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VICENDE ARTISTICHE DEL CENTO È DEL DUECENTO NEL MEZZOGIORNO D ’ ITALIA

3. Il pulpito Guarna.

P e r due cose è artisticam en te interessante questo pul- pito : per la scu ltu ra e per l ’arte m usiva ornam entale.

P e r la scu ltu ra ha un bel toro in tag liato di foglie alla base del parapetto, come quello d i Sessa e come l’altro più sviluppato a R ave llo , quattro figure nei fianclietti del l ’arco fro n tale e nel late rale di s in istra per chi guarda, e q u attro c a p ite lli l ’un differente d a ll’a ltro , nonché /una bella testa sotto la trib u n a avanzata e due figure angolari, messe a ino’ di talam oni o c a ria tid i, sul fronte. Delle qnat tro figure nei fian clietti : i sim boli desili Eva n g e listi 8. Mat teo e S. G io van n i, l ’angelo e l ’aq u ila, nel fro n te; i Profeti G erem ia ed Is a ia sul fianco a sin istra.

Perchè Gerem ia ed Is a ia e non i sim boli degli altri E v a n g e lis ti? Perchè già bastavano due Evan g elisti a rap j- presentare la forza del V angelo : occorreva che vi fossi anche la rappresentanza dei P ro fe ti. E van g e listi e Profeti costituiscono le p ietre an g o lari del Pedi fi zio della fede pre d icata d al Redentore, E v a n g e lis ti e P ro fe ti sorreggeranno il pergamo dal quale è perp etuata la parola sostenitrice <1 questa fede.

M a perchè M atteo e G io van n i, e non g li a ltri due? Per chè <tiovnuni è l'u ltim o degli E va n g e lis ti, e si distinse dagli

SE S SA AU RUN CA - P U L P IT O

Q u a le te sta deform e, egli p e n sa, non h a il bel re delle belve a Fondi: q u an to n on è più bella la te stin a del leoncino salernitano ?!... Tuttavia a q u e s t’ ultimo m an ca an c o ra 1’ e sp ressio n e dell’ in n ata fierezza, e così questo artefice dalla fro n te p en so sa si ch in a p azien te sul suo lavoro, e crea i leoni di S e s sa , ch e fra mezzo secolo s a ra n n o trad o tti sotto i ricami del pulpito di

\ A f. d t

RAVELLO - PU L PIT O NELLA C A T T ED R A LE

Angelis

Siamo a due secoli di distanza dalle paraste di Salerno, nostro punto di partenza.... Ed ecco che Nicola Bartolomeo da Foggia, coll’anima accesa, ascende più in alto per la faticosa v ia dell’ arte, e modella la superba Sicil- gaita, la nobildonna che dall’alto del pulpito insigne guarderà molto innanzi a sè nel futuro.

a lt r i per lo stile elevato, e perchè M atteo è il prim o dei q u attro , ed anche perchè aveva il suo corpo giù, nella ve­ n erata crip ta del tempio a L u i dedicato.

E perchè Gerem ia ed Is a ia , e non g li a ltr i P ro fe ti.' P e r cliè G erem ia fra le sue profezie, riferendosi a quanto g li aveva detto il Signore, scrisse fra l ’a ltro : « Ecco che io pongo s u lla tua bocca le m ie parole ; ecco che t i dò au to ­ rità sopra le genti e sopra i ream i, affinchè tu d irad ich i, e d istru g g a, e disperda, e dissipi, ed edifichi, e p ia n ti » : p er­ chè Is a ia fu il prim o dei quattro m aggiori P ro fe ti, e fu rite n u to il Profeta più eloquente, tanto che G rozio lo para gonò a Demostene.

Q u esti criteri dovettero guidare coloro che eressero il p u lp ito nella scelta dei sim boli e dei personaggi : non vi m ancò dunque qu ell’elevato senso di in te lle ttu a lità , che so­ vente m anca spesso n ella creazione dei m onum enti m oderni, e che non mancava affatto ag li uom ini che vissero in quel l ’epoca rem ota!.

M a non è tutto qui : p iù giù di quelle figure e di quei sim boli, altre cose v i sono nei ca p ite lli che vedremo nel prossim o capo. Q ui solam ente m etto in rilie vo un fatto non tra scu ra b ile , che le sculture di questo p u lp ito ci pongono sotto g li occhi.

In queste sculture l ’a rtis ta si m ostra valente n e ll’arte di sco lp ire gli o rn ati e le fo g lie ; assai meno esperto egli ap pare quando m odella le figure : ce ne v o rrà abbastanza, p rim a che l ’arte raggiunga il busto di S ic ilg a ita a R ave lio . come abbiam o visto nel precedente paragrafo.

Q uesto fatto trova la sua origine in tem pi m olti rem oti. Q uando, col suo avvento, il cristianesim o escluse la scul tu ra p e rch è questa troppe rim em branze o ffriva della fede pagana, bandì, co lla scu ltu ra d ella figura um ana, anche la s c u ltu ra ornam entale? Io credo di rio. Q u in d i è e li1 nella decadenza scese di più o si spense a d d irittu ra la statu aria, come non avvenne per l ’arte ornam entale, e per con se ^ ■ •nza l’a rte nel risorgere al secolo X I si trovò innanzi sulla via della perfezione, più per la seconda che per la prim a.

A n ch e le bestie risu ltan o scolpite un po’ m eglio della figura um ana e ciò discende dal fatto che, se il cristianesim o escluse d a lla scultura le figure umane, non collo stesso ri gore escluse quelle delle bestie.

tu ra delle foglie e quella dei vitig n i e borei noli in giro al vaso, a quella del leoncino : senza dubbio quest’ultima p

meno perfetta della prim a. Ile se poniam o a riscontro le foglie e l ’uomo, im m ediatam ente balza innanzi la forma goffa e «proporzionata di quest’u ltim o, quella form a tozza che il V a s a ri vuole a ttrib u ire a lla m aniera greca, mentre va a ttrib u ita a ll’arte che rinasce e gradualm ente si spoglia delle sue im perfezioni.

111.

L A P R IM A R IC E R C A E L A P R IM A V IC E N D A .

l. I capitelli.

M eritan o , in ve rità , un capitolo speciale i capitelli del pu lp ito salernitano.

V i sono delle figure in questi c a p ite lli : v i è l’uomo e la donna, l ’aq u ila ed il leone : v i sono le sirene di ambo i sessi: il quarto cap itello non ha figure, ed è strano!.. U om in i, an im a li te rre stri, v o la tili e pesci, sostengono con grande fa tic a (la si vede n ella espressione bambina della tensione dei m uscoli nelle figu rin e) la tavo la d’abaco che sorregge i peducci degli a rch i ; dunque tu tti gli esseri vi ven ti sorregeranno la fede di C risto , predetta dai Profeti, tra scritta dagli E v a n g e lis ti ; ma il quarto capitello che cosa sta ad in d ic a re ?!.. M iste ro !..

fi necessario classificare questi c a p ite lli stupendi, per ehè ne vai proprio la pena : i d ettag li di questo monu mento sono poco conosciuti, e non p are che le cose debbano continuare a stare così.

fi m estieri dare a questi ca p ite lli un nome una buona volta. Così chiam o il prim o, a destra di chi guarda, capi tello dei leoni e delle a q u ile ; il secondo a sinistra, capitello degli uom ini ; il terzo, a s in istra sul fronte postico, capi­ tello delle sirene ; il quarto, che non ha figure, lo lascio prov­ visoriam ente senza nome.

T u tti e quattro questi c a p ite lli hanno, senza eccezione, a lla base la bella corona an tica delle foglie d’acanto ma, a l d i sopra di queste, intorno a l vaso interno, ornato di vi­ tig n i soltanto nei due ca p ite lli an te rio ri, ognuno ha soggetti diversi, ad eccezione d e ll’ultim o fra i quattro.

Q u e s ti p u lp it i, in to rn o a i q u a li c i siamo a g g ir a ti , s ta nn o a c o n fe rm a rc i se n z ’a lt ro che ri di on at e l’a rt e .. .. . g ià a v e v a comp iuto un pa sso sot to il re g n o n o rm a n n o .. .. n e ll ’ It a li a M e - F o t. M . de A n g e li s

N o n sentite voi qualche cosa forse? È in questi una voce che c i rivela il pensiero d e ll'artefice che bram a ric e r­ care u n 'a rte novella, u n 'arte novella che si m odelli suiie an tich e foglie di acanto, un’arte che nasca e si fondi s u l­

l'a rte d e lle vecchie c iv iltà m orte di Rom a e di A te n e !... E il pensiero d e ll’a rtis ta , spinto d a lla fiamma di que sta bram a, guidato dal concetto che vuole esprim ere, in ­ venta e crea. E passa dai prim o a ll'u ltim o , dai leoni a l­ l'uom o, e dall’uomo alle sirene, sostituendo queste figure a lle vo lu te dei vecchi ca p ite lli co rin zii, e poi procede d alle sirene fino a ll’angolo posteriore di destra, verso uno strano ca p ite llo , che non ha più uom ini, o donne, o sirene, o aquile, a l d iso p ra delle foglie di acanto, ma delle volute ferm anti una p alm etta di quercia, su ciascuno dei fro n ti. Sem bra in questo che l’a rtis ta abbia quasi voluto ria v v ic in a rs i al co rin zio antico, come se preso da un senso n o stalg ico !.. M ira b ile opera del pensiero umano, questo cap itello che sonnecchia da sette secoli e mezzo a ll’om bra della ca tte ­ d rale d i itonerto G uiscardo, predice, co lla precedenza di due secoli, l'arte fu tu ra del Rinascim ento, l ’arte cioè d ella nuova c iv iltà .

E d io non so per quale ragione non dovrei qui illu d erm i fan tastican d o sulla causa per la quale l ’artefice abbia messo questo cap itello fra g li a ltr i ! Sarà un caso, sarà una m era vig lia , sa rà quel che si voglia, ma io non posso so ttrarm i al lascin o che eccita la m ia fan tasia !

A me p a r di vedere questo artefice to rtu rato dal deside­ rio, questo artefice che vive n e ll’am biente felice creato in ­ torno a lu i dai saggio governo di G uglielm o 11 e che non an ­ cora è so ttratto a lla voce dei rico rd i del triste dom inio b ar­ barico, non da troppo tempo caduto : questo artefice ha com­ preso che, abbattuto il servaggio, l ’u m an ità è su lla v ia della conquista d i una nuova c iv iltà . E lavorando p ar che si dom andi : (piale sarà l ’arte d i questa? E g ià a p rim a vista g li ap p are che quest’arte debba fo rm arsi s u ll’arte della c iv iltà m a d re ; ma essa deve p u r rin n o ve lla rsi, e si aggira col pensiero nella faticosa scelta; saranno i leoni e le a- quile, g li uom ini o le sirene, oppure il ricordo delle antiche volute co rin z ie ?!

G u a rd ia m o li un po’ a lungo, ra cco lti n ella pace serena della n o stra anim a, questi pezzi di marm o, la v o ra ti da una mano irre q u ie ta guidata da una niente assetata e titubante,

o ltre settecent’an n i or sono! Q ui, in questi cap itelli Parti sta vo lle cercare un’arte novella. Non p iù l ’attrae la bella voluta del cap itello corinzio che egli saprebbe modellare a perfezione a g iu d icar d a lla fa ttu ra delle foglie di acanto: ma egli vuole del nuovo, e crea quattro tip i diversi, guidato ancora d a ll’ idea che l ’arte sorregga, coi sim boli degli uo­ m ini e degli an im a li, la fede della nuova c iv iltà , e riesce ad esprim ersi egregiam ente in tre c a p ite lli, ma col quarto che cosa intende in d ica re ? Che non sia vero od almeno proba­ bile che queir-artista, prevedendo in questo capitello l ’arte d ella c iv iltà nuova che g li cresceva d’attorno, non abbia vo

luto esprim ere il concetto che sia aneh’essa sostegno della fede che l ’ha fa tta nascere?...

P e r questo forse, ad esprim ere la forza di questa civiltà, ve l ’ha espressa colla fo g lia di q u ercia?.. M istero!

S a rà un m istero, ma a questo cap itello, che poco fa ho lasciato per un momento senza nome, dò quello di precur­ sore del R in ascim en to ... D i fron te, sotto l ’ambone d’A- iello , a lato d i a ltr i c a p ite lli p recursori, v i è un altro co rinzio, a cu i nella mente d e ll’artefice il vento piegò le foglie, il cap itello che sarà copiato fra q u attro secoli dagli artisti che m odelleranno nel seicento g li stucchi d ell’edicola sul­ l’a lta re del C arata , a destra della crociera del tempio, il cap itello precursore del Barocco !

O ra, se noi ci portiam o col pensiero a lla superba basi­ lic a di M onreale presso Palerm o, ci ap p arrà innanzi un le;; giadro cap itello com posito d ella b e ll’arte antica. Ha au ch’esso i co rn i d e ll’abbondanza sotto l ’abaco e delle splen­ dide testine nel mezzo. M a le foglie di acanto non vi sono mosse dal vento come in quello di Salern o . E non fu forse il desiderio del nuovo che spinse l ’a rtis ta del capitello sa­ lern itan o a m uovere quelle foglie, facendogli uscire dallo scalpello m eraviglioso la predizione del futuro Barocco?!..

E portiam oci anche per un momento innanzi a qualche a ltro di questi c a p ite lli, innanzi a i superbi capitelli del pu lp ito di S ic ilg a ita a R a ve llo , e cerchiam o di apprendere a che cosa pensasse l ’a rtis ta nello sco lp irli. In essi è ancora la corona di foglie a lla base, la corona che discende dalle an tiche foglie di acanto, e poi, al disopra di questa, i cauli co li d e ll’avo corinzio, m utando posto, si sono staccati dal vaso ed hanno preso m aggiore sviluppo ed ufficio, per far

Capitello delle sirene Capitello degli uòmini

Non sentite voi forse qualche cosa? È in questi una voce che ci 1 il pensiero dell’artefice che brama ricercare un’arte novella, un’arte nd che si modelli sulle antiche foglie di acanto, un’ arte che nasca e si sulle vecchie civiltà di Roma e di Atene !..

sì che nascali da ossi i fiori e le gemme che s' incurvano sotto la tavola d e ll’abaco.

In questo lavoro è dunque il cervello d e ll’artefice che stu d ia e riesce a tro vare del nuovo, partendo dal vecchio : è la mente d e ll’a rtis ta pensoso che lavo ra n e ll’ansiosa r i ­ cerca : è il sorriso di questo a rtis ta soddisfatto per aver raggiunto 1’ intento. E così in questa nuova espressione d e ll’arte , i fiori del nuovo germ ogliano dai ca u lico li c o lti­ vato nel cesto d i foglie avuto d ag li avi !

V i è dunque in queste opere sempre una rim em branza d e ll’antico, sempre un’aspirazione a ll’avven ire. È il genio ita lic o che lavora nel silenzio d e ll’anim a d e ll’a rtis ta , le n ta ­ m ente, fino a lla conquista. Insom m a v i è tu tta una nari-a­ zione che rivela una lo tta n ella mente d e ll’artefice fra Ja ric e rc a d i un’arte novella e l ’attaccam ento a ll’antico.

Quando noi c i raccogliam o affascin ati innan zi a que­ s ti p u lp iti m irab ili, penetrando n e ll’ intim o pensiero di co loro che li scolpirono ; quando noi volgiam o l ’anim a no­ stra a i superbi c a p ite lli del p u lpito ravellese, nei quali rav \ i siam o la meta ragg iun ta nella ricerca del nuovo, in i­ z iata d allo scultore del pu lp ito salernitano, non c i accor­ giam o forse che l'a rte di questa nostra sublim e te rra ha delle cose che risplendono più del sole? !...

Quando, presi dal desiderio di dim enticare una in g ra ­ titu d in e , tentiamo astra rci d ai fa tti angosciosi della vita presente ed accentriam o il nostro pensiero su di un piccolo ca p ite llo marmoreo dovuto ad an tica mano, non è forse un racconto pieno di fascino quello che sgorga festoso da que­ sto cap itello , e che, fugando le gran di amarezze d e ll’anim o nostro, c i mostra, nei secoli lo n tan i del passato, l ’artefice pensoso che domanda a l suo genio un’arte novella, e predice col suo laborioso scalpello l ’arte di una nuova c iv iltà ? !..

. E c c o la voce stupenda che io, in una delle precedenti pagine, ho accennato potere uscire da un piccolo capitello, ra n n icch ia to n ell’om bra !....

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