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Nell’aprile 2012 il Segretario Generale dell’OCDE (Organization for Economic Cooperation and Development, con quartiere generale a Parigi), si reca in Giappone per supportare gli aiuti al Tōhoku e, in cooperazione con il Ministero dell’Educazione, della Cultura, dello Sport, delle Scienze e della Tecnologia (MEXT) giapponese, crea il progetto «OECD Tōhoku School».!

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Il progetto viene pensato per i giovani, per condividere con loro le idee per la ricostruzione e riunire così tutte le forze necessarie per ridonare vita alla regione. Cento studenti delle scuole medie inferiori e superiori provenienti dalle aree più colpite del disastro, tra cui le prefetture di Fukushima, Miyagi e Iwate, partecipano al progetto. Si tratta di un’avventura di due anni e mezzo, che comincia a seguito del disastro e avrà per epilogo una mostra prevista a settembre 2014 a Parigi, che si propone di presentare la bellezza della regione del Tōhoku.

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Il progetto è supervisionato dall’università di Fukushima, dove si trova anche l’ufficio del segretario responsabile. Non si tratta di un programma che guarda soltanto alla ricostruzione, ma piuttosto alla rinascita dell’area e a quello che è stato da loro definito un «Nuovo Tōhoku, futuro del Giappone». Il progetto include, infatti, progetti per rivitalizzare l’economia e il business nell’area del Tōhoku e per sviluppare una rete di risorse umane necessarie all’opera di innovazione della regione stessa. I supporti al progetto non vengono solo dal MEXT ma anche da scuole locali e da NPO .

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Gli organizzatori si esprimono in questi termini:

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«Ci incarichiamo di vari programmi per incoraggiare i ragazzi a rendersi indipendenti, per aiutarli a ripensare la ricostruzione della regione e a mettere le loro idee in pratica. Li spingiamo a prendere l’iniziativa, a fare piani, a essere creativi e, al contempo, a pensare in maniera critica ai progetti di ricostruzione. Per mettere le loro idee in pratica, devono saper negoziare, collaborare con gli altri, essere aperti alle idee che vengono anche dall’estero. Nella società globale in cui viviamo, basata sulla conoscenza tecnica, riteniamo che il nostro progetto sia la chiave per acquisire tutte queste competenze. Inoltre, per incoraggiare la perseveranza di queste persone che hanno di fronte a loro una lunga opera di ricostruzione, non ci limiteremo a qualche sporadico evento, ma a un ampio progetto di due anni e mezzo».

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I giovani coinvolti nel programma si prefiggono di ripensare tutti insieme l’avvenire del Tōkohu e hanno a loro disposizione consigli di esperti giapponesi e stranieri, specialisti di architettura e marketing ed educatori.

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Subito dopo il disastro, sembra che molte vittime abbiano perso ogni speranza nell’avvenire. Secondo i fondatori del progetto, quello che ha più aiutato questi adulti a superare lo shock è stata senz’altro la vicinanza dei bambini. I giovani hanno donato loro coraggio con un sorriso e con la loro speranza, perseveranza e passione. Molti adulti hanno ritrovato così il coraggio di andare avanti grazie ai loro figli, che riuscivano a reagire. La presenza stessa dei giovani si è rivelata essere una forza motrice per la società, che ha fatto muovere gli adulti e ha ridonato loro la speranza.

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L’avventura di due anni a mezzo della scuola di «OECD Tōhoku School» non si presenta, tuttavia, come un’opera di facile realizzazione. Per i giovani che aderiscono al progetto è, infatti, come «trovarsi nei panni di naufraghi che ricostruiscono il loro mondo su di un’isola deserta». Tuttavia - commentano gli organizzatori - «questi giovani sono già sopravvissuti a una catastrofe senza precedenti, perciò sono loro le

Yurina Sato, una studentessa della scuola media di Yanagawa, nella città di Date 126- prefettura di Fukushima, scrive:!

«Il terremoto dell’11 marzo 2011 ha colpito Fukushima con i suoi tsunami, provocando la contaminazione radioattiva e causando molti rischi per la nostra salute. Abbiamo vissuto attimi pieni di paura, però ora la vita sembra piano piano tornare alla normalità cui eravamo abituati prima del disastro.!

Anche se restiamo feriti e ci sentiamo vuoti nei nostri cuori, molti di noi stanno cercando di accettare le circostanze, a patto che possiamo vivere in pace. Ma, nella realtà dei fatti, il problema della contaminazione radioattiva rimane irrisolto. A me sembra che le persone stiano vivendo giorno dopo giorno con sentimenti di confusione nei loro cuori, anche tuttora.!

Sento che ho avuto una grande chance partecipando all’ «OECD Tōhoku School», che mi ha permesso di farmi amici tra i ragazzi provenienti dalle altre prefetture colpite dal disastro. Non potevo trattenere le mie lacrime quando ascoltavo le loro storie. Le loro esperienze erano più forti di quanto potessi immaginare. Nonostante questo, hanno fatto del loro meglio per cercare di accettare quanto c’è stato e superare la situazione nella quale si trovano. Credo siano persone davvero forti.!

Siamo ragazzi della città di Date, che stanno lottando contro la contaminazione radioattiva. problema che altre prefetture non hanno. La gente si preoccupa, a volte forse anche troppo, a causa di dicerie infondate, perché nessuno può dire quando la crisi nucleare avrà fine.!

Le persone anziane, che una volta avevano lavorato appassionatamente nelle loro fattorie, ora sembrano aver perso i loro animi. Nonostante questo, noi dobbiamo affrontare il problema della contaminazione, che potrebbe aggravarsi di anno in anno. La prefettura di Fukushima ha sempre prodotto molti tipi di verdura, frutta e altri cibi. Dobbiamo ripristinare ciò che abbiamo perso.!

Il progetto«OECD Tōhoku School» è per me il punto d’inizio dell’idea: «Dobbiamo cambiare». Prima, non potevo fare altro che guardare i miei genitori in crisi e le persone sconvolte attorno a me. C’è qualcosa che posso fare? Cosa dobbiamo fare per la nostra amata Fukushima? - mi chiedevo. Ora, voglio pensare al meglio che potremo fare grazie all’aiuto delle persone che incontriamo grazie a questo progetto.!

Non voglio più essere rinchiusa e sentirmi impotente a causa della parola nemica DISASTRO».

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& Date è una città localizzata al nord della prefettura di Fukushima. Nel maggio 2011 contava una 126

popolazione stimata di 65,409 abitanti per un’area locale di 265 kmq. La città si trova a 60 km a nord- ovest dalla centrale Fukushima Dai-ichi. Nonostante si trovi al di fuori del perimetro di 20 km di esclusione attorno alla centrale, a seguito dell’incidente il livello di radiazioni nella città si è notevolmente elevato. Per questo motivo i residenti, in particolare i bambini, cercano di non

Parte sesta

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