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LA TRASFORMAZIONE NEOLABURISTA DEL 1995: UN CASO DI IBRIDAZIONE

2. Questioni di genere

In termini di strategie del discorso, il passaggio tra la vecchia Clause IV e la nuova Clause IV non è mai stato analizzato nei termini di una trasformazione di generi del discorso, ma solo come riformulazione testuale di un breve fram- mento. L’approccio che prende in esame i generi del discorso, nel senso inteso da Swales (1990) e Bhatia (1993), si presenta come denso di implicazioni. Un genere può essere definito come:

a recognizable communicative event characterized by a set of commu- nicative purpose(s) identified and mutually understood by the members of the professional or academic community in which it regularly occurs. Most often it is highly structured and conventionalized with constraints

on allowable contributions in terms of their intent, positioning, form and functional value (Swales 1990: 202).

I generi del discorso e i relativi communicative purposes costituiscono uno dei criteri fondamentali per l’identificazione di discourse community spe- cifiche, legate dalla condivisione di valori e conoscenze elaborate e sviluppate attraverso altrettanto specifiche e convenzionali pratiche della comunicazione.

Nella vita di un partito politico, inteso come un sistema di obiettivi e va- lori condivisi, esistono repertori di generi destinati a una comunicazione e a una coesione interne e altri repertori di generi destinati a una comunicazione e a una coesione esterne. I repertori interni, nei termini di Swales (1990: 472), avranno una circolazione e un feedback limitati agli iscritti, laddove i repertori esterni sa- ranno rivolti al ‘popolo’ di non iscritti ma, nondimeno, simpatizzanti e potenziali sostenitori politici.

Nel caso dei repertori interni, l’interazione segue uno svolgimento e un’e- voluzione spesso non visibili a chi non partecipa alla vita associativa, trasfor- mandosi in generi quali documenti programmatici, mozioni, interventi che ‘ac- cadono’ in diversi momenti della vita dialettica di un partito e attraverso canali diversi – l’oralità di un intervento assembleare, così come la newsletter elettroni- ca indirizzata agli iscritti. Nel secondo caso - il caso dei repertori di generi rivolti ai sostenitori esterni del partito- il feedback è affidato al gradimento rilevato da sondaggi o alla risposta elettorale, e spesso non è altro che la replica a un input informativo a senso unico.

Tra i generi principali della comunicazione ‘esterna’ annoveriamo quelli legati a una più ampia diffusione garantita dai media tradizionali - articoli, in- terviste, dibattiti – e soprattutto i generi che circolano nei periodi di campagna elettorale. Primo fra tutti il manifesto, che nella cultura politica britannica rap- presenta il documento chiave per comprendere, nei particolari, le proposte di governo dei partiti in competizione.

Non è sempre possibile operare distinzioni nette tra i due repertori e le rispettive funzioni, data anche l’evoluzione delle tecnologie digitali che rende sempre più frequenti le ibridazioni tra generi tradizionali e moderni e soprattutto le possibilità di interazione. Il manifesto elettorale, ad esempio, è un documento programmatico che impegna il partito al raggiungimento di determinati obiettivi, ma che rappresenta anche la sua identità politica. La sua funzione promozionale, quindi esterna, non può essere univoca, anche perché un draft manifesto può essere sottoposto al voto degli iscritti prima della pubblicazione, così come ac- cadde proprio nel 1997, anno del primo mandato di governo neolaburista:

We submitted our draft manifesto, new Labour new life for Britain, to a ballot of all our members, 95 per cent of whom gave it their express en-

dorsement (Prefazione di Blair al Labour Manifesto 1997).

La comunicazione esterna, filtrata attraverso una consultazione interna, fu rivendicata e menzionata da Blair come segno di una produzione del senso che non apparteneva unicamente a un comitato di pochi redattori, ma alla stragrande maggioranza del partito, pur se nella forma di un semplice endorsement. Il ri- chiamo metatestuale inserito nella prefazione del segretario sottolineava il dupli- ce communicative purpose (Bhatia 2013: 97) del Labour manifesto: promozio- nale, in quanto finalizzato alla vittoria nella competizione elettorale, e identitario in quanto approvato dalla quasi totalità degli iscritti. Nel caso specifico, l’ap- provazione del 95% dei members sanciva la trasformazione radicale e condivisa del partito operata da Blair, che nella stessa prefazione del 1997 citava anche la riscrittura della Clause IV come simbolo di una profonda trasformazione interna:

We have rewritten our constitution, the new Clause IV, to put a commit- ment to enterprise alongside the commitment to justice (Prefazione di Blair al

Labour Manifesto del 1997).

Blair, non a caso, collegava la Clause IV alla “costituzione” del partito, vale a dire un genere appartenente a un’interazione discorsiva interna al partito e che, in quanto fondante, ha la forma di un testo legale che vincola gli iscritti. La stessa parola clause, corrispondente all’italiano “articolo”, evoca una terminolo- gia che è propria del discorso legale. Il Rule Book del Labour Party è, infatti, un documento di tale tipologia, diviso in sedici chapters e otto appendici (versione del 2016). La Clause IV fa parte della prima sezione del Rule Book, denominata

Constitutional Rules. Le Constitutional Rules comprendono le seguenti clauses:

Clause I. Name and objects;

Clause II. Party structure and affiliated organizations; Clause III. The Party’s financial scheme;

Clause IV. Aims and values; Clause V. Party programme;

Clause VI. Labour Party Conference;

Clause VII. Party officers and statutory officers; Clause VIII. The National Executive Committee; Clause IX. The National Constitutional Committee; Clause X. Scope of rules.

Osservando il testo della vecchia Clause IV possiamo notare che esso si rivela come pienamente conforme alla tipologia in cui si trova inserito:

Old Clause IV

1.

To organise and maintain in parliament and in the country a political Labour Party.

2.

To cooperate with the General Council of the Trades Union Congress, or other kindred organisations, in joint political or other action in harmony with the party constitution and standing orders.

3.

To give effect as far as possible to the principles from time to time ap- proved by the party conference.

4.

To secure for the workers by hand or by brain the full fruits of their industry and the most equitable distribution thereof that may be possible upon the basis of the common ownership of the means of production, distribution, and exchange, and the best obtainable sy- stem of popular administration and control of each industry or ser- vice.

5.

Generally to promote the political, social and economic emancipation of the people, and more particularly of those who depend directly upon their own exertions by hand or by brain for the means of life.

Inter-Commonwealth

6.

To cooperate with the labour and socialist organisations in the common- wealth overseas with a view to promoting the purposes of the party, and to take common action for the promotion of a higher standard of social and economic life for the working population of the respective countries.

International

7.

To cooperate with the labour and socialist organisations in other countri- es and to support the United Nations and its various agencies and other international organisations for the promotion of peace, the adjustment and settlement of international disputes by conciliation or judicial arbi- tration, the establishment and defence of human rights, and the impro- vement of the social and economic standards and conditions of work of the people of the world

Lo scopo comunicativo della old Clause IV era finalizzato a stabilire gli obiettivi del partito, espressi in sette punti attraverso lo stile tipicamente imper- sonale e decontestualizzato del registro legale (Bhatia 2013: 188). Da un punto di vista sintattico, i sette full infinitives iniziali di ciascun punto (to organise, to

dicavano, alla stregua delle nominalizzazioni così frequenti nel discorso legale, e senza ambiguità legate a sfumature pronominali o temporali, gli obiettivi del partito che gli iscritti si impegnavano a raggiungere. In particolare, il quarto punto della Clause IV, stampato sul retro della tessera di partito impegnava l’i- scritto al raggiungimento di obiettivi precisi attraverso mezzi e azioni altrettanto specifici e a beneficio di una categoria sociale ben identificata e identificabile: il godimento e l’equa distribuzione dei frutti del lavoro, attraverso la common

ownership dei mezzi di produzione e il controllo da parte dello Stato, a beneficio

dei lavoratori by hand (manuali) o by brain (intellettuali).

Come mostrano alcuni punti della old Clause IV, un elemento fondamen- tale del discorso legale è l’inserimento di qualifications (Bhatia 2013: 201), la cui funzione è di restringere l’universale applicabilità di qualsiasi legal provi-

sion. Nella fattispecie, il beneficiario costante degli obiettivi di partito non è

un generico popolo britannico, ma è specificato più volte come la categoria dei lavoratori:

… for the workers by hand or by brain (Clause IV, par. 4);

… of those who depend directly upon their own exertions by hand or by brain (Clause IV, par. 5);

… for the working population of the respective countries (Clause IV, par. 6). Allorquando il riferimento è un ambiguo people (punti 5, 6 e 7), interven- gono qualifications che restringono l’ambiguità del termine alla categoria dei lavoratori o del lavoro, come dimostra l’esempio del finale people of the world, oggetto di interesse del partito in quanto portatori di conditions of work.