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L a scultura nell’ Italia M eridionale prima dei Pisano.

VICENDE ARTISTICHE DEL CENTO È DEL DUECENTO NEL MEZZOGIORNO D ’ ITALIA

2. L a scultura nell’ Italia M eridionale prima dei Pisano.

Quando m ai il Salazaro ha afferm ato che il p u lpito salern itano sia stato fatto d a ll’artefice Pe re g rin o ? ! E g li scrivendo del pulpito di Sessa, dice « E saremmo da cre­ d e re ....» perchè vi è spinto d alla rassom iglianza delle linee g e n e ra li e delle sculture, ma non lo afferm a.

Eppu re ho letto, non so p iù dove, ch ’egli l'ab b ia affer­ m ato, per cui, assodata l'epoca abbastanza diversa dei due p u lp iti di Salerno e di Sessa, si fa una disputa per conclu­ dere ch e Salerno, città em inente in quel tempo, non si sa­ rebbe servita di un artista ventenne.

M a questa disputa non sarebbe troppo valida per per su ad ero i a non la scia rc i riten ere che il p u lp ito G uarna sia sta to fatto d a ll’a rtista Peregrino. In fa tti, non poteva forse costui aver lavorato un pu lpito p rim a della sua morte, lascian d olo nella sua bottega, p u lp ito che, acquistato col

tempo rial Vescovo Pan d o lfo , poteva esser messo nella cat tedrale di Sessa? Non poteva forse questo stesso artista aver lavo rata una colonna pel cereo prim a di m orire, che, acqu istata poi d al vescovo G io van n i, poteva esser messa presso il p u lp ito n ella stessa catte d rale?

Indubbiam ente il p u lp ito d i Sessa, considerato nel

m u o insiem e più tosto tozzo, non corrisponde all'eleganza

arch itetto n ica del p u lp ito di Salern o ; indubbiamente la

colonna non corrisponde a lla sveltezza d ella colonna sa le n ii tan a ; ma le scu ltu re delle due opere, specialmente nei c a p ite lli, ci spingono senz’a ltro a credere che, se il Peregrino di Sessa non fu l ’artefice del monumento di Sa lerno, per lo meno dovette essere 1111 discepolo immediati'

d i quest’ultim o : questa ipotesi è la più probabile, e non parliam one più.

L ’arte della scu ltu ra n e ll’ It a lia M eridionale, dal se

c o l o X I al X I I I . com pì tu tto 1111 lungo cam m ino, passando e

progredendo • da una generazione di arte fici ad un’altra, senza interruzione.

Stab iliam o come pulito di partenza il capitello delle paraste di Salern o , già nom inate nelle pagine precedenti, fatte n ella seconda metà del secolo X I, e istituiam o un paragone fra le sculture d i q u attro p u lp iti : quelle dei pul p iti di F o n d i, di Salern o , di Sessa e di S ic ilg a ita Bufolo a R ave llo , passando successivam ente d a ll’uno a ll’altro. I l pa ragone va fatto successivam ente fra i c a p ite lli del primo e q u elli del secondo, fra i leoni del prim o ed i leoni del terzo, fra il complesso delle scu ltu re dal prim o a l quarto, pas sando per g l’ in term ed ii secondo e terzo : in questo con fronto leggiam o tu tto il cam m ino com piuto dalla scultura n e ll’ It a lia M eridio n ale, d a lla seconda metà del secolo XI a Ibi seconda del X I I I , in due secoli.

L e foglie d i acanto lievem ente accennate nei capitelli delle paraste salern itane, ove è il prim o tentativo della ri n ascita d e ll’arte s u ll’arte classica an tica, si modellano con m aggior rilie vo nel cap itello di Fo n d i (a sinistra, guardando il p u lp ito di fron te). M a col m aggior rilievo però non ap pare una m igliore fa ttu ra : l ’espressione della foglia è an­ cora bam bina ; nei ca p ite lli di Fo n d i tu ttavia comincia ad ap p arire il desiderio di qualche cosa di nuovo nell’artista. Siam o a qualche mezzo secolo d alle paraste.

FONDI PU L PIT O

L ’arte della scultura nell* Italia Meridionale, dal secolo X

tutto un lungo cammino, passando e progredendo da uni artefici ad un’altra, senza interruzione.

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al X I11, compì generazione di

secolo di distanza da queste paraste : nei c a p ite lli di questo p u lp ito la foglia di acanto ha già preso il suo bel m ovim ento ed accusa una fa ttu ra precisa. L a differenza fra questa fa t tu ra precisa e la fa ttu ra bam bina nel cap itello delle paraste rappresenta il cam m ino superbo d e ll’arte, com piuto in un secolo.

Andiam o avan ti, e passiam o da Salerno a Sessa. Se vo lessim o paragonare fra loro i c a p ite lli dei due p u lp iti, non troverem m o nessun progresso : i c a p ite lli del p u lp ito vii S a le rn o nulla hanno da in vid ia re ai fra te lli del p u lp ito di Sessa : i capitelli di Salern o han d irei quasi raggiunta !;• perfezione desiderata d illi'a rtis ta che scolpì q u elli di Sessa. Q u est’ultim o si accontenta perfino delle innovazioni appor tate dal primo che introdusse le figurine dei leoni e degli uom ini. T u ttavia egli sente che l ’arte deve m ig lio rare ; egli qu asi concentra la sua attenzione sui leoni del pulpito d’ F o n d i e sui leoncini del cap ite llo salernitano. Q uale testa deform e, egli pensa, non ha il bel re delle belve a Fo n d i : quanto non è più bella la testina del leoncino salern itan o ? !. T u tta v ia a quest’ultim o m anca ancora la espressione del 1’ in n a ta fierezza, e cosi questo artefice d a lla fronte pen sosa si ch in a paziente sul suo lavoro, e crea i leoni di Sess:i, che fra u n mezzo secolo saranno ancora trad o tti sotto i ri carni del pulpito di R a vello !

S ia m o oramai a due secoli di distanza d alle paraste di S a le rn o , nostro punto di partenza : in un secolo l ’a r ­ tis ta ha perfezionata la gentile foglia di acanto ed ha data la fo rm a vera alla testa del leone : ancora in un a ltro mezzo secolo e g li ha messa in questa testa la espressione della fie­ rezza ; occorre ora andare a van ti ! L a figura- um ana è an ­ cora to z z a nel capitello salernitano e negli Eva n g e listi e

P ro fe ti d i Salerno e di Sessa; occorre renderla p e rfe tta ! E d ecco che N icola Bartolom eo da Fog g ia, c o ll’anim a ac­ cesa, ascend e pili in alto per la faticosa via d e ll’arte, e ino • lid ia la sup erba S icilg a ita , la nobil donna che d a ll’alto del p u lp ito in sig n e guarderà m olto innanzi a sè nel futuro. N icola Btartolom eo da Fogg ia, autore di questo p u lp ito, non sorse dm nque come un fungo, in un campo a rtistico sel­ vaggio ecd incolto, n ell' Ita lia M erid io n ale!

Q uessti p ulpiti, intorno a i q u ali c i siamo aggi ra ti, staanno a conferm arci senz’ a ltro che n e ll’ It a ­ lia M e rid io n a le , 1’ arte com inciata ai risorgere nella

seconda metà del secolo X I coi c a p ite lli co rin z ii sulle pa raste a i la ti d ella porta di bronzo di Salern o , già aveva com piuto un gran passo sotto il regno norm anno un se colo dopo, colle scu ltu re tendenti al nuovo del pulpito G u arn a, ed aveva raggiunto ancora un secolo più tardi l'elevatissim o grado d i perfezione ed il nuovo completo, nei cesti fio riti degli elegantissim i c a p ite lli sotto il pulpito di Bartolom eo a R a ve llo , n e ll’epoca sveva. Come si vede, F i­ renze non aveva bisogno di fa r capo ad artefici greci prima che fossero n a ti N ico la e G io van n i Pisan o . S u i cam pi della Lom bardia, d ella C am pania e delle P u g lie si potevano co g liere fio ri in abbondanza, e v i erano sem enti a sufficienza

per porre a cu ltu ra i bei g ia rd in i della Toscana, sì da rica varne fio ri p iù gai per i m ira b ili serti da intessere in giro a i plu tei dei p u lp iti d i P is a e di Sien tf!

(>, per lo meno, l ’arte del N ord e del Sud nel resto d ’ It a lia 11011 era m orta e sepolta.

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