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CAPITOLO 2 Un esempio di Eco-innovazioni di distretto: gli schemi di certificazione

2.2 Schema Emas di Distretto e la sua applicazione al Distretto Conciario di Santa

I primi approcci territoriali ai sistemi di management ambientale hanno avuto la loro origine attorno alla fine degli anni ‘90 con le prime esperienze a livello italiano ed europeo, quando vigeva ancora la prima versione del Regolamento EMAS I (1993), nel quale non si faceva alcun riferimento alla possibilità di sfruttare i vantaggi dell’aggregazione territoriale nell’applicazione dello schema comunitario (D'amico, et al., 2012). Queste esperienze sperimentali hanno contribuito alle modifiche apportate allo schema nella versione EMAS II (2001) dove, pur non riconoscendo la possibilità di una vera e propria certificazione ambientale del territorio, sono presenti alcuni riferimenti orientati a valorizzare le dinamiche di sviluppo locale e viene resa evidente l’importanza della collaborazione tra soggetti diversi nel territorio per la diffusione dello schema.

Ad esempio, nell’art 11 si fa esplicito riferimento alla necessità di promuovere l’adesione allo schema da parte delle PMI “comprese quelle concentrate in aree geografiche ben definite”

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permettendo alle stesse di utilizzare le informazioni fornite da autorità locali o da istituzioni intermedie (enti locali di governo e controllo del territorio, rappresentanze di categoria, organismi territoriali di promozione dello sviluppo locale…) per “definire il loro programma ambientale e stabilire gli obiettivi e i target del loro sistema di gestione EMAS” e dandogli la possibilità di “basare la propria azione su programmi ambientali locali, regionali e nazionali” concedendogli di poter fare affidamento su azioni di natura collettiva.

La successiva Decisione 681/2001/CE richiama poi le “piccole imprese che operano in un grande territorio determinato e producono prodotti o servizi identici o simili” e, all’allegato I, fornisce interessanti informazioni operative in merito alle entità che potevano ottenere la registrazione EMAS. Il Punto 6 infatti definisce la possibilità, per organizzazioni indipendenti che operavano in una zona limitata, di mettere in comune risorse e di registrarsi come un’unica organizzazione comune. Le organizzazioni situate ad esempio in piccole zone industriali, complessi turistici e parchi commerciali, per ottenere una registrazione comune, dovevano attuare politiche e procedure per la gestione degli aspetti e impatti ambientali significativi fissando obiettivi, target e azioni correttive comuni. Al punto 7 invece viene incoraggiata la possibilità per piccole imprese di uno stesso territorio che producono prodotti identici o simili, di attuare una collaborazione sinergica per sostenersi a vicenda e individuare strategie comuni ai loro problemi ambientali, che potevano riguardare lo scambio di esperienze in merito all’identificazione di aspetti e impatti ambientali, l’elaborazione congiunta di politica e programma ambientale, l’impiego dello stesso consulente e verificatore ambientale, l’uso delle stesse infrastrutture per la gestione dei vari impatti e la creazione di organizzazioni ad hoc (consorzi). Si pongono, con la Decisione, le basi per la creazione di una struttura composta da soggetti eterogenei con l’obiettivo sia di favorire il processo di registrazione dei singoli sia di trattare in maniera unitaria la questione ambientale su un territorio.

La seguente Raccomandazione 680/2001/CE fa inoltre riferimento al fatto che il verificatore possa accettare soluzioni di partenariato tra due o più microimprese in un unico sito per condividere risorse e esperienze nello svolgimento dell’audit, in ottica di condivisione delle risorse (non è esplicitato il riferimento al caso distrettuale ma si evidenzia come ci sia un orientamento ai vantaggi agglomerativi tipici dei distretti industriali). Sempre la Raccomandazione inoltre chiede ai verificatori di accettare anche audit effettuati dalle istituzioni intermedie (associazioni di categoria, camere di commercio ecc. che mantengono un ruolo importante) e prevede la possibilità per le microimprese di non formalizzare le procedure ma di fare affidamento a prassi consolidate all’interno della realtà produttiva (questo ha dato

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la possibilità alle associazioni di categoria di elaborare e distribuire manuali o modelli di procedure semplificati basate sulle caratteristiche tipiche del settore produttivo presente nel distretto). Nell’Allegato III alla Raccomandazione, al Punto 6 nella valutazione della significatività degli aspetti ambientali, viene suggerito di utilizzare informazioni e dati provenienti da soggetti esterni come associazioni di categoria/settore o camere di commercio per snellire il processo e renderlo meno oneroso, semplificando il processo di registrazione. Questa revisione del regolamento ha quindi fatto sì che nei diversi contesti territoriali le organizzazioni intermedie iniziassero a valutare le opportunità derivanti da questa modifica e a ragionare in ottica di politiche integrate ambientali a livello territoriale.

Le sperimentazioni che ne sono derivate sono state dettate anche dalla Posizione del Comitato

Ecolabel-Ecoaudit (l’Organismo Competente nazionale che ha il compito di applicare gli

schemi comunitari) che, nel gennaio 2005, ha deliberato una propria decisione

sull’applicazione del Regolamento Emas agli Ambiti Produttivi Omogenei, esplicitandone

la possibilità di registrazione. All’interno sono contenute le indicazioni, le semplificazioni e le sinergie che le singole organizzazioni possono sfruttare nel loro processo di adesione a EMAS, quando il distretto al quale appartengono abbia ottenuto uno specifico attestato raggiungibile attraverso il rispetto di requisiti previsti dalla stessa Posizione.

Due erano le possibilità previste per l’applicazione di EMAS negli APO: o la Registrazione di un’organizzazione con funzione di Gestore dell’APO o il rilascio dell’Attestato al Soggetto Promotore dell'APO.

L’intento era quello di avviare un’attività sperimentale che avrebbe potuto contribuire alla nuova revisione del Regolamento comunitario. Tale scopo si è formalizzato nel 2007 con una proposta rivolta alla Commissione Europea da parte della rete CARTESIO (Cluster Aree Territoriali e Sistemi d’Impresa Omogenei, iniziativa nata da le amministrazioni regionali di Toscana, emilia Romagna, Lazio e Liguria) denominata Emas Network, che mirava ad ottenere, nella nuova versione del regolamento, una valorizzazione dell’approccio cooperativo alla gestione ambientale delle aree territoriali.

Nell’ultima revisione del Regolamento Comunitario EMAS III (2009) si definiscono i distretti come “un gruppo di organizzazioni indipendenti collegate tra loro per vicinanza geografica o attività imprenditoriale, che applicano congiuntamente un sistema di gestione ambientale”. L’articolo 37 prevede che gli Stati membri incoraggino le Autorità locali, in partecipazione con le Associazioni industriali, le Camere di commercio e le altre parti interessate, a fornire

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specifica assistenza a distretti di organizzazioni al fine del soddisfacimento dei requisiti previsti per la registrazione e quindi della diffusione di EMAS. Il fine ultimo individuato è quello di ridurre i costi di registrazione soprattutto per le organizzazioni di piccole dimensioni.

È quindi stata accolta la possibilità di sfruttare le sinergie tra i diversi attori sul territorio, con un approccio distrettuale e per fasi (nel Regolamento in lingua originale “Cluster e Step by Step approach”). Per quanto riguarda i distretti, il riferimento è a un sistema di gestione e di ausilio a gruppi di organizzazioni dello stesso settore di attività o, in alternativa, localizzate nella stessa area. Per approccio per fasi si intende la possibilità di sviluppare nei distretti un percorso che nel tempo porti ad incrementare l’attenzione delle organizzazioni e degli altri soggetti coinvolti nel territorio verso la tutela dell’ambiente, con l’obiettivo ultimo di incrementare il numero di registrazioni delle singole organizzazioni.

Sviluppando percorsi di collaborazione tra i diversi soggetti territoriali si ha la possibilità di superare gli ostacoli tipici delle PMI (la piccola dimensione e dunque la scarsità delle risorse finanziarie necessarie per registrarsi), favorendo la diffusione del Regolamento e di un nuovo approccio d’area ai sistemi di gestione ambientale.

Al fine di attuare tali disposizioni, il Comitato per l’Ecolabel e l’Ecoaudit ha approvato nel

2011 la Posizione sull’applicazione del Regolamento EMAS sviluppato nei distretti, che

succede alla precedente Posizione dello stesso Comitato approvata nel 2007 sull’applicazione del Regolamento EMAS sviluppato in ambiti produttivi omogenei (APO). Innanzitutto, si rende omogenea la terminologia italiana con quella europea: l’area di riferimento che può ricevere l’Attestato non è più l’APO ma il Distretto (il Regolamento EMAS III parla di “Cluster”). Inoltre, la Posizione sui distretti del 2011, partendo dalla positiva esperienza riscontrata con gli APO, ha evidenziato come la convergenza di strategie tra pubblico e privato possa determinare risultati significativi ai fini degli interventi per la valorizzazione del territorio e ha dato maggiore risalto a tale modello. Rispetto alle precedenti Posizioni, quella del 2011 pone in particolar modo l’accento non solo a far ottenere la registrazione alle singole organizzazioni (unico obiettivo delle posizioni precedenti), ma anche a individuare e mitigare gli impatti ambientali presenti nei cluster che sono oggetto di conflitto con la comunità locale, in un’ottica di coinvolgimento di tutti i portatori di interesse e di miglioramento ambientale del distretto nel suo insieme. Questo perché l’impegno alla registrazione di singole imprese non sarebbe di per sé sufficiente ad ottenere un significativo miglioramento per l’intera area (specie nel contesto italiano vista la presenza di tante PMI).

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La recente Posizione del Comitato EMAS (2018) del regolamento EMAS sviluppato nei distretti (Cluster) anche per dare nuovo slancio alle realtà distrettuali e per seguire quanto dettato dalla Commissione Europea in tema di economia circolare con il rapporto “Moving towards a circular economy with EMAS” introduce come novità l’obiettivo di riconoscere, in ambito distrettuale, non solo le aziende che operano secondo i principi EMAS ma anche secondo quelli dell’Economia Circolare. Su queste basi il comitato EMAS intende proporre a tutti i soggetti coinvolti (organizzazioni, verificatori ambientali, associazioni di categoria ecc..) di definire un accordo pubblico-privato che porti all’elaborazione condivisa di un Programma Ambientale finalizzato al miglioramento delle performance ambientali del Distretto e possibilmente di tutto il territorio in cui è insediato.

L’approccio di Distretto dovrebbe permettere anche alle singole organizzazioni interessate alla Registrazione EMAS di usufruire di specifiche competenze e risorse messe a disposizione dal Distretto stesso.

Il Comitato EMAS rilascia un apposito “Attestato di Riconoscimento” ad un soggetto dotato di determinate caratteristiche che abbia intenzione di impegnarsi nel perseguimento degli scopi e degli obiettivi richiamati in precedenza.

A tal fine, dovrà essere costituita un’entità mista pubblico-privato, indicata come Soggetto Gestore (SG) (che può essere il comitato di Distretto o altro organismo assimilato) che si impegni a fornire alle organizzazioni presenti all’interno di un Distretto un supporto per il miglioramento delle performance ambientali secondo i requisiti del Regolamento EMAS, incentivando un approccio per fasi che porti nel tempo alla Registrazione EMAS del maggior numero possibile di organizzazioni del Distretto.

Compito del SG è di stabilire, con tutte le organizzazioni, un accordo teso al miglioramento degli impatti ambientali nel distretto. Le azioni che può mettere in atto spaziano dal migliorare la percezione e il rapporto della comunità locale con l’insediamento al fornire supporto metodologico alle singole organizzazioni nel distretto per l’attuazione di Sistemi di Gestione EMAS. In tale ambito il SG può, ad esempio, eseguire l’analisi ambientale e di contesto del Distretto, effettuare audit interni, fornire supporto all’innovazione secondo i principi dell’Economia Circolare.

Il SG del Distretto può richiedere il proprio riconoscimento al Comitato EMAS, con valore di attestazione dell’impegno nell’azione di promozione del Sistema EMAS.

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Il Comitato EMAS, sulla base di una verifica positiva effettuata da un Verificatore Ambientale accreditato/abilitato per il settore produttivo prevalente nel quale operano le organizzazioni ricadenti nel Distretto, rilascia in favore del SG un Attestato (Attestato di Riconoscimento), con validità triennale. In questo modo si riconosce, all’interno del Regolamento, la valenza dell’applicazione distrettuale mediante il riconoscimento formale dell’attestato consegnato al SG.

Per il rilascio di tale attestato il SG deve provvedere ad attuare:

- Una Politica Ambientale (con lo scopo e gli obiettivi che si intendono perseguire, l’adesione dei soggetti interessati, i ruoli e le responsabilità delle parti, le risorse umane e finanziarie, la politica ambientale che si intende perseguire)

- Una Analisi Ambientale da suddividere in:

o Analisi Distrettuale, nella quale si individuano i processi presenti all’interno del Distretto e i relativi aspetti e impatti ambientali con particolare attenzione a identificare i potenziali flussi circolari di materiali per dimostrare la corrispondenza con i principi dell’economia circolare.

o Analisi Territoriale, nella quale si identificano i potenziali impatti ambientali che possano essere causa di criticità per il territorio nel quale il Distretto è insediato.

- Un Programma Ambientale, con gli impegni ambientali, in particolar modo quelli a valenza circolare, da condividere con le parti, e da stabilire in modo coerente con la valutazione della significatività degli aspetti ambientali. Deve aver cura di valorizzare anche le esperienze di simbiosi industriale nel Distretto, ma anche sul piano regionale e nazionale.

- Degli indicatori di prestazioni ambientali, come i KPI presenti nell’allegato IV del regolamento EMAS, che consentano di fornire un quadro di sintesi delle performance ambientali e permettano di monitorarne l’andamento, riesaminarne l’adeguatezza e la rappresentatività, valutarne l’andamento nel tempo e, in caso di peggioramento, individuarne l’origine e porvi rimedio.

- Una Comunicazione interna ed esterna che il SG deve assicurare a tutti gli stakeholder, riguardante il Programma Ambientale ed il suo stato di avanzamento, i risultati ottenuti, i riferimenti per ottenere ulteriori informazioni. A tal fine il SG può,

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ad esempio, creare un sito web o organizzare eventi/tavoli dedicati con stakeholder e istituzioni.

In aggiunta a quanto detto, alcune delle modalità operative in cui le PMI possono trovare delle semplificazioni per la propria registrazione a seguito della registrazione EMAS di Distretto sono i seguenti (Cariani, 2010):

- Se l’analisi ambientale condotta sul Distretto contiene dati e informazioni relative ad aspetti ambientali riferibili alla tipologia produttiva dell’organizzazione che ne quantifichino o qualifichino il possibile impatto sull’ambiente, si può prevedere che questo sia sufficiente a identificare gli aspetti ambientali significativi legati alla propria attività.

- Se la politica ambientale elaborata per il Distretto contiene principi e obiettivi generali che ben descrivono la natura e gli impatti ambientali delle attività di un’organizzazione e se tale organizzazione aderisce formalmente alla politica recependone gli impegni adegua i contenuti alla propria realtà organizzativa, il requisito è soddisfatto anche a livello della singola organizzazione.

- Il SG dovrebbe mettere a disposizione delle PMI procedure semplificate che queste poi adatteranno in base alle proprie esigenze.

- Il SG, a seguito dell’analisi ambientale, dovrà rendere disponibili un set di KPI riferiti alle tipologie produttive caratterizzanti il Distretto, che le organizzazioni potranno adottare o integrare con altri specifici e più adeguati alla propria realtà produttiva. - Il Distretto potrebbe attivare iniziative di informazione e formazione a livello locale. - Nel caso in cui la singola organizzazione dimostri che tali iniziative soddisfino i propri

fabbisogni, il relativo requisito del Regolamento EMAS potrebbe ritenersi automaticamente soddisfatto.

- Il Distretto dovrebbe mettere a disposizione delle organizzazioni un team di auditor opportunamente qualificati in grado di effettuare audit interni

- Il SG dovrebbe predisporre uno schema-tipo di Dichiarazione Ambientale, utilizzabile e personalizzabile dalle organizzazioni appartenenti al Distretto.

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Di seguito vengono sintetizzate le sinergie possibili tra l’operato del comitato promotore/soggetto gestore EMAS e quanto può avvenire all’interno delle singole aziende del cluster:

Fonte: (Daddi & Iraldo, 2015)

L’approccio distrettuale ad EMAS e la creazione di un Attestato è quindi una proposta

innovativa dal punto di vista delle politiche di sviluppo sostenibile locale, ed è in grado di

fornire un supporto essenziale alle singole organizzazioni che vogliono intraprendere un percorso di registrazione e gestione ambientale delle proprie attività. Infatti, se le procedure di semplificazione proposte dalla Posizione venissero applicate congiuntamente nel Distretto, sarebbero rimossi moltissimi ostacoli (specialmente in relazione alle risorse disponibili) alla Registrazione delle PMI che compongono per la maggioranza la realtà produttiva italiana.

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Figura 5 Attestato EMAS

In Italia ci sono 13 Distretti (ex APO) registrati EMAS, tra questi anche il Distretto di Santa Croce sull’Arno15.

Il Distretto si è distinto sin dalle origini come promotore di progetti sperimentali per l’attuazione dello strumento EMAS.

Nel 2001, insieme ai distretti toscani del tessile di Prato e cartario di Capannori, si è mobilitata per ottenere tramite l’adesione ad EMAS un riconoscimento per gli sforzi compiuti a livello distrettuale in termini di eco-efficienza. In questo contesto sono stati sviluppati alcuni dei progetti precursori dell’attuale approccio distrettuale del Regolamento EMAS III, tra questi rientra il Progetto ESEMPLA. Il Progetto ESEMPLA, finanziato nell’ambito del programma comunitario INTERREG III-C, riguardava i distretti di Prato e Santa Croce sull’Arno ed era mirato all’applicazione sperimentale di utilizzo dell’EMAS per il monitoraggio e la pianificazione locale dell’ambiente. Sul piano operativo la sperimentazione a S. Croce sull’Arno prevedeva la verifica dell’applicabilità al distretto conciario di tutte le fasi necessarie

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allo Schema EMAS (dall’analisi delle criticità, alla pianificazione degli interventi, alla definizione di strumenti gestionali adottabili dalle organizzazioni del territorio, fino alla redazione della Dichiarazione Ambientale). Il progetto era principalmente destinato a fare da base per la proposta italiana di revisione di EMAS.

A livello istituzionale nel 2003 la Regione Toscana pubblicò le linee guida operative per la sperimentazione di EMAS nei distretti e successivamente, una volta che le sperimentazioni furono concluse, adottò nel 2005 un documento chiamato “EMAS per i distretti industriali: il modello toscano e le linee guida applicative”.

Il metodo venne successivamente sviluppato e reso concreto nelle sue prime fasi realizzative. Nel 2006 il Distretto partecipa al progetto IMAGINE (Innovations for a Made Green in Europe) insieme agli altri 3 Distretti rappresentativi della filiera della moda toscana: il distretto tessile di Prato, il distretto dell’abbigliamento di Empoli, e il distretto calzaturiero di Lucca.

Il progetto IMAGINE ha mirato alla diffusione dell’innovazione ambientale nelle PMI dei distretti industriali sviluppando un approccio metodologico innovativo con l’obiettivo di diffondere la Registrazione EMAS e promuovere la sostenibilità delle filiere produttive, migliorando sia la qualità ambientale dei prodotti che la competitività delle imprese. In questo modo si è tenuto di conto delle esigenze sia da parte delle istituzioni locali, interessate al miglioramento dell’ambiente, sia da parte delle imprese attente alle opportunità di sviluppo e di miglioramento della competitività in chiave “green” (Iraldo & Testa, 2014).

L’idea è stata quella di sperimentare una gestione degli aspetti ambientali sia a livello di impresa e di territorio, sia a livello di filiera.

Questo ha rappresentato una opportunità per accrescere le competenze delle imprese sulle tematiche ambientali e incentivarle a investire su nuovi fattori di competitività.

Durante i tre anni di progetto (dal 2009 al 2012) si è cercato di creare e mettere a disposizione risorse comuni per le PMI supportandole così nel miglioramento delle loro prestazioni ambientali attraverso l’adozione di un sistema di gestione ambientale registrato ai sensi del Regolamento EMAS. Sono state realizzate tutte le fasi per attuare l’approccio EMAS di distretto dando sempre appoggio alle PMI nell’applicazione dei requisiti richiesti dalla registrazione per la singola organizzazione.

È in questo contesto che sono maturate le prime registrazioni EMAS al mondo di concerie, oggi se ne contano 9. Parallelamente alle attività più incentrate sull’EMAS, il progetto ha previsto l’attuazione di un approccio di filiera volto a valutare e migliorare l’impatto

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ambientale dei prodotti realizzati nel distretto. Per farlo è stata utilizzata la metodologia LCA, sviluppata sui prodotti più caratteristici, la pelle conciata al vegetale, la pelle conciata al cromo ed il cuoio, utilizzando un approccio sempre orientato al cluster (per ognuno è stato considerata una media del distretto).

Il lavoro fatto dal Distretto in questo progetto quindi è andato oltre l’implementazione di un sistema di gestione delle tematiche ambientali a livello territoriale, verso la presa di consapevolezza dell’importanza della sensibilizzazione dell’intera filiera alla sostenibilità, mediante l’impiego di una logica di ciclo di vita. Solo in questo modo si è pensato potesse essere possibile individuare i margini di miglioramento ambientale delle caratteristiche di un prodotto sui quali poter intervenire con azioni cooperative tra aziende di una filiera.

È grazie al supporto fornito dal progetto che, in data 14/12/2010, è stato conferito al Distretto di Santa Croce sull’Arno il riconoscimento ufficiale EMAS APO, rilasciato al Comitato Promotore APO “Distretto Conciario Toscano” (composto dall’Associazione Conciatori di Santa Croce sull’Arno, dal Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, dall’allora Provincia di Pisa e dai Comuni del Distretto conciariodi San Miniato, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto e Fucecchio) da parte del Comitato Nazionale per l’Ecolabel e l’Eco-audit.

Nel 2019 l’impegno del distretto si è confermato in quanto è riuscito a mantenere l’attestato