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La quantità ottimale di scorte in magazzino – costi per rottura di stock

Nel documento LA GESTIONE DEL MAGAZZINO (pagine 19-23)

In precedenza, gli allievi hanno affrontato il problema della selezione dei fornitori e quindi si sono già confrontati con il tema dei diversi criteri di selezione da tenere in considerazione per la scelta del fornitore ideale. Una delle caratteristiche principali che un fornitore adatto deve avere è quella legata alla sua possibilità di produzione, ovvero quel fornitore dev’essere in grado di produrre e di vendere all’azienda la quantità di merce necessaria affinché essa possa svolgere la sua attività con successo.

Ciò significa che gli studenti hanno già percepito che l’azienda deve comandare almeno la quantità necessaria di merce per soddisfare le richieste dei clienti, sia in termini di produzione che di vendita.

Ma quest’unica informazione potrebbe far pensare loro che la quantità di merce da ordinare dal fornitore sia da limitare unicamente alla domanda dei clienti.

Siccome l’azienda è in grado di conseguire un profitto quando i suoi ricavi eccedono i costi sostenuti per svolgere la sua attività, una gestione adeguata del magazzino è necessaria per poter ridurre i costi legati ad essa. Di conseguenza, la quantità ottimale di scorte in magazzino sarà il risultato della riduzione di questi costi.

Oltre ai costi legati alla merce stessa, esistono anche dei costi legati all’eccesso o alla mancanza di scorte in magazzino. Visto che gli allievi potrebbero supporre che la quantità ottimale di scorte in magazzino corrisponda alla quantità richiesta dai clienti, una soluzione sarebbe quella di mettere gli studenti di fronte a una situazione ove un problema o un imprevisto ha causato una rottura di stock1. Dunque, la prima lezione cercherà di mettere in luce la questione relativa alla corretta gestione della merce in termini di quantità e permetterà di riflettere sugli eventuali problemi e costi causati da una quantità insufficiente di scorte in magazzino, cosicché gli studenti possano percepire come la quantità ottimale differisca dalla quantità minima sufficiente a soddisfare unicamente le richieste dei clienti.

1 Con rottura di stock si intende l’esaurimento di scorte di merce in magazzino.

Obiettivi didattici della lezione

Ovviamente, non sarà richiesto agli allievi di calcolare la quantità ottimale di merce per una data azienda, né tantomeno verrà chiesto loro di quantificare i costi causati da una mala gestione del magazzino.

Questa prima lezione si pone, quindi, i seguenti obiettivi didattici:

• gli studenti dovranno rendersi conto che la quantità di scorte in magazzino corrispondente unicamente alla richiesta dei clienti potrebbe non essere sufficiente per fronteggiare eventuali problemi o imprevisti;

• gli studenti dovranno saper identificare alcuni possibili costi legati a un’eventuale rottura di stock.

disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e Riaggancio. 2 La selezione

del fornitore

Introduzione. 3 La quantità di merce da un imprevisto farà sì che l’azienda non riesca a

tutti i clienti. Questo esercizio farà riflettere sulle ripercussioni e sugli eventuali costi da sostenere a seguito di una rottura di stock.

Correzione. 15 Raccolta e correzione di scorte di merci sia necessario per

Generalizzazione. 13 Costi legati alla rottura di stock.

Un margine aggiuntivo di merce è necessario per soddisfare le richieste dei clienti anche a seguito di eventuali imprevisti. Ora bisogna rinforzare questo concetto, evidenziando i costi da sostenere in caso di rottura di stock. Questo passaggio permetterà agli

In maniera istintiva, gli studenti potrebbero immaginare che la merce da acquistare dal fornitore debba essere appena sufficiente per soddisfare il fabbisogno dei clienti. Di conseguenza, reputo opportuno mettere gli allievi direttamente di fronte al problema, cosicché essi siano in grado di intravedere dei limiti in questo modo di agire. Inoltre, la simulazione di una situazione in cui vi è un imprevisto che accade piuttosto frequentemente dovrebbe condurre gli studenti a sviluppare un certo atteggiamento

3 V. Allegato 2

critico, che permetta loro di immaginare possibili soluzioni preventive per evitare il verificarsi di una rottura di stock.

A seguito di una breve introduzione iniziale, la quale ha lo scopo di circoscrivere la lezione al concetto di quantità minima da ordinare dal fornitore, gli allievi affrontano un problema applicato a una situazione specifica, da cui, però, dovranno trarre alcune conclusioni che possano essere generalizzate in più contesti diversi. Questo sistema si appoggia a quanto suggerito nel Piano degli studi della SCC (2017), il quale, per quanto concerne economia aziendale, prevede che nel primo biennio si prediliga un approccio induttivo.

Ritengo che, in questa specifica situazione, l’approccio induttivo possa essere particolarmente efficace, perché solamente affrontando direttamente il problema gli studenti saranno in grado di percepire che una gestione ottimale delle scorte non può limitarsi alla sola osservazione degli ordini ricevuti dai clienti.

In un secondo momento, invece, la lezione è caratterizzata dalla più classica lezione frontale, dove il docente elenca e spiega nel dettaglio quali sono effettivamente le conseguenze di una rottura di stock, sia in termini di costi che di reputazione. In questo caso, un discorso unilaterale dal docente agli allievi si rende necessario in quanto difficilmente gli studenti da soli sarebbero in grado di identificare effettivamente le diverse categorie di costo possibili.

Ciononostante, l’esercizio affrontato in precedenza ha lo scopo di iniziare a far ragionare gli studenti in questi termini, di modo che siano pronti per ricevere tali nozioni e iniziare a prendere confidenza con essi.

Nel complesso, questa lezione si focalizza sui costi derivanti da una mancanza di scorte sufficienti in magazzino, di modo che gli studenti capiscano che la quantità di scorte da acquistare dal fornitore dev’essere superiore alla quantità minima necessaria per evadere gli ordini ricevuti dai clienti. Ora, gli studenti potrebbero essere convinti che avere ingenti quantità di scorte aggiuntive possa essere la soluzione. Questo sarà il punto di partenza per la prossima lezione, la quale porrà l’accento, invece, sui costi legati al possesso della merce, in particolare nel caso di merce in avanzo.

Aspetti critici e possibili alternative

Il principale aspetto critico di questa lezione riguarda l’effettiva connessione tra la mancanza di scorte in magazzino e il costo derivante da questa situazione. Gli allievi potrebbero essere fortemente

influenzati dalla situazione proposta, nella quale l’unico problema effettivo che emerge è l’incapacità dell’azienda di evadere con successo l’ultimo ordine.

Di conseguenza, la generalizzazione finale dei concetti riguardanti i costi derivanti da una rottura di stock potrebbe non essere così efficace per i diversi allievi. A questo proposito si aggiunge il fatto che quest’attività viene svolta nella parte finale della lezione e quindi il tempo previsto potrebbe non essere sufficiente affinché il messaggio venga interiorizzato con successo dalla classe.

Una possibile alternativa potrebbe essere quella di adottare un approccio totalmente opposto, ovvero prediligere un approccio deduttivo in cui il docente spiega i diversi concetti a priori e consecutivamente gli allievi dovrebbero essere in grado di applicare queste nuove conoscenze a diverse situazioni specifiche.

Il rischio, in questo caso, è che lo studente si ritroverebbe a ripetere ciò che si ricorda da quanto è stato detto in precedenza, cercando di adattare queste nozioni alle diverse situazioni con cui si trova confrontato. Forse quest’impostazione gli permetterebbe di rafforzare il concetto di costi da rottura di stock, ma difficilmente si renderebbe effettivamente conto del concreto rischio di incorrere in questa problematica acquistando solamente la minima quantità necessaria per soddisfare il cliente finale ed è su questo aspetto che preferisco insistere, cosicché alla fine del percorso didattico gli studenti capiscano l’effettiva utilità di redigere delle schede di magazzino.

Nel documento LA GESTIONE DEL MAGAZZINO (pagine 19-23)