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Number of months of the Erasmus Grant

5. Strumenti per la didattica 1 La didattica in presenza

5.1 La didattica in presenza

5.1.3 Proposte differenziate per la didattica di itALacc L1, L2, LS

I fruitori privilegiati di un corso di lingua italiana e di italiano accademico, sono classificabili sostanzialmente in tre categorie:

a. parlanti L1. Sono gli studenti madrelingua, regolarmente immatricolati presso un’università in Italia, dove hanno compiuto tutto il loro cursus studiorum. Questi soggetti hanno acquisito il sistema lingua-cultura italiana e lo riconoscono come patrimonio personale;

b. parlanti L2. Sono gli studenti stranieri non madrelingua italiana che hanno compiuto altrove il loro cursus studiorum, ma decidono di immatricolarsi nel sistema universitario italiano e, quindi, di soggiornare in Italia per tutto il tempo necessario a completare gli studi. Questi soggetti stanno apprendendo il sistema lingua-cultura e si trovano in forte contatto con la comunità locale, alla quale manifesteranno forte affezione e nella quale si identificheranno alla fine del loro percorso di studi;

c. parlanti ‘LS’. In questa categoria confluiscono parlanti sui generis, in quanto sono riconoscibili tutti gli studenti in mobilità internazionale ‘corta’, ovvero tutti gli studenti che aderiscono al programma Erasmus plus. Questi soggetti stanno apprendendo velocemente il sistema lingua-cultura, ma rimangono a stretto contatto fra di loro, comunicando molto spesso in lingua inglese durante tutto il loro soggiorno in Italia. Manifestano una necessità minore di identificazione e integrazione nella comunità locale, cosicché le caratteristiche del loro processo di apprendimento li avvicinano di più ai parlanti LS, come se osservassero e

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apprendessero l’Italia da una posizione certamente privilegiata, ma comunque isolata rispetto alla comunità di accoglienza.

Tre gruppi distinti di apprendenti manifestano esigenze formative differenti raggruppabili in questo schema:

LINGUA = DISCIPLINA: manifesta la necessità di ottenere attenzione e studio, poiché consente di partecipare a pieno titolo alla vita delle comunità accademica di riferimento. Costituisce progressivamente un elemento di riconoscimento a quella determinata comunità epistemologico-disciplinare di appartenenza.

ABILITA’ LINGUISTICHE: necessitano di studio e riflessione soprattutto le abilità produttive. Sia in ambito orale (l’esame) che scritto (la tesi) la conoscenza della lingua come disciplina diventa fondamentale.

L1

LINGUA = STRUMENTO: permette di accedere alla comprensione dell’ambito di vita, cultura e di studi della comunità ospite. Diventa progressivamente disciplina. ABILITA’ LINGUISTICHE: necessitano di potenziamento prioritario la comprensione orale e scritta, ma vanno immediatamente dopo potenziate anche le abilità di

produzione e interazione, dal momento che gli studenti sono chiamati a sostenere le medesime prove dei parlanti L1.

L2

LINGUA = STRUMENTO: permette di accedere alla

comprensione dell’ambito di vita e di studi della comunità ospite. È destinata a non essere approfondita, se non nella misura in cui è funzionale allo studio. La competenza in questa lingua è destinata a diminuire progressivamente con il rientro nel paese natale.

ABILITA’ LINGUISTICHE: necessitano di potenziamento

prioritario la comprensione orale e scritta, poiché gli studenti hanno l’immediata necessità di comprendere il mondo accademico e sociale che li sta ospitando. Solo

successivamente emerge il bisogno di potenziare la produzione in ambito comunicativo e, ancora successivamente, in ambito accademico.

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La necessità di intervenire separatamente e differentemente per i parlanti L1 e LS è naturale, ma tale bisogno perde i suoi caratteri definitivi per quanto riguarda l’ambito L2. Infatti, questa categoria si colloca trasversalmente rispetto alle altre due:

a. ha le stesse necessità di apprendimento di qualunque parlante non nativo;

b. progressivamente sviluppa il bisogno di interagire proficuamente con il binomio lingua-cultura locale;

c. è sottoposta al medesimo sistema formativo e immersa nel medesimo contesto linguistico-disciplinare del parlanti L1, senza, tuttavia, poter contare su alcuna preparazione specifica.

Il format didattico più consono a ogni categoria sembra identificabile, dunque, in questi modelli:

a. modulare, per quanto riguarda i parlanti L2 e LS. Da quanto osservato in merito ai dati dei corsi E.I.L.C. effettuati a Venezia, i moduli di lingua propedeutici all’inserimento nel sistema universitario italiano servono ottimamente allo scopo, poiché: ─ sono intensivi e in breve tempo –circa un mese in pacchetti di

50-60 ore– riescono a conferire competenze di tipo B.I.C.S. nei partecipanti;

─ vengono erogati preventivamente all’inizio delle attività accademiche, quindi risultano molto efficaci per gli apprendenti di livello A1-A2-B1;

─ costituiscono una prima occasione di contatto con il paese ospite, se il programma dei corsi prevede elementi di civiltà e cultura e se l’ente ospite favorisce il contatto fra studenti stranieri e studenti italiani, mediante un servizio di tutorato attivo;

La modalità di insegnamento modulare è, tuttavia, auspicabile anche nel corso di tutta la durata dell’anno accademico, in quanto garantirebbe la progressione nell’apprendimento linguistico dal livello A1 ai livelli successivi: contemplando la possibilità per

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uno studente straniero di poter essere formato linguisticamente mediante un modulo propedeutico e poi da tre successivi, si potrebbe assistere a una progressione potenziale da A1 a B2; b. seminariale, per quanto riguarda parlanti L1, L2, LS. La necessità

di avere una formazione non soltanto in italiano comunicativo, ma anche in italiano accademico è coerente con il bisogno di potenziare la cosiddetta competenza C.A.L.P sia nella lingua madre, che nella lingua straniera o seconda. La struttura seminariale sembra rispondere efficacemente, poiché:

─ prevede un’interazione continua tra docente-discente e tra discente-discente, grazie all’apprendimento di tipo cooperativo e alle sue strategie che trovano la loro naturale collocazione in questo tipo di proposta;

─ favorisce la co-costruzione partecipata e negoziata del sapere. Questo particolare aspetto si rivela di particolare interesse in un ambito in cui studenti appartenenti a culture, lingue, aree disciplinari differenti sono chiamati a interagire con la comunicazione accademica italiana in tutta la sua complessità;

─ può essere gestita in tempi circoscritti –una settimana, due tre giorni, con struttura verticale prevedendo per un periodo limitato la formazione nell’intera giornata– e non gravare sulla frequenza delle attività accademiche.

La struttura seminariale, proprio per la sua forte connotazione a vantaggio di una didattica partecipata, si presta, inoltre, ad accogliere non solo studenti di livello B2 –il livello che vede per sua stessa natura potenziare la competenza C.A.L.P. –, ma anche di livello B1, per i quali si rende necessario ‘forzare’ la difficoltà di progressione. La didattica cooperativa e partecipata, dunque collaborativa, tra docente, studente di livello B1 e studente di livello B2 consente di superare l’idea di input come ‘I + 1’ a vantaggio di un input co-costruito di tipo ‘I + 3’.

Queste due strutture diverse, ma convergenti nelle azioni strategiche e operative, possono essere realizzabili solo grazie all’ausilio di strumenti

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multimediali e a un’azione concertata e corale fra più strutture di un medesimo ateneo.