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c alla riduzione delle ambizioni redistributive del prelievo tributario, con una conseguente attenuazione della progressività dei sistemi tributari.

6. Conclusioni

Le considerazioni fin qui esposte inducono ad un cambiamento delle tradi- zionali modalità di approccio ai problemi della tassazione. Esse, infatti, forni- scono utili spunti per integrare il novero dei principi individuati dagli economisti classici, adeguandoli alle caratteristiche dei moderni sistemi tributari di massa e delle sfide che essi dovranno affrontare nel XXI secolo.

Nel momento in cui si decide di riformare il sistema tributario si deve pre- sumere che sua funzione fondamentale sia quella di regolare, per un determinato lasso di tempo, i rapporti giuridici che intercorrono tra Fisco e contribuente. La legge tributaria è destinata, infatti, ad esplicare la propria efficacia dal momento dell’entrata in vigore a quello della sua abrogazione, o della sua dichiarazione di incostituzionalità. Questo periodo non può essere già noto o prestabilito dal legislatore, se non nel caso in cui ne sia prevista una durata provvisoria. Tuttavia, un orizzonte temporale di riferimento dovrebbe esser preso in considerazione sin dall’inizio, e cioè sin dal momento in cui il legislatore formula le norme che costituiscono il sistema tributario e ne decide la struttura complessiva.

Gli obiettivi di una riforma fiscale dipendono, infatti, in larga parte dall’o- rizzonte temporale di riferimento del legislatore tributario. Quest’ultimo è chia- mato ad individuare i predetti obiettivi, ma deve anche prefissare il lasso di tempo entro il quale essi dovranno essere realizzati: 3, 5 od anche 10 anni. Ovviamente, se fra gli obiettivi da raggiungere fosse prevista anche l’equità intergeneraziona- le, l’orizzonte temporale da prendere in esame sarebbe molto più ampio: come minimo, 40 o 50 anni.

In altre parole, se guardiamo al futuro, dovremmo lavorare attivamente alla costruzione di un sistema tributario equo ed efficiente, ma anche semplice e tra- sparente per i contribuenti, facile da gestire e soprattutto resiliente, ovvero ca- pace di adattarsi ai cambiamenti che intervengono continuamente nella società, nell’economia e nell’ambiente.

In primo luogo, come suggerito ultimamente dalla Commissione europea22, “le riforme nazionali dei sistemi fiscali e previdenziali dovrebbero concentrarsi sull’adeguatezza delle prestazioni e della copertura e sull’ottimizzazione degli incentivi per la partecipazione al mercato del lavoro”.

In alcuni Stati sarebbe poi indispensabile intensificare la lotta contro la fro- de e l’evasione fiscale, abbassando contemporaneamente la pressione tributaria, in modo da ottenere una più equa ripartizione degli oneri tra i contribuenti ed assicurare il gettito fiscale necessario per investire in servizi pubblici di elevata qualità23. In tutta l’UE si stima, infatti, che l’elusione dell’imposta sulle società

ammonti da sola a 50-70 miliardi di euro all’anno24. Queste pratiche deprivano le casse pubbliche di risorse preziose e contribuiscono a creare uno svantaggio competitivo per le piccole e medie imprese domestiche, minando alla radice l’e- quità complessiva dei sistemi tributari. Ne risulta un indebolimento delle capa- cità redistributive dei sistemi fiscali e previdenziali ed un accrescimento delle disuguaglianze nella distribuzione della ricchezza25.

Tutto ciò dimostra quanto sia importante sviluppare strategie di adattamen- to dei predetti sistemi ai cambiamenti prodotti da elementi di disturbo esterni, come l’evasione fiscale, le crisi economiche, le migrazioni forzate massicce o il progressivo invecchiamento della popolazione. Un più rapido processo deci- sionale dell’UE in tali materie consentirebbe alle amministrazioni e ai sistemi fiscali e previdenziali degli Stati membri di evolversi e di adattarsi rapidamente a circostanze nuove ed impreviste26. Appropriati cambiamenti nella struttura dei sistemi fiscali e previdenziali nazionali (ottenuti attraverso un alleggerimen- to degli oneri che gravano sul lavoro e spostando il carico tributario sulle im- poste indirette, sugli immobili e sull’ambiente) – abbinati all’introduzione di programmi di cooperative compliance (volti a favorire lo sviluppo di rapporti di collaborazione con i grandi contribuenti) – potrebbero invece rappresentare un efficace strumento di prevenzione delle pratiche di abuso fiscale e consentire, ad un tempo, la conservazione o il recupero delle originarie capacità redistributive dei suddetti sistemi.

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