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3.1.1. La storia

Il progetto di ricerca “Children’s Worlds -International Survey of Children’s Well-Being” (ISCWeB), ha avuto inizio grazie alla collaborazione di un gruppo di ricercatori, molti dei quali, appartenenti all’International Society for Child Indicators (ISCI); questa società sostiene e promuove la collaborazione, l’integrazione dei risultati e la diffusione della ricerca per lo sviluppo di indicatori volti allo studio dello stato di benessere di bambini e adolescenti a livello sia locale che nazionale e internazionale. L’obiettivo principale di questa società è quello di contribuire al benessere dei bambini attraverso la condivisione di conoscenze ed esperienze, aumentando i dati a disposizione e promuovendo così la ricerca collaborativa, la partecipazione ai progetti e la diversità negli approcci metodologici per migliorare la diffusione delle informazioni derivate da queste ricerche al fine di supportare i Paesi che si trovano nella fase iniziale di questo percorso di promozione del benessere dei bambini. I lavori effettuati da questa società internazionale sono trimestralmente pubblicati sulla rivista scientifica Child Indicators Research che riporta le misurazioni e gli indicatori del benessere dei bambini e il loro utilizzo nei diversi contesti e culture. Questa rivista raccoglie analisi dati, riferimenti teorici e informazioni riguardanti lo stato dei bambini e ne riporta le ricadute politiche e pratiche. Obiettivo principale della rivista è quello di esplorare come gli indicatori del benessere del bambino possono essere utilizzati per migliorarne lo sviluppo e il benessere stesso.

Nel 2009 un gruppo di ricercatori si è riunito nella sede Unicef a Ginevra per discutere la necessità di svolgere un’indagine sul benessere soggettivo dei bambini in età scolare dando così inizio al progetto di ricerca “Children’s Worlds-International Survey of Children's Well- Being”, denominato anche “I Mondi dei Bambini”.

Questo progetto ha visto la collaborazione di ricercatori di Paesi e ambiti disciplinari diversi come scienze dell'educazione, politiche sociali, psicologia sociale, psicologia infantile e sociologia. La coordinatrice del progetto è la Dr. Hanita Kosher, l’equipe di ricerca è inoltre formata da sei ricercatori: Dr. Sabine Andresen, professoressa presso l’Institut für Sozialpädagogik und Erwachsenenbildung, Goethe-Universität Frankfurt a Francoforte sul

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Meno (Germania), Dr. Asher Ben-Arieh, direttore dell'Istituto Haruv, editor in chief del Child Indicators Research (CIR) e co-presidente dell’International Society for Child Indicators (ISCI), Dr. Jonathan Bradshaw, professore di politica sociale presso l'Università di York e Durham University (Inghilterra), Dr. Ferran Casas professore di psicologia sociale, coordinatore del gruppo di ricerca ERIDIQV presso l’Università di Girona (Spagna), Dr. Bong Joo-Leeco-editore del Child Indicators Research, professore di Social Welfare, presso Seoul National University (Corea del Sud) e Dr. Gwyther Rees direttore della ricerca Children's Worlds, Social Policy Research Unit, presso l’Università di York (Inghilterra). Il progetto “Children’s Worlds” è quindi un’indagine internazionale e interculturale che si propone di raccogliere dati validi e rappresentativi sulla vita dei bambini, sulle loro attività quotidiane, sul loro uso del tempo e, in particolare, sulle percezioni e valutazioni del loro benessere; viene posta l’attenzione sui diversi contesti di vita in cui ogni bambino si trova ad interagire quotidianamente e da cui è influenzato quali famiglia, amici, scuola e zona di residenza. I costrutti analizzati attraverso diverse scale psicometriche sono: soddisfazione di vita, benessere soggettivo, deprivazione materiale, affetti positivi e benessere psicologico; la spiegazione dettagliata delle scale verrà presentata nel paragrafo 3.3.3.

3.1.2. Le finalità

Una volta raccolti i dati è compito dei ricercatori, attraverso la stesura di report e di incontri specifici, comunicare i risultati emersi dallo studio ai bambini coinvolti, ai loro genitori, alla scuola e più in generale alla comunità al fine di informarli su ciò che i più piccoli pensano della propria vita quotidiana, del proprio ambiente, delle relazioni, e del loro grado di soddisfazione per tutto questo in modo da attivare una riflessione in tutte le figure coinvolte. Studiando i mondi dei bambini in quanti più Paesi possibile si mira a diffondere tali conoscenze tra opinion leader, decisori, professionisti e la popolazione in generale, sia nei Paesi del progetto che a livello internazionale. L’aspetto intercontinentale di questa indagine si ritiene molto importante perché consente di effettuare un lavoro di confronto transnazionale, che è attualmente, in questo campo d’indagine, in gran parte assente (Lee & Yoo, 2017). Il progetto mira quindi a sollecitare una riflessione sul benessere soggettivo dei bambini e degli adolescenti utilizzando una prospettiva culturale e contestuale (Nastasi & Borja, 2016).

3.1.3. Il coinvolgimento diretto dei bambini

Questa indagine ha visto la partecipazione di bambini di tre fasce d’età: 8, 10 e 12 anni, ai bambini è stato chiesto di esprimere la propria opinione e valutazione su alcune variabili che

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determinano il benessere attraverso un questionario formulato in modo diverso per le tre fasce d’età coinvolte. Queste fasce d’età, dai primi anni scolastici fino al periodo adolescenziale, rappresentano fasi delicate per la crescita di ciascun bambino. Il progetto pone l’accento su come il rispetto dei diritti dei bambini sia fondamentale per garantire loro un’infanzia serena su cui basare la vita futura; il riconoscere questi diritti è un primo passo per fornire un ambiente adeguato in cui i bambini possano affrontare al meglio la loro vita raggiungendo il massimo potenziale e tirando fuori il meglio di sé stessi.

In particolare la progettazione e l’attuazione degli interventi volti a incrementare il benessere dei bambini coinvolge diverse figure professionali quali formatori e insegnanti; l’intervento a scuola ha l’obiettivo di coinvolgere in prima persona i bambini, in modo che possano dare direttamente informazioni sul benessere che percepiscono; il benessere che ne traggono infatti “non è […] un’entità unitaria semplice e non riguarda un singolo costrutto specifico” (Aureli et al., 1999, p.21). Grazie al coinvolgimento degli alunni si può fare un’analisi attenta e puntuale dei bisogni che li riguardano (Lansdown, Jimerson & Shahroozi, 2014); la partecipazione diretta dei minori è quindi essenziale per poter fare realmente qualcosa per loro sia all’interno che all’esterno della scuola (Bray & Kehle, 2011). Nel contesto scolastico e in particolare in quello italiano, si sta assistendo a una sempre maggiore attenzione nel considerare lo studente come soggetto di apprendimento e non più solo come oggetto di insegnamento, viene quindi prestata attenzione alla soggettività dello studente e alla sua capacità di relazionarsi con la realtà sociale che costituisce lo sfondo per tutti i processi di apprendimento (Bertini, Braimanti & Gagliardi, 2006).

L’istituzione scolastica ha quindi il compito non solo di insegnare saperi accademici ma di prestare attenzione anche al benessere generale dei ragazzi (Lansdown, Jimerson & Shahroozi, 2014), incentivandone la partecipazione attiva (Percy-Smith & Thomas, 2009), la scuola deve inoltre aiutare i giovani a rinforzare la capacità di decisione, offrire opportunità di espressione e di esercizio di scelte sostenendoli nello sviluppo del pensiero critico e creativo (Bertini et al., 2006). Gli studenti dovrebbero quindi partecipare attivamente alla loro vita da studenti beneficiando così anche di ciò che la partecipazione può dare loro come ad esempio l’incremento dell’autostima, delle abilità cognitive e sociali, dell’autoregolazione, della responsabilità, della capacità di affrontare le difficoltà, della solidarietà e del rispetto verso l’altro (Covell & Howe, 2005; Kirby & Bryson, 2002; Kranzl-Nagl & Zartler, 2010; Zimmerman & Rappaport, 1988). Alcuni studi hanno inoltre dimostrato come, soprattutto durante l'adolescenza, i genitori non sempre riescono a capire e riportare ciò che provano i propri figli (Shek, 1998; Sweeting, 2001). Inoltre chiedere il parere direttamente ai bambini è

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importante perché questi sentono di essere considerati come persone la cui opinione conta ed è utile ai responsabili delle politiche sociali che si occupano della difesa dei diritti dei bambini stessi (Lohan & Murphy, 2001; Melton & Limber, 1992). I benefici della partecipazione sembrano avere delle ripercussioni anche a lungo termine sia sul rendimento scolastico (Hannam, 2001) che sulla felicità nell’età adulta (Ryan & Deci, 2001).

3.1.4. Le fasi del progetto

Diverse sono le fasi in cui è stata realizzata questa ricerca; nel 2009 vi è stata la realizzazione dei primi questionari e nell’anno scolastico 2010-2011 è stata realizzata la ricerca pilota nei seguenti paesi: Brasile, Inghilterra, Germania, Honduras, Israele, Romania, Sud Africa, Spagna e Turchia. Nell’anno accademico 2011-2012 è stata realizzata la prima wave a cui hanno partecipato 14 Stati: Algeria, Brasile, Canada, Cile, Inghilterra, Israele, Nepal, Romania, Ruanda, Sud Africa, Sud Corea, Spagna, Uganda e USA. L’Italia ha preso parte alla seconda wave nell’anno accademico 2015-2016, questa raccolta dati ha visto la partecipazione di 21 Stati: Algeria, Argentina, Colombia, Estonia, Etiopia, Finlandia, Germania, Israele, Italia, Malta, Nepal, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Sud Africa, Sud Corea, Spagna, Turchia, Inghilterra e Galles.

Tutte le fasi sono supervisionate costantemente dall’equipe di ricerca sopra citata, che presta attenzione alla preparazione dei questionari in modo tale che questi, se pur in lingue diverse, possano essere confrontabili. Inoltre è supervisionata anche la fase di campionamento dei partecipanti, ogni Paese infatti a seconda delle sue caratteristiche e della numerosità della popolazione, adotta una strategia di campionamento conforme a rendere tale campione rappresentativo del proprio Paese. In Italia e in altri Paesi dove la legge lo richiede, vi è stata l’approvazione etica della ricerca che controlla il rispetto di alcuni fattori quali il consenso informato dei partecipanti, la privacy, la riservatezza, la garanzia dell’anonimato, la modalità di diffusione di informazioni e il feedback previsto.

Al termine della fase di raccolta dati e inseguito alla creazione di un data base da parte di ogni Paese partecipante, vi è stata la condivisione di tutti i dati raccolti permettendo così di effettuare confronti tra i diversi Paesi.

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