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CAPITOLO 2 Un esempio di Eco-innovazioni di distretto: gli schemi di certificazione

2.3 La qualifica di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) della zona

APEA é l’acronimo di Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata, concetto introdotto nel panorama legislativo italiano dall’articolo 26 del D.lgs. 112/98 (c.d. decreto Bassanini) per definire un’area “dotata delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente”. Il citato decreto ha demandato alle regioni ed alle province autonome la disciplina della materia a livello locale con particolare riferimento alle “forme di gestione unitaria delle infrastrutture e dei servizi” da parte di un Ente Gestore appositamente costituito.

Gli elementi di riferimento che la normativa nazionale pone sono infatti i seguenti:

- le aree ecologicamente attrezzate sono dotate delle infrastrutture e dei sistemi necessari a garantire la tutela della salute, della sicurezza e dell'ambiente

- le aree ecologicamente attrezzate sono caratterizzate da forme di gestione unitaria delle infrastrutture e dei servizi

- gli impianti produttivi localizzati nelle aree ecologicamente attrezzate sono esonerati dall'acquisizione delle autorizzazioni concernenti l’utilizzazione dei servizi presenti. Tale qualifica APEA propone anch’essa un “approccio di cluster” poiché caratterizzata dall’adozione di sistemi di gestione ambientale d’area (ERVET, 2010). Le APEA mirano alla “chiusura dei cicli” di materia, acqua ed energia, alla messa in comune dei principali servizi

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ambientali (acqua, energia, rifiuti) ed a un’ottimizzazione dell’organizzazione delle attività che generano impatti sull’ambiente. Due possono essere considerati gli aspetti base su cui l’approccio si concretizza:

- l’adozione di impianti e infrastrutture di natura collettiva all’interno dell’area industriale (es. depuratore consortile, area centralizzata per lo stoccaggio rifiuti, acquedotti industriali, impianti di produzione di energia a servizio dell’area)

- l’individuazione di un gestore unitario che si occupi di servizi comuni all’interno dell’ambito produttivo (es. gestione collettiva dei rifiuti, dell’energia, della sicurezza) La presenza di un gestore unitario dell’ambito produttivo, rappresentativo dei soggetti operanti al suo interno, consente lo sviluppo di un programma di miglioramento ambientale d’area sulla base di azioni definite da una pluralità di soggetti che si impegnano alla condivisione di risorse. Elementi comuni alle APEA, introdotte nelle regioni che hanno disciplinato in materia, possono quindi essere ricondotti a:

- gestione unitaria di servizi collettivi - programma ambientale d’area

- sviluppo economico che guarda anche alla sostenibilità ambientale

Attualmente ci sono 83 iniziative rilevate APEA in Italia (superficie totale di circa 10.000 ettari) di cui 9 in Toscana. Solo 8 Regioni in Italia hanno emesso leggi e regolamenti al riguardo (ERVET, 2010).

La Toscana è una delle regioni in questo più avanzate in quanto ha dato applicazione al decreto Bassanini con la Legge Regionale 87/1998 (nella quale, oltre all’intento di offrire un’elevata qualità ambientale, si fa riferimento anche alla prospettiva di competitività del sistema produttivo regionale) e con il successivo Regolamento n. 74/2009, che ha aggiornato il concetto di APEA come segue: “aree produttive industriali, artigianali, o miste, anche inserite in contesti ispirati alla multifunzionalità, dotate di un sistema di controllo delle emissioni di inquinanti e di riduzione dei gas climalteranti; le APEA sono caratterizzate dalla presenza e dalla gestione unitaria ed integrata di infrastrutture e servizi idonei a garantire il rispetto dell’ambiente in un’ottica di sviluppo sostenibile, in conformità ai principi di prevenzione e controllo integrati dell’inquinamento, con la finalità di conseguire, unitamente alla competitività del sistema produttivo, la salvaguardia dell’ambiente, della salute e della sicurezza” (Art. 2, comma 1 lettera a). La logica seguita è appunto quella che vede nella gestione unitaria di infrastrutture e servizi comuni lo strumento per ottenere prestazioni

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ambientali superiori rispetto alla somma dei benefici ottenibili dalla ottimizzazione del processo produttivo di ciascuna impresa. L’idea è quella tipica alla base degli approcci di cluster, ovvero che spostando l’obiettivo delle politiche pubbliche di tutela ambientale dal singolo sito produttivo al contesto che lo accoglie, distretto o area industriale, si riesca ad ottenere il duplice risultato di essere al tempo stesso più efficaci (maggiori prestazioni ambientali) e più efficienti (vantaggi economici). In questo modo la Toscana ha voluto individuare un sistema che garantisse il raggiungimento di questi risultati, a partire da una stretta collaborazione tra soggetti pubblici e privati nella realizzazione delle infrastrutture e dei servizi (Regione Toscana, 2011).

La denominazione APEA viene rilasciata a seguito della verifica di conformità rispetto ai criteri definiti a livello regionale la cui verifica viene svolta dal Comune. Il Soggetto Gestore dell’area presenta alla provincia domanda di inserimento nella banca dati APEA, allegando una serie di documenti come l’analisi ambientale, la politica ambientale, il programma di miglioramento ambientale e la relazione di gestione APEA. Effettuate le opportune verifiche, la Provincia inserisce l’area nella propria banca dati; a partire dalla data di inserimento, l’area acquisisce la denominazione di APEA e può accedere al sistema di benefici ed agevolazioni previsti a livello regionale (ad esempio semplificazioni in materia di autorizzazione allo scarico delle acque reflue).

Le condizioni per ottenere la qualifica sono il rispetto di criteri minimi obbligatori (urbanistico-edilizi, infrastrutturali e gestionali) ed il raggiungimento di un valore soglia (100 punti) possibile mediante il soddisfacimento di altri criteri flessibili, che il richiedente potrà scegliere tra i più affini alle peculiarità e alle potenzialità dell’area produttiva in questione. Il Soggetto Gestore dell’APEA è un organismo dotato di personalità giuridica con compiti di gestione delle APEA in un’ottica di sviluppo sostenibile.

Tra le attività svolte ci sono quelle di:

- stipulare contratti per l’ordinaria manutenzione, l’uso dei beni comuni e l’esercizio dei servizi comuni

- redigere (solo nel caso di aree esistenti, per le aree nuove l’analisi ambientale fa parte del piano attuativo) e aggiornare l’analisi ambientale del contesto produttivo

- definire ed attuare la politica ambientale dell’area;

- definire ed attuare, anche in collaborazione con i titolari dei diritti reali o personali di godimento, il programma di miglioramento ambientale di durata triennale;

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- effettuare i monitoraggi necessari per l’aggiornamento dell’analisi ambientale e per la revisione del programma di miglioramento ambientale

- trasmettere annualmente una relazione di gestione APEA al comune ovvero al CI, alla Regione e alla provincia

- garantire il soddisfacimento nel tempo dei requisiti per l’ottenimento della qualifica APEA

- provvedere all’acquisizione di ogni autorizzazione ambientale finalizzata all’esercizio delle attività, impianti e infrastrutture collettivi a servizio dell’APEA

- richiedere l’inserimento nella banca dati APEA

I rapporti tra il SG, i proprietari e le imprese presenti in un’APEA sono regolati da un apposito disciplinare che definisce e disciplina i diritti e gli obblighi di ogni contraente e dei loro aventi causa. Il disciplinare contiene il mandato delle parti private al SG ad agire in loro nome e per loro conto per ciò che concerne la gestione del territorio APEA ed è lo strumento con cui il Soggetto Gestore è autorizzato a intraprendere azioni volte all’attivazione di sinergie all’interno dell’area perseguendo obiettivi di miglioramento ambientale anche tramite attivazione di simbiosi industriale.

Alcune agevolazioni che le imprese possono sfruttare a seguito della loro presenza in un’area APEA sono le seguenti (Regione Toscana, 2011):

- usufruire dell’operato del Soggetto Gestore per determinare l’incidenza in termini di costi e di benefici delle diverse opzioni strategiche legate alla qualificazione dell’area dando priorità a quelle in grado di produrre risparmi e sinergie

- partecipare attivamente all’attuazione delle politiche locali e negoziare le decisioni in grado di avere un impatto rilevante sul contesto produttivo locale e sulla sua sostenibilità

- ottenere incentivi, semplificazioni e agevolazioni legate alle garanzie di operare all’interno di un’APEA

- coordinare la gestione degli aspetti “immateriali” interni all’area: pianificazione e attuazione di modalità gestionali, attività amministrative, monitoraggio e registrazione degli aspetti ambientali, iniziative comuni di formazione, aggiornamento normativo, ecc.

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- ottenere miglioramenti di immagine e di reputazione sul fronte dell’impegno ambientale e partecipare ad iniziative di marketing territoriale

Il 15 luglio 2016 l’area industriale di Ponte a Egola ha ottenuto la prima qualifica APEA in Toscana. In quella data, la Provincia di Pisa ha inaugurato la propria banca dati APEA, inserendovi l’area industriale di Ponte a Egola. I presupposti che hanno condotto all’ottenimento della certificazione sono stati quelli di avviare un processo di riqualificazione sulla base di un modello innovativo, valorizzando il percorso intrapreso di attestazione ambientale EMAS di distretto. Proprio l’interazione tra il progetto APEA Ponte a Egola con l'esperienza pluriennale della certificazione EMAS del distretto conciario rende tale esperienza unica nel suo genere in Italia17, aumentando e rafforzando l'efficacia e la validità di entrambi i percorsi come esempi di sviluppo locale sostenibile. Il caso di Ponte a Egola rientra a pieno titolo fra le best practice nel campo dei parchi eco-industriali.

La gestione unitaria e integrata dell'area produttiva secondo criteri di sostenibilità ambientale ed economica, ma anche la partecipazione e la condivisione degli obiettivi e dei programmi di sviluppo con le associazioni di area sono sempre stati, fin dagli inizi, aspetti considerati come centrali.

Il progetto di trasformazione delle aree artigianali e industriali di Romaiano 1 e 2 e di Pruneta in un'Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata (APEA) è nato dalla volontà del Comune di San Miniato di avviare il processo di riqualificazione di una parte importante del proprio territorio, con l'obiettivo di costituire un modello di gestione innovativo, applicabile, in prospettiva, anche alle altre zone produttive del Comune. Con deliberazione n. 56 del 28/07/2015 è stato individuato come Soggetto Gestore dell’area il Consorzio Cuoiodepur. In data 18/11/2015 è stata stipulata la convenzione tra il Comune di San Miniato e il Consorzio Cuoiodepur, per disciplinare i rapporti tra questi due enti per la gestione dell’area. Il Comune si è impegnato, tra le altre cose, ad esercitare la funzione di indirizzo e controllo del Soggetto Gestore, attivando percorsi di semplificazioni per le aziende aderenti all’APEA, e adottando provvedimenti che incentivino le aziende ad insediarsi o alla firma del disciplinare.

Le attività del Soggetto Gestore sono indirizzate anche attraverso i suggerimenti del Comitato d’Indirizzo (costituito da Comune di San Miniato, Consorzio Conciatori, ASSA - Associazione Lavorazioni Conto Terzi, CNA - Confederazione Nazionale Artigianato).

17 Fonte: http://www.retecartesio.it/d/u/progetti/apea/News.asp?id=riconosciuta-la-prima-apea-della-

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Nel 2019 la qualifica di APEA è stata rinnovata, a dimostrazione dell’impegno e della volontà delle società coinvolte di continuare a intraprendere questo percorso e tradurre l’attenzione per l’ambiente in un motivo di differenziazione e vantaggio competitivo per le imprese che vi fanno parte.

Obiettivi del progetto APEA sono stati la realizzazione di nuove pavimentazioni stradali, la riqualificazione delle aree a verde con la piantumazione di alberi di alto fusto di specie autoctone lungo i principali assi stradali, la cura di giardini e aiuole, la pulizia e la corretta gestione dell’area, la riqualificazione dell’impianto di pubblica illuminazione con inserimento di sistemi ad alta efficienza energetica, la progettazione e realizzazione di 2 rotatorie (incrocio da via Gramsci e via Corridoni e incrocio tra via Pannocchia e via di Pruneta), la realizzazione di una rete di connessione Wi-Fi, passando per una gestione dei rifiuti a livello di area e tante altre attività ordinarie che concorrono all’ottenimento di risultati positivi in termini di decoro urbano. Inoltre, si è proseguito con una nuova segnaletica stradale e con la messa in sicurezza del Rio Malucco, che, unito alla realizzazione di un impianto di sollevamento, metterà al riparo la zona dal rischio di allagamenti: lavori che fanno dell’area industriale di Ponte a Egola un motivo di vanto per le industrie locali.

Volendo fare una breve comparazione risulta evidente come la presenza congiunta dell’attestazione EMAS e della qualifica APEA vede delle sinergie attivabili tra i due percorsi. Seguendo un approccio top-down, per esempio, la documentazione utilizzata per l’ottenimento del riconoscimento EMAS costituisce un fondamento all’implementazione della metodologia con cui la Regione Toscana ha voluto regolare le aree ecologicamente attrezzate: il documento di analisi ambientale e l’identificazione delle principali criticità emerse forniscono un supporto per le iniziative da svolgere perché le informazioni e i dettagli contenuti sono utili ai decisori locali per la pianificazione dei servizi e delle infrastrutture da realizzare nell’APEA. Si tratta inoltre di rapporti validati da un verificatore EMAS e periodicamente sottoposti ad aggiornamento. Anche il programma ambientale del distretto può essere valorizzato, rappresentando uno strumento di pianificazione futura in cui prevedere il raggiungimento di obiettivi e traguardi finalizzati sull’implementazione dei criteri APEA. Infine, per quanto riguarda la politica ambientale, la sinergia consisterà in questo caso nel recepimento dei principi stabiliti a livello distrettuale e nel riadattamento e focalizzazione dei contenuti della politica di distretto alle specificità dell’area industriale.

Un altro aspetto di cui un’APEA può giovarsi è la presenza del Comitato Promotore EMAS. Sebbene ci siano differenze tra il ruolo del Soggetto Gestore dell’APEA (più operativo e

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connesso all’implementazione di servizi per l’area), e quello del Comitato Promotore (più orientato alle policy territoriali e di raccordo tra i diversi stakeholder pubblico-privati) tali organismi possono essere di supporto per le reciproche attività e creare sinergie quali l’organizzazione di servizi, la raccolta dati, la condivisione di azioni e di interventi e più in generale nel perseguimento degli obiettivi di miglioramento.

L’attuazione dell’EMAS distrettuale, seppur non obbligatoria, rappresenta quindi un forte vantaggio per un’area produttiva come quella di Ponte a Egola, che può avvalersi di importanti risorse e strumenti già ampiamente condivisi e accettati dalle organizzazioni pubbliche e private attive nel contesto produttivo.

È possibile riscontrare anche un approccio bottom-up tale per cui gli interventi nell’area APEA si integrano con gli obiettivi di miglioramento del Programma Ambientale EMAS. In questo modo l’area del comune di San Miniato è in grado di rispondere e far fronte per prima ad un’esigenza di tutto il distretto.

Un altro aspetto che può essere valorizzato con i due percorsi, APEA ed EMAS, è connesso alla diffusione delle certificazioni ambientali che, seppur non costituisca il fine ultimo dell’APEA, ma lo è per l’EMAS di distretto, è auspicato nella delibera regionale n. 1245/2009 in cui, tra i criteri gestionali, sono premiate le attività di disseminazione delle certificazioni ambientali e la registrazione EMAS del Soggetto Gestore.

Da quanto detto in precedenza emerge con chiarezza il maggior rilievo che i requisiti APEA pongono nelle modalità operative rispetto all’approccio di EMAS territoriale definibile più “di sistema”. Tuttavia, come visto, queste due modalità di gestione degli aspetti ambientali non si trovano in conflitto, anzi si integrano e si rafforzano l’un l’altra.

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CAPITOLO 3 - Simbiosi Industriale e progetti di Economia Circolare