva lanciato un nuovo progetto che in quell'anno prevedeva un incontro presso il Podere L'Apparita, dove veniva presentato un lavoro di Mimoun El Barouni in due parti con poesie e racconti dell'artista marocchino, accompagnato da proposte gastronomiche a cura di Cristane Hutter.

Anche il dopo festival è un evento iniziato nelle prime edizioni di "I Teatri dell'Impossibile" e attivo ancora oggi, in maniera però non continuativa. Organizzato talvolta nel Chiostro dell'ITC Niccolini, o all'interno del Giardino del Conservatorio di San Pietro, e nel 2016 dentro al Teatro Persio Flacco, il dopo festival è organizzato come spazio musicale e d'incontro in cui è possibile trovare artisti, organizzatori e pubblico per festeggiare insieme. La sua gestione è cambiata più volte, passando dal Centro di Danza Classica di Volterra a La Gestione dei Bruchi o a enoteche come La Vena di Vino, e spesso legandosi a compagnie ospiti come il Teatro delle Ariette e la Compagnia Rodisio.

Pratica legata all'ultima direzione è infine l'"aperitivo con l'autore" (il titolo fa riferimento all'ultima edizione del 2016, ma l'evento si è svolto anche in passato), che prevede incontri all'ora di cena (anche in questo caso in spazi che possono essere teatrali o in locali cittadini) per presentare nuovi progetti editoriali o incontrare gli artisti ospiti a Volterra.

3.6 Oltre la Compagnia della Fortezza: tutti i progetti che hanno fatto la storia del festival

Fin dalla direzione unica del festival a partire dal 2000 l'obiettivo di Punzo è stato sempre quello di controbattere alla critica più frequente fatta alla sua direzione, ovvero quella che prevedeva nel controllo da parte di Carte Blanche il rischio di un festival che avesse esclusivamente come scopo promuovere il lavoro della Compagnia della Fortezza. Come abbiamo già avuto modo di vedere, fin dalla prima edizione invece il festival si sviluppa come risultato di molteplici forze, che vanno a costituire un grande evento in cui il lavoro artistico dei detenuti-attori è soltanto uno degli aspetti. Nel corso degli anni sono numerosi i progetti che si sviluppano in maniera autonoma rispetto all'associazione volterrana e che trovano in VolterraTeatro uno spazio in cui poter emergere.