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La variazione del costo unitario della merce e le sue conseguenze

Nel documento LA GESTIONE DEL MAGAZZINO (pagine 36-44)

Nella lezione scorsa, gli studenti hanno avuto la possibilità di visualizzare e quindi di prendere confidenza con la scheda di magazzino e le informazioni riportate in essa.

Come evidenziato nella sezione relativa alla lezione precedente, gli allievi hanno redatto una scheda di magazzino semplificata di modo che potessero fare dei primi passi per quanto riguarda l’utilizzo di tale strumento. Per permettere loro di svolgere quest’attività, infatti, vi è stata inserita una condizione che prevedeva che il costo unitario della merce acquistata non variasse nel tempo.

Purtroppo, questa condizione non rispecchia la realtà. Quindi in questa lezione, gli studenti saranno messi di fronte alla problematica inerente alla valorizzazione della merce che esce dal magazzino al prezzo di costo, quando questo varia continuamente nel tempo e la merce si mischia all’interno del magazzino.

Obiettivi didattici della lezione

Questa lezione si pone i seguenti obiettivi didattici:

• gli studenti si renderanno conto che il costo unitario della merce varia, verosimilmente, a ogni ordine;

• gli studenti dovranno percepire il magazzino come un luogo in cui la merce acquistata si mischia;

• gli studenti dovranno rendersi conto che queste due condizioni complicano la valorizzazione della merce in uscita.

disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e

Introduzione. 5 Il costo unitario della merce

Esercizio. 10 Esercizio – Pompa di benzina10.

Correzione. 15 Raccolta e

Generalizzazione. 13 Il costo unitario della merce varia

Conclusione. 2 Il docente assegna alle tre possibili potrebbero avere difficoltà nel comprendere che effettivamente e fisicamente la merce in magazzino si mischia. Questo è un aspetto fondamentale per capire la necessità di adottare un metodo di valorizzazione per la merce in uscita e quindi è importante che gli allievi possano interiorizzare questo sapere.

11 V. Allegato 10.

Di conseguenza, credo che la modalità ideale per permettere agli studenti di visualizzare concretamente questo problema sia metterli di fronte al problema, proponendo loro una situazione in cui è facile capire che la merce si mischia una volta acquistata. Infatti, l’esercizio previsto prende spunto dalla benzina immagazzinata in una cisterna, la quale, essendo liquida, non rimane sicuramente separata una volta che è inserita all’interno del contenitore.

Questa situazione dovrebbe spingere gli studenti a ragionare sul fatto che una volta immagazzinata, è impossibile risalire con certezza al valore, ossia al costo, di ogni quantità di benzina che viene venduta.

Quindi, ancora una volta, dato che si tratta di un problema su cui gli allievi devono chinarsi concretamente per poterne comprendere le sfaccettature, ho ritenuto necessario impostare una lezione caratterizzata nuovamente dall’approccio induttivo.

Infatti, l’esercizio, che simula una realtà comprensibile per gli studenti, sarà la base da cui partire per sviluppare un discorso relativo alle possibili soluzioni che le aziende possono adottare per gestire questo problema nel miglior modo possibile. Ma credo che questo sia un discorso che si può affrontare in maniera adeguata solamente dopo che gli studenti abbiano effettivamente capito dove risiede la difficoltà nel valorizzare la merce in uscita dal magazzino.

Quindi l’introduzione ai metodi di valorizzazione FIFO, LIFO e prezzo medio ponderato (PMP) non può che avvenire dopo la dimostrazione che questo sia un problema reale con cui le aziende si devono confrontare quotidianamente.

Di conseguenza, ritengo che l’applicazione di un caso pratico per poi derivare una generalizzazione dei saperi disciplinari che gli studenti devono acquisire sia l’impostazione più adatta per trasmettere questi concetti di modo che possano essere assimilati dagli allievi.

Aspetti critici e possibili alternative

Come detto, l’impostazione che ho scelto è quella che più mi convince, ma ciò non significa che non si potesse adottare una strategia diversa.

Ad esempio, sarebbe stato possibile mostrare fin da subito come una o più aziende cercano di risolvere il problema risultante dalla variazione dei costi unitari della merce e dal fatto che la merce in magazzino si mischi.

In questo modo, si sarebbe potuto procedere a tappe, mostrando tre situazioni diverse in cui le aziende cercano di gestire questa situazione valorizzando la merce con le tre diverse soluzioni previste:

un’azienda valorizza la merce in uscita considerando quella più vecchia, un’altra azienda la valorizza considerando prima la merce più recente e la terza azienda valorizza la merce calcolando un costo medio ponderato dopo ogni operazione.

Questo avrebbe, inoltre, permesso di mostrare fin da subito agli studenti le differenze risultanti dal tipo di metodo di valorizzazione scelto.

Ciononostante, ho comunque preferito mettere prima gli allievi di fronte al problema per rafforzare il concetto che questi metodi di valorizzazione sono necessari e non unicamente una scelta arbitraria per facilitare l’azienda nello svolgere le sue attività.

Però, è importante sottolineare che, per fare in modo che gli studenti interiorizzino questo concetto, allora è importante costruire un esercizio in maniera adeguata e che presenti le giuste domande in grado di far ragionare gli allievi proprio su questo aspetto.

Di conseguenza, l’esercizio stesso, che è il fulcro di questa lezione, diventa un aspetto critico di questa lezione, poiché il conseguimento degli obiettivi disciplinari previsti dipende fortemente dal compito proposto.

Lezioni 6/7/8: I metodi di valorizzazione – FIFO/LIFO/PMP

Le successive tre lezioni di questo percorso didattico si focalizzeranno sull’implementazione pratica dei metodi di valorizzazione della merce FIFO, LIFO e Prezzo medio ponderato (PMP).

Dato che si tratta di tre soluzioni diverse per risolvere sostanzialmente lo stesso problema, preferisco impostare queste tre lezioni con la medesima struttura, così da dare una certa linearità a questa tappa di apprendimento che dovrebbe favorire l’apprendimento dei diversi saperi disciplinari degli studenti, i quali potranno anche concentrarsi direttamente sulle differenze esistenti nell’applicazione di questi tre metodi di calcolo.

Di conseguenza, in questa sezione inserirò un unico piano lezione la cui struttura vale per le tre lezioni previste per l’insegnamento del FIFO, del LIFO e del PMP. Ogni lezione sarà dedicata a uno specifico metodo di valorizzazione della merce.

Ciononostante, negli allegati saranno riportate le documentazioni specifiche per ognuna delle tre lezioni. Gli allegati 11 e 12 fanno riferimento alla lezione 6, che tratta il metodo FIFO; gli allegati 13 e 14 fanno riferimento alla lezione 7, che tratta il metodo LIFO; gli allegati 15 e 16 fanno riferimento alla lezione 8, che tratta il metodo PMP.

Obiettivi didattici delle lezioni

Le tre lezioni si prefiggono i seguenti obiettivi:

• gli studenti saranno in grado di riconoscere e utilizzare correttamente le informazioni per redigere delle schede di magazzino;

• gli studenti saranno in grado di redigere correttamente delle schede di magazzino in situazioni non troppo complesse con i tre diversi metodi di valorizzazione;

• gli studenti saranno, quindi, in grado di riconoscere le differenze nell’applicazione dei tre metodi di valorizzazione.

Strutturazione procedurale delle lezioni

5.6 Strutturazione lezioni 6/7/8

Fasi Tempi

min.

Sapere disciplinare Motivazione Modalità di svolgimento

Materiali e

Introduzione. 5 Breve introduzione sul funzionamento

valorizzazione merce in uscita con il metodo trattato.

Esercizio. 10 Svolgimento

dell’esercizio12.

Correzione. 10 Raccolta e correzione delle soluzioni

12 V. Allegato 11 per lezione 6, Allegato 13 per lezione 7 e Allegato 15 per lezione 8.

13 V. Allegato 12 per lezione 6, Allegato 14 per lezione 7 e Allegato 16 per lezione 8.

Scelte didattiche di fondo

Siccome queste lezioni si pongono l’obiettivo di insegnare agli studenti un sapere disciplinare prettamente tecnico e pratico, sono dell’idea che delle lezioni impostate su un approccio deduttivo sia la scelta più adeguata.

In un caso come questo, sono credo che mettere gli allievi direttamente di fronte al problema, senza fornire loro gli strumenti necessari per risolverlo, possa diventare un’esperienza frustrante per gli studenti stessi. Nel caso in cui gli allievi percepissero la consegna come un problema impossibile da risolvere con i loro mezzi a disposizione, essi potrebbero direttamente rinunciare a provare a trovare una soluzione al quesito per una mancanza di motivazione (Latham & Locke, 1994, p. 23).

Contrariamente ad altre situazioni, credo che per le questioni più tecniche della disciplina possa diventare più complicato per gli studenti appoggiarsi alle loro preconoscenze per risolvere problemi senza aver ricevuto un input in precedenza da parte del docente. A maggior ragione, degli allievi al primo anno della Scuola cantonale di commercio, ossia dei ragazzi che non hanno mai frequentato delle lezioni di economia aziendale nelle scuole precedenti, difficilmente potrebbero avere delle preconoscenze tali da permettere loro di risolvere dei problemi di carattere tecnico e pratico.

Di conseguenza, ho previsto di dare qualche spiegazione circa l’applicazione del metodo di valorizzazione trattato all’inizio delle lezioni e mettere gli allievi di fronte a un esercizio, cosicché potessero utilizzare tali nozioni in un secondo momento per risolvere il problema.

Anche in questo caso, l’esercizio svolto a coppie permetterà agli studenti di confrontarsi tra pari, cosicché se qualcuno dovesse riscontrare eccessive difficoltà, potrebbe sempre confrontarsi con un altro membro della classe per risolvere il quesito. In questo modo, i diversi allievi dovrebbero essere in grado di interiorizzare le diverse tecniche già durante l’applicazione di esse nei casi concreti, di modo che possano costruire assieme tra di loro delle basi solide che verranno semplicemente consolidate da un intervento conclusivo del docente.

Aspetti critici e possibili alternative

Nelle lezioni come quelle appena descritte, è fondamentale riuscire a fornire le informazioni necessarie alla classe nella prima parte della lezione in maniera chiara, precisa ed esaustiva.

Di conseguenza, l’apporto del docente in fase di apertura diventa cruciale. Un’informazione sbagliata, non detta o comunicata inadeguatamente potrebbe compromettere la riuscita della lezione, perché gli studenti potrebbero avere delle difficoltà insormontabili durante la loro esercitazione.

Un altro aspetto critico riguarda l’applicazione della medesima struttura per tre lezioni consecutive.

Il contenuto simile di queste tre lezioni mi ha spinto, come già anticipato, ad adottare la stessa impostazione per dare continuità al percorso. Purtroppo, però, se da un lato la stessa impostazione permette di dare un certo ordine ai diversi contenuti delle lezioni, dall’altro si potrebbe rischiare di confondere gli allievi, poiché essi potrebbero non notare delle differenze così marcate tra i metodi di valorizzazione e quindi queste conoscenze potrebbero in qualche modo sovrapporsi nelle loro menti.

Inoltre, anche il mantenimento della medesima impostazione per tre lezioni così simili potrebbe diminuire la motivazione degli studenti, che si potrebbero annoiare a ripetere tre volte le stesse operazioni, semplicemente adottando metodi di valorizzazione diverse.

Quindi, un’alternativa che potrebbe far fronte a questi possibili punti deboli di questa scelta d’impostazione potrebbe essere quella di variare approccio nel corso delle tre lezioni. Infatti, una volta che gli studenti avrebbero appreso ad applicare il primo metodo di valorizzazione (in questo caso il FIFO), probabilmente sarebbero in grado di derivare il funzionamento del LIFO senza una spinta così concreta da parte del docente. Quindi, ad esempio, per la lezione che si occupa di insegnare questo metodo di valorizzazione si potrebbe semplicemente prevedere una situazione che condurrebbe gli allievi a utilizzare correttamente il metodo LIFO senza che il docente fornisca tutte le informazioni a priori. Dunque, si potrebbe optare per alternare fasi caratterizzate da un approccio deduttivo ad altre caratterizzate da un approccio induttivo.

Nel documento LA GESTIONE DEL MAGAZZINO (pagine 36-44)