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QUARTO ATELIER DI FORMAZIONE ALLA RICERCA: LE COMPETENZE BIBLIOGRAFICHE

Nel documento collegArti 1/2018 (pagine 139-143)

Luca Chilò

Le tecnologie informatiche hanno consentito di mettere in rete un enorme ventaglio di materiale delle più diverse discipline. Per chi è in grado di orien- tarsi si aprono le porte di molti archivi che diversamente sarebbero di diffi- cile consultazione, e questo soprattutto nell’ambito della ricerca. Piattaforme come Kubikat, Jstor o Torrossa, forniscono una quantità smisurata di interi articoli o referenze bibliografiche comodamente fruibili senza uscire dalla pro- pria casa. Ma gli studenti sono a conoscenza di queste grandi risorse? Forse non sono così preparati sull’argomento.

Per colmare almeno parzialmente questa lacuna venerdì 1 dicembre nell’Au- la Magna del Complesso di Santa Cristina si è svolto per il ciclo dedicato agli “Atelier di formazione alla ricerca” un incontro studiato ad hoc dai respon- sabili della Biblioteca Supino e dalla Fondazione Zeri, per spiegare tutte le molteplici sfaccettature di queste indagini bibliografiche 2.0.

Hanno presentato la giornata Sandra Costa, coordinatrice del Corso di Laurea Magistrale in Arti Visive, insieme ad Angela Sampognaro, responsabile della Biblioteca Igino Supino e a Davide Ravaioli, collaboratore della Fonda- zione Federico Zeri; come specialisti del settore hanno costruito un discorso altamente formativo sul tema della giornata, partendo dalle loro realtà e dai problemi che più spesso devono affrontare trovandosi a stretto contatto con gli studenti. In apertura si sono soffermati sulle fototeche online, strumento imprescindibile per un moderno storico dell’arte, ma l’intervento non poteva escludere un’introduzione di ordine storico sui due grandi studiosi cui le bi- blioteche sono intitolate.

Uno studente alle prese con la ricerca bibliografica, Bologna, Biblioteca Igino Benvenuto

Particolarmente importante - per noi studenti di Arti Visive - la parentesi di Davide Ravaioli sulla digitalizzazione e messa online della notevolissima colle- zione di fotografie a tema artistico che Federico Zeri raccolse per tutta la vita. Come sottolineato, e dimostrato sito alla mano, quella dell’omonima Fonda- zione è una delle raccolte più complete, per quantità di materiale consultabile, e una delle più semplici interfacce da utilizzare. Davide Ravaioli ha inoltre illustrato i siti di altre fototeche online e ne ha spiegato le varie peculiarità.

L’attenzione si è poi focalizzata sull’importanza del nuovo sito generale del- le biblioteche di Unibo (SBA) e su cosa vi si può trovare all’interno: come spe- cificato da Sampognaro e Ravaioli, costituisce “uno strumento indispensabile per le ricerche iniziali di uno studente alle prime armi”. Da esso, infatti, parte

una diramazione di link che permettono all’utente di accedere facilmente a tutte le risorse collegate all’Università di Bologna. Inoltre, vi si può trovare tutto l’apparato di informazioni riguardanti il sistema bibliotecario in genera- le, le maggiori iniziative ad esso collegate e una parte dedicata alle domande più frequenti sui problemi riscontrati dagli studenti.

Indispensabili nelle fasi iniziali della ricerca, continua Angela Sampognaro, sono anche siti come Opac e Acnp, che raccolgono il catalogo delle biblioteche dell’Emilia-Romagna il primo, e di tutto lo Stato il secondo. Essi, forse fra i più conosciuti anche nel mondo dei ricercatori, nascondono una serie di spi- nose insidie, collegate al settaggio delle opzioni, che il più delle volte rendono ostico il loro utilizzo. Studenti non troppo esperti che li consultano senza le giuste istruzioni potrebbero condurre un’indagine superficiale e, magari, fini- rebbero per non trovare il materiale desiderato anche se presente. Con un po’ di pratica e con i consigli dati durante questo atelier, invece, si può impostare una ricerca mirata secondo il periodo storico, le biblioteche, gli autori e le parole chiave che può semplificare l’indagine.

Ancora, andando sempre più nello specifico, sono state illustrate le possibi- lità successive all’individuazione di un dato testo. Tra queste, oltre al normale prestito, lo scambio interbibliotecario, il document delivery e le nuove funzioni “comparative” dei siti dalla biblioteca Igino Benvenuto Supino e di quella della Fondazione Federico Zeri. Il prestito interbibliotecario è fondamentale quando il testo in richiesta è in possesso di altre biblioteche, magari a molti chilometri di distanza, dando la possibilità di farlo spedire nella sede bibliote- caria più comoda all’utente interessato; qualora non fosse possibile spedirlo, per ragioni di statuto interno o per le condizioni del documento, entra in gioco il servizio di document delivery, che permette la possibilità di spedire direttamente il file multimediale, il più delle volte senza costi aggiuntivi. Tra i servizi analizzati, e di stampo inedito, la possibilità di consultare, a livello multimediale, l’intero scaffale di un testo cercato, facilitando di molto, ad esempio in un sistema di catalogazione come quello del “buon vicinato”, gli spunti di ricerca.

Diversa tipologia d’interfaccia è quella di database con interi archivi caricati al loro interno. Ad esempio Jstor e Torrossa sono inesauribili fonti d’informa- zioni per qualsiasi ricercatore e questo dovrebbe costituire un incentivo per i giovani studiosi per imparare ad utilizzarli. Come illustrato da Angela Sam- pognaro e da Davide Ravaioli la parte più complessa è forse attuare il login sia

dal proprio computer che da quelli di ateneo (le informazioni relative a questa fase sono ora illustrate all’interno del nuovo sito bibliotecario universitario, SBA), ma una volta registrati molte di queste piattaforme hanno un’interfaccia intuitiva e, individuato il documento, lo si può comodamente scaricare da qualsiasi piattaforma multimediale, anche se a volte il file ha una scadenza.

Dagli interventi e dalle domande emerse si evince che le spiegazioni date durante l’Atelier sono fondamentali per affrontare correttamente le nuove frontiere della ricerca bibliografica, ancora poco esplorate da molti studenti. Infatti, come si è visto, con alcuni piccoli accorgimenti l’indagine può diven- tare semplice e scorrevole, persino per documenti dislocati in aree diverse del mondo; il che, sul piano pratico, si riflette soprattutto nella stesura di elaborati di tesi di laurea che garantiscono un più ampio livello di approfondimento e di completezza bibliografica.

In conclusione Sandra Costa ha ringraziato tutti i partecipanti per l’entu- siasmo e l’interesse mostrato, augurandosi che questa iniziativa si possa perpe- trare negli anni con il fine di migliorare la qualità dell’esperienza universitaria offerta agli studenti.

1 Dicembre 2017, Dipartimento delle Arti e Fondazione Federico Zeri, Aula Magna, Santa Cristina

MERCANTI, COLLEZIONISTI E CONOSCITORI

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